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AGI – Il bilancio è di cinque medaglie, tre d’argento e due di bronzo, ma nessuna d’oro, cosa che non accadeva da mezzo secolo (49 anni per l’esattezza). La scherma italiana ritorna dalle Olimpiadi di Tokyo con un bilancio in chiaro-scuro. Dalla scherma lo sport azzurro richiede sempre molto. E, invece, da questa edizione dei Giochi a cinque cerchi sono venuti a mancare gli ori.

Vuoi per l’una o l’altra stoccata andata a vuoto, anticipata o neutralizzata dagli avversari. Decisamente c’è da rivedere qualcosa, in primis la programmazione, soprattutto in vista del futuro e per gestire la nuova generazione che dovrà essere pronta per Parigi 2024, questa volta tre anni, non il consueto quadriennio olimpico.

C’è da risolvere qualche attrito di troppo e, perché no, provare a riportare in Italia quello Stefano Cerioni, oro a Seul ’88, e soprattutto cittì azzurro negli anni d’oro per poi ‘tradire’ l’Italia per la Russia andando ad allenare la forte Inna Deriglazova portandola all’oro olimpico a Rio de Janeiro 2016 su Elisa Di Francisca.

Oggi, nella gara a squadre maschile del fioretto, specialità che ha sempre regalato tante soddisfazioni, era attesa una medaglia importante, se non l’oro almeno l’argento. Così non è stato. Alessio Foconi, Daniele Garozzo (oro a Rio e argento a Tokyo nell’individuale) e Giorgio Avola, sono stati battuti dal Giappone al primo incontro e quindi relegati al tabellone per i piazzamenti dal quinto all’ottavo posto.

Da Montreal ’76 e con l’esclusione dell’edizione del boicottaggio di Mosca ’80, il bilancio del fioretto maschile targato Italia era stato peggiore di Tokyo solo a Barcellona ’92: nessuna medaglia. Da Monaco di Baviera ’72 l’Italia del fioretto a livello individuale o a squadre aveva sempre conquistato una medaglia d’oro tranne che a Sydney 2000. In Germania, 49 anni fa, Antonella Ragno-Lonzi diventò la seconda italiana della storia a vincere l’oro a cinque cerchi dopo Irene Camber a Helsinki ’52. A Montreal ’76 a imporsi fu Fabio Dal Zotto, nel 1984 a Los Angeles, Mauro Numa (oro anche a livello di Nazione), nel 1988 a Seul, Cerioni e nel 2016 a Rio de Janeiro, Daniele Garozzo. Oro a squadre ad Atene 2004 e Londra 2012. 

Restando al fioretto, ma femminile dove storica è stata la scuola di Jesi fondata dal maestro Triccoli, il movimento italiano è ritornato indietro di 33 anni, ovvero da Seul ’88, l’ultima edizione delle Olimpiadi nelle quali nessuna italiana aveva conquistato una medaglia. Da Monaco di Baviera nel 1972 a Tokyo 2020 solo due volte il fioretto italiano azzurro in rosa non aveva vinto una medaglia a livello individuale, a Mosca ’80 (Dorina Vaccaroni chiuse sesta sotto i colori della bandiera del Comitato Olimpico Internazionale a seguito del boicottaggio) e, appunto, a Seul nel 1988 (nona Margherita Zalaffi).

Nel 1984 l’assenza di podi venne interrotta proprio dalla Vaccaroni, terza. Quattro anni dopo il flop in Corea del Sud. Vanno poi annoverati gli ori di Giovanna Trillini a Barcellona ’92, di Valentina Vezzali a Sydney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008, e Di Francisca a Londra 2012. Due titoli olimpici vennero conquistati anche in altre armi quali, sciabola nel 2004 con Aldo Montano, e spada nel 2008 con Matteo Tagliariol. L’inizio della scherma alle Olimpiadi di Tokyo era stato molto buono con l’argento nella sciabola di Luigi Samele.

Poi le pedane della Makuhari Messe B non sono state così clementi con le schermitrici e gli schermidori italiani. All’argento di Garozzo sono seguiti, l’argento nella sciabola a squadre (Enrico Berrè, Luca Curatoli, Aldo Montano e Samele) e i bronzi al femminile a squadre, nella spada (Rossella Fiamingo, Federica Isola, Mara Navarria ed Alberta Santuccio) e nel fioretto (Martina Batina, Erica Cipressa, Arianna Errigo ed Alice Volpi).

AGI – L’Italbasket è ai quarti di finale di Tokyo 2020. Obiettivo raggiunto grazie alla vittoria ‘sporca’ per 80-71 contro la Nigeria nella terza e ultima gara del Girone B. Un successo sofferto dopo un secondo e terzo quarto da incubo, con 27 punti totali messi a referto dopo i 29 del solo primo quarto. La squadra di coach Meo Sacchetti non tira benissimo chiudendo con il 40% dal campo, ma nell’ultimo quarto è la voglia e la grinta degli azzurri a fare la differenza, con i soli 8 punti concessi alla squadra di Mike Brown.

Ora si aspetta il sorteggio per scoprire chi sarà l’avversario dell’Italia nei quarti di finale. L’avvio di gara degli azzurri è un mix di concentrazione, cattiveria agonistica e ottime percentuali al tiro: insomma tutto ciò che serviva per mettere sui binari giusti la gara con la Nigeria.

Gli uomini di coach Sacchetti si portano sul +12 con un super parziale da 11-0, salvo poi far rientrare per un attimo gli avversari fino al -7. Per i biancoverdi però pesano tanto le 6 palle perse nel primo quarto, che permettono all’Italia di riallungare e arrivare al primo mini riposo avanti ancora di 12 punti (29-17). Il secondo quarto non inizia nel modo migliore per gli azzurri, che non segnano per quasi quattro minuti permettendo alla Nigeria di tornare clamorosamente in partita. Il parziale della selezione africana dice 13-2 in metà periodo e il -1 rimette tutto in discussione.

L’Italia mina incredibilmente le proprie percentuali dal campo, tirando malissimo soprattutto da lontano, mentre la Nigeria guidata da un super Metu (14 punti e 4 su 5 da tre all’intervallo), prova addirittura a chiudere avanti al riposo, ma gli azzurri riescono a mantenere quel piccolo punto di vantaggio (40-39). Ad inizio terzo quarto la squadra di Sacchetti sembra ritrovare la giusta lucidità per provare a riallungare: gli azzurri piazzano un bel parziale di 6-0, ma con un contro parziale di 7-0 la Nigeria torna a contatto trovando la parità, scappando poi sul +6 con un’altra bomba di Metu e l’appoggio da sotto di Achiuwa.

E’ il momento di maggior difficoltà per l’Italia, che non riesce più a trovare fluidità nella metà campo offensiva e sicurezza in quella difensiva, subendo tantissimi canestri da lontano che fanno volare i biancoverdi a +8 ad inizio ultimo quarto. Mannion, Ricci, Fontecchio e Melli però hanno altri piani e con quattro canestri consecutivi permettono agli azzurri di riprendere morale tornando avanti sul 65-64.

La Nigeria non segna più e l’Italia scappa sul +6 con un parziale da 14-0, chiuso dalla solita bomba di Metu che ferma l’emorragia africana e riaccende le speranze dei suoi. Speranze che però durano poco, perchè l’Italia non sbaglia praticamente più nulla e con una bomba di Mannion a poco più di 30 secondi dalla fine chiude i conti, fissando poi il finale sull’80-71. 

AGI – La scherma italiana rischia di ritornare dalle Olimpiadi senza medaglia d’oro: non accadeva da Monaco di Baviera 1972. In mezzo una parentesi, quella di Mosca ’80 quando fu un’edizione un po’ a metà a seguito del boicottaggio e l’assenza degli atleti militari. Già certa l’assenza di ori a livello individuale, fatto che non accadeva proprio dall’edizione di 49 anni fa in Germania, a due prove dalla fine del programma della scherma ai Giochi olimpici di Tokyo 2020 – sciabola a squadre donne e fioretto a squadre maschile – l’Italia della scherma alla Makuhari Messe B, impianto che sorge nella baia della capitale giapponese, non ha ancora conquistato un titolo olimpico.

Certo, medaglie sono state conquistate ma questo settore aveva particolarmente abituato bene lo sport azzurro a suon di metalli preziosi (49 in totale). La giornata odierna si concluderà con il pesante flop della squadra di spada maschile ma nei giorni scorsi i podi sono stati comunque cinque.

Dall’argento di Luigi Samele nella sciabola (prima medaglia dell’Italia a Tokyo 2020) al bronzo della squadra di fioretto maschile passando per l’argento di Daniele Garozzo nel fioretto, il bronzo a squadre nella spada femminile e l’argento a squadre nella sciabola maschile.

Oggi l’Italia della spada ha concluso la settima vittoria (sulla Svizzera 36 a 34). A commentare l’uscita di scena già ai quarti è stato uno dei quattro moschettieri, Marco Fichera che in zona mista ha detto, “ci lecchiamo le ferite, ci prendiamo le critiche e andiamo avanti, ma chiedo a tutti di non mettere in discussione quello che questi quattro atleti hanno messo in cinque anni di attività” per poi aggiungere, “certo, il risultato è deludente e le critiche ci stanno, ma non accettiamo più, neanche da perdenti, le critiche che leggiamo e abbiamo letto in questi giorni sul nostro professionismo, non lo tolleriamo più”.

La scherma italiana in mezzo secolo ha sempre conquistato almeno un oro. Nel 1972 vinsero Antonella Ragno-Lonzi nel fioretto e la sciabola a squadre (femminile solo da Pechino 2008). Ma c’è di più. A eccezione di Mosca ’80, in tutte le altre edizioni la medaglia d’oro venne conquistata almeno a livello individuale.

Nel fioretto, storica grande tradizione italiana per merito soprattutto della scuola di Jesi, nel 1976 a imporsi fu Fabio Dal Zotto, nel 1984 Mauro Numa, nel 1988, Stefano Cerioni, nel 1992 Giovanna Trillini, nel 1996 Alessandro Puccini, nel 2000, 2004 e 2008, Valentina Vezzali, nel 2012 Elisa Di Francisca. Nel 2004, oro nella sciabola di Aldo Montano, nel 2008 nella spada con Matteo Tagliariol.

Il fioretto femminile è persino tornato indietro di 33 anni, ovvero da Seul 1988, l’ultima edizione delle Olimpiadi nelle quali nessuna italiana era entrata in finale o aveva conquistato una medaglia.

Da Monaco di Baviera nel 1972 a Tokyo 2020 solo due volte il fioretto italiano azzurro in rosa non aveva vinto una medaglia a livello individuale, a Mosca ’80 (Dorina Vaccaroni chiuse sesta sotto i colori della bandiera del Comitato Olimpico Internazionale a seguito del boicottaggio) e a Seul nel 1988 (nona Margherita Zalaffi). Nel 1984 l’assenza di podi venne interrotta proprio dalla Vaccaroni, terza. Quattro anni dopo il flop in Corea del Sud. 

AGI – Il teologo musulmano Ihsan Senocak ha sferzato su Twitter le pallavoliste turche, protagoniste sì di un’ottima Olimpiade a Tokyo, ma che ha accusato di essere poco caste nei loro completi da volley: “Figlie dell’Islam!” ha twittato il religioso, “siete i sultani della fede, della castità, della moralità e della modestia… non dei campi sportivi”. Il riferimento di Senocak è al nome del team di volley turco femminile, atlete note come “le sultane della rete”. “Voi siete figlie di madri che si sono astenute dal mostrare il loro naso per pudore”, ha proseguito. “Non siate vittime della cultura popolare. Siete la nostra speranza e la nostra preghiera”.

Parole che Senocak ha affidato a Twitter, dove è seguito da quasi un milione di persone. Il tweet, condiviso la sera del 25 luglio, è diventato immediatamente virale e ha ricevuto circa 50 mila ‘mi piace’, 30.000 retwitt tra diretti e con citazione. Non sempre retwitt di condivisione, perché il religioso ha ricevuto sul social molte critiche, molto spesso dai suoi compatrioti turchi. Alcuni lo hanno accusato di aver demoralizzato la squadra turca, che ha perso con l’Italia 3-0 dopo aver portato a casa una storica vittoria con la Cina.      

Senocak, che è molto attivo e seguito sui social (un milione di follower anche su Facebook, 862 mila su Instagram) non è nuovo a questo genere di commento. Nel 2017 ha fatto parlare di sé per aver criticato i padri che permettono alle figlie di andare all’università in jeans e “con le sopracciglia curate”, ricordando loro che tale concessione aprirà loro le porte dell’inferno. 

(AGI) – Roma, 28 lug. – Finita la sua avventura olimpica, Federica Pellegrini ha ufficializzato il fidanzamento con il suo allenatore, il 39enne pesarese Matteo Giunta. “Se non ci fosse stato Matteo probabilmente avrei smesso qualche anno fa”, ha rivelato in un’intervista al Tg1. “Matteo è stato un grandissimo allenatore e un compagno di vita speciale, spero lo sarà anche in futuro”.

Poi la Divina ha spiegato il suo riserbo sulla love story: “La priorità era tenere l’immagine dell’allenatore e dell’atleta separati e siamo stati bravi molto in questo. è stata una persona fondamentale, una delle piu’ importanti in questo percorso sia umano che sportivo”.

Matteo Giunta è l’allenatore di Federica Pellegrini dal 2013 e nel 2018 i due si sono presentati per la prima volta insieme a una serata di gala in qualità di coppia (anche se non hanno mai ammesso apertamente). Per Fede è la prima storia d’amore importante dopo la relazione lunga e travagliata con Filippo Magnini. Con Giunta al suo fianco la Pellegrini ha vinto la medaglia d’oro ai Mondiali di Budapest 2017 e ai Mondiali di Gwangju nel 2019. 

AGI Niente bandiere, niente simboli, niente inno. Gli atleti russi a Tokyo 2020 continuano a pagare lo scandalo doping di Sochi 2014, nato due anni dopo la manifestazione quando il Wada, l’agenzia mondiale antidoping, accuso’ Mosca di aver sistematicamente dopato gli atleti registrando almeno 312 casi da Vancuver 2010 in poi. L’effetto di quelle accuse è che la Russia non partecipa ufficialmente alle Olimpiadi in Giappone, non come Paese almeno.

Lo fa come Roc, Russian Olympic Committee, ma con l’obbligo di non esporre vessilli nazionali. Come non ha potuto fare Vitalina Batsarashkina, la prima atleta russa a vincere una medaglia d’oro per il Comitato olimpico russo. Una medaglia a suo modo storica, arrivata nel tiro a segno, che ha dato il via auna discreta serie di medaglie che vede ora il Roc al terzo posto nel medagliere con 16 atleti saliti finora sul podio.

Ma cosa vuol dire per gli atleti non gareggiare con i propri simboli? Per chi competono? E per chi vincono? Il Wall Street Journal ha provato a fare chiarezza su queste domande.

GLI ATLETI RUSSI SONO IN GARA?

“Si e no”. La Russia è ufficialmente bandita dai Giochi, ma la squadra di circa 330 atleti russi sta gareggiando sotto la bandiera della Roc, quindi compete per l’organizzazione. Gli atleti stati privati di simboli come l’inno nazionale o le uniformi tradizionali con i colori nazionali. C’è stato un difficile negoziato tra Russia e Comitato olimpico internazionale per evitare questo imbarazzo, ma di fatto lo scandalo doping protrarrà i suoi effetti fino alla fine del prossimo anno.

PERCHE’ LA RUSSIA è STATA BANDITA?

Tutto risale al 2016 quando la Wada ha certificato centinaia di casi di doping tra gli atleti russi a Sochi 2014. A seguito dello scandalo, la Russia ha visto i propri atleti banditi prima dai Giochi di Rio 2016, poi alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang nel 2018, quando quelli non ritenuti coinvolti nello scandalo hanno gareggiato sotto bandiera neutrale.

Nel 2019 arriva la punizione: la Russia per quattro anni non potrà competere ufficialmente a eventi sportivi internazionali. A dicembre, la Corte di arbitrato per lo sport ha ridotto il divieto a due anni. Lo schema di doping della Russia è stata descritta in dettaglio da Grigory Rodchenkov, l’ex capo del laboratorio antidoping russo di Mosca. Rodchenkov ha spiegato lo schema nel film documentario premio Oscar 2017 “Icarus”, e ora vive in una località segreta negli Stati Uniti.

COSA SIGNIFICA PER LA RUSSIA A TOKYO?

Oltre ad apparire come Roc, gli atleti russi che vinceranno le gare non sentiranno il loro inno nazionale sul podio. Inizialmente, il comitato olimpico russo aveva proposto “Katyusha,” una canzone folk sovietica generalmente identificata come inno di lotta contro la Germania nazista nella seconda guerra mondiale.

Il Cio ha rifiutato la soluzione, ed è stato trovato un compromesso: un frammento del Concerto per pianoforte n. 1 del compositore Pyotr Ilyich Tchaikovsky. Il pezzo sarà utilizzato anche alle Olimpiadi invernali del 2022 a Pechino. I funzionari russi e il Cio hanno dovuto definire altri dettagli. Ai russi è anche vietato di indossare la bandiera tricolore del loro paese sulle loro uniformi. Ma il kit ufficiale ha comunque i colori della bandiera, cosa che non ha evitato polemiche che tutt’ora infiammano i commentatori internazionali.

IL DOPING è ANCORA UN PROBLEMA?

Molte delle accuse alla Russia riguardano i Giochi di Sochi 2014 e Londra 2012. Il Wada ha detto che la Russia ha “sabotato” le Olimpiadi del 2012 semplicemente evitando di controllare gli atleti con profili sospetti di doping. Ma i casi di doping hanno perseguitato la squadra fino agli ultimi mesi, prima di Tokyo. All’inizio di luglio, il Comitato Olimpico russo ha sospeso due canottieri a seguito positività ai test anti doping. La Federazione internazionale di nuoto, nel frattempo, ha sospeso due nuotatori russi di primo livello dai giochi a causa di violazioni delle regole anti-doping, anche se la Corte di arbitrato per lo sport in Svizzera poi li ha autorizzati a competere alle Olimpiadi di Tokyo.

AMBIZIONI FINITE PER MOSCA?

Sembra di sì, o almeno così sembrano raccontarla i primi giorni dei giochi olimpici. La Russia è a Tokyo con la seconda più piccola squadra della sua storia recente, almeno dalla fine dell’Urss. Mosca si attende dai propri atleti molte meno medaglie rsipetto alle competizioni precedenti, circa 50 rispetto a una media di 75 nelle ultime gare internazionali. Ma soprattutto la Russia sarà limitata in quegli sport dove da un lato è storicamente più forte, ma che sono anche quelli dove si sono registrati più casi di doping, come il sollevamento pesi, canottaggio, atletica, anche perché gli atleti che hanno dovuto sostituire quelli in odore di doping non erano dello stesso livello.

COME HA REAGITO MOSCA ALLE ACCUSE?

Il governo russo, i funzionari olimpici, ma anche Vladimir Putin, hanno riconosciuto i casi di doping e più in generale l’abuso di certe pratiche nella preparazione atletica degli sportivi. Ma la Russia respinge le accuse di gestire uno schema di doping sponsorizzato dallo Stato, tra le principali e più controverse accuse del Wada, preferendo parlare di responsabilità personali di certi funzionari. Non sono mancate pero’ le accuse all’Occidente, che secondo Mosca continua a soffrire una forte “isteria anti-russa”, come ha detto l’allora primo ministro Dmitry Medevedev. (AGI)Arc

Diana Bacosi ha conquistato la medaglia d’argento nella gara di skeet di Tokyo 2020. La campionessa azzurra, oro a Rio 2016, è stata battuta 56-55 dall’americana Amber English. Bronzo per l’alteta cinese Wei Meng. Il parziale delle medaglie azzurre alle olimpiadi passa così a 8 medaglie: un oro, tre argenti e quattro bronzi.  

Netta sconfitta degli azzurri del volley

Netta sconfitta per gli azzurri del volley battuti dai campioni del mondo della Polonia 3-0 (25-20, 26-24, 25-20) nel secondo match torneo olimpico maschile. Per il ct Gianlorenzo Blengini c’è anche la tegola dell’infortunio a Simone Giannelli che non ha potuto giocare per un risentimento muscolare al quadricipite femorale destro. La prossima partita degli azzurri, che all’esordio avevano battuto il Canada, sarà contro il Giappone mercoledì alle 19.40 giapponesi (le 12.40 italiane)

Boxe, Irma Testa ai quarti di finale

L’azzurra Irma Testa si è qualificata per i quarti di finale della categoria fino a 57 chilogrammi del pugilato. Oggi la pugile italiana sul ring della Kokugikan Arena di Tokyo ha sconfitto 5 a 0 l’irlandese Michaela Walsh.
Ai preliminari Testa, già partecipanti ai Giochi di Rio 2016, aveva battuto 4 a 1 la russa Liudmila Vorontsova. Il quarto di finale è in programma mercoledì 28 e l’avversaria sarà la canadese Caroline Veyre.

Nuoto azzurro nella storia

Intanto basta meno di un’ora all’Italia del nuoto per raddrizzare subito l’Olimpiade di Tokyo. Ci hanno pensato gli ‘scafi’ azzurri, Nicolò ‘Tete’ Martinenghi, stupendo bronzo sui 100 rana, e i quattro moschettieri magici d’argento nella 4×100 stile libero battuti solo dai missili americani. I quattro ‘Italian boys’ si chiamano Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo, tutti grandi protagonisti nella loro singola frazione.

E così, nella seconda giornata di finali all’Aquatics Centre di Tokyo, l’Italia del nuoto torna ad aggiornare il grande librone delle medaglie olimpiche.

Fognini gli ottavi di finale 

Fabio Fognini si è qualificato per gli ottavi di finale del torneo olimpico di tennis battendo il bielorusso Egor Gerasimov 6-4, 7-6. 

Senego eliminato al secondo turno

Lorenzo Sonego è stato eliminato al secondo turno del torneo olimpico di tennis singolare. Il 26enne piemontese è stato battuto dal georgiano Nikoloz Basilashvili in tre set, 6-4, 3-6, 6-4, dopo due ore e 43 minuti di gioco. 

AGI – Elisa Longo Borghini è bronzo nel ciclismo su strada femminile. Ottimo esordio dell’Italia del basket. Santarelli è in semifinale di spada. Bene il volley, delusione dal nuoto. Questo il parziale del terzo giorno delle Olimpiadi di Tokyo, dove al momento l’Italia ha conquistato un oro, un argento e un bronzo. 

Il bronzo di Elisa Longo Borghini

Medaglia di bronzo per l’azzurra Elisa Longo Borghini nella prova individuale di ciclismo su strada. L’azzurra, atleta delle Fiamme Oro della Polizia di Stato e tra le grandi della specialita’ negli ultimi anni, con un allungo nel finale di gara e’ riuscita a sganciarsi dal gruppo e quindi andare a cogliere il terzo gradino del podio, preceduta dall’austriaca Anna Kiesenhofer, outsider alla vigilia della gara disputata sul percorso di Mont Fuji che ha sconfitto le grandi favorite olandesi e ha vinto in solitaria. L’argento all’oranje Annemiek van Vleuten, giunta con un ritardo di 1 minuto e 15 secondi. L’azzurra ha chiuso a 1 minuto e 29.

Basket: battuta la Germania 92-82

Dopo un’astinenza durata 17 lunghissimi anni, l’Italia del basket torna di scena in campo olimpico nel modo più bello, battendo la Germania 92-82 nella gara d’esordio del Girone B. Un successo di carattere e orgoglio dopo un inizio difficile per gli azzurri, capaci di reagire alle percentuali irrisorie dei tedeschi, in particolare nel tiro da tre punti. 

Sugli scudi un Simone Fontecchio da 20 punti con il 100% da oltre l’arco (5 su 5), con Gallinari e Tonut a seguire nella classifica dei top scorer con 18 punti. Alla Germania non basta un perentorio Maodo Lo, capace di mettere a referto 24 punti con 6 triple realizzate sulle 9 totali tentate. Nel finale di partita fa la differenza la tigna e la cattiveria della squadra di Sacchetti, che costringe gli avversari a perdere diverse palle e la bussola della partita. Mercoledì ci sarà l’Australia, dopo l’ottimo esordio ora gli azzurri dovranno essere bravi a ripetersi.

Spada: Santarelli in semifinale

Quel ‘siiii’ quando ha piazzato la quindicesima stoccata, quella della vittoria, per Andrea Santarelli è stato un urlo liberatorio. Lo spadista azzurro è in semifinale alle Olimpiadi di Tokyo dopo aver sconfitto il giapponese Masaru Yamada per 15 a 13. Per l’italiano un incontro difficile iniziato in salita: all’inizio della seconda ripresa era sotto per 3 a 7. Alle ore 19 locali (le 12 italiane), Santarelli affrontera’ il forte ungherese Gergely Siklosi.

Pallavolo a valanga

Buone notizie dalla pallavolo: le azzurre hanno vinto 3 a 0 la sfida contro la Russia (25-23; 25-19; 25-14), un match equilibrato solo nel primo set. Nel secondo e terzo le italiane di coach Davide Mazzanti hanno dominato. All’Ariake Arena ottima prestazione di Anna Danesi a muro ma anche di Elena Pietrini, Sarah Luisa Fahr. Per Paola Egonu 18 punti, top scorer azzurra. Prossimo impegno martedì contro la Turchia (ore 16,25 locali).

Dal canottaggio al tiro con l’arco

Il quattro di coppia femminile del canottaggio si qualifica per la finale. L’equipaggio azzurro composto da Valentina Isetti, Alessandra Montesano, Veronica Lisi e Stefania Gobbi arriva secondo in semifinale dietro l’Australia. Esordio olimpico per il surf e per Leonardo Fioravanti. L’azzurro sulle onde giapponesi del Tsurigasaki Surfing Beach di Tokyo arriva terzo in batteria e quindi è costretto a passare per i ripescaggi. Davanti a Fioravanti si classificano il brasiliano Italo Ferreira e il nipponico Hirot Ohhara. Il secondo turno è previsto nel primo pomeriggio di Tokyo.

Inizia positivamente anche l’avventura olimpica per il pugilato azzurro che a Tokyo 2020 è presente solo con quattro atlete. Giordana Sorrentino vince 5 a 0 ai punti al 32esimi di finale della categoria fino a 51 chilogrammi contro la venezuelana Irismar Del Valle Cardozo Rojas.

La 21enne pugile di Fiumicino tornerà sul ring della Kokugikan Arena giovedì quanto affronterà Hsiao-Wen Huang di Taipei. Passaggio ai sedicesimi di finale anche per Irma Testa nella categoria fino a 57 kg: l’azzurra di Torre Annunziata che vive ad Assisi sconfigge ai punti per 4 a 1 la russa Liudmila Vorontsova. Testa tornerà in gara domani alle 14,27 locali per affrontare l’irlandese Michaela Walsh. Martedì esordio per Rebecca Nicoli nella categoria fino a 60 kg: sua avversaria sarà la messicana Esmeralda Falcon Reyes. Smepre martedì pomeriggio salirà perla prima volta sul ring olimpico Angela Carini (69 kg) e troverà come avversaria Nien-Chin Chen di Taipei.

L’Italia va ai quarti nel tiro con l’arco donne. Nel quarto set le azzurre hanno battuto la Gran Bretagna 5-3. Le atlete italiane si scontreranno con le favoritissime della Corea del Sud. Un’altra nota lieta dal tennis, dove, a sorpresa, Camila Giorgi (numero 58 al mondo) ha battuto 6-3 6-2 la statunitense Brady (numero 16).

AGI – Esordio sofferto ma vittorioso per la nazionale italiana di volley che ha battuto al tie break 3-2 il Canada (26-28, 18-25, 25-21, 25-18,15-11), rimontando due set. Partenza contratta per la squadra di Gianlorenzo Blengini che poi è stata trascinata da un ottimo Alessandro Michieletto, un esordiente capace di mettere a segno 24 punti chiudendo con il 59% in attacco. Da segnalare anche i 21 punti di Juantorena e l’efficacia di Vettori subentrato a un deludente Zaytsev alla fine del secondo set.

“Molta sofferenza, sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, perché il Canada è una squadra di grande qualità”, ha commentato il ct Blengini, “molti di questi giocatori erano nel sestetto di Rio che ha battuto 3-0 gli Stati Uniti. Ed erano gli Stati Uniti che poi han preso un bronzo e han fatto una semifinale con noi forse quasi epica”.

Lunedì gli azzurri sono attesi da una sfida terribile contro i bicampioni del mondo della Polonia, grandi favoriti nel torneo. La speranza è che dopo un’estate in cui hanno giocato poco possano trovare la migliore condizione più avanti nel torneo.

AGI – Il Cio ha autorizzato la capitana della nazionale tedesca di hockey a indossare alle Olimpiadi la fascia arcobaleno simbolo del movimento Lgbt, così come aveva fatto il capitano della nazionale di calcio Manuel Neuer agli Europei.

“L’amore vince sempre”

“L’amore vince sempre”, ha commentato in un post su Instagram la 24enne Nike Lorenz che aveva avanzato questa richiesta tramite il comitato olimpico tedesco. L’atleta ha pubblicato la foto della fascia arcobaleno che porterà sui calzini, domenica all’esordio contro la Gran Bretagna.