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(AGI) – Roma, 6 lug. – Gli italiani sottovalutano i pericoli
del fumo passivo. E’ l’allarme lanciato dall’Associazione
italiana di oncologia medica (Aiom) che, insieme a WALCE (Women
Against Lung Cancer in Europe) e alla Fondazione Insieme contro
il Cancro, ha organizzato il primo tour nazionale di
sensibilizzazione sui danni del fumo passivo. Si tratta di un
progetto che prevede la distribuzione di opuscoli, sondaggi fra
medici, cittadini e pazienti e un tour di incontri pubblici in
8 Regioni italiane.La sesta tappa dell’iniziativa si terra’ il
9 luglio presso la Sala Consiglio Istituto Nazionale Tumori
“Fondazione G. Pascale” di Napoli. Il cancro al polmone e’ una
delle neoplasie piu’ diffuse in Italia. “Nel 2014 abbiamo avuto
in Campania piu’ di 3.800 nuovi casi (40mila in tutta Italia).
I fumatori – hanno spiegato gli oncologi – corrono un rischio
fino a 14 volte superiore rispetto ai non tabagisti di
sviluppare il tumore. Respirare le sigarette altrui aumenta il
pericolo di insorgenza. Ma 8 italiani su 10 ignorano che il
fumo passivo provoca la malattia”.
.

(AGI) – Milano, 6 lug. – I disturbi tipici della dislessia non
riguardano soltanto la lettura ma anche la motricita’, cioe’
l’esecuzione di movimenti ritmici e coordinati. E’ il risultato
al quale sono arrivati i ricercatori del dipartimento di
Psicologia dell’Universita’ di Milano-Bicocca in uno studio
pubblicato sulla rivista Human Movement Science. I risultati
hanno mostrato che nei bambini affetti da dislessia evolutiva
la durata relativa di scrittura di ciascuna singola lettera che
compone una parola non e’ costante ma varia in funzione della
dimensione e velocita’ della parola scritta. Secondo i
ricercatori, il fatto che i bambini con dislessia non seguano
il principio dell’omotetia, cioe’ la capacita’ di mantenere
costanti i tempi di scrittura di ogni lettera, dimostra che il
disturbo riguarda anche la motricita’, alla quale e’ riferibile
la mancanza di ritmo nella scrittura. La ricerca ha coinvolto
77 bambini con un’eta’ fra i 7 anni e mezzo e i 12 anni: 17
bambini con una diagnosi di dislessia evolutiva, 21 bambini con
una diagnosi sia di dislessia sia di disgrafia e 39 bambini a
sviluppo tipico (ovvero senza diagnosi di dislessia o
disgrafia). Ai partecipanti e’ stato chiesto di scrivere a mano
con un’apposita penna digitale la parola “b-u-r-l-e” in diverse
condizioni sperimentali (in modo spontaneo, usando lettere
maiuscole, accelerando la velocita’ di scrittura o cambiando le
dimensioni) su un foglio appoggiato su una tavoletta grafica.
Per poter registrare le proprieta’ cinematiche del gesto
grafico, l’ateneo milanese ha creato e realizzato un software,
Digital Draw, che potra’ essere impiegato in futuro anche per
altri studi riguardanti la scrittura e, piu’ in generale, il
gesto grafico. “I risultati di questa ricerca � hanno spiegato
Maria Teresa Guasti e Natale Stucchi, autori dello studio –
suggeriscono per la prima volta che la dislessia non e’ solo un
problema di lettura, ma anche un problema riguardante gli
aspetti ritmici della scrittura. Questo problema deriva da una
difficolta’ nell’eseguire una sequenza fluida di movimenti. Per
aiutare chi e’ affetto da dislessia a mantenere un
comportamento ritmico potrebbe essere utile un’educazione
specifica al ritmo attraverso la pratica musicale”.
.

(AGI) – Washington, 3 lug. – Triste ma efficace risposta alle
campagne che dilagano negli usa contro i vaccini, da ultimo
ieri l’attore Jim Carrey. Una donna e’ morta di morbillo non in
un remoto villaggio asiatico o africano, ma nello Stato di
Washington, sulla costa orientale statunitense.
Secondo quanto riferiscono i medici si tratta della prima
vittima di morbillo in 12 anni, una malattia estremamente
contagiosa ma raramente letale. Secondo i dati del Centro per
il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (Cdc) di Atlanta
nel 2015 ci sono stati finora 176 casi di morbillo in tutti gli
Stati Uniti dove molti molti genitori si oppongono l’obbligo di
vaccinazione.
L’ultima mini-epidemia di morbillo si e’ registrata lo
scorso anno a Disneyland in California con oltre 100 persone
contagiate.

(AGI) – Roma, 3 lug. – Il peso dell’obesita’ non si misura solo
sulla bilancia: obesita’ e sovrappeso sono infatti responsabili
di una spesa annuale a carico del Sistema sanitario nazionale
pari a circa 4,5 miliardi, a cui si aggiungono altri 4,5
miliardi di costi non sanitari, come ad esempio la perdita di
produttivita’, l’assenteismo e la mortalita’ precoce. Ben un
terzo della spesa per l’obesita’ a carico della sanita’
pubblica e’ imputabile a una malattia strettamente collegata:
il diabete. Un quadro che rischia di divenire insostenibile
quello delineato all’Italian Barometer Diabetes Forum, in
svolgimento a Roma.
“In termini assoluti, un obeso severo o molto severo costa
450-550 euro in piu’ all’anno rispetto a una persona
normopeso”, ha detto Antonio Nicolucci, Coordinatore del Data
Analysis Board di IBDO Foundation. La maggior parte di questa
spesa e’ da attribuire ai ricoveri in ospedale. In termini di
costi, e’ tuttavia importante sottolineare come l’impatto
maggiore sia determinato dai gradi meno severi di obesita’ e
dal sovrappeso: una persona sovrappeso costa al sistema
sanitario nazionale “37,4 euro all’anno in piu’ rispetto a un
normopeso, ma in Italia se ne contano ben 21 milioni, portando
a un eccesso di spesa sanitaria per queste persone di oltre 780
milioni di euro annui. Un importante contributo al costo
dell’obesita’ e’ determinato dalla presenza di diabete. “Il
sovrappeso e l’obesita’ rappresentano infatti la causa
principale di diabete di tipo 2, a sua volta associato ad un
piu’ elevato rischio di malattie cardiovascolari. In
particolare, al di sotto dei 55 anni l’obesita’ grave aumenta
di 16 volte il rischio di avere il diabete. Sopra i 65 anni la
prevalenza di diabete passa dal 12,5 per cento fra i normopeso
al 38,7 per cento fra i grandi obesi”, ha aggiunto Nicolucci.
(AGI)
.

(AGI) – Washington, 3 lug. – Un vaccino sperimentale ha
impedito completamente al virus dell’Hiv di infettare la meta’
della scimmie a cui e’ stato iniettato. I risultati, riportati
dalla rivista Science, sono stati cosi’ entusiasmanti da
spingere la Johnson & Johnson a testare il vaccino sulle
persone. Il trial internazionale e’ ora in corso su 400
volontari sani negli Stati Uniti, in Africa orientale e in
Thailandia. E prevede la somministrazione di una proteina
purificata di superficie dell’Hiv che dovrebbe provocare una
forte risposta immunitaria. La Johnson & Johnson sta
utilizzando la stessa strategia con il vaccino contro l’Ebola,
ora in fase iniziale di sperimentazione sugli esseri umani. I
ricercatori sperano che il vaccino dell’Hiv funzioni ancora
meglio sugli umani di quanto abbia fatto sulle scimmie.
Tuttavia, anche se dovesse funzionare solo sulla meta’ delle
persone “potrebbe avere un enorme impatto sulla salute
pubblica”, ha sottolineato Paul Stoffels, direttore scientifico
della Johnson & Johnsons. Se tutto andra’ come previsto, i
ricercatori prevedono di passare alla fase 2 nei prossimi 18-24
mesi per capire quanto bene funziona il vaccino alla dose
prescritta.
.

(AGI) – Roma, 3 lug. – Le condizioni di caldo estremo
rappresentano un rischio per la salute, soprattutto per alcune
categorie di popolazione, caratterizzati da una limitata
capacita’ di termoregolazione fisiologica o ridotta
possibilita’ di mettere in atto comportamenti protettivi. Il
Ministero della Salute offre sul proprio sito una serie di
semplici abitudini e precauzioni che, se adottate dalla
popolazione, possono contribuire notevolmente a ridurre gli
effetti nocivi delle ondate di calore sulla salute. Uscire di
casa nelle ore meno calde della giornata; evitare di uscire di
casa nelle ore piu’ calde, cioe’ dalle 11 alle 18. In questa
fascia oraria e’ sconsigliato, a bambini molto piccoli,
anziani, persone non autosufficienti o persone convalescenti,
l’accesso alle aree particolarmente trafficate, ma anche ai
parchi e alle aree verdi dei grandi centri urbani dove va a
concentrarsi l’ozono prodotto dai gas di scarico delle
automobili e dall’industria.
Durante le ondate di calore i valori limite di questo gas
inquinante vengono spesso superati con conseguenze sulla salute
della popolazione e, in particolare, sulle persone con malattie
respiratorie o asma. Inoltre, devono evitare l’attivita’ fisica
intensa all’aria aperta durante gli orari piu’ caldi della
giornata anche atleti professionisti e dilettanti. Indossare un
abbigliamento leggero e comodo Sia in casa che all’aperto,
indossare indumenti leggeri, non aderenti, di cotone o lino.
Fuori di casa, e’ anche utile proteggere la testa dal sole
diretto con un cappello leggero di colore chiaro e gli occhi
con occhiali da sole. E’ importante proteggere la pelle dalle
scottature con creme solari ad alto fattore protettivo. Se si
ha un familiare malato e costretto a letto, assicurarsi che non
sia troppo coperto. Adottare alcune precauzioni se si esce in
macchina. Non lasciare mai persone o animali, anche se per poco
tempo, nella macchina parcheggiata al sole e se si entra in
un’autovettura che e’ rimasta parcheggiata al sole, per prima
cosa aprire gli sportelli per ventilare l’abitacolo e poi,
iniziare il viaggio con i finestrini aperti o utilizzare il
sistema di climatizzazione dell’auto per abbassare la
temperatura interna. Attenzione anche ai seggiolini di
sicurezza per i bambini: prima di sistemarli sul sedile
verificare che non sia surriscaldato. Rinfrescare l’ambiente
domestico e di lavoro. I principali strumenti per il controllo
della temperatura sono le schermature, l’isolamento termico e
il condizionamento dell’aria. Una misura facilmente adottabile
in casa e’ la schermatura delle finestre esposte al sole
diretto mediante tende o oscuranti esterni regolabili (per
esempio persiane o veneziane). Un accorgimento utile per
mantenere l’ambiente domestico piu’ fresco e’: aprire le
finestre al mattino presto, la sera tardi e durante la notte
per fare entrare l’aria fresca, e tenere chiuse le finestre di
giorno per tutto il tempo in cui la temperatura esterna e’ piu’
alta della temperatura interna all’appartamento. Per quanto
riguarda i climatizzatori, occorre utilizzare alcune
precauzioni. Oltre a una regolare manutenzione dei filtri, si
raccomanda di evitare di regolare la temperatura a valori
troppo bassi rispetto alla temperatura esterna. La temperatura
ideale nell’ambiente domestico per il benessere fisiologico e’
di 24-26 gradi.
Il Ministero raccomanda, inoltre, di mantenere chiuse le
finestre durante il funzionamento dei climatizzatori,
utilizzando protezioni oscuranti alle finestre dei locali
condizionati. Sarebbe inoltre consigliabile evitare di
utilizzare contemporaneamente il forno e altri elettrodomestici
che producono calore (fornelli, ferro da stiro, phon, ecc.).
Una temperatura interna ideale, con un basso tasso di umidita’,
garantisce il benessere e non espone a bruschi sbalzi termici
rispetto all’esterno. E’ comunque buona regola coprirsi ogni
volta che si deve passare da un ambiente caldo a uno piu’
freddo e ventilato, soprattutto se si soffre di una malattia
respiratoria. Nelle aree caratterizzate principalmente da un
elevato tasso di umidita’, senza valori particolarmente alti di
temperatura, puo’ essere sufficiente in alternativa al
condizionatore l’uso del deumidificatore. L’utilizzo
continuativo dei condizionatori determina un aumento dei
consumi di energia elettrica nel Paese che puo’ portare a
rischi di interruzione della fornitura. E’ bene, quindi, porre
particolare attenzione agli sprechi e limitare i consumi di
corrente dell’abitazione allo stretto necessario, soprattutto
quando e’ in corso un’ondata di calore. Se si usano ventilatori
meccanici, non indirizzarli direttamente sulle persone, ma
regolarli in modo da far circolare l’aria in tutto l’ambiente.
In particolare, quando la temperatura interna supera i 32�C, i
ventilatori possono aumentare il rischio di disidratazione,
soprattutto nelle persone costrette a letto, se queste non
assumono contemporaneamente grandi quantita’ di liquidi. Bere
almeno due litri di acqua al giorno e mangiare molta frutta
fresca, come agrumi, fragole, meloni (che contengono fino al
90% di acqua) e verdure colorate, ricche di sostanze
antiossidanti (peperoni, pomodori, carote, lattughe), che
proteggono dai danni correlati all’ozono, che raggiunge le
concentrazioni piu’ elevate proprio nelle ore piu’ calde della
giornata. Gli anziani devono bere anche in assenza dello
stimolo della sete. Evitare gli alcolici e le bevande troppo
fredde, limitare l’assunzione di bevande che contengono
caffeina. Eccetto i casi di necessita’, nella stagione estiva
va limitato il consumo di acque oligominerali, cosi’ come
l’assunzione non controllata di integratori di sali minerali
(che deve essere sempre consigliata dal medico curante). Fare
pasti leggeri e porre attenzione alla conservazione domestica
degli alimenti. Evitare i pasti pesanti e abbondanti,
preferendo quattro, cinque piccoli pasti durante la giornata,
ricchi soprattutto di verdura e frutta fresca. Bisogna anche
fare attenzione alla corretta conservazione degli alimenti
deperibili (latticini, carni, dolci con creme, gelati), poiche’
le temperature ambientali elevate favoriscono la contaminazione
degli alimenti e possono determinare patologie gastroenteriche
anche gravi. (AGI)
.

(AGI) – Roma, 3 lug. – E’ in arrivo, come annunciato, la prima
grande ondata di calore dell’estate: il picco domenica, quando,
secondo il bollettino delle ondate di calore del ministero
della Salute, saranno ben dieci le citta’ da “bollino rosso”,
che indica condizioni di emergenza con possibili effetti
negativi anche per le persone sane e non solo su quelle a
rischio come anziani, bambini piccoli e malati cronici. Le
citta’ sono Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Milano,
Perugia, Rieti, Roma, Torino e Trieste. Domani invece saranno
cinque le citta’ piu’ a rischio, e cioe’ Bolzano, Brescia,
Milano, Perugia e Torino.
Alte temperature ovunque: a Bologna domani si avranno 37
gradi percepiti, a Bolzano domenica addirittura 38, cosi’ come
a Firenze. A Milano 37 gradi sia domani che domenica, a Roma
invece “solo” 35 gradi percepiti. Ma il top si avra’ a Torino,
con 39 gradi percepiti sia oggi che domani e il picco di 40
gradi domenica. (AGI)
.

(AGI) – Brescia, 2 lug. – I tumori pituitari sono aumentati di
3-5 volte grazie alla migliore capacita’ diagnostica e il
cancro papillare della tiroide e’ incremento di circa il 7 per
cento l’anno. La buona notizia e’ che la sopravvivenza per
questa neoplasia e’ del 98 per cento a 5 anni e del 96 per
cento a 10 anni. Questi sono alcuni dei dati su cui gli esperti
si confronteranno domani al quarto congresso del Clinical
Update in Endocrinologia e Metabolismo (Cuem) a Brescia. Gli
esperti discuteranno anche delle nuove terapie per la cura di
gravi patologie ipofisarie, come l’acromegalia. Si
approfondira’ il ruolo della vitamina D nella cura delle
malattie scheletriche e dei suoi effetti extrascheletrici.
Ancora, si parlera’ della diagnosi e del follow-up del nodulo e
del cancro della tiroide, la cui diagnosi e’ in continuo
aumento, del diabete mellito e dell’osteoporosi. Una sessione
e’ dedicata alla disfunzione erettile e al rischio
cardiovascolare.

(AGI) – Londra, 2 lug. – Mangiare in un ristorante puo’ far
male alla salute quanto o anche di piu’ che mangiare del
takeaway a buon mercato o in un fast food. La cucina raffinata
dei ristoranti, infatti, e’ piu’ ricca di grassi e sale. Lo ha
scoperto un gruppo di ricercatori della University of Illinois
in uno studio pubblicato sull’ European Journal of Clinical
Nutrition. Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati
hanno esaminato i dati di 18.098 adulti degli Stati uniti. Dai
risultati e’ emerso che se i pasti consumati al ristorante sono
piu’ sani di quelli di un fast food o takeaway in termini di un
piu’ elevato contenuto di vitamine, potassio e acidi grassi
omega-3, sono anche piu’ pericolosi per via dell’elevato
contenuto di sale e colesterolo. “Le persone che hanno mangiato
nei ristoranti hanno assunto significativamente piu’
colesterolo al giorno rispetto alle persone che hanno mangiato
a casa. Questo apporto extra di colesterolo, pari a circa 58 mg
al giorno, rappresenta il 20 per cento in piu’ dei livelli
massimi raccomandati”. Coloro che hanno mangiato al fast food,
invece, hanno consumato solo un extra di 10 mg di colesterolo
al giorno in piu’ rispetto a chi ha mangiato a casa. Nei fast
food e nei ristoranti si consumano 10 grammi di grassi in piu’
e, rispettivamente 3,49 grammi e 2,46 grammi di grassi saturi
in piu’ rispetto a chi mangia a casa. Inoltre i fast food
aggiungono circa 300 mg di sodio, la parte di sale che aumenta
la pressione sanguigna, alla dieta quotidiana. Mentre il
ristorante aggiunge 412 mg di sodio al giorno. Il consiglio dei
ricercatori non e’ quindi quello di preferire i fast food ai
ristoranti, ma di cercare di mangiare il piu’ possibile cibi
preparati in casa.

(AGI) – San Diego, 2 lug. – Le statine, i piu’ diffusi farmaci
anti-colesterolo. aumentano l’aggressivita’ delle donne e
diminuiscono quella degli uomini. Almeno questo e’ quanto
emerso da uno studio della University of California di San
Diego, pubblicato su Plos One. Nello studio i ricercatori hanno
coinvolto mille uomini e donne in postmenopausa, che hanno
assunto per 6 mesi due tipi di statine, la simvastatina e la
pravastatina, o un placebo. I partecipanti sono stati invitati
a tenere un diario in cui raccontare la loro esperienza di
interazione con gli altri. In particolare, i ricercatori hanno
analizzato la quantita’ di atti aggressivi contro gli altri e
gli oggetti. Gli studiosi hanno anche misurato due fattori
chiave legati all’aggressivita’: i livelli di testosterone e i
disturbi del sonno, entrambi i quali gia’ noti per il legame
con la simvastatina. Ebbene, dai risultati e’ emerso che le
statine provocano una serie di effetti diversi negli uomini e
nelle donne. Nei primi e’ stato registrato un calo
dell’aggressivita’, a parte tre casi che sono stati poi esclusi
dallo studio. Nelle donne e’ stato osservato un aumento
significativo dell’aggressivita’. I ricercatori non hanno
ancora chiarito in che modo le statine influiscono
sull’aggressivita’. Un’ipotesi e’ che la riduzione del
colesterolo potrebbe causare una diminuzione dei livelli di
serotonina nel cervello, cosa che e’ stata collegata in passato
a un aumento dei comportamenti violenti. Tuttavia, gli studiosi
non hanno trovato in questo studio un collegamento tra statine
e bassi livelli di serotonina.