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Dopo Sea Eye e Medici Senza Frontiere, è il turno di Save The Children. Sono salite a tre in ventiquattr'ore le Ong che hanno deciso di sospendere le operazioni di salvataggio di migranti in mare dopo la decisione della Libia di istituire una zona di ricerca e soccorso (Sar) e limitare l'accesso delle navi umanitarie nelle acque internazionali al largo delle proprie coste. Come continuare a salvare vite umane nel Mediterraneo, se, dopo la pausa di questi giorni, riprenderà l'esodo di disperati verso le coste italiane? Nel caso, toccherebbe finalmente all'Europa fare la propria parte, utilizzando la flotta delle missioni Sophia e Triton. O almeno questo è il piano del Viminale secondo un retroscena apparso su 'La Repubblica'.

"Il far west è finito"

"Il far west è finito", dicono fonti del ministero dell'Interno, che non sembra preoccupato dalla "pausa di riflessione" delle Ong perché, spiega il quotidiano, "il flusso dei migranti si è temporaneamente placato". "Se dovesse riprendere in modo intenso – ragiona una fonte qualificata vicina al ministro Minniti – chiederemo alle missioni europee Sophia e Triton, e ai mercantili di passaggio, di aiutare la Guardia Costiera nei soccorsi. Esattamente come avveniva prima dell'arrivo delle navi umanitarie nel Mediterraneo".

Le accuse delle Ong

"Quella delle Ong è però una ritirata piena di accuse", sottolinea il giornale di Largo Fochetti, "alla Libia, innanzitutto, per le minacce subite dalla guardia costiera e per l'annuncio di Tripoli di voler creare una zona Sar molto ampia, nella quale sarà possibile entrare solo dopo aver avuto l'autorizzazione delle autorità libiche. Ma anche all'Italia e all'Europa 'corresponsabili e complici' del blocco che 'contribuirà ad aumentare i morti nel Mediterraneo'."

Altre motovedette per Tripoli

"Il piano Minniti sul rafforzamento del versante libico, nonostante le polemiche non si ferma", leggiamo ancora su La Repubblica, "sono arrivati al Viminale una ventina di progetti di sviluppo economico avanzati dai sindaci libici del Nord e del Sud, che l'Italia intende finanziare al più presto. Non solo. Il nostro Paese fornirà altre motovedette (si parla di sei) alla Guardia Costiera di Tripoli, oltre alle quattro già in uso". "Del resto il governo Sarraj è riconosciuto dall'Onu, possiamo collaborare", osservano dal ministero.