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AGI – A poche ore dalla finale degli Europei tra Inghilterra e Italia, il premier britannico Boris Johnson ha lanciato il suo incitamento, esortando la squadra inglese a “portare a casa” la coppa. “Buona fortuna all’Inghilterra, è stato un viaggio incredibile finora ma tutti speriamo che possiate farne una migliore”, ha dichiarato il capo di Downing Street in un video postato su Twitter, mostrando anche una bandiera inglese.

AGI – Ogni ‘tifoso’ degno di questo nome sa che una domenica sportiva come quella che sta arrivando capita pochissime volte nella vita. Tennis e calcio. Matteo Berrettini e i ragazzi di Roberto Mancini. Game, set, match da una parte e il triplice fischio dall’altra.

La voglia di azzurro percorrerà interamente i poco più di 15 chilometri che separano Wimbledon da Wembley, i due simboli più forti della Londra fatta d’erba, linee bianche e reti. Ma anche di diritti, rovesci, punizioni e rigori, falchi elettronici e Var.

Sull’erba di Wimbledon

Si inizia subito dopo pranzo con la rinuncia alla classica pennichella del weekend. Sul campo centrale di Wimbledon, intorno alle 15, scende in campo il primo italiano in grado di raggiungerne la finale del più prestigioso torneo di tennis del mondo. Matteo Berrettini, romano, 25 anni, ha un nuovo appuntamento con la storia dopo averne già scritto, proprio questi giorni, alcuni capitoli.

Per consacrarsi ai vertici manca un ultimo tassello, il più alto e perciò il più difficile da scalare. Il suo avversario è ancora avvolto dal punto di domanda. Uscirà dalla sfida tra il canadese Denis Shapovalov e il super favorito della vigilia Novak Djokovic, numero uno del mondo. Se dovesse essere quest’ultimo la faccenda si complicherebbe non poco ma diventerebbe, forse, anche più stimolate.

Il serbo, infatti, cerca a Wimbledon il ventesimo titolo dello Slam della sua lunga carriera, per raggiungere in questa particolare classifica Rafa Nadal e Roger Federer e per alimentare un sogno chiamato “Grande Slam” dopo i successi nel 2021 in Australia e al Roland Garros.

Sull’erba di Wembley

Dopo cena, invece, in prima serata, va in scena l’atto conclusivo di Euro 2020 tra Inghilterra e Italia. Una partita che mette di fronte le due squadre che maggiormente hanno convinto, per gioco e dedizione, tifosi e critica. E anche qui le aspettative sono altissime, così come la pressione che stanno generando.

La Nazionale dei Tre Leoni attende di alzare un trofeo dal 1966, edizione casalinga dei Mondiali, per soddisfare un bisogno emotivo, che lacera chi il gioco del calcio lo ha creato, lungo 55 anni. Gli Azzurri, allo stesso modo, sperano di cancellare oltre 50 anni di delusioni continentali e dimenticare che l’ultimo successo è targato 1968. 

A Wimbledon e Wembley, infine, non mancherà di certo il rumore. La colonna sonora scandita dai tifosi sarà fatta di cori e slogan, applausi e fischi. Con una sfilza infinita di “come on”, in pieno stile ‘british’, che diventeranno universali. Oltre a sostenere i beniamini di casa, dopo un anno di pandemia, silenzi e restrizioni, saranno in grado anche di infondere forza e coraggio negli avversari.

Quindici chilometri, due imprese da inseguire, migliaia e migliaia di tifosi, su spalti e divani pronti a esultare o consolarsi a vicende. Per una domenica così è meglio non prendere impegni.

AGI- Sarà l’olandese Bjorn Kuipers ad arbitrare la finale di Euro 2020 tra Italia e Inghilterra prevista domenica sera, alle 21, a Wembley. Ha già diretto le due squadre durante la fase a gironi del Mondiali del 2014, in Brasile. La partita venne vinta dagli Azzurri per 2-1 con gol di Balotelli, Sturridge e Marchisio.

Kuipers, classe 1973, ha iniziato ad arbitrare in Eredivisie nel 2005 ricevendo un anno dopo la nomina di ‘internazionale’. Tra le sue gare più importanti spiccano la Supercoppa europea del 2011 tra Barcellona e Porto, le finali di Europa League del 2013 tra Benfica e Chelsea e del 2018 tra Atletico Madrid e Marsiglia e il derby tra le squadre di Madrid nella finale di Champions League del 2014.

Tra le ‘Nazionali’ ha arbitrato la finale di Confederation Cup 2013 tra Brasile e Spagna, la finale dei Mondiale Under 20 tra Venezuela e Inghilterra. Ai mondiali del 2018 ha partecipato come quarto uomo alla finale tra Francia e Croazia.  A Wembley sarà coadiuvato dagli assistenti Sander var Roekel ed Erwin Zeinstra. Quarto uomo sarà lo spagnolo Carlos del Cerro Grande. Al Var il tedesco Bastian Dankert.

AGI – Dopo il primo posto nel girone, dopo aver eliminato la Germania agli ottavi e dominato l’Ucraina ai quarti, l‘Inghilterra batte in semifinale una stoica Danimarca e approda per la prima volta nella sua storia all’ultimo appuntamento di un Europeo, dove si contenderà il trofeo con l’Italia di Roberto Mancini.

La Nazionale di Southgate si regala una finale internazionale che mancava da 55 anni. Cioè dal successo mondiale del 1966, proprio a Wembley.

Sono serviti i tempi supplementari agli uomini di Gareth Southgate per avere la meglio sulla formazione di Kasper Hjulmand, che saluta la competizione a testa altissima dopo aver dimostrato tutto il proprio carattere e le proprie qualità, soprattutto dopo l’incredibile paura vissuta con Eriksen nel corso della primissima partita. Una favola, quella danese, che non è riuscita a trasformarsi in realtà, ma che merita di essere raccontata per molti anni.

Domenica sarà quindi Inghilterra-Italia la finale dell’europeo: nell’inferno londinese gli azzurri si apprestano ad affrontare una vera e propria battaglia. 

“L’Inghilterra ha giocato con il cuore. Che fantastica prestazione per la squadra di Gareth Southgate. Ora la finale. Portiamo a casa” il trofeo, ha scritto su Twitter il premier britannico Boris Johnson.

AGI – Oltre i propri limiti, a caccia di un risultato storico: la sfida tra Inghilterra e Danimarca in programma per domani a Wembley è uno spareggio decisivo che tiene con il fiato sospeso migliaia di tifosi. L’Inghilterra punta ad agguantare la sua prima finale in un Europeo, la Danimarca tenta di replicare l’impresa riuscita solo nel 1992, quando da ripescata dopo l’esclusione della Jugoslavia riuscì a trionfare nella competizione continentale con una cavalcata inattesa.

A Euro2020 si scontrano la nazionale dei Tre Leoni, considerata la favorita del torneo anche grazie alla spinta dei propri tifosi e la selezione guidata da Hjulmand, assoluta sorpresa del torneo. La prima è la miglior difesa del torneo non avendo subito ancora un gol nella fase finale mentre l’altra ha segnato 11 gol ed è tra le più prolifiche. In campo sarà uno sfida tra la coppia Kane-Sterling e Dolberg, tutti a quota tre reti.

Gli inglesi sbarcano nelle top four dopo il roboante 4-0 rifilato all’Ucraina, mentre Kjaer e compagni hanno battuto ai quarti di finale la Repubblica Ceca trascinata da Schick per 2-1. Per entrambi si tratta della terza semifinale della competizione continentale nella storia calcistica. Il bilancio tra le due squadre sorride agli uomini di Southgate, otto successi contro i tre danesi, due pareggi.

Ma i precedenti più recenti parlano chiaro: il divario si è attenuato e l’esito è tutt’altro che scritto. Nelle ultime 6 partite infatti, gli inglesi hanno vinto solo volta, al Mondiale 2002: netto 3-0 grazie alle reti di Ferdinand, Owen ed Heskey. Il resto sono 3 pareggi e 2 successi danesi. E nell’ottobre scorso, quando le due selezioni si sono incontrate in Nations League, sono stati i giocatori nordici a spuntarla grazie a un gol su rigore di Eriksen, domani assente dopo l’attacco di cuore subito durante la gara con la Finlandia.

I Tre Leoni giocheranno la semifinale in casa ma la cornice di Wembley non è sgradita ai danesi: due vittorie nelle sfide più recenti. Nel 1983 si imposero grazie al rigore di Simonsen nelle qualificazioni europee e nel 2020 con il già citato Eriksen in maniera analoga. L’ultima volta che gli scandinavi hanno raggiunto la semifinale si sono presi anche il trofeo: era il 1992, la Danimarca pareggiò a reti bianche all’esordio proprio con l’Inghilterra e poi vinse il trofeo trascinato dalle parate di Peter Schmeichel, padre dell’attuale portiere della squadra Kasper.

Discorso diverso, invece, per i Tre Leoni: è la squadra ad aver giocato il maggior numero di partite agli Europei ma non è mai arrivata alla partita decisiva. Nel 1968 l’eliminazione contro la Jugoslavia, nel 1996 la dolorosa sconfitta ai rigori contro la Germania a Wembley. L’unico trofeo alzato dagli inglesi è stato durante il Mondiale di casa del 1966. 

AGI – Per il secondo anno consecutivo, a causa delle restrizioni e dei problemi logistici provocati dalla pandemia di Covid-19, gli organizzatori dei Gran Premi di Formula 1 e MotoGp in Australia hanno annullato gli eventi.

Il presidente dell’Australian Grand Prix Corporation, Paul Little, non ha nascosto la sua “profonnda” delusione e si è detto consapevole della “sfida che l’Australia deve affrontare con le attuali restrizioni ai viaggi internazionali”, sottolineando “l’importanza delle vaccinazioni”. 

AGI –  L’Italia alle Olimpiadi di Tokyo 2020 sarà presente con 384 atleti. Gli ultimi dodici atleti che si sono aggiunti al contingente dell’Italia Team già da record sono stati i giganti della pallacanestro che questa sera hanno schiantato per 102 a 95 la Serbia nella finale che assegnava l’ultimo pass per i Giochi.

Gli azzurri qualificati per le Olimpiadi sono 198 uomini e 186 donne in 36 discipline differenti. Per lo sport italiano si tratta di un primato assoluto sia per quanto concerne il numero degli atleti qualificati che delle quote rosa mai cosi’ numerose. A Tokyo le squadre nazionali italiane saranno ben cinque, pallavolo maschile e femminile, pallanuoto maschile, softball e ora anche basket maschile.

L’esordio dei cestisti azzurri sarà il 25 luglio contro la Germania (qualificatasi dal girone svoltosi a Spalato), il 28 affronteranno l’Australia (qualificata in quota Oceania) e il 31 la Nigeria (quota Africa). Era il 28 agosto del 2004, quasi 17 anni fa, quando ad Atene l’Italia del basket saluto’ l’Olimpiade con uno storico argento conquistato nella finale contro l’Argentina. Nella storia a cinque cerchi l’Italia aveva centrato l’argento anche a Mosca ’80.

Il 23 luglio prossimo allo stadio Olimpico della capitale giapponese dietro al tricolore fatto sventolare da Jessica Rossi ed Elia Viviani – la prima volta di un doppio alfiere – per impegni agonistici già il giorno seguente, per arrivi successivi e per motivi di restrizioni covid, a sfilare non ci saranno tutti gli atleti.  

Un nuovo record

Battuto, quindi, il primato di 367 che risaliva all’edizione di Atene 2004 quando la spedizione italiana era presente con ben 8 squadre. A Tokyo l’Italia sarà presente con sicure 4 squadre nazionali, pallavolo maschile e femminile, softball (ieri le azzurre si sono laureate per la 12/a volta campionesse d’Europa, la seconda consecutiva) e pallanuoto, oggi si spera nel basket. Perfetta è ad oggi la parità di genere, 186 uomini e 186 donne.

Almeno un atleta azzurro sarà presente in 35 discipline, un primato anche questo, e in tutti i nuovi sport olimpici, arrampicata, karate, skateboard e surf con Leonardo Fioravanti entrato grazie alla riallocazione delle quote.

La suddivisione tra i vari sport

La presenza nei vari sport significa che in Italia, nonostante le grandi difficoltà legate alla pandemia a agli impianti non sempre adeguati, la pratica dello sport è diffusa e sentita.  L’atletica leggera italiana andrà con il più alto contingente della storia, ben 76 atleti (molti pass grazie al ranking mondiale), il nuoto con 36.

La scherma sarà presente in tutte le armi, fioretto, spada e sciabola sia a livello individuale che a squadre. Nel canottaggio le carte olimpiche sono ben 26. Nel pugilato la clamorosa novità: la presenza azzurra sui ring di Tokyo sarà solo femminile e ciò significa che per la prima volta nella storia non c’è un pugile. Sei saranno i tennisti, quattro i golfisti, altri due sport particolarmente praticati dal Brennero a Lampedusa. 

Il primo sport italiano ad aver strappato un pass olimpico era stato la vela che a Tokyo sarà presente con 6 equipaggi, due nel 470, uno nel Laser Radial, uno nel Nacra 17 e due nel windsurf (un uomo e una donna). Il tiro a volo sarà a Tokyo con 3 pass individuali nel Trap e 4 nello Skeet). Nella ginnastica ritmica 7 carte olimpiche femminili di cui 2 individuali. Nel tiro a segno i pass individuali sono 7 tra carabina 3 posizioni, carabina 10 metri, pistola automatica e pistola aria compressa 10 metri. Quatto le carte olimpiche (3 sono femminili) nel tiro con l’arco. Negli sport acquatici, oltre al Settebello, anche 36 nuotatori, 6 tuffatori (4 sono donne) e 3 nel nuoto di fondo.

Italia presente nell’arrampicata sportiva con 3 atleti, nella canoa (4 carte nella velocità e 3 pass nello slalom), canottaggio (26 carte olimpiche), sport equestri (6 pass tra completo, salto ostacoli e dressage), pentathlon moderno (2 pass femminili), lotta (2 carte nello stile libero), beach volley (2 coppie maschile e una femminile), ciclismo (9 su strada, 12 su pista, 4 mountain bike e una nella bmx), atletica leggera (76 pass), ginnastica Artistica (4 carte olimpiche femminili e 3 pass), taekwondo (2 carte maschili), scherma (12 pass maschili e 12 pass femminili), karate (5 pass), triathlon (5 pass), skateboard (2 pass nel park e uno nello street), tennistavolo (un pass femminile), pugilato (4 pass femminili), judo (8 pass), nuoto sincronizzato (9 pass), sollevamento  pesi (5 pass), tennis (6 pass), golf (4 pass) e surf (un pass maschile).

 

AGI – L’Inghilterra è la quarta semifinalista degli Europei di calcio: all’Olimpico di Roma ha travolto 4 a 0 l’Ucraina e ora affronterà la Danimarca per conquistare l’accesso alla finalissima. L’Inghilterra ritrova un Harry Kane in grande spolvero e liquida la squadra di Andriy Shevchenko.

Decidono una straordinaria doppietta di Kane e i gol di Maguire ed Henderson: i gialloblu non riescono a tenere testa allo strapotere inglese e sono costretti a salutare la competizione.

La corazzata di Gareth Southgate, ancora con la porta inviolata da inizio torneo, tornerà invece a Wembley a giocare davanti al proprio pubblico, a caccia di una finale che si contenderà con la Danimarca (7 luglio). Quattro minuti sul cronometro e gli inglesi sbloccano subito le marcature: la firma è quella di Harry Kane, che riceve una palla meravigliosa da Sterling e in spaccata batte Bushchan per l’1-0. Secondo gol consecutivo per il bomber del Tottenham, sbloccatosi negli ottavi contro la Germania. La squadra di Southgate sembra in totale controllo, ma con il passare dei minuti allenta un po’ troppo la morsa e al 17′ rischia d’incassare il pareggio: Walker perde palla e di fatto lancia Yaremchuk verso la porta, il mancino dell’attaccante è respinto bene in corner da un attento Pickford.

L’Inghilterra resta comunque padrona del campo e del gioco, mostrando tutte le proprie qualità a livello di palleggio e di costruzione della manovra offensiva. Superata da poco la mezz’ora è Rice che si presenta dalle parti di Bushchan chiamandolo alla risposta, mentre al 40′ Sancho spreca un’ottima chance per il raddoppio angolando poco un tiro dal limite, dopo la buona iniziativa di Shaw sulla fascia sinistra. Segnalato il fuorigioco dal guardalinee, ma il gol sarebbe stato convalidato dal Var vista la posizione regolare del terzino sinistro.

Nella ripresa l’Inghilterra riparte fortissimo e stavolta in cinque minuti archivia la pratica trovando prima il raddoppio di Maguire, che prende il tempo a tutti su una punizione perfetta calciata da Shaw, poi ancora Kane, lasciato troppo solo in area su un altro cross al bacio del terzino del Manchester United. E’ 3-0 e semifinale in ghiaccio per la squadra di Southgate, ma non finisce qui, perché al 63′ c’è spazio e gloria anche per il neo entrato Henderson, che con un altro colpo di testa, stavolta su corner di Mount, spinge in rete la palla che vale addirittura il 4-0. Nella mezz’ora che resta da giocare il ct inglese opera tutti i cambi a disposizione, per far rifiatare chi ha giocato di più e lasciare spazio alle ‘seconde linee’. Non succede praticamente più nulla fino al triplice fischio: l’Inghilterra vola in semifinale ed ora sembra voler fare davvero sul serio, dopo un inizio di Europeo con il freno a mano tirato. 

AGI – È festa grande nelle strade italiane dopo la vittoria degli Azzurri sul Belgio per 2-1 che porta l’Italia in semifinale degli Europei di calcio. Ma invece di concentrarsi nelle piazze, i tifosi hanno preferito affollare lungomare e lungofiume per caroselli di auto strombazzanti.

A Roma si sono svuotate le fan zone allestite a piazza del Popolo e in vari quartieri della Capitale con una capacità massima di 900 persone e piccoli gruppi di tifosi si sono riversati a Ponte Milvio, tradizionale punto di ritrovo dei post-partita.

La cautela imposta dalla pandemia che minaccia il colpo di coda della variante Delta e il desiderio di non farsi rovinare la stagione estiva appena iniziata ha spinto gli italiani alla sobrietà. Così se piazza Duomo a Milano, piazza Maggiore a Bologna e le altre tradizionali aree di aggregazione sono semideserte, sui Lungotevere, i Lungarno e sul lungomare di Napoli si spinge sui clacson in lunghi caroselli di auto, cui si accodano biciclette e monopattini elettrici con tifosi che portano sulle spalle svolazzanti tricolori. 

 

AGI – Dodici anni, quattro mesi e venticinque giorni. Abhimanyu Mishra, classe 2009, è diventato il più giovane gran maestro di scacchi della Storia di questo antichissimo sport. Si tratta di un record che durava dal 2003 detenuto dal russo, oggi 31enne, Sergey Karjakin, battuto per 66 giorni.

Mishra, americano del New Jersey ma di origine indiana, aveva già accumulato altri titoli prestigiosi nella sua giovanissima carriera. A 10 anni e 9 mesi, ad esempio, era diventato il più giovane maestro internazionale al mondo, un anno dopo essere stato nominato maestro del suo Paese. 

Si tratta di uno dei fenomeni della nuova generazione di scacchisti, cresciuti a pane e pedoni fin dai primi anni di vita il cui gioco si è rapidamente perfezionato grazie alle tecnologie moderne che permettono di studiare e analizzare efficacemente tattiche e strategie. Nello specifico, Mishra ha iniziato a giocare a scacchi quando aveva appena 30 mesi mostrando già un talento innato. 

L’adolescente americano ha dovuto persino rimandare la conquista di questo prestigioso traguardo a causa della pandemia che ha rallentato la sua rincorsa. Da aprile in poi, però, ha dato una forte accelerazione alle sue prestazioni e al suo gioco ottenendo quei punti necessari per ottenere il riconoscimento giocando senza sosta a Budapest. Oggi il suo tournament performance rating (TPR) è pari a 2735, un livello raggiunto dai primi 20 grandmasters di scacchi del mondo. Un punteggio mai ottenuto da un dodicenne prima.

Mishra è stato intervistato per il canale chess24.com  in compagnia di suo padre, Hemant, che ha spiegato come in famiglia “si aspettavano che Abhimanyu battesse il record di Karjakin con ampio margine” ma il Covid “ha fermato tutte le attività per diversi mesi”. Da qui il corso intensivo a Budapest, dove Mishra ha giocato praticamente senza sosta per molte settimane con al massimo un giorno di pausa tra un torneo e l’altro.

Il giovane di Englishtown va a fare compagnia ad altri mostri sacri degli scacchi che negli anni hanno conquistato, con qualche anno in più di lui, lo stesso ambito riconoscimento. Qualche nome? Bronstein, Fischer e Spassky. “Finalmente ho dato scacco matto al più grande avversario (la pandemia in corso) che mi ha fermato per 14 mesi. Grazie a tutti per tutto il vostro amore e supporto. In attesa della Coppa del Mondo”, ha twittato l’adolescente.

“It was feeling unreal! It was such a big relief. We have been here for the last 2,5 months trying to break it. It It felt amazing!” – @ChessMishra on becoming the world’s youngest grandmaster. #ChessChamps #GoldmoneyAsianRapid pic.twitter.com/jk05O2SMvQ

— Champions Chess Tour (@ChampChessTour)
July 1, 2021

Mishra ha messo ora nel suo mirino Magnus Carslen il fenomenale campione norvegese che detiene il titolo di campione del mondo di scacchi dal 2013. Il giovane americano parteciperà dal prossimo 10 luglio, grazie a una wild card, alla Coppa del Mondo di Sochi, in Russia, a cui sono iscritti 206 giocatori. Il suo avversario di primo turno è Baadur Jobava, tre volte campione della Georgia e famoso per il suo fantasioso stile d’attacco. Un primo turno non certo facile ma che testerà immediatamente le ambizioni di quello che potrebbe diventare presto il nuovo fenomeno di un “gioco” ancora amato e diffuso in tutto il pianeta.