AGI – Delusione per Jannik Sinner sconfitto in cinque set al secondo turno degli Open di tennis di Parigi al Roland Garros superato da Daniel Altmaier, 24enne tedesco n.79 del mondo, che già gli aveva creato qualche grattacapo di troppo al debutto negli scorsi Us Open. Il punteggio finale per il tedesco: 6-7 7-6 1-6 7-6 7-5.
BATTLE ROYALE
5 hours and 26 mins later, @daniel_altmaier outlasts Sinner in an epic 7-6(0), 7-6(7), 6-1, 7-6(4), 7-5 to make the #RolandGarros third round. pic.twitter.com/v6EeOd1WFk
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June 1, 2023
L’altoatesino stenta a entrare in partita ma vince il primo set a tie break (7-0), per poi perdere il secondo sempre al tie break (9-7). Nel terzo set Sinner ritrova il suo gioco e concede appena un game al tedesco. Sembra la svolta invece è l’inizio di un incubo. Nel quarto set l’italiano va sotto di un break che poi recupera.
Cuore in mille pezzi ❤️#Sinner | #EurosportTennis | #RolandGarros pic.twitter.com/w6eTcdHp8H
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June 1, 2023
Sul 4 pari nuovo break dell’italiano che va a servire per il match ma al secondo break-point si fa strappare di nuovo il servizio dal tedesco. Nuovo tie break e l’altoatesino perde ancora (7-4). Si va al quinto. Tedesco in vantaggio di un break va a servire sul 6-5: al quinto match point, dopo aver annullato tre palle del contro-break (l’ultima con un errore impossibile di Sinner) il tedesco chiude l’incontro e manda a casa l’azzurro. Amaro epilogo per Sinner dopo una battaglia di 5 ore e 26 minuti che ridimensiona decisamente il nostro tennista che sembra sempre meno a suo agio sulla terra rossa.
AGI – L’Europa League va al Siviglia: nella finale di Budapest una Roma coraggiosa si arrende solo ai rigori dopo l’1-1 dei tempi regolamentari che non si era schiodato neppure dopo i supplementari e una partita infinita durata 147 minuti. Decisivi gli errori dal dischetto di Mancini e Ibanez. L’unico a trasformare è stato Cristante mentre Ocampos, Lamela, Rakitic e Montiel sono andati a segno per il 5-2 finale.
Usciamo sconfitti ai calci di rigore.
FORZA ROMA SEMPRE!#ASRoma pic.twitter.com/tGRA2RkG9k
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May 31, 2023
Al 35mo la Roma passa in vantaggio: il gol è di Paulo Dybala che raccoglie un filtrante di Mancini e infila il portiere Bounou con un rasoterra. Al 44mo su corner del Siviglia il colpo di testa di Fernando che però colpisce male e mette alto. Nel recupero, al 50mo, spagnoli vicini al pareggio con Rakitic che centrato in pieno il palo con un bel tiro da fuori area.
Il pareggio andaluso arriva a inizio ripresa, al 55mo: cross di Ocampos dalla sinistra, intervento scomposto di Mancini che con la coscia spedisce la palle alle spalle di Rui Patricio. Doppia occasione per la Roma al 67mo: prima Abraham al volo con Bounou che salva, poi Ibanez tutto solo ciabatta a lato. Subito dopo esce Dybala per Wijnaldum, 10 minuti dopo Belotti per Abraham.
Al 76mo Taylor assegna il rigore al Siviglia per un tocco di Ibanez su Ocampos ma viene richiamato al Var e rivede la sua decisione perché il difensore ha toccato prima il pallone della gamba dell’attaccante. La Roma invoca a sua volta un penalty al’81mo: sul tiro di Matic, Fernando la tocca con il braccio ma Taylor fa segno non era staccato dal corpo e non viene richiamato al Var.
Partita nervosa che Taylor ha a tratti faticato a controllare: ben 13 gli ammoniti, sei dei quali romanisti. Giallo anche per Mourinho. Nel finale occasionissima per Belotti all’84mo: servito da un’intuizione di Pellegrini su punizione, il Gallo la gira ma il portiere la devia. L’arbitro non concede neanche il corner.
Poi la partita scivola fino alla fine dei tempi supplementari. Una traversa di Smalling fa illudere i tifosi ma è durante la lotterai dei rigori che si decide tutto. GLi spagnoli escono vincitori alzando per la settima volta la coppa al cielo. Per la Roma solo gli applausi dei tifosi e una grande delusione.
AGI – C’è un nuovo stop per Marcell Jacobs. Il campione olimpico ed europeo dei 100 metri venerdì non parteciperà al ‘Golden Gala Pietro Mennea’, terza tappa della Diamond League di atletica leggera.
Lo sprinter azzurro, già assente domenica scorsa a Rabat a seguito del ‘leggero blocco lombo-sacrale’, ora è costretto a posticipare ulteriormente il suo debutto stagionale. La decisione, sofferta, è stata presa in serata e comunicata dagli organizzatori dell’importante evento che si terrà il 2 giugno allo stadio ‘Luigi Ridolfi’ di Firenze.
La decisione di non gareggiare è stata presa di concerto con il settore sanitario della Federazione italiana di atletica leggera. “Il percorso di recupero di Jacobs dal problema emerso nei giorni scorsi, secondo quanto riferito, non si è ancora del tutto completato”, comunica la Fidal.
Firenze: ancora uno stop per Jacobs
La sofferta decisione è stata presa in serata dallo staff dello sprinter azzurro, di concerto con il settore sanitario FIDAL, e comunicata all’organizzazione del Golden Gala
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May 30, 2023
Per Jacobs si tratta del terzo forfait consecutivo dal ‘Golden Gala’. Da quando ha vinto l’oro olimpico, l’1 agosto del 2021, nei 100 metri ha gareggiato davvero poco a livello mondiale. Per l’esattezza una sola volta, nelle batterie dei Campionati mondiali dello scorso anno a Eugene quando, poco prima della semifinale, ha alzato bandiera bianca.
Il primo stop era arrivato il 7 maggio dello scorso anno a Nairobi quando venne colpito da un micidiale virus intestinale che lo costrinse a qualche ora di ospedale. Il 18 maggio 2022, a 280 giorni dall’impresa olimpica, al meeting di Savona, su territorio italiano, il grande e atteso ritorno: 9″99 in batteria e, un’ora dopo, 10″04 in finale.
Poi, pronto per il ‘Golden Gala’ del 9 giugno, l’1 giugno la comunicazione del forfait causa un “problema muscolare emerso” nella gara di Savona. Successivamente Marcell, portacolori delle Fiamme Oro, non si è presentato ai blocchi di partenza dei 100 metri dai ‘Bislett Games’ di Oslo (16 giugno) e del meeting di Stoccolma di due settimane dopo. Jacobs ha poi preso parte ai Mondiali, agli Europei di agosto a Monaco di Baviera, vincendo l’oro ma non prese parte alla staffetta, quindi a settembre il matrimonio con Nicole Daza.
Preparatosi per la stagione indoor, lo sprinter di Desenzano agli Assoluti di Ancona perse il titolo dei 60 piani a favore di Samuele Ceccarelli. Ai successivi Europei indoor, Jacobs conquistò l’argento alle spalle di un sorprendente Ceccarelli, lui sì atteso venerdì a Firenze.
Parte lo sfottò degli avversari
Infortuni su infortuni, assenze su assenze e, per gli stranieri, dubbi su dubbi e commenti su commenti. Nel frattempo la notizia del nuovo forfait sta facendo il giro del mondo. Fino a pochi giorni fa tra Jacobs e Fred Kerley, il suo vice sull’Olimpo e campione del mondo in carica, erano volati gli sfottò.
Quasi ad anticipare la notizia, era arrivato il commento rilasciato all’agenzia francese Afp, che lo ha incontrato in Francia arrivato da Los Angeles, di Marvin Bracy: “Sto morendo dalla voglia di battere Marcell, sta diventando vitale” e poi aggiunto, “per uno che non corre, parla molto“.
Ora si ipotizza, perché a questo punto non ci sono certezze, che il debutto stagionale potrebbe avvenire il giorno 9 a Parigi dove oltre ai 100 metri è prevista anche la gara della 4×100 assieme ai compagni di squadra.
L’agenda di Marcell è sottosopra ma l’obiettivo resta comunque invariato: l’oro ai Campionati mondiali di Budapest di fine agosto.
AGI – Ancora due giorni, poi il verdetto – in un senso o nell’altro – sara’ scritto. La Roma continua a preparare la finale di Europa League in una Trigoria blindata. Mourinho non vuole distrazioni tanto meno spifferi per non concedere vantaggi al Siviglia. Tutti gli occhi, comunque, sono puntati su Paulo Dybala e sulle sue condizioni: l’argentino, però, migliora giorno dopo giorno.
Corsa contro il tempo
Il dolore alla caviglia è ormai passato, adesso è una corsa contro il tempo per cercare di presentarsi nella miglior forma possibile al grande appuntamento del 31 maggio; difficile possa giocare titolare ma già riuscire a giocare più di quei 20 minuti auspicati da Mourinho sarebbe un passo avanti importante.
Il portoghese – che domani parlerà in conferenza alle 17.45 con Mancini e Pellegrini – ci spera e intanto carica l’ambiente.
“La Roma è appartenenza”
“Lavoriamo duro ogni giorno per costruire la storia della Roma, due finali europee consecutive solo i grandi club con una grande storia riescono a farle. E anche per loro non è semplice. Per noi esserci riusciti adesso ha un grande valore”, le sue parole a Sky Sport.
“Non penso molto a quello che ho vinto in carriera. Il passato rimane, la storia non può essere cancellata. Ora non penso più a cosa potrei vincere, ma alla felicità che posso regalare ai tifosi della Roma. È una città che vive di Calcio. La Roma è appartenenza, è essere parte di qualcosa”, conclude il tecnico.
AGI – Il Milan ha staccato l’ultimo pass utile per prendere parte alla Champions League 2023/2024. Con la vittoria per 1-0 all’Allianz Stadium contro la Juventus, i rossoneri hanno cosi’ blindato la quarta posizione in classifica. Per la Juventus, invece, è notte fonda. Dopo la penalizzazione di dieci punti e la sconfitta di Empoli di inizio settimana, arriva un altro pesante ko. In un primo tempo inizialmente molto chiuso e con tanti errori da una parte e dall’altra, era stata la Juventus a prendere un po’ più di coraggio e a presentarsi dalle parti del portiere avversario con maggior frequenza, la grande occasione era capitata al 24′ sui piedi di Di Maria ma sull’assist di Kean “sporcato” da una deviazione di Thiaw l’argentino aveva messo alto da posizione ghiotta.
Alla prima vera chance dell’incontro non ha invece sbagliato Giroud: al 40′, cross dalla destra pennellato da Calabria per la testa del francese bravo a eludere la marcatura di Gatti e a infilare la palla nell’angolino basso alla sinistra di Szczesny. Gol che al duplice fischio dell’arbitro ha costretto la Juventus a uscire dal campo ancora una volta in questa stagione tra i fischi poi ripetuti a fine gara. In campo, invece, la gara è proseguita sulla falsa riga dei primi 45 minuti di gioco, con poche idee e pochissimo spettacolo.
Degne di nota solo la parata con cui Szczesny al 26′ ha salvato sulla conclusione dalla destra di Saelemaekers e il tiro di Danilo al 47′ respinto sulla linea da Kalulu.
AGI – Dal Napoli al Benfica: i 10 principali campionati europei hanno ora tutti il loro campione. L’ultimo turno di maggio ha portato la grande sorpresa in Bundesliga, dove il Borussia Dortmund ha fatto harakiri pareggiano 2-2 in casa con il Magonza e regalando l’11mo Meisterschale consecutivo al Bayern Monaco che ha vinto in extremis per 2-1 a Colonia e dopo appena una settimana ha controsorpassato i rivali gialloneri (pari punti ma miglior differenza reti).
“And we will always be Borussia, there is never, never, another club…”pic.twitter.com/BqVju6QiG3
— Borussia Dortmund (@BlackYellow)
May 27, 2023
Nessuna sorpresa in Ligue 1 dove al Paris Saint-Germain è bastato un pareggio a Strasburgo per conquistare in nono titolo nelle ultime 11 stagioni, il secondo consecutivo.
✨ # pic.twitter.com/Cx6yHmi2wK
— Paris Saint-Germain (@PSG_inside)
May 27, 2023
Il Benfica si è laureato per la 38ma volta campione di Portogallo battendo per 3-0 Santa Clara nell’ultima giornata e tenendo a distanza di due punti i campioni in carica del Porto.
Please salute the new #CHAMP38NS pic.twitter.com/TpxZIMKfO5
— SL Benfica (@slbenfica_en)
May 28, 2023
Nelle ultime settimane erano stati assegnati i titoli in Premier League (Manchester City), in Olanda (Eredivisie al Feyenoord che ha staccato di 8 punti il Psv a due giornate dal termine) e in Grecia (Aek Atene). Campioni da tempo, oltre al Napoli in Italia, il Barcellona nella Liga, il Celtic in Scozia e lo Young Boys che in Svizzera ha interrotto quattro anni di dominio incontrastato dello Zurigo.
AGI – Sampdoria e Sassuolo impattano nell’anticipo del venerdì della 37 giornata di Serie A. A Marassi finisce 2-2 un match che comunque aveva poco da raccontare: apre Gabbiadini, Berardi ed Henrique la ribaltano in pochi istanti, poi nella ripresa l’autogol di Erlic vale il definitivo pareggio. Nel finale da sottolineare il commovente saluto del popolo doriano nei confronti di Fabio Quagliarella, alla sua ultima partita davanti al proprio pubblico: cori e standing ovation per lo storico capitano, uscito dal campo commosso e abbracciato da tutti i compagni.
40-year-old Fabio Quagliarella is subbed off at home and shown love by the Sampdoria fans.
A Serie A legend. pic.twitter.com/IfuYrQR6vT
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May 26, 2023
Il match
Succede di tutto in poco più di dieci minuti dal fischio d’inizio: all’8′ i padroni di casa sbloccano con Gabbiadini, bravo ad approfittare di un erroraccio di Ferrari, ma in neanche tre giri di lancette gli emiliani ribaltano tutto con il solito Berardi e poi con il colpo di testa di Henrique su cross di Zortea.
Dopo i fuochi d’artificio iniziali il match si stabilizza un po’, con i neroverdi che comunque si fanno preferire sul piano del gioco e delle occasioni create: al 28′ ci prova Ceide con un destro a giro dal limite, mancando di poco lo specchio della porta. I blucerchiati si fanno rivedere invece al 40′ colpendo in sequenza due legni con Gabbiadini e Quagliarella, ma sarebbe stato comunque tutto vano per una posizione irregolare dello stesso Gabbiadini.
A ridosso dell’intervallo anche il Sassuolo colpisce una traversa con Berardi, che sfiora la doppietta personale e il tris ospite. Nella ripresa Ceide e Zortea hanno due buone chances per allungare le distanze a favore degli ospiti, ma non trovano fortuna.
Così la Samp resta a galla e al 78′ rimette tutto in equilibrio grazie all’autorete di Erlic, sfortunato nel deviare nella propria porta con Consigli che non riesce a evitare il 2-2. Pochi istanti più tardi il Sassuolo va per due volte a un passo dal nuovo vantaggio, Turk però è provvidenziale a dire no prima a Maxime Lopez e poi a Defrel.
AGI – Nato a Crotone da papà italiano e mamma russa di San Pietroburgo, dopo essere stato campione olimpico giovanile nella danza su ghiaccio nel 2020 con la Russia, ora vuole cambiare cittadinanza sportiva ma dove vorrebbe andare, in Repubblica Ceca, attualmente gli viene negata. Così, per non restare due anni inattivo e continuare a cullare il sogno di partecipare ai Giochi olimpici di Milano Cortina 2026, potrebbe anche diventare azzurro e difendere così i colori della natia Italia. È l’appassionante e incredibile storia di Dario Benitovich Cirisano che nella grande madre Russia è conosciuto anche col cognome ‘Chirizano‘.
Residente con la madre nella città degli Zar da quando aveva cinque anni, considerato un patrimonio per la federazione russa, ora ha chiesto di transitare in Repubblica Ceca ma la federazione di Mosca nega, come sua facoltà, il nullaosta. Tutta la vicenda di lasciare la federazione russa è nata ai primi di gennaio di quest’anno quando si è sciolto il legame sportivo con Irina Khavronina assieme alla quale gareggiava dal 2018 sotto la guida di Alexei Gorshko.
Alla ricerca di una nuova partner
Dario e Irina ai Campionati russi di fine dicembre dopo il primo segmento della gara di danza, concluso al quinto posto, si sono ritirati per motivi sanitari. Da quel momento Khavronina, forte anche l’aspetto sentimentale, ha deciso di allenarsi con David Narizhny che aveva rotto con la sua compagna Annabelle Morozov perché spingeva per allenarsi negli Stati Uniti.
A questo punto il 21enne si è messo a cercare una nuova partner. Ai primi di maggio Dario ha annunciato sui social che si sarebbe allenato con Denisa Cimlovà, 19enne ceca di Praga. Il 21enne pattinatore italo-russo e Denisa ora sono a Montreal presso l’Ice Academy dove allena Roman Agenauer, tecnico dei francesi campioni olimpici, Gabriella Papadakis e Guillaume Cizeron. Cirisano ha chiesto alla federazione russa il permesso di cambiare cittadinanza sportiva, ovvero di passare a quella ceca, ma Mosca ha risposto ‘net’ (no). Nel caso di non concessione del nullaosta, le regole internazionali prevedono uno stop internazionale di un anno.
La federazione russa non molla il suo “patrimonio”
Va anche sottolineato che Cirisano per la federazione russa è un patrimonio e la stessa aveva investito molto su di lui a livello economico. Il ‘no’ al trasferimento era accaduto anche in passato ad altri pattinatori e non va dimenticato che nel pattinaggio di figura la Russia è potenza mondiale per eccellenza.
Le regole della federazione russa prevedono che gli atleti della squadra nazionale, o che vi hanno fatto parte, devono attendere due anni dalla richiesta di una federazione straniera. Ciò significa che Cirisano se vorrà approdare alla federazione di Praga potrà farlo non prima del 2025, comunque in tempo per Milano Cortina. La strada più semplice, avendo Dario il doppio passaporto, sarebbe stata quella di un passaggio all’Italia ma a oggi ha preferito la Repubblica Ceca perché, a quanto pare, i parenti di Denisa non gradirebbero il cambio di cittadinanza.
Come ha appreso l’AGI dalla Federazione italiana a oggi non ci sono richieste di tesseramento da parte di Dario. In merito alla decisione di Cirisano, la storica e plurititolata allenatrice russa Tatyana Tarasova ha detto, “possiamo tranquillamente fare a meno di lui” aggiungendo che “è improbabile che la sua assenza causerà seri danni al pattinaggio artistico nazionale”.
AGI – L’Inter batte in rimonta una bella Fiorentina e alza al cielo la nona Coppa Italia della propria storia, la seconda consecutiva dopo quella conquistata contro la Juventus lo scorso anno.
Allo Stadio Olimpico finisce 2-1 per i nerazzurri, passati in svantaggio dopo pochi secondi con il gol di Nico Gonzalez, ma capaci di ribaltare già tutto nel primo tempo grazie alla doppietta di Lautaro Martinez.
Simone Inzaghi quindi, in attesa del ben più prestigioso ultimo atto di Champions League, si conferma specialista di finali centrando la sua terza Coppa Italia in carriera dopo quella con la Lazio nel 2019 e proprio quella con l’Inter nel 2022. Non riesce invece l’impresa agli uomini di Italiano, autori comunque di una bella prestazione che fa ben sperare per la finale di Conference League, in programma il 7 giugno contro il West Ham.
Il match
Passano appena due minuti e mezzo dal fischio d’inizio e la formazione viola la sblocca immediatamente con la zampata di Nico Gonzalez, lasciato colpevolmente solo su un cross basso di Ikone da sinistra: l’argentino non perdona e firma subito l’1-0. Dzeko prova a rispondere pochi istanti più tardi ma viene deviato in corner, mentre dall’altra parte i toscani continuano a rendersi pericolosi e al 18′ creano un’altra grande chance ancora con Nico Gonzalez: stavolta il numero 22 viene servito da Bonaventura e murato da Acerbi al momento della conclusione.
Nonostante qualche difficoltà iniziale l’Inter prova a scuotersi e al 24′ sciupa una clamorosa opportunità per il pareggio con Dzeko, trovandolo poi a ridosso della mezz’ora con Lautaro, che riceve in verticale da Brozovic e con un diagonale destro fulmina il portiere per l’1-1. Il ‘Toro’ è l’uomo in più dei nerazzurri e al 37′ la ribalta con una girata al volo su cross di Barella, facendo esplodere tutto il popolo interista e ammutolendo quello fiorentino.
Nella ripresa la squadra di Italiano prova a farsi rivedere in avanti ma senza impensierire più di tanto Handanovic, quella di Inzaghi invece cerca il gol della sicurezza con il neo entrato Lukaku, che spara di mancino dalla distanza trovando la respinta centrale di Terracciano. Il match s’infiamma, le due squadre si allungano, la Fiorentina non molla un centimetro e al 79′ va a un passo dal pareggio con Jovic, che arriva dalle parti di Handanovic vedendosi sbarrare la porta proprio da un provvidenziale intervento del portiere sloveno.
Il serbo ci riprova di testa una manciata di minuti più tardi, ma stavolta è impreciso e spreca un’altra ghiotta chance, poi all’87’ è il turno di Nico Gonzalez che non trova nessun compagno a centro area, con Darmian che allontana provvidenzialmente nei pressi della linea di porta. L’Inter soffre, se la vede brutta, ma al triplice fischio può festeggiare un’altra Coppa Italia da aggiungere in bacheca.
AGI – Intelligente e lungimirante l’idea di Bompiani Editore per raccontare in un libro popolare (10 euro il prezzo di copertina, in vendita dal 24 maggio in libreria ma anche nei centri commerciali della Campania) lo scudetto del Napoli.
Quale idea? Non chiamare a scriverlo un giornalista sportivo, che si sarebbe perso in statistiche e speculazioni ultraterrene sugli schemi di Spalletti. Non un accademico della città, perché avrebbe scritto per il suo pubblico ‘alto’ lunghi capitoli di storia. Meno che mai un politico o un vip televisivo: il rischio di personalizzazione autobiografica a fini social sarebbe stato insopportabile.
Bompiani ha proposto l’idea a Francesco Palmieri, sì napoletano della Arenella, sì scrittore e intellettuale di ‘area’ meridionalista, ma soprattutto cronista, con i requisiti giusti per andare a dama: raccontare la Napoli di oggi col pretesto del calcio.
Il Giornale di Napoli, Paese Sera, poi l’Agenzia Italia e il Foglio, passando per alcuni romanzi di successo e articoli da ritagliare e conservare sulla città di Maradona, oltreché di Totò, Eduardo, quella di Pino Daniele e di Tullio Pironti, la città di Beppe Vessicchio e Paolo Sorrentino.
Palmieri forse era l’unico – per curriculum e formazione letteraria – in grado di buttare nel frullatore gli ultimi 33 anni di storia della capitale del sud e tirarne fuori un distillato di realtà. Per capire cosa rappresenta uno scudetto per Napoli, bisogna leggere ‘Ricominciamo da Tre’, 150 pagine tirate giù in tre settimane a cavallo di Udinese-Napoli 1-1 (la partita della matematica certezza), schivando gli inserti monografici dei quotidiani e la retorica vuota di certa televisione.
Palmieri ha preso il suo bloc notes a righe rosse, quello con la spirale di ferro in testa, e si è fatto un giro tra bandiere e vessilli issati al Vomero come a Forcella, a Chiaia o a Montecalvario. Appunti vivi cucinati da chi Maradona l’ha visto palleggiare al San Paolo da vicino, mentre Napoli intorno si ubriacava e Luigi Necco chiedeva la linea a Novantesimo Minuto. “Si dice: uno scudetto – scrive l’autore – ma sono molti milioni, ognuno composto da centinaia di schegge emozionali che in parte hanno a che fare con il calcio e in parte no davvero. Le stelle di Sorrento, il fracasso di una marmitta rotta, un raudo esploso all’improvviso, le righe di una lettera perduta, un cane che abbaiava, l’uscita di una sera con due volti dimenticati, uno scroscio di pioggia quando si chiamava San Paolo, i cuscini di paglia prima della partita, certi affrettati giuramenti, il presunto scalpaccio dei monacielli. Continuate l’elenco, sarà quello il vostro scudetto”.
Spremuta di Napolilinità concentrata, questo libro, che racconta fatti, volti, emozioni, la gente del Napoli al naturale, “tutti azionisti con uguali diritti dello scudetto… una proprietà diffusa che supera la conoscenza delle regole calcistiche e l’interesse per le formazioni: è una tendenza all’identità una cromìa di fondo dietro vite diversissime che magari si odiano. Raccontate a qualcun altro dov’è il vostro scudetto e fatevelo a vostra volta raccontare. Scoprirete posti nuovi e antiche emozioni che finalmente riemergono e non hanno niente da spartire con il calcio. Ecco cos’è uno scudetto del Napoli”.
Va letto così ‘Ricomincio da tre’, istant book solo nella forma grafica e nella rilegatura economica, perché ogni rigo ti dà la possibilità di fermarti a pensare e a finirlo puoi, se vuoi, metterci anche una vita. La prefazione è firmata da Gennaro Della Volpe, in arte Raiz, già voce degli Almamegretta. Non uno qualunque, come qualunque non è questo scudetto arrivato per un allineamento di pianeti che solo la Mano di dio, da lassù, poteva arrangiare.
Ventotto micro capitoli. L’ultimo si intitola Snobismo, sono dieci righe. Dice così: “Pure, su quelle bancarelle o in uno store del Napoli bisognerebbe comprare la mascherina di Osimhen, un accendino celebrativo, qualche sciarpa commemorativa, un qualsiasi gadget kitsch seppure contraffatto del terzo scudetto. Fra tanto tempo un pomeriggio lo ritroverai per caso e attiverà uno sciame di ricordi. È il compito nascosto e indispensabile nella loro assenza di pregio materiale. Poveri snob, non immaginano cosa si perderanno. L’Immaginazione. Ho fortunatamente conservato una lattina (bevuta) di birra Splugen Oro vestita dei colori del Napoli 1987. Non ricordo quando la consumai né con chi ma sono felice di non averla buttata, perché al momento uno non pensa che quella cosa si intriderà di magia, anzi, un’ottusa presunzione suggerisce che non avremo certo bisogno dell’oggetto per ridestare memorie. È una bugia. Ci ricorda Borges che le cose da niente, persino i portachiavi, le lime e i chiodi ci sopravviveranno… Perciò lasciamo ad altri, un domani, l’incombenza di svuotare la soffitta delle nostre fetenzìe. Intanto ci servono”.
Come ci serve questo libro da bancarella delle cose che restano e lasciano un segno.