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AGI – Quattro lavoratori dell’azienda Portovesme srl sono saliti stamane su una ciminiera dell’impianto del piombo, Kss, a 100 metri di altezza, la più alta dello stabilimento del Sud Sardegna per protestare contro il caro energia.    

In una nota le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil fanno sapere che entro oggi si sarebbero dovute “presentare le soluzioni tecnico-giuridiche per interrompere la procedura di fermata dell’80% delle attività della società, con la chiusura di interi reparti e dell’impianto di raffinazione di San Gavino Monreale. La situazione, legata al caro energia e le proposte di risoluzione sono state sottoscritte lo scorso 20 gennaio durante l’incontro tra la Regione Sardegna, Portovesme Srl, Rsu Portovesme Srl e Segreterie Territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, e le confederazioni territoriali Cgil, Cisl e Uil”.

Allo stato attuale, però, secondo quanto riferiscono i rappresentanti sindacali, non c’è stato “nessun atto concreto, sia di tipo commerciale tra privati, che di fonte governativa e/o legislativa per calmierare il prezzo e garantire la continuità produttiva”.

La battaglia sul caro energia“, scrivono i sindacati, “coinvolge in modo impattante i territori del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano che non possono permettersi la perdita di 1.300 buste paga. Se ciò dovesse accadere, saremmo al dramma sociale”. La vertenza riguarda i lavoratori della Portovesme srl e anche quelli dell’indotto.

I quattro lavoratori non scenderanno e non interromperanno la loro protesta fino a quando non arriveranno soluzioni per la vertenza.
 
Manifestando la loro solidarietà ai lavoratori che hanno intrapreso questa iniziativa a difesa del lavoro, i segretari del Sulcis-Iglesiente Emanuele Madeddu della Filctem-Cgil, Vincenzo Lai della Femca Cisl e Pierluigi Loi della Uiltec Uil chiedono un incontro immediato al ministero delle Imprese e del Made in Italy. “È evidente – chiariscono Madeddu, Loi e Lai – che il tema da risolvere è quello dell’energia; purtroppo registriamo nessun passo avanti delle istituzioni”.