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(AGI) – Roma, 31 lug. – Dal mondo del lavoro vengono quelli che Matteo Renzi definisce “dati timidi, ma incoraggianti”, mentre l’Istat scatta una fotografia sconfortante, specie per l’occupazione giovanile. “Il dato complessivo dell’occupazione continua ad avere aspetti positivi e negativi” dice il presidente del Consiglio, “Questo dimostra che c’e’ ancora molto da fare. Con il jobs act noi abbiamo stimolato l’occupazione, abbiamo fatto un grande investimento ma l’occupazione e’ l’ultima cosa che riparte dopo un periodo di crisi. Per questo motivo i dati sono timidi ma anche incoraggianti”, rileva Renzi, “la produzione industriale lascia sperare” in un aumento del Pil, “poi ci sono i dati dei consumi che sono finalmente di segno positivo”. “Il quadro e’ ancora molto lontano da quello che pensiamo, ma la direzione e’ quella giusta”, sottolinea il premier. Questo nel giorno in cui la disoccupazione giovanile balza ai massimi storici: mai cosi’ dal 1977. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioe’ la quota disoccupati sul totale degli attivi (occupati e disoccupati), e’ stato pari a giugno al 44,2%, in aumento di 1,9% sul mese precedente. L’Istat sottolinea che dal calcolo sono esclusi i giovani inattivi, cioe’ coloro che non sono occupati ne’ cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perche’ impegnati negli studi. Il numero di giovani inattivi diminuisce dello 0,5% nel confronto mensile (-23 mila). Il tasso di inattivita’ tra 15 e 24 anni diminuisce di 0,2 punti percentuali, arrivando al 74%. Con riferimento alla media degli ultimi tre mesi, per i giovani 15-24enni cresce il tasso di disoccupazione (+0,8 punti percentuali) mentre calano sia il tasso di occupazione (-0,2 punti) sia il tasso d’inattivita’ (-0,1 punti). Piu’ in generale, il numero di disoccupati – rileva l’Istat – e’ aumentato dell’1,7% (+55mila). Dopo il calo di aprile (-0,2%) e la stazionarieta’ di maggio, a giugno il tasso di disoccupazione cresce di 0,2% rispetto al mese precedente, arrivando al 12,7%. Nei dodici mesi il numero di disoccupati e’ aumentato del 2,7% (+85 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,3 punti percentuali. Calano al contempo a giugno gli occupati dello 0,1% (-22 mila unita’) dopo la forte crescita di aprile (+0,6%) e il calo di maggio (-0,3%). Il tasso di occupazione, pari al 55,8%, cala di 0,1%. Rispetto a giugno 2014, l’occupazione scende dello 0,2% (-40 mila). “I numeri di giugno confermano che siamo di fronte a dati soggetti a quella fluttuazione che caratterizza una fase in cui la ripresa economica comincia a manifestarsi” ha affermato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: “Tuttavia rimane importante sottolineare che, pur a fronte di tale sostanziale stabilita’ registrata dal dato Istat e’ evidente un processo di cambiamento nella qualita’ e nella composizione dell’occupazione”. Il dato consolidato del primo semestre 2015 “fa infatti registrare un incremento di 250 mila attivazioni di contratti a tempo indeterminato, passate dalle 696 mila del 2014 alle 947 mila del 2015 (+36%), a fronte di un limitato incremento delle cessazioni che passano da 633 a 664 mila (4,9%)”. Rispetto all’anno trascorso, “la quota dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle attivazioni cresce cosi’ dal 16,1% al 21,9%. Infine, si registra un robusto incremento delle trasformazioni dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato, che nel periodo gennaio-giugno passano dalle 129 mila del 2014 alle 183 del 2015 (+41,8%)”. Di diverso avviso il sindacato: “E’ ancora possibile modificare radicalmente il Jobs act e varare vere politiche attive, un sistema di ammortizzatori che risponda alle esigenze del mercato del lavoro, e un piano che crei nuova occupazione” dice il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino. (AGI) .