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Quasi Tutti gli Articoli in questa categoria sono tratti dal sito: http://www.gamesource.it/ a cui va riconosciuto il giusto merito e va tutta la mia gratitudine per l’ottimo lavoro che svolgono

Originariamente rilasciato per PS Vita, nel 2013 Tearaway ha avuto vita difficile: arrivato sugli scaffali nel periodo in cui buona parte delle risorse pubblicitarie di Sony si concentravano su Uncharted: Golden Abyss, mentre su Playstation 3 usciva Beyond: Two Souls, il piccolo mondo di carta sviluppato di Media Molecule con il nome di Tearaway rischiava di farsi conoscere e apprezzare solamente dai fan di Little Big Planet. Non che oggi la situazione, a livello di uscite, sia migliorata.

Tearaway Unfolded, porting per Playstation 4 del suddetto titolo di MM, dovrà vedersela con una serie di giochi tripla A previsti per il periodo natalizio. Oggi come allora però – e probabilmente stavolta ancora di più – spetterà a noi addetti ai lavori consigliarvi di non perdere questo piccolo capolavoro che, umilmente e senza troppe pretese, sotto l’apparente veste da cartoon rivela un cuore poetico profondo e prezioso come solo pochi altri hanno saputo fare.

Tearaway Unfolded recensione

Il lungo viaggio di un messaggio

Tearaway Unfolded è un racconto metafisico: a fianco dei piccoli Iota o Atoi – a seconda che scegliate il personaggio maschile o femminile – il vostro compito sarà di consegnare un messaggio. Abbiamo scritto “a fianco” e non “nei panni di”, dal momento che l’intero impianto narrativo di Tearaway Unfolded mira a demolire l’immaginaria parete che separa il giocatore dal suo avatar: i protagonisti di Tearaway vi vedranno e si rivolgeranno a voi, mentre premerete i tasti del Dualshock e riporterete luce e colori nel loro evocativo universo di carta. A Vallecarta c’è un buco nel cielo: è da lì che i personaggi interagiranno con voi ed è attraverso quel buco che il piccolo protagonista dovrà viaggiare per arrivare nel mondo reale e consegnarvi il misterioso messaggio che gli è stato affidato.

C’è dell’altro nella trama di Tearaway Unfolded, ma quanto abbiamo appena detto è la vera colonna portante dell’intera esperienza, il fiore all’occhiello in grado di elevare il prodotto videoludico di Media Molecule a piccolo capolavoro di poesia che merita di essere posseduto e vissuto da ogni videogiocatore appassionato. A un livello più basso, la trama racconta di come le cartacce stiano invadendo il mondo di carta insozzandolo e ricoprendolo di orribili scritte di giornale in bianco e nero e di come voi dobbiate riportare il colore a Vallecarta. Anche la lotta contro le cartacce, però, si incastonerà alla perfezione con la trama più metafisica e profonda, mostrandovi come queste vi abbiano studiato e stiano ricostruendo un Dualshock all’interno del gioco per controllare il mondo di carta proprio come fate voi dal divano del vostro salotto. Non diciamo oltre per non rovinarvi l’esperienza, ma sappiate che Tearaway Unfolded è un’esperienza onirica tutta da vivere che vi consigliamo di non lasciarvi scappare: raggiunti i titoli di coda si resta con una soddisfazione che solo pochi altri titoli – e nemmeno i più blasonati – sono in grado di dare.

Tearaway Unfolded recensione

Il potere del Dualshock

Così come l’originale Tearaway nel 2013 sfruttava ogni singolo componente hardware della PsVita per dare l’idea dell’interazione tra il mondo di carta e la realtà del giocatore, allo stesso modo per Tearaway Unfolded gli sviluppatori hanno ripensato a un gameplay per il quale il Dualshock della Playstation 4 viene utilizzato in tutte le sue caratteristiche.

I personaggi di Iota e Atoi vengono comandati come di consueto dalle levette analogiche e dai tasti demandati al salto e al rotolamento ma, allo stesso tempo, con i grilletti dorsali e il touchpad al giocatore è chiesto di comandare il vento del cambiamento e la luce del Dualshock, due elementi indispensabili per permettere ai piccoli avatar sullo schermo di proseguire nell’avventura. Nelle fasi avanzate del gioco avranno un ruolo preponderante anche i sensori di movimento del Dualshock, tramite i quali si potranno spostare delle piattaforme o addirittura modificare radicalmente alcuni elementi del mondo di gioco.

Infine, come ciliegina sulla torta definitivamente in grado di bucare lo schermo del televisore e di rendere il mondo di carta e la nostra realtà un tutt’uno, vi è la possibilità di interagire con il personaggio principale per eseguire il lancio potenziato: in sostanza quando il personaggio raccoglierà un oggetto come una ghianda o una pietra, gli sarà possibile lanciarvelo dentro al controller e voi, una volta presa la mira, lo potrete rilanciare a vostra volta nel mondo di gioco colpendo i nemici o attivando dei meccanismi. Se a leggere queste parole siete scettici, sappiate che non è così facile descrivere un’esperienza di questo tipo, davvero unica nel suo genere e perfettamente strutturata per farvi sentire parte integrante del gioco e non semplici giocatori.

Tearaway Unfolded recensione

Un secondo aspetto, di certo non meno importante e coinvolgente, è l’implementazione del disegno e della personalizzazione: senza la maniacale – e a tratti snervante – attenzione di Little Big Planet, anche Tearaway Unfolded vi chiederà in più di un’occasione di personalizzare il mondo di gioco disegnando stelle, fiocchi di neve, bandiere e abbellimenti vari per il vostro personaggio. Senza lo schermo touch della PsVita, bisogna dire che gli sviluppatori hanno lavorato in maniera incredibile per permettere di disegnare in maniera precisa sul touch screen del Dualshock 4: non aspettatevi la perfezione di una tavoletta grafica, ma vi assicuriamo che non vi servirà molta esperienza per realizzare delle creazioni soddisfacenti. Per i più esigenti, o semplicemente per chi ama giocare in compagnia, segnaliamo la presenza di una ricca e completa companion app per smartphone, grazie alla quale è possibile scattare foto e apportare modifiche più precise al mondo di gioco, anche mentre un altro giocatore sta affrontando l’avventura con la PS4.

Volendo trovare un difetto nella perfezione della realizzazione di Tearaway Unfolded, dobbiamo ammettere che il gioco prevede una curva di apprendimento piuttosto lenta: prima che il vostro personaggio di carta possa saltare, giusto per fare un esempio, giocherete per circa un’ora e mezza. Allo stesso modo, il ritmo del racconto inizia in maniera assai infantile e blanda, per prendere la piega metafisica e poetica che tanto stiamo osannando in questa recensione solamente dopo la metà dell’avventura, parte nella quale sono anche richiesti più attenzione e impegno nell’utilizzo combinato dei poteri del Dualsock. Questa lentezza iniziale fa sì che alcuni dei poteri e delle meccaniche più interessanti trovino posto solamente in brevi parti dell’avventura, quando invece avrebbero potuto essere utilizzate in diversi momenti portando come benefici una maggiore longevità e una varietà di situazioni ben più grande rispetto a quanto proposto nelle circa sei o sette ore necessarie a completare il gioco. Certo, come al solito parlando con tutti i personaggi e cercando tutti i segreti – in tutta Vallecarta vi sono dei pacchi regalo blu da raccogliere completando sfide via via più complesse – la longevità aumenta di un paio d’ore, ma siamo dell’idea che inserire più elementi platform e puzzle nella trama principale avrebbe senz’altro fatto di Tearaway Unfolded un must have ancora di più di quanto già ora non lo sia.

Tearaway Unfolded recensione

Un mondo di carta

Graficamente Tearaway Unfolded non si discosta più di tanto dalla sua controparte PsVita, sebbene la risoluzione in full HD permetta di godere appieno della bellezza del paesaggio di carta che caratterizza in ogni minimo dettaglio lo stile unico del titolo Media Molecule. Anche in questo caso segnaliamo come inizialmente vi sembrerà di trovarvi di fronte a un semplice titolo per bambini, con buffi personaggi e libri pop-up a comporre lo scenario di gioco. Serve pazienza, come per la trama e per il gameplay: arrivati al mare inizierete a strabuzzare gli occhi davanti alle onde di carta e alla biblica traversata che è uno dei momenti più appassionanti del gioco. Verso la fine dell’avventura, poi, ogni vostro scetticismo sarà spazzato via dal livello che narrerà la parte della storia che ancora deve essere scritta: oltre il mondo di carta, in mezzo ai fogli bianchi e a semplici post-it, il vostro viaggio insieme al messaggero e al suo messaggio assumerà i tratti di un’introspettiva filosofica che vi porterà ancora una volta a riflettere sul senso dell’avventura, del videogioco e del mondo ibrido tra reale e fantastico in cui vi troverete in quel momento.

Tearaway Unfolded recensione

Il framerate di 60 fps, poi, restituisce una sensazione particolare e squisita: gli origami si dispiegano come se fossero realizzati in stop-motion quando il vento, i personaggi e gli altri elementi mobili sullo schermo si muovono fluidi e realistici tutti attorno, così come la luce del Dualshock illumina l’ambiente seguendo i movimenti della mano senza mai un’esitazione. Ne risulta la sensazione di trovarsi davvero all’interno di un libro, di una storia di carta che prende vita al nostro passaggio. Non lasciatevi ingannare dall’apparente semplicità di Tearway Unfolded, così come dal suo essere un porting derivante da una console portatile meno potente: il mondo di carta è realizzato con una cura e una coerenza visiva che solo pochi altri titoli possono vantare.

Porting di Tearaway per PsVita, Tearaway Unfolded approda su Playstation 4 con una serie di migliorie grafiche e di gameplay che, come nell’originale titolo del 2013, conquistano e stupiscono. Media Molecule ha realizzato un titolo ben più adulto di Little Big Planet che, a differenza di quest’ultimo, è in grado di stupire grazie allo stile unico, al gameplay e alla narrazione. Tearaway Unfolded è un’esperienza metafisica, poetica, quasi mistica: quando il messaggero giungerà finalmente nella realtà e, oltrepassato il buco nel cielo, vi consegnerà il suo messaggio, vi sfidiamo a non riporre il gioco sullo scaffale con un minimo di malinconia, la stessa che si prova salutando un vecchio amico con il quale si è condiviso un lungo, avventuroso viaggio fantastico.

Chissà quanti sono gli scrittori che hanno sperato di lasciare un’impressione indelebile nei lettori con le proprie opere; così forte da cambiare realmente il mondo, contribuendo a far predominare i valori positivi contro l’odio. Ebbene, sembra che sia proprio a questo che hanno pensato Brainseed Factory e Headup Games nel creare Typoman.

Nell’attuale panorama videoludico, sempre più battuto da produzioni indie dai concept originali, non è facile trovare titoli che sappiano distinguersi e creare un’identità propria; se poi si tratta di far emergere un buon platform su Wii U l’impresa risulta ancora più ostica. Nonostante ciò, con Typoman, gli sviluppatori sono riusciti a creare un gioco davvero interessante per formula e atmosfera, che riesce a distinguersi dalla massa con inaspettata vivacità. Vediamo con ordine di cosa si tratta.

Typoman recensione

Change wor(l)ds

Il primo impatto col gioco è tramite il suo particolarissimo stile grafico. Veniamo calati in un mondo tetro, decadente, dallo stile gotico vagamente Burtoniano, dove parole e lettere sono parte integrante della realtà che descrivono. L’atmosfera, tratteggiata da un lavoro di artwork notevole, trasmette un senso di mistero e di angoscia davvero efficace, senza ovviamente esagerare.

A contribuire alla particolare atmosfera troviamo una colonna sonora (ascoltabile dal sito ufficiale) dalle tonalità sinistre e opprimenti. Si tratta di melodie efficaci e ben eseguite, un perfetto accompagnamento per gli scenari, che in pochissimi casi si impongono nello svolgersi dell’azione, e che difficilmente troverete ripetitive o fastidiose.

Typoman recensione

Gli eventi sono affidati a una narrazione silente e intuitiva, un po’ come come per Journey, e vedono il nostro piccolo protagonista materializzarsi nel tenebroso mondo senza un’apparente motivo. Proseguendo, l’unico scopo che appare chiaro è che dobbiamo sfuggire da alcune creature minacciose che rappresentano concetti negativi, e proseguire nel viaggio superando gli ostacoli sul nostro cammino. Nonostante rimanga presente quel senso di smarrimento, dovuto al non sapere esattamente cosa sta succedendo, non passerà molto tempo che cesserete di porvi domande razionali, avvolti nell’atmosfera surreale e coinvolti dalle meccaniche di gioco.

Il tutto funziona bene. L’unico appunto tecnico riguarda i caricamenti un po’ troppo lenti, che fanno occasionalmente singhiozzare l’azione di gioco. Fastidiosi, ma per fortuna non eccessivamente.

Typoman recensione

Letteralmente

Il gioco è un incrocio tra un platform e un puzzle game. Il mondo in cui siamo immersi è basato su caratteri tipografici, e il nostro piccolo protagonista potrà spostare manualmente le lettere che troverà sul suo cammino e comporre le giuste parole che ci faranno superare gli ostacoli sulla nostra strada. Ad esempio di fronte a una piattaforma mobile, formare la parola “ON” la farà sollevare; far cadere le lettere della parola “HEAVY” su una piattaforma la farà abbassare sotto il peso della parola stessa; per superare una pozza d’acqua riempita da una pioggia scaturita dalla parola “RAIN” basterà accostare la lettera D per ottenere “DRAIN” e far circolare via l’acqua.
Insomma dovremo giocare con lettere e parole per modificare direttamente l’ambiente, mettendo gradualmente alla prova la nostra conoscenza di termini inglesi. Va da sé quindi che se siete totalmente a digiuno della suddetta lingua con tutta probabilità non farete molta strada.

Per evitare situazioni frustranti, in cui si rimane bloccati senza avere idea di come proseguire, è stato inserito un sistema di indizi. Quando siamo di fronte a un ostacolo, sullo schermo del gamepad appare un punto interrogativo che, se toccato, fa apparire una frase in cui è nascosto un indizio per proseguire; se anche questo indizio non è sufficiente, premendo ancora il punto interrogativo viene evidenziata la parola necessaria a risolvere l’enigma ambientale. È un ottimo sistema per non lasciare in balia della frustrazione i giocatori senza comunque concedere troppo.

Typoman recensione

Il concept è davvero intrigante e gli enigmi risultano intelligenti e stimolanti quanto basta. Anche se si tratta di situazioni molto pilotate e lineari, ogni tanto c’è persino modo di superarle con più di una parola chiave.
L’unica cosa che non funziona benissimo nelle meccaniche sono i controlli che spesso rendono lo spostamento delle lettere davvero poco maneggevole; nello spostare i caratteri ci si sente lenti, limitati e mai abbastanza precisi, e non è una cosa simpatica quando per comporre una singola parola ci si mettono vari tentativi.

Per fortuna anche in questo caso il GamePad ci viene in soccorso: avvicinandosi a un insieme di lettere queste appariranno sullo schermo del pad in modo da poter essere facilmente spostate da lì senza doverle far spostare una a una dal protagonista. Funzione decisamente comoda (anche se non esattamente intuitiva nel gioco), soprattutto quando il gioco richiederà di comporre le parole con poco tempo a disposizione.

Typoman recensione

Oltre al risolvere enigmi letterari, saltuariamente il gioco ci metterà alla prova con meccaniche prettamente platform più di azione, dove dovremo generalmente correre e superare ostacoli saltando e arrampicandoci. Anche in questi casi i controlli risultano poco precisi, il che si farà sentire soprattutto nelle fasi avanzate dove il gioco richiede una precisione di salti e tempismo non indifferenti.

Considerando che su questo aspetto il gioco non offre una curva di difficoltà ottimale, le sessioni platform potrebbero indispettire chi gioca a Typoman attratto, giustamente, dalle sue meccaniche puzzle. In diverse situazioni, poi, capiterà di morire senza avere grandi possibilità di prevedere ed evitare la disfatta. Il gioco comunque non ci mette limiti sul numero di volte che possiamo provare una sfida, e grazie all’abbondanza di checkpoint è chiaro che preveda una progressione fatta di trial and error.

Typoman recensione

Typoman offre un concept affascinante, confezionato in un’ambientazione deliziosamente dark dalla direzione artistica di tutto rispetto.
La formula di gioco è stimolante e intelligente, anche se si ha la netta sensazione che non sia stata sfruttata appieno. Mentre si aspetta che gli enigmi si complichino davvero, il gioco purtroppo finisce dopo circa quattro ore di gioco (che a fronte del costo di 14€ potrebbero sembrare poche).
Insomma, nonostante alcuni evidenti limiti, si tratta di un indie sicuramente valido che farà la gioia degli amanti dei puzzle e delle ambientazioni particolari.
Ci piacerebbe decisamente vederne un seguito meglio rifinito e che soprattutto sfrutti maggiormente questa formula azzeccata.

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Qualche giorno fa vi abbiamo parlato di un rumor che vedeva Shovel Knight come possibile nuovo personaggio su Super Smash Bros, oltre alle speculazioni di un insider nintendo, uno dei fattori che fece pensare ciò al grande pubblico fù l’apparizione di un amiibo del cavaliere sul sito di un rivenditore di videogiochi spagnolo, che però fece sparire tale pagina in poco tempo e la foto usata nel sito venne addirittura riconosciuta come fake da alcune persone.
Dopo qualche giorno di silenzio è però arrivato l’annuncio ufficiale da parte di Nintendo! E’ stato, infatti, da poco rilasciato il trailer che rivela l’esistenza dell’amiibo di Shovel Knight.

Ecco il simpatico video pubblicato da Nintendo:

L’amiibo di Shovel Knight sarà utilizzabile su entrambe le console Nintendo e garantirà l’accesso a contenuti esclusivi.
Purtroppo non è stato confermato (ne smentito) il rumor riguardo una sua possibile apparizione su Super Smash Bros.

Nintendo non ha ancora comunicato la data di uscita di questo amiibo, ma un tweet del rivenditore GAME brithon riporta la data del 27 Novembre.

amiibo Shovel Knight

La Closed Beta del titolo Gameforge arriva oggi alla versione 2.4, eccovi dunque un elenco di tutte le novità dell’update di Orcs Must Die! Unchained.

update di Orcs Must Die! Unchained - Max vs Oziel

Vivi e lascia morire: Oziel, il Ladro di anime

Gameforge e gli sviluppatori della Robot Entertainment ci presentano Oziel, un eroe specializzato nel furto di anime in grado di sviluppare il suo potenziale massimo nel corso della partita.
Oziel, il mago fluttuante, ha un’abitudine malvagia: estrae la salute ai suoi avversari al fine di rafforzare se stesso. Durante una partita, egli è in grado di accumulare le anime degli sgherri caduti grazie alla sua abilità passiva. Ciò incrementa costantemente la sua riserva di mana, influenzando direttamente la facoltà di usare le altre abilità. Per esempio, la durata di “Terreno sconsacrato”, in cui delle mani spettrali vengono evocate per rallentare gli avversari nelle vicinanze, dipende dal quantitativo massimo di mana a disposizione di Oziel. Un’altra abilità del mago evoca un’anima che si aggrappa alle calcagna di un eroe avversario, indebolendo i suoi attacchi del 30%. Qualora questo giocatore venga colpito da ulteriori attacchi di Oziel, l’anima ancorata esplode causando danni a tappeto per un valore corrispondente al quantitativo di mana disponibile.

Eccovi un trailer del nuovo personaggio:

Un agosto di novità: punti guerra modificati, oggetti da distruggere e portoni magici

Gli appassionati di PvP apprezzeranno le modifiche alla funzione dei punti guerra e degli Accampamenti Bellici, così come l’introduzione di barriere magiche e di oggetti da distruggere per ottenere risorse extra da usare nel gioco.
D’ora in poi, i giocatori potranno risparmiarsi la sfacchinata per tornare alla propria base: i punti guerra saranno investiti automaticamente nell’Accampamento Bellico! L’Accampamento Bellico che subisce il miglioramento è quello corrispondente alla corsia nella quale sono stati guadagnati i punti guerra. Arriva anche un’assoluta novità: gli oggetti da distruggere. Si tratta di vasi sparpagliati un po’ ovunque sulla mappa: distruggendoli, si ottengono punti guerra e punti esperienza supplementari. Il funzionamento delle barriere magiche, che vanno a sostituire i portoni, è semplicissimo: le proprie truppe e i propri compagni ci possono passare semplicemente attraverso, mentre gli sgherri e i giocatori avversari devono utilizzare il vecchio metodo di sfondamento. Le barriere danneggiate si rigenerano da sole entro un certo lasso di tempo, mentre quelle distrutte devono essere riparate.

Coloro che prediligono le partite in cooperazione potranno godersi l’amata mappa “Fortezza degli Unchained” anche in modalità infinita, scontrandosi contro avversari controllati dal computer. Proprio come nelle versioni precedenti, tornano disponibili le trappole fisiche, in grado, ad esempio, di scaraventare in aria gli sgherri.

update di Orcs Must Die! Unchained - Leading the charge

Più profondità di gioco e accesso facilitato

La modifica alle meccaniche relative ai punti guerra fa risparmiare tempo ai giocatori, dando la possibilità di sviluppare nuove tattiche senza doversi allontanare dalla mischia. È meglio concentrarsi su delle corsie già ben sviluppate o è il caso di spingersi verso nuove rotte per avere un vantaggio durante le fasi successive della partita? Robot Entertainment ha deciso di fornire uno Starter Deck tutto nuovo per i principianti, completo di diversi tipi di trappole, sgherri e item che permettono un inizio senza scossoni. Gli sviluppatori hanno inoltre in programma di affinare il bilanciamento dei singoli eroi, delle mappe e delle ricompense.
Cliccate sul seguente link per leggere le patchnote con una lista completa di tutte le modifiche: http://bit.ly/OMD_Patch2_4

Panoramica delle novità più importanti:

  • Nuovo eroe: Oziel, il Ladro di anime, un mago attaccante le cui abilità dipendono dal suo quantitativo massimo di mana
  • Mappa “Fortezza degli Unchained” giocabile in modalità PvE
  • I punti guerra non devono più essere investiti manualmente e vanno direttamente nell’Accampamento Bellico
  • Gli oggetti da distruggere donano punti guerra e punti esperienza supplementari al giocatore e ai suoi alleati
  • Nella modalità infinita tornano le amate trappole fisiche

Eccovi un video riassuntivo sulla Patch 2.4:

Ricordiamo che l’uscita Orcs Must Die! Unchained è prevista per una data da definirsi del 2016 per PlayStation 4 e PC.

Danganronpa. Una serie di videogames nata su Playstation Portable, è una di quelle classiche saghe che o si odiano o si amano. Non ci sono mezze misure. Danganronpa viene riproposto in Giappone per Playstation Vita in un pacchetto che comprende sia il primo che il secondo capitolo, che sono poi arrivati anche qui come due giochi separati (a prezzo pieno). In attesa di un futuro terzo capitolo, tuttavia, ecco arrivare uno spin off chiamato Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls. Tale gioco è ambientato tra gli eventi del primo e del secondo capitolo (tuttavia attenzione: se giocato prima di Danganronpa 2 porterà a moltissimi spoiler importanti), ma abbandona la sua impostazione da visual novel per passare ad essere un vero e proprio sparatutto action. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls Recensione

Monokuma invasion!

La protagonista di Danganronpa Another Episode si chiama Komaru Naegi. Sì, Naegi come il cognome del protagonista del primo Danganronpa. Difatti Komaru è la sorella di Makoto, ed è colei che probabilmente fu presa in ostaggio per costringere Makoto a partecipare al crudele gioco di uccisioni tra studenti. O almeno questo è ciò che possiamo intuire all’inizio del gioco: Komaru è imprigionata all’interno di un appartamento da oltre un anno, appartamento dove le vengono portati regolarmente cibo e altri bisogni secondari, ma dal quale non può uscire in nessun caso. Lei non ha la minima idea delle motivazioni del suo rapitore, tuttavia un “bel” giorno viene liberata dalle graziosi mani artigliate di un Monokuma, l’orso bianco e nero antagonista delle serie, che come un automa impazzito distrugge la porta e tenta di ucciderla. Fortunatamente viene salvata da alcuni uomini capeggiati da Byakuya Togami, che torna direttamente dal primo capitolo, facenti parte dell’organizzazione chiamata Future Foundation. Costoro non danno molte informazioni a causa della battaglia che infuria, ma Byakuya ha comunque il tempo di dare a Komaru uno strano megafono e ordinarle di fuggire. La nostra protagonista scopre così di trovarsi nella città di Towa, e che nelle sue mani c’è una speciale pistola in grado di rovinare corpi meccanici, compresi dunque i tanto temuti Monokuma che ora imperversano per la città uccidendo chiunque capiti a tiro. Sì, la città di Towa è diventato un vero e proprio campo di battaglia, con cadaveri e sangue ovunque, e il terrore regna sovrano. Solo Komaru sembra avere la possibilità di svelare il mistero che si cela dietro tutto questo, grazie alla sua Hacking Gun e l’aiuto di Fukawa Toko, anch’essa personaggio del primo Danganronpa, che seguendo gli ordini di Byakuya seguirà la nostra eroina in veste di mentore.

Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls Recensione

Ordini sparati

Il genere di questo titolo è un vero e proprio sparatutto in terza persona, come se ne vedono da sempre, e quindi abbastanza intuibile da immaginare nella sua struttura di base. Tuttavia si differenzia grandemente dai normali sparatutto, e non solo grazie alla sua impostazione da mezza-visual novel con frequenti cut-scene e lunghi dialoghi. L’arma a disposizione di Komaru, difatti, non spara proiettili ma quelli che vengono chiamati “Truth Bullets“, così da riprendere in pieno il tema dei primi due giochi in cui durante gli interrogatori veniva figurativamente usato un proiettile per indicare le nostre accuse. Ci sono moltissimi Truth Bullet diversi, e gridandone il nome mentre li spara come nel miglior anime, Komaru indurrà svariati effetti sui Monokuma nemici. Ci sono infatti i proiettili semplicemente distruttivi (i quali possono essere mirati all’occhio rosso degli orsi per un Head-shot e potenziare anche il colpo successivo), proiettili che possono accendere interruttori o muovere elementi elettrici come macchine, ma anche proiettili per bloccare i Monokuma sul posto, farli danzare, portarli dalla nostra parte e moltissime altre folli idee.

Avere successo nella nostra distruzione dei robot cattivi però non sarà semplice, non solo perchè ce ne sono moltissime varianti ognuna con attacchi diversi, ma anche perché Komaru può resistere a ben pochi colpi nemici prima di piombare nel Game Over e proiettili e vita extra vengono assegnati col contagocce. Va da sè, dunque, che è necessaria anche una solida base strategica per giocare questo titolo, e non un buttarsi a capofitto nell’azione. Nelle fasi più complicate, comunque, avremo a disposizione la nostra Toko Fukawa che ha imparato a gestire il proprio disturbo di personalità multipla: usando un indicatore a forma di batteria potremo trasformare temporaneamente Toko nella terribile Genocide Shou, che con le sue forbici farà piazza pulita di chiunque le si pari davanti, donandoci durante il suo controllo invincibilità, potere di attacco aumentato, e attacchi in grado di colpire anche ad area.

Spesso e volentieri verremo in contatto anche con strani cabinati da sala giochi. Usando su di essi il comando Move ci mostreranno una visuale dall’alto della prossima stanza da affrontare, in pratica sfide di enigmi necessari da risolvere per proseguire. In tali stanze dovremo distruggere tutti i Monokuma facendo uso solo di determinati proiettili, trovando con essi il modo di eliminarli tutti in una volta sola, utilizzando quasi sempre fattori ambientali o i nemici stessi.

L’esplorazione della città, nonostante sia in un ambiente esterno, mantiene comunque la sensazione di claustrofobia e disperazione nativi dei primi due capitoli, ma verremo aiutati dagli eventuali ritrovamenti di collectibles sotto forma di libri, i quali ci aiuteranno a decifrare il background del titolo e ci assegneranno nuove skill per il nostro personaggio, equipaggiabili a un costo il cui massimale è determinato dal livello di esperienza raggiunto.

Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls Recensione

L’ora di tirare le somme

Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls si rivela essere il tipo di gioco che potrebbe non far impazzire i fan della saga, ma è il tipo di gioco di cui la saga aveva bisogno. Dopo due titoli passati a risolvere i misteri, finalmente ci viene sbattuta in faccia la verità e la possibilità di fare qualcosa in maniera attiva per risolvere la situazione. Il gameplay è profondo, ben strutturato e divertente, tuttavia la nota dolente è un movimento un po’ macchinoso dei personaggi che ci porterà spesso a incastrarci contro bordi invisibili degli oggetti durante le fughe.

Graficamente è stato fatto un bel lavoro: Playstation Vita mostra buoni dettagli per ambientazioni e personaggi, modellati nel perfetto stile degli artwork originali di Danganronpa. L’audio presenta un doppiaggio purtroppo esclusivamente inglese e privo di sottotitoli di alcun genere durante i filmati, ma le musiche sono perfette e nella piena atmosfera dei giochi precedenti.

Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls Recensione

Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls è un titolo molto ben realizzato, un perfetto spin off dei due Danganronpa che ci porta a rivelare verità nascoste e che bramavamo di conoscere. Ovviamente è un titolo dedicato solo a chi ha già giocato gli altri due capitoli, altrimenti sarebbe tremendamente pieno di spoiler e citerebbe cose impossibili da capire per chi non conosce la storia originale. Molto ben fatto anche in ambito tecnico, dove l’unica nota dolente è un movimento un po’ macchinoso che ci porterà alcune difficoltà in caso di fuga strategica.

Square Enix ha presentato oggi un nuovo trailer di DRAGON QUEST HEROES®: l’albero del mondo e le radici del male che rivela nuovi particolari sui coloratissimi personaggi e le ambientazioni del gioco.

Guardate i capitani della Guardia Reale, Lucyus e Aurora insieme ai personaggi più amati della serie, da Alena, il maschiaccio di DRAGON QUEST® IV, all’ex bandito Yangus di DRAGON QUEST VIII, mentre combattono orde di mostri formidabili.

Riconoscerete i personaggi più noti della serie DRAGON QUEST mentre combattono sfruttando le loro abilità uniche e i loro diversi stili di combattimento. Dalla lancia di Kiryl che tiene lontani i nemici alle bolle magiche di Nera per far esplodere i mostri, potrete scegliere tra dodici leggendari eroi di DRAGON QUEST. Tra i nuovi personaggi troverete anche l’imbattibile Doric, il re di Arba, e la fantastica, un’intelligente scienziata. 

DRAGON QUEST HEROES®: L’Albero del Mondo sarà disponibile in Europa e nei territori PAL dal 16 ottobre 2015 per PlayStation 3 e PlayStation 4. Prenotando la Day One Edition o la Collector’s Edition dallo SQUARE ENIX STORE riceverai anche un costume dell’eroe di DQIII. Per prenotare, visita il sito ufficiale.

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E’ stata annunciata oggi una new entry nel roster di Street Fighter V, si tratta di un personaggio apparso prima d’ora solo in Street Fighter Alpha 3Rainbow Mika!

Per quanto questo personaggio sia apparso una sola volta all’interno della saga è molto amato dai fan, sia per il suo aspetto che per la sua personalità.
La wrestler bionda è, similmente a Sakura con Ryu, una fan sfegatata del russo Zagief, e per tutta la sua vita non ha fatto altro che allenarsi e scontrarsi in giro per tutto il pianeta.

Il set di mosse di Mika sembra essere composto da molte prese aeree e colpi forti.
Nel Blog Capcom sono state presentate nel dettaglio la V-Skill e il V-Trigger:


V-Skill: Mic Performance

street fighter 5 nuovo personaggio

street fighter 5 nuovo personaggio

Questa mossa permette a Mika di potenziare le proprie prese e i propri colpi. Tirando fuori il proprio microfono inizierà un monologo, maggiore sarà la sua durata più forte sarà il buff ricevuto.
Durante l’esecuzione Mika potrà assorbire un colpo avversario, e in qualsiasi momento sarà possibile interrompere il discorso lanciando il microfono che danneggerà il nemico.
V-Trigger: Nadeshiko

street fighter 5 nuovo personaggio

street fighter 5 nuovo personaggio

Questa abilità avrà 3 varianti a seconda della direzione che premeremo all’attivazione del trigger.
Una volta attivato la compagna di Mika scenderà in 3 possibili direzioni colpendo il nemico:
Caduta dall’alto (Neutrale)
Calcio da davanti (Indietro)
Calcio da dietro (Avanti)

 

Si preannuncia un personaggio molto forte, che sarà forse odiato da molti.

Sarà possibile provarla al PAX Prime, questo weekend a Seattle, allo stand Capcom.

Ricordiamo ai possessori della beta, che quest’ultima sarà attiva da domani fino al 2 settembre.

 

 

 

Circa tre anni fa Bethesda pubblicò Dishonored, ultimo lavoro dei francesi di Arkane Studios destinato a raccogliere ottimi giudizi.
Con la sua storia avvincente, il suo setting unico e l’interessante formula di gioco, il titolo ha davvero convinto critica e pubblico, attestandosi come uno dei migliori titoli del 2012.

Dopo il grande successo, il titolo di Arkane Studios si ritrova nella schiera degli ormai tanti titoli a essere importati di peso sulle console new-gen. Vediamo quindi se questa conversione vale o meno i nostri soldi.

Dishonored: Definitive Edition Recensione

Per chi non conoscesse il gioco originale, Dishonored vi metterà nei panni di Corvo, una guardia del corpo della regina di Dunwall (un flagellato regno ispirato a un’Inghilterra di tardo ‘800 con un’atmosfera a metà tra steampunk e dark fantasy lovecraftiano), che viene incastrato per il suo omicidio da un’associazione di assassini. Corvo dovrà recuperare il proprio onore e scoprire i veri colpevoli della crisi della città.

Il gioco è un action-adventure in chiave stealth. Oltre a poter contare su armi normali, avremo a disposizione una serie di abilità e poteri occulti che otterremo poco dopo l’inizio del dell’avventura. Particolarità del sistema di gioco è la possibilità di scegliere se agire da assassini o se puntare sulla furtività e limitare al minimo le uccisioni per evitare la diffusione della peste in città. In base alle nostre scelte otterremo un finale diverso.

Evitando di dilungarci troppo sul gioco originale, invitiamo chi volesse maggiori dettagli a leggere la nostra recensione di Dishonored.

Dishonored: Definitive Edition Recensione

Passando ai contenuti che Bethesda propone per questa Definitive Edition per PlayStation 4 e Xbox One, ci troviamo di fronte a una formula già vista: vi diamo lo stesso gioco con grafica migliore e tutti i DLC usciti fin’ora. In effetti, uno degli aspetti in cui l’originale Dishonored non aveva convinto appieno era appunto la resa grafica, che mostrava diverse incertezze tecniche. Una versione del gioco con grafica riveduta e corretta quindi sarebbe stata un’ottima occasione per rimediare alle sviste del passato.

Il problema è che, invece, le migliorie grafiche di questa Definitive Edition sono davvero esigue. A parte un comparto di texture più “pulite” e definite, non si notano grandi cambiamenti, e anzi in alcune occasioni (soprattutto negli ambienti nelle fogne) assistiamo a episodi di screen tearing che fanno davvero una pessima figura sulle nuove console. Il frame rate, peraltro, è stato lasciato a 30 miseri fps. Insomma, di fronte a un mediocre lavoro di conversione grafica come questo è difficile definire questa Definitive Edition come un remaster, ma più come un porting.

Dishonored: Definitive Edition Recensione

Occasione mancata a parte, in quanto a qualità Dishonored rimane tutt’oggi un gioco avvincente e dalla formula ispirata.
Il titolo poi può vantare la presenza di tutti i DLC rilasciati in seguito:

  • Dunwall City Trials
  • Il Pugnale di Dunwall
  • Le Streghe di Brigmore
  • L’Arsenale del Viandante dell’Oblio

Le espansioni sono sicuramente una buona attrattiva per chi ha terminato l’avventura principale e non li ha ancora provati.

Anche considerando che Bethesda permette a chi possiede l’originale su PlayStation 3 o Xbox 360 di scaricare il gioco con uno sconto del 50%, questa Definitive Edition appare poco giustificata per lo scarso lavoro svolto nella conversione. Il lavoro sulla grafica è blando e decisamente non eclatante mentre la presenza dei DLC è sì gradita, ma li abbiamo già nella versione Game of the Year del gioco, già in commercio da un paio d’anni.

Dishonored è un gioco superlativo sotto innumerevoli aspetti, quindi chiunque non l’ha ancora provato è caldamente invitato a farlo, e questa Definitive Edition potrebbe essere l’occasione perfetta per rimediare. I miglioramenti grafici sono pochi, ma ci sono. Quindi se avete solo una PlayStation 4 o Xbox One potrebbe essere una buona alternativa alla normale edizione Game of the Year old-gen. Se invece avete un PC abbastanza potente, l’acquisto è decisamente poco consigliato, dato che la GOTY offre praticamente gli stessi contenuti (e probabilmente una grafica migliore) a un prezzo inferiore. Il voto ovviamente non rispecchia meramente la qualità del gioco di per sé, ma il livello di contenuti della riedizione.

Square Enix Montréal ha annunciato che, dopo il grande successo di Hitman GO, da oggi è disponibile Lara Croft GO per iPhone, iPad, iPod Touch, Android e Windows Phone. I fan che desiderano scoprire un nuovo capitolo della saga di Lara Croft possono acquistare il gioco su App Store, Google Play e Windows Store a soli 4,99 €. In questo puzzle game a turni Lara esplora le antiche rovine di una civiltà dimenticata. Scopri la sua nuova avventura in cinque capitoli e aiutala a sconfiggere terribili nemici, superare pericolosi ostacoli e trappole per svelare i misteri della Regina del Veleno.Raccogli le antiche reliquie nascoste nel gioco per sbloccare opzioni extra e costumi storici di Lara Croft.

“Con Lara Croft GO ci siamo impegnati per ricreare il mix di esplorazione e combattimento tipo del leggendario franchise in modo divertente e accessibile, senza dimenticare una componente di sfida per i giocatori,” ha commentato Patrick Naud, direttore dello studio Square Enix Montréal. “Il risultato è un gioco intelligente e particolare. Siamo convinti che appassionerà sia i fan di Lara Croft e della serie GO, sia tutti gli altri giocatori.”

Ispirato ai classici titoli della serie Tomb Raider, Lara Croft GO risveglierà il tuo istinto di cacciatore di reliquie grazie a immagini e musiche coinvolgenti. Affronta più di 75 puzzle, aiuta Lara a fare luce su un terribile mistero e a sopravvivere all’avventura che l’aspetta.

 

Di tanto in tanto un titolo di genere rompe gli schemi e ci porta fuori dalla nostra zona di comfort. This War Of Mine è stato uno di quelli. Acclamato dalla critica, pluripremiato e molto apprezzato in tutto il mondo. Ora la nuova edizione This War Of Mine: The Little Ones è stato creato per sfidare e ispirare i giocatori ancora una volta.

Non soldati, non terroristi, ma adulti indifesi e bambini che fronteggiano la guerra – questo è This War of Mine: The Little Ones.

Nuovo mix survival  e nuova gestione delle persone/risorse, aggiunge nella trama l’arrivo dei bambini. Proteggi e prenditi cura dei più piccoli che continuano a vivere nel paesaggio devastato dalla guerra come solo i bambini possono. Insegna loro come sopravvivere, educali e costruisci dei legami affettivi in un  mondo duro all’interno di questo  racconto unico.

This War of Mine: The Little Ones esplora le difficoltà di sopravvivenza in tempo di guerra da una prospettiva completamente nuova; quella di un bambino. Basato su This War of Mine, The Little Ones si concentra non solo sulla realtà della guerra in corso, ma anche sul fatto che,  anche in guerra, i bambini sono sempre i bambini – ridono, piangono, giocano con i giocattoli e vedono il mondo in modo diverso. Oltre a pensare a come sopravvivere, dovrai ritrovare il bambino che c’è in te per capire come proteggere i più piccoli. La domanda è: Quanto andrai lontano per farcela ancora un altro giorno?

Michal Drozdowski, Creative Director di 11bit studios ha dichiarato: Abbiamo avuto questa idea fin dall’inizio e quando Deep Silver apparve con l’opportunità di fare una versione per console, abbiamo deciso di espandere il nostro progetto e portare tutte le idee alla luce in This War of Mine: The Little Ones  su console di nuova generazione. Lo vedrete con i vostri occhi per la prima volta al PAX Prime.

Caratterizzato da un nuovo schema di controllo su misura per console, compresi i contenuti e gli aggiornamenti che sono stati aggiunti alla versione originale per PC, come l’editor di scenari ed il character creator, This War of Mine: The Little Ones sarà portato da 11 bit studios e Deep Silver su PlayStation®4  e Xbox One il 29 Gennaio 2016.

Per il primo hands on del gioco, cerca il booth di Deep Silver e 11 bit studios al PAX Prime, e trova maggiori informazioni su www.thiswarofmine.com.