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Il volo di un neonato, cioè di un bimbo con meno di due anni, con Ryanair non è gratis: negli ultimi giorni è scoppiata la polemica per un presunto aumento della tariffa che la società irlandese applica ai suoi più giovani viaggiatori, che si attesta sui 25 euro.

Diversi giornali hanno riportato la notizia del balzello lasciando intendere che si tratti di una novità, cioè di un incremento degli ultimi giorni.

Così non è: i 25 euro chiesti da Ryanair per far volare i bimbi piccoli sono fissi da parecchio tempo.

Le regole della compagnia di Dublino: sempre le stesse da anni

Non è vero insomma che sia di fronte allo “stop ai viaggi gratis” come riportato da diverse testate: a testimoniarlo, oltre alle dichiarazioni della stessa Ryanair che ha smentito aumenti nell’ultimo anno, ci sono anche le prove del web: in questo video, datato 17 ottobre 2017,  la seguitissima blogger di viaggi Federica Piersimoni (su Instagram ha 40 mila follower) spiegava che “fino a due anni i bambini possono viaggiare con una tariffa standard di 20-24 euro circa”.

Andando ancora indietro nel tempo si trovano altre conferme, sia nelle discussioni tra utenti di TripAdvisor che nel blog The Family Company (anche questo piuttosto seguito, su Facebook ha quasi 30 mila like), che in un articolo del 2014 riportava che “dai 12 mesi fino a 2 anni di età il bambino paga un forfait di 20 euro a tratta”, mentre era gratuito fino al compimento del primo anno di vita (ora è a pagamento fin dall’ottavo giorno di nascita).

Tutte le fonti consultate riportano il divieto di viaggiare per neonati fino al settimo giorno di vita.

L’Agi ha chiesto a Ryanair di spiegare la vicenda, illustrando le tempistiche delle modifiche alle tariffe applicate ai bebè, ma non ha ottenuto risposta.

Federconsumatori non esclude di rivolgersi all’Antitrust

L’ultimo aggiornamento delle condizioni di viaggio è datato 18 aprile, ma il documento non chiarisce se si tratti di una novità appena introdotta. Lo scorso 19 aprile Federconsumatori ha pubblicato una nota in cui definisce il supplemento per i neonati “l’ultima trovata per spremere il più possibile i passeggeri”. Contattata dall’Agi, l’associazione che tutela i consumatori ha spiegato di aver agito non appena ricevuta segnalazione: “Non sappiamo da quanto tempo applichino questa norma – spiegano da Federconsumatori – ma in precedenza non ci era mai arrivata alcuna segnalazione”.

Al centro del dibattito c’è il modo in cui la compagnia aerea comunica la tariffa, che secondo gli utenti non sarebbe sufficientemente chiara ed esplicita: “I nostri legali stanno valutando se ci sono profili di mancata trasparenza” nel processo di acquisto con Ryanair, accusata di non mostrare in maniera inequivocabile l’addebito dei 25 euro nel corso della prenotazione.

“Non abbiamo ancora avuto un riscontro, ma non escludiamo di poter procedere con una eventuale segnalazione all’Antitrust – conclude l’associazione – Stiamo valutando”.

Il precedente: i guai di Ryanair con i bagagli a mano

Se davvero il caso bebè finisse di fronte all’Antitrust, per Ryanair non sarebbe comunque la prima volta. Anche la modifica al regolamento per i bagagli a mano, in vigore dal 1 novembre del 2018, era stata impugnata dalle associazioni dei consumatori. Ricapitolando la questione: da sei mesi a questa parte le nuove norme della compagnia irlandese non consentono più di portare a bordo gratuitamente il classico trolley ma soltanto “una piccola borsa 40x25x20cm che deve stare sotto il sedile di fronte” al passeggero.

Per continuare a viaggiare con il proprio trolley abituale occorre pagare cifre che vanno dai 6 e i 25 euro a seconda della modalità scelta dal passeggero.

Fino allo scorso autunno erano invece ammesse valigie di 55x40x20cm e in aggiunta una borsetta piccola da 35x20x20cm.

Lo scorso 21 febbraio l’Antitrust aveva inflitto una multa da 3 milioni di euro a Ryanair definendo la modifica una “falsa rappresentazione del reale costo del biglietto aereo […] in quanto ingannevole sulle caratteristiche e sul prezzo del servizio di trasporto aereo di passeggeri offerto, nonché contraria agli standard di diligenza professionale nel settore di competenza”.

Il prezzo dei viaggi pubblicizzati da Ryanair, in altre parole, sarebbe ingannevole perché non comprensivo del bagaglio a mano: per questo motivo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato l’aveva punita, con riferimento naturalmente soltanto ai voli italiani.

Ryanair si era allora rivolta al Tar del Lazio, che a fine marzo ha sospeso la sanzione e rimandato la questione a un’udienza a ottobre. Per il momento, quindi, si continua a viaggiare soltanto con la più piccola delle borsette, quella in cui ci stanno personal computer, qualche documento e poco più.