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È una sorta di confessore virtuale, una web app su cui denunciare le molestie subite sul posto di lavoro. Si chiama Spot ed è il chat bot, cioè l’interlocutore guidato dall’Intelligenza Artificiale messo a punto da un team di tre persone, Julia Shaw, Dylan Marriott e Daniel Nicolae, che vuole “incoraggiare i lavoratori a denunciare e le aziende a agire”.

Più facile online che faccia a faccia

Secondo l’Eeoc, la commissione statunitense sulle eguali opportunità di impiego, il 75% dei casi di molestie sul luogo di lavoro non viene denunciato. “Parlarne con una persona in carne e ossa può essere difficile per i pregiudizi e la paura che le informazioni vengano condivise con qualcuno con cui non vorresti”, ha spiegato la dottoressa Shaw, psicologa dell’University of British Columbia e dell’University College di Londra.

Per questa ragione Spot è programmato per fare domande neutre, formulate sullo stile dell’intervista cognitiva, la tecnica utilizzata dagli inquirenti per interrogare testimoni in casi particolarmente violenti. Il meccanismo è semplice: è sufficiente connettersi al sito talktospot.com e avviare il robottino con cui dialogare.

“Posso aiutarti”

Il primo messaggio è chiaro: “Ciao, se pensi che ti sia capitato qualcosa di inappropriato al lavoro, ti posso aiutare io”. L’interfaccia, particolarmente intuitiva, consente all’utente di scegliere tra cominciare subito la denuncia oppure farsi spiegare il funzionamento del servizio. E quando ci si sente pronti, ecco il messaggio che invita a scrivere: “Raccontami tutto quello che ricordi, anche i dettagli che ti sembrano banali. Ho tutto il tempo che vuoi”.

Il dialogo avviene ovviamente tutto in inglese, e non sempre il bot risponde in modo compiuto alle domande che esulano dal tema. Ma nel giro di una ventina di messaggi il sistema è pronto per stilare un rapporto su quanto accaduto, ulteriormente modificabile dall’utente.

Un Pdf sicuro

Al termine della denuncia Spot produce un documento Pdf con data e ora e la firma di Palace Inc., la società che gestisce il servizio. L’utente riceve una email all’indirizzo desiderato da cui è possibile scaricare, attraverso un link, il documento di cui rimarrà copia sui server di Spot per trenta giorni.

Il questionario è completamente anonimo, ragione per cui esiste il rischio che i rapporti possono risultare falsi. Il legale di Spot,  Paul Livingston, ha spiegato che le aziende faranno verifiche sul comportamento delle persone segnalate nel caso in cui diversi documenti le indichino come presunti colpevoli di molestie.

La start up, lanciata ufficialmente martedì 6 febbraio, ha ricevuto un finanziamento di 500 mila dollari da parte dell’incubatore All Turtles guidato dal cofondatore di Evernote, Phil Libin. “La mia prima reazione – ha ammesso Libin – è stato pensare a un noioso aumento di report non verificabili, ma poi mi sono reso conto che il vero problema non è l’eccesso di segnalazioni quanto invece il silenzio”.