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Quasi Tutti gli Articoli in questa categoria sono tratti dal sito: http://www.gamesource.it/ a cui va riconosciuto il giusto merito e va tutta la mia gratitudine per l’ottimo lavoro che svolgono

L’eredità degli anni ’90

A cavallo tra gli anni ’80 e ’90 uscì un supporto fisico per la memorizzazione dei dati destinato a cambiare per sempre il modo di pubblicare musica, film e titoli videoludici. Forte di una capienza di memoria e di una qualità dei dati di gran lunga superiore alle vecchie audiocassette, LP e (nel caso dei titoli videoludici) cartucce, il Compact Disc sarebbe diventato l’icona di un’enorme evoluzione tecnologica, poi proseguita con DVD e BluRay.

Tra i campi di intrattenimento che tentarono di sfruttare le risorse messe a disposizione dal nuovo supporto, vi fu anche quello videoludico. Piattaforme come il Sega CD e il Panasonic 3DO divennero la base di sviluppo di numerosi prodotti che, ben lungi dallo sfruttare il disco ottico per realizzare titoli longevi e profondi, ne utilizzavano la capiente memoria solo per realizzare dei lunghi e noiosi film (poco) interattivi, prediligendo il comparto tecnico a danno della giocabilità. Felici eccezioni alla regola furono ottimi titoli come Gabriel Knight 2: The Beast Within e Phantasmagoria, in cui i filmati non erano solo un pretesto tecnico, ma un mezzo per esprimere ottime storie.

Oggi che le possibilità del videogioco sono state quasi tutte esplorate, vi sono ancora delle piccole case sviluppatrici che tentano di percorrere in modo nuovo le strade vecchie, come la Zandel Media (il cui cofondatore, Simon Tremblay, prima di mettersi in proprio ha lavorato a lungo per Ubisoft) che con questa prima parte di Missing: An Interactive Thriller, del quale sono previsti cinque episodi entro la fine dell’anno, tenta di riprendere e rinnovare le meccaniche del Full Motion Video figlie degli anni ’90.

Già l'inizio è abbastanza inquietante

Già l’inizio è abbastanza inquietante

Tra l’enigmista e l’investigatore

David Newcastle (l’attore Patrick Hivon) non se la sta passando bene: si risveglia infatti intontito e ammanettato al soffitto, in una stanza blindata degna del miglior Jigsaw, e solo con la forza della disperazione e l’ingegno riesce a liberarsi dalle catene, solo per finire in una situazione ben peggiore. Qualcuno sembra avercela con David e la sua famiglia, e lo ha imprigionato in un edificio disseminato di trappole mortali, enigmi e messaggi inquietanti.

In parallelo troviamo il detective Lambert (Roy Dupuis), un detective esperto ma ormai disilluso, degno dei migliori film noir degli anni ’50, che sta indagando su una serie di misteriose sparizioni, tra le quali proprio quella di David. La trama di Missing: An Interactive Thriller, essendo solamente il primo episodio (tra l’altro piuttosto breve, come vedremo) è per forza di cose decisamente breve e scarsa di indizi, e potrà essere approfondita solo con l’uscita di tutti e cinque gli episodi previsti.

Il detective Lambert (a sinistra) indaga sulle misteriose sparizioni, tra cui...

Il detective Lambert (a sinistra) indaga sulle misteriose sparizioni, tra cui…

Quick Time Event ed enigmi

Il sistema di controllo di Missing: An Interactive Thriller rappresenta una sorta di connubio tra l’avventura classica e il QTE (Quick Time Event). In sostanza il titolo si presenta come una serie di ottimi filmati alternati a più classiche sequenze punta e clicca, durante le quali ci troveremo a gestire un inventario a comparsa, piuttosto limitato, con lo scopo di affrontare i vari enigmi posti sulla strada del protagonista.
Questi sono ben lontani dai virtuosismi di materia grigia richiesti da titoli di ben altra caratura, ma si presentano comunque piacevoli e abbastanza stimolanti, spesso felicemente lontani dal classico (e abusato) «Trova l’oggetto A e usalo nel punto B». Le stesse sequenze filmate permettono anche una pur limitata libertà di azione, sotto forma di veloci QTE atti a evitare una violenta e prematura morte del protagonista. Un sistema di controllo in generale, fluido e scorrevole, che si adatta molto bene alla versione da noi provata (iPad e iPhone), che pure soffre di una traduzione limitata ai soli francese e inglese.

...quella del protagonista David Newcastle

…quella del protagonista David Newcastle

La gloria del Full Motion Video

Il lato tecnico rappresenta forse la scelta più coraggiosa da parte di Zandel Media. Al posto di scenari e personaggi ricreati interamente con poligoni e texture, al giorno d’oggi ormai quasi indistinguibili dagli elementi reali, gli sviluppatori hanno utilizzato una tecnica chiamata Unity 3D, in grado di fondere scenari prerenderizzati e filmati, caricando i primi mentre si svolgono i secondi.

A differenza di molti titoli in Full Motion Video tipici degli anni ’90, in cui attori reali e dilettanti erano digitalmente inseriti in scenari in computer grafica, con risultati spesso discutibili, in Missing: An Interactive Thriller troviamo veri attori professionisti, caratterizzati da una recitazione ben al di sopra della media, inseriti in ambientazioni altrettanto reali e ben studiate. Un sistema che denota la cura degli sviluppatori nel voler proporre un titolo diverso dal solito e che, una volta tanto, gira benissimo anche su modelli meno performanti (compreso un ormai obsoleto iPhone 4).

Gli scenari dove si svolgono gli enigmi, pur soffrendo di scarse animazioni ambientali, risultano comunque ben inseriti e realizzati, al punto da non rendere mai difficoltosa la ricerca degli indizi. Dal punto di vista sonoro Missing: An Interactive Thriller propone ottimi dialoghi (anche l’audio sulle piattaforme Apple si limita a francese e inglese) ben recitati, al punto che persino il labiale degli attori cambia a seconda della lingua selezionata. Stesso discorso vale per le musiche: nulla di epico, ma d’atmosfera e ben studiate.

Gli enigmi sono piuttosto semplici

Gli enigmi sono piuttosto semplici

Difficile dare un giudizio definitivo a Missing: An Interactive Thriller, dal momento che il prodotto è ancora limitato al primo episodio. L’idea di voler proporre un’avventura a episodi molto simile a un thriller a puntate interattivo, riprendendo nello stesso tempo le meccaniche e lo stile tipico dei titoli in FMV degli anni ’90, rappresenta la scelta più lodevole e coraggiosa di Zandel Media. In un’epoca in cui a farla da padrone sono ormai le produzioni miliardarie e le esplosioni di poligoni, la scelta degli sviluppatori potrebbe sembrare anacronistica, ma funziona bene, pur soffrendo di una longevità non eccelsa (ma si spera in meglio per i prossimi episodi) e di una difficoltà generale poco adatta ai veterani del genere. Un titolo riuscito, diverso dai soliti, un poco limitato sotto alcuni aspetti (tranquillamente risolvibili nei prossimi episodi) ma buono sotto molti altri, che fa della storia, dell’ambientazione e della recitazione degli attori i suoi punti di forza.

Prima o poi doveva succedere: Starship, una compagnia inglese specializzata nello sviluppo di software innovativi, annuncia vTime, il primo mobile social VR network.

vTime - Mobile Social VR

Cosa significa tutto ciò? In pratica, usando uno smartphone e un headset per la realtà virtuale (come Gear VR o Google Cardboard, ad esempio) potrete connettervi ad altre persone attraverso un social network all’interno di un ambiente virtuale in prima persona.

Ci si potrà immergere in scenari immaginari di ogni tipo, da scenari naturali a fantascientifici, e sarà anche possibile personalizzare il proprio avatar. Immaginate tutto questo come il Facebook dei MMORPG, o Second Life in prima persona e mobile.

Tante le funzioni previste: vTime sarà multi-piattaforma, avrà tutte le caratteristiche desiderabili di un social network (liste amici, chat di gruppo e così via), un servizio di matchmaking che permetterà di trovare utenti in base a temi di interesse comune, e funzioni per poter interagire anche senza headset VR con gli utenti connessi.

vTime sarà rivelato pubblicamente alla stampa durante l’evento Oculus Connect di Los Angeles a settembre, mentre gli utenti potranno provarlo in open alpha a novembre su dispositivi Android.

 

Marco «Alfieri» Guzzo, 23enne informatico pisano e sviluppatore indipendente di titoli videoludici, ha di recente prodotto Call Of Salveenee: alla ricerca dei Marò (disponibile gratuitamente per chi condivide il trailer), una sorta di GTA nostrano che vede protagonista nientemeno che il segretario del Carroccio.

Matteo Salvini, infatti, è visto qui come una sorta di eroe della Padania, impegnato nel lancio di ruspe e di esplosivi (letteralmente) volantini della Lega, accumulando punti per ogni arresto che subisce, il tutto nel tentativo di liberare i Marò, i cui nomi sono tradotti in The Tower e Big Round. Lo scopo, piuttosto evidente, dello sviluppatore era di fare della satira e dell’ironia su argomenti di attualità politica, ma la reazione della Lega è stata immediata e piuttosto pesante.

Gianluca Buonanno, eurodeputato della Lega che solo a marzo di quest’anno definì i rom «feccia della società», ha reagito nel corso della trasmissione streaming «KlausCondicio» minacciando di coinvolgere anche i parenti di Latorre e Girone e chiedendo risarcimenti danni per 500mila euro. Cifra, sempre secondo Buonanno, che verrebbe destinata a famiglie italiane scelte tra le più indigenti.

Altrettanto immediata la risposta di Marco Guzzo, che si è definito «soltanto un nerd» poco interessato alla politica e ha respinto qualsiasi accusa di denigrazione da parte di Buonanno, al punto che avrebbe potuto anche realizzare, sempre con scopo di satira, un titolo videoludico con «Renzi che spara banconote da 80 euro» senza per questo pretendere una qualsiasi motivazione politica.

salveenee

È innegabile e sotto gli occhi di tutti che il primo Gears of War, uscito all’incirca nove anni fa oramai, abbia praticamente definito un genere attraverso le sue adrenaliniche sparatorie in terza persona e il ricorso frequente alla copertura. In molti, infatti, hanno poi tentato di replicare le stesse dinamiche nei propri videogiochi con risultati altalenanti, non ultimo il tanto chiacchierato The Order 1886, uscito a febbraio 2015 in esclusiva  Playstation 4.
Dato il grande carisma della serie e la sua qualità indiscussa, Microsoft ha ben pensato quindi, dopo quasi due lustri, di riportare sull’ammiraglia Xbox One una versione riveduta e corretta dai ragazzi di The Coalition del primo capitolo del franchise di successo.
Mera operazione commerciale o ne è valsa veramente la pena? Scopriamolo assieme.


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Cambiare perché nulla cambi

Questa frase di gattopardesca memoria sembra proprio sintetizzare al meglio il lavoro svolto su questa Gears of War Ultimate Edition. Microsoft definisce l’intera operazione come una versione “modernizzata” di Gears of War e quindi il gameplay – fortunatamente, aggiungiamo noi – è rimasto pressochè invariato, mentre le migliorie sono tutte da registrarsi a livello grafico.
Il gioco in questo caso è stato praticamente riassemblato da zero, con ambienti ricreati e texture completamente sostituite. Tutto risulta  essere nettamente più bello e realistico rispetto al 2006, dove invece le ambientazioni sembravano essere poco dettagliate a causa di una leggera sfocatura perenne.


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In alcune mappe inoltre, come ad esempio quella delle miniere, sono stati ridisegnati elementi come le luci e più in generale le fonti luminose, in modo da conferire ulteriore realismo e, per certi versi, quel senso di claustrofobia che spesso si può provare scorrazzando per il pianeta Sera. Anche i modelli dei personaggi sono stati rifatti partendo da zero, inclusi i dettagli facciali del grandissimo Marcus Fenix, il quale presenta delle espressioni al limite del fotorealismo. Il restyling ha inoltre coinvolto totalmente le cut-scene, con modelli creati ad hoc per l’occasione.

Un imponente lavoro è stato eseguito anche a livello di eliminazione di bug e problemi tecnici, con l’aliasing praticamente ridotto all’osso. Il framerate durante le prove si è sempre dimostrato granitico, con una risoluzione a 1080p e 60fps dichiarati, ma che abbiamo notato essere 30 frame in single player. Pure l’audio della produzione è stato interamente rivisto con una rimasterizzazione in 7.1 e un’equalizzazione impeccabile anche per quanto concerne il doppiaggio nella nostra lingua.


Sì, ma cosa c’è di realmente nuovo?

Gli sviluppatori, oltre all’imponente lavoro tecnico effettuato, si sono concentrati su alcune piccole novità a livello di gameplay e offerta di gioco. Nella modalità cooperativa ad esempio potremo, da secondo giocatore, entrare o uscire dall’azione ogniqualvolta ci aggradi. Questa è una feature che era stata richiesta a gran voce dalla community dei giocatori, in modo da non avere tempi morti di inattività nelle sessioni di gioco assieme ai nostri amici.


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Riguardo ai contenuti, è stato inserito anche il quinto capitolo del quinto atto, quello in cui Dom e Marcus fronteggiano il Brumak, il suo lanciarazzi e la sua doppia e letale mitragliatrice. Questo capitolo non era stato previsto per Xbox 360 ma era apparso solo su Pc proprio come contenuto esclusivo. Inoltre in questa Ultimate Edition, quando raccoglieremo tutte le varie piastrine in giro per i vari livelli, potremo sbloccare anche i fumetti di Gears of War, i quali rappresentano un ghiottissimo premio per tutti gli aficionados del franchise.


Tutti assieme appassionatamente

Per quanto concerne il multiplayer, invece, il giudizio è ancora sospeso, dato che, al momento della scrittura della nostra recensione, i server sono tutti chiusi; il multigiocatore si limita dunque a lobby private. Sono comunque state introdotte delle nuove modalità, come il Team Deathmatch, il King of the Hill e la Gnasher Execution.
Sono stati comunque creati dei server dedicati e anche il sistema di sblocchi, ripreso dal terzo capitolo della serie.

Gears of War Ultimate Edition è la consacrazione definitiva di quel capolavoro uscito nel lontano 2006. Questa versione non è quindi un semplice remake ma un vero e proprio restyling da zero che moltiplica all’ennesima potenza tutti gli elementi positivi del capolavoro originale di Epic Games. Il gioco comunque, dal punto di vista del gameplay, non è cambiato di una virgola, e anche per quanto riguarda i contenuti, sono già usciti in passato sottoforma di DLC. A ogni modo, nel caso remoto in cui non lo abbiate provato alla sua prima uscita nove anni fa, questa è l’occasione perfetta per rimediare.

Yacht Club ha pubblicato il trailer dell’espansione del suo capolavoro del genere platform Shovel Knight, denominata Plague of Shadow. In questa espansione vestiremo i panni del Plague Knight, boss presente nel gioco base. Non è stato ancora ben chiarito il contenuto, ma dal trailer possiamo vedere come molte delle ambientazioni sono le stesse già viste in Shovel Knight, ovvero i reami dei vecchi nemici del cavaliere blu.

Dal trailer possiamo inoltre notare come il nuovo cavaliere, protagonista di questa espansione, abbia un set di mosse e abilità totalmente alieno a quello di Shovel Knight.

L’espansione sarà gratuita e disponibile per praticamente tutte le piattaforme: Windows PC, Mac, 3DS, WiiU,  Playstation 3, Playstation 4, PS Vita e Xbox One entro la fine dell’anno.

 

Dishonored Definitive Edition verrà pubblicato il 28 agosto in Europa e Bethesda ha pubblicato un nuovo trailer dedicato:

Con Dishonored Definitive Edition potrete vivere l’esperienza del Gioco dell’anno 2012 realizzato da Arkane Studios arricchito da una grafica migliorata su PlayStation 4 e Xbox One, con inclusi tutti i suoi contenuti aggiuntivi:

  • Dunwall City Trials
  • Il Pugnale di Dunwall
  • Le Streghe di Brigmore
  • Void Walker’s Arsenal

Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito ufficiale del gioco.

Dishonored Definitive Edition

A pochi giorni dalla fine di Agosto Microsoft rende noti i Games with Gold di Settembre e li apprendiamo tramite il blog di majornelson. Cosa sono i Games with Gold? Per chi ancora non lo sapesse sono dei giochi completamente gratuiti, e che rimarranno per sempre tali, dedicati agli abbonati Xbox Live Gold di Xbox One (che potranno giocare i titoli fino a che avranno un abbonamento gold) e Xbox 360.

Vediamo le ottime proposte di questo mese, degne del mese che sta passando e, a proposito, ricordo che avete ancora pochi giorni per ottenere Metro Last Light su 360 e MGS V Ground Zeroes su One.

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La seconda metà di settembre è senz’altro la più attesa con Tomb Raider: Definitive Edition (il cui valore è 29,99 €) su Xbox One dal 16 setembre al 15 ottobre e Crysis 3 (valore di 19,99 €) su Xbox 360 dal 16 settembre al 30 settembre. Gli altri titoli sono Deer God, scaricabile per tutto il mese di settembre per One, e Battlestations Pacific (titolo del 2010 proposto sullo store a 24,99€) scaricabile dall’1 al 15 Settembre su Xbox 360.

Per i Games with Gold di Settembre è tutto, se siete interessati correte a rinnovare o a sottoscrivere un abbonamento Gold!

Blizzard Entertainment ha appena rilasciato una patch per il suo ottimo Diablo 3 in versione PC, PlayStation 4 e Xbox One. La novità più rilevante di questo aggiornamento riguarda l’aggiunta di un’intera nuova ambientazione, le Rovine di Sescheron, di ispirazione barbarica, comprensiva di nuovi nemici, armi e oggetti.

Ma Blizzard non si è limitata solo a questo: la patch 2.3.0. include anche sostanziali modifiche dell’avventura principale, oltre a numerosi oggetti leggendari inediti, tra i quali un manufatto conosciuto come Cubo di Kanai, in grado di modificare gli oggetti aumentandone la potenza e cambiandone le caratteristiche.

Inclusa anche una nuova modalità di archiviazione delle ricompense, chiamata Percorso stagionale, e la modifica di alcuni aspetti della creazione degli oggetti, alcuni dei quali finora troppo onerosi da realizzare.

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Non solo grandi nomi e publisher ultra-popolari: GDC e Gamescom sono stati due grandi eventi anche per l’enorme quantità di titoli indipendenti che abbiamo potuto scoprire e/o provare. In questo articolo raccogliamo tutti i prodotti più interessanti che ci sono capitati a tiro.

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Henry Hoffman – Aboard the Lookinglass

Aboard the Lookinglass è un gioco basato interamente sull’uso di visori VR e motion controller in cui il giocatore può vedere nel futuro degli ambienti in cui si trova anteponendo la mano destra di fronte alla sua vista. Un video vale più di mille parole.

Ludosity – Progress

Progress è un gioco per tablet probabilmente bollabile come casual ma non per questo banale: tutto quello che deve fare l’utente è riempire la barra progressiva rappresentata dall’intero schermo, ma per farlo cambierà il sistema di livello in livello, e l’unico output a schermo sarà un indizio non sempre scontato sul come farlo. All’inizio basteranno gesti semplici come effettuare un trascinamento o toccare con un dito, poi si passerà a cose come “camminare” sullo schermo usando due dita, o simulare il movimento di un cavallo grazie ai giroscopi, fino a passare a cose che richiederanno molta più inventiva come toccare lo schermo con 11 dita.

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Malath Abbas – Kill Box

Direttamente dal sito: ““Kill Box” è un termine militare usato per descrivere il reticolo di una mappa in cui è pianificata la distruzione di bersagli“. Kill Box è un gioco online che mette i giocatori nelle condizioni di riflettere sulla guerra svolta attraverso i droni, uno strumento di morte controllato attraverso uno schermo da persone che non vedono direttamente il loro bersaglio. Non sappiamo nulla del gioco in sé, se non che si basa su fatti realmente accaduti e documentati della guerra in Pakistan.

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Klassefilm – Cosmic Top Secret

Come vi sentireste se, raggiunta la mezza età, scopriste che i vostri genitori non erano semplici impiegati come vi hanno sempre raccontato ma bensì spie governative che durante la Guerra Fredda erano impegnate a contrastare l’Unione Sovietica?
Questa è la trama di Cosmic Top Secret, un gioco investigativo in terza persona caratterizzato da uno stile grafico molto particolare e pieno di puzzle e mini-giochi in cui “T” è impegnata a cercare di capire chi fosse veramente suo padre e che ruolo avesse durante il periodo più teso della storia umana.

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Ivan Notaroš – Scanner

Tale Ivan deve essersi divertito parecchio col Kinect per pensare di sviluppare un gioco basato sul medesimo principio di funzionamento (ovvero quello degli scanner 3D): in Scanner si impersona un’aiutante robotico che non rileva più segni di vita intorno a sé e deve scoprire cosa è accaduto, e naturalmente percepisce lo spazio intorno a sé usando la scansione tridimensionale. Per l’utente questo vuol dire osservare scenari fatti di punti e aggiornati lentamente, per cui si riesce a capire se qualcosa si muove solo osservando la posizione dei punti nello schermo di scansione in scansione. Potenzialmente un gioco non volutamente horror fuori da ogni schema e senza precedenti.

SFB Games – Friendshapes

Un gioco per uno o due giocatori in cui si controllano due figure geometriche fatte di carta. Usando gli appositi strumenti si possono tagliare le figure per creare forme più o meno complesse e risolvere puzzle. Un misto di fisica e geometria che farà impazzire gli appassionati del genere.

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Pol Clarissou & Armel Gibson – Vignettes

Un altro puzzle ma decisamente meno “semplice” e comprensibile del precedente. In Vignettes tutto ciò che si vede è un oggetto al centro dello schermo che, a seconda di come viene ruotato, presenta sempre forme diverse. Interagendo con ogni oggetto si ottengono effetti differenti che possono influenzare sia la forma visibile sul momento che altre collegate.

Alex Fleetwood – Fabulous Beasts

Unendo gioco da tavolo e gioco digitale, Fabulous Beasts mette un giocatore contro l’altro sfidandoli a costruire la “bestia” più grande ponendo uno sopra l’altro pezzi di varie forme. Vince chi non fa crollare la propria creatura prima della fine. Certamente è il gioco più multimediale che abbiamo visto, ma essere costretti a utilizzare forme fornite dal produttore limita sicuramente il suo potenziale di acquisire popolarità tramite i tradizionali canali di vendita dei videogiochi.

We Are Müesli – We’ll Meet Again

Il gioco italiano che avevamo anticipato da prima dell’evento: We’ll Meet Again è la nuova idea partorita dal duo We Are Müesli e definito dagli stessi come una puzzle novel cooperativa. Il gioco si compone di due differenti eseguibili, chiamati “Side A” e “Side B“, che devono essere eseguiti indipendentemente su due differenti computer, idealmente da due persone poste dai lati opposti di un tavolo. Lo scopo è collaborare e risolvere l’avventura comunicando: il giocatore con il Side A vede delle immagini, quello con il Side B ascolta materiale audio, e ognuno di loro deve cercare di spiegare all’altro le informazioni recepite al fine di risolvere dei puzzle. La cooperazione è fondamentale. Più un esperimento sociale e artistico che un gioco? Può darsi, ma non per questo meno interessante.

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Thunder Lotus Games – Jotun

Un gioco disegnato e animato a mano ispirato a Shadow of the Colossus con protagonsita una donna norrena deceduta che deve provare agli dei di essere degna di entrare nel Valhalla? Sì grazie.
Basta posare la vista su Jotun per rimanere impressionati dalla qualità del lavoro svolto dal suo team di sviluppo, tutt’altro che approssimativo o stilizzato, così come l’accompagnamento sonoro, perfettamente a tema e coinvolgente nell’atmosfera. Come in Shadow of the Colossus, gran parte del gioco consiste nell’esplorare ambienti enormi semi-vuoti ma ricchi di particolari per risolvere puzzle ed arrivare ai “boss”, giganteschi e dotati di caratteristiche uniche, da sconfiggere per provare agli dei il proprio valore. Abbiamo anche ottenuto una demo del gioco, presto vi sapremo dare maggiori impressioni.

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Vogelslap – The Flock

Un gioco multiplayer asimmetrico da 3 a 5 giocatori che impersonano dei mostri chiamati Flock. Lo scopo è trovare all’interno della mappa un’artifatto di luce, una specie di lanterna che trasforma il suo possessore in Carrier, un’essere umanoide lento e debole, al quale tutti i Flock daranno la caccia. Il Carrier si può difendere puntando la luce verso i mostri, i quali sono però invincibili nel momento in cui sono immobili – chi segue la serie televisiva Doctor Who noterà similitudini con gli angeli piangenti. Stile grafico e design delle creature sono piuttosto particolari ma è un altro il motivo per il quale questo titolo ci ha molto incuriositi: gli sviluppatori hanno inserito un contatore sui loro server che decresce ogni volta che qualcuno muore, e quando questo contatore raggiungerà lo zero il gioco cesserà di esistere. Letteralmente. Verrà rimosso dalla vendita, non sarà più possibile comprarlo o giocarci.
Il senso di tutto questo non è solo narrativo (il numero rappresenta la popolazione del pianeta) ma anche pratico: la stragrande maggioranza dei giochi online finisce inevitabilmente per finire abbandonato dopo qualche anno, e piuttosto che lasciare che questo avvenga da sé gli sviluppatori hanno deciso di dare un finale del tutto alternativo al ciclo di vita del loro prodotto.
The Flock è uscito qualche giorno fa su Steam, la durata della sua permanenza nel negozio dipenderà dal suo successo e da quanta gente continuerà a giocarci.

Orc Work – Evilibrium II

Evilibrium II è un gioco mobile di carte collezionabili multiplayer creato da un piccolo studio indipendente russo. Lo stile fa da padrone, tanto è vero che gli sviluppatori hanno inventato un termine apposito per definire il mondo di gioco, soulpunk, che all’atto pratico combina horror influenzato da autori come Tim Burton, Lovecraft e Edgar Allan Poe. Ovviamente tutto ciò si riflette anche sulla grafica.
Sappiamo pochissimo sul gameplay: da quel che abbiamo visto ogni carta è dotata di tantissime caratteristiche, e i mostri rappresentati combattono in tempo reale sullo schermo con possibilità di impartire comandi e influenzarli con differenti abilità.

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Sileni Studios – Mayan Death Robots

La serie di Worms è universalmente riconosciuto come uno dei più esileranti party game di sempre, dopo 20 anni di episodi della medesima saga è però sempre mancata un’alternativa realmente valida senza sembrare solo un banale clone. Qui entra in gioco Mayan Death Robots, prodotto dal team indipendente belga Sileni Studios. Il concetto di base è simile: su una mappa bidimensionale due giocatori devono distruggere il rispettivo power core, vince il primo che ci riesce. Peculiarità: i turni sono simultanei, quindi entrambi i giocatori scelgono l’azione da compiere nello stesso breve arco di tempo di pochi secondi, dopodiché parte contemporaneamente il colpo (o l’azione) di entrambi.
Fra le altre caratteristiche: non c’è possibilità di movimento, solo di salto (e sacrificando un turno per farlo), il robot non muore per sempre ma viene rigenerato due turni dopo, e le rispettive basi sono piene di piccoli Maya che attaccano il robot se invade la loro area.
Possiamo garantirvi una cosa: è divertentissimo. Presto vi diremo di più con la nostra recensione.

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Mesi fa Potato Killer Studios ha annunciato Land of Britain un MMORPG fantasy veramente promettente, con dietro un team di sviluppatori con idee valide e a quanto pare tanta voglia di fare.
Dalle stessi menti e dalla stessa ambientazioni sta venendo alla luce anche un TCG free to play: Fangold, riguardo il quale oggi sono state rivelate molte novità interessanti.

Fangold

Il mazzo di Fangold sarà composto da 40 carte divise in varie categorie quali: difensive, offensive, illusioni, magie, contrattacchi e così via. A quanto detto dagli sviluppatori il gioco presenterà anche delle meccaniche esclusive e mai viste prima in un TCG, per esempio alcune carte potranno essere utilizzate in vari modi conferendogli abilità diverse.

“Al giorno d’oggi, uno dei più grossi limiti che caratterizzano i TCG è l’impossibilità di poter agire durante il turno dell’avversario” queste sono le parole sante dette dagli sviluppatori, che hanno quindi confermato la presenza di carte giocabili nel turno dell’avversario, dando così possibilità di difendersi dagli attacchi nemici e donando profondità al titolo.

All’interno del gioco sarà possibile, ovviamente, acquisire carte per migliorare il proprio mazzo in vari modi:il più semplice sarà senza dubbio l’acquisizione di nuove carte con gli appositi Pack, ma sarà inoltre possibile craftarle reperendo i materiali in gioco o partecipando ai Dungeon Raid e con altre modalità che verranno svelate in seguito.

A detta degli sviluppatori il gioco sarà costantemente aggiornato con espansioni e nuovi set di carte, saranno creati eventi per accaparrarsi carte esclusive e limitate.

Fangold verrà rilasciato su kickstarter a breve, e sarà disponibile su Windows, Mac, Linux, Android e IOS