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Quasi Tutti gli Articoli in questa categoria sono tratti dal sito: http://www.gamesource.it/ a cui va riconosciuto il giusto merito e va tutta la mia gratitudine per l’ottimo lavoro che svolgono

Sul canale youtube di Playstation è stato da poco pubblicato il trailer ufficiale di Call of Duty: Modern Warfare Remastered, atteso remake di uno dei capitoli più amati della saga di Call of Duty.

Il gioco sarà incluso, come contenuto digitale,  in ogni copia di Infinite Warfare, discusso sparatutto ambientato nel futuro. Tuttavia, i possessori di Playstation 4 non dovranno attendere novembre per poter riprendere ordini dal capitano Price, infatti, prenotando l’edizione Legacy o la Digital Deluxe, potrete rigiocare Call of Duty: Modern Warfare Remastered a partire dal 5 ottobre.

Mancano poco meno di due settimane al rilascio di  Gears of War 4, l’esclusiva Microsoft più attesa dell’anno.

Con una dichiarazione che non farà molto piacere agli amanti del single player The Coalition ha  recentemente affermato che la durata della campagna a giocatore singolo di Gears of War 4 è stimata attorno alle 9 ore, durata che è destinata ad aumentare o diminuire in base al livello di difficoltà scelto.

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Ricordiamo che Gears of War 4 uscirà l’11 ottobre per Xbox One e PC.

Molto riconoscenti ospiti di Xbox Italia, noi baldi giovini di Gamesource ft. VGNetwork siamo stati invitati al BMW Next 100 Festival, una splendida kermesse dedicata agli appassionati di motori, e in particolare del brand tedesco che ha compiuto 100 anni.

La festa tuttavia non serviva solo a celebrare il centennale di un marchio storico, ma anche ad anticipare in maniera intrigante i prossimi 100 anni di BMW, e dove l’industria delle auto potrà arrivare. Godetevi il nostro video reportage.

Ma cosa c’entra Xbox vi chiederete voi? C’entra eccome, in quanto proprio l’azienda statunitense è sponsor ufficiale di una vettura del campionato Mini (la trovate qui sotto, assieme alle altre foto della gallery) e, allo stesso tempo, ha celebrato l’uscita del più che fenomenale Forza Horizon 3, alla presenza anche del Lead di Xbox Italia, Paolo Bagnoli. La giornata ha visto esibizioni di ogni tipo su due e quattro ruote, una bella iniezione di tecnologia con i prototipi BMW e si è conclusa con uno spettacolare concerto del sempre mitico Luciano Ligabue.

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Sonic Boom: Fuoco & Ghiaccio non è Sonic. Non che questa cosa debba necessariamente essere un problema, sia chiaro, però il fan di Sonic vecchia scuola non troverà assolutamente quello che cerca rispetto ai vecchi giochi. Perché questo nuovo titolo è un platform più votato all’esplorazione che al riflesso fulmineo, più votato all’utilizzare il giusto personaggio piuttosto che al minimizzare il tempo, ed infine più votato alla scelta della via corretta per trovare l’ennesimo collezionabile piuttosto che al trovare la via più breve. Questo perché, semplicemente, Sonic Boom: Fuoco & Ghiaccio non è un classico Sonic. È qualcosa di nuovo e di rivolto ad un pubblico giovane, che segue il nuovo corso introdotto da SEGA per quanto riguarda il franchise, frutto di una serie d’animazione che nulla vuole comunicare ai fan storici, se non una diffusa sensazione di disagio.

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Non tratteremo della trama di questo Sonic per 3DS per rispettare l’intelligenza del lettore, sappiate solo che questa non è interessante. Passiamo alla sostanza: Sonic Boom: Fuoco & Ghiaccio è un platform a scorrimento laterale, diviso in livelli come i canoni del genere vorrebbero, e che l’introduzione principale di gameplay è la meccanica – lo avevate intuito – del ghiaccio e del fuoco. I poteri possono essere alternati in qualsiasi momento, premendo sul touch screen così come utilizzando i tasti dorsali. Il fuoco permetterà di sciogliere i blocchi di ghiaccio, così come il gelo permetterà di congelare l’acqua per passarci sopra. Nello stesso modo sarà possibile cambiare i personaggi ogni volta che si vorrà, così da sfruttare le abilità peculiari di ognuno. In questo modo Sonic potrà utilizzare un dash a mezz’aria mentre, ad esempio, Tails avrà la capacità di sparare un raggio in grado di riflettersi su determinati specchi, e via discorrendo. Nulla di particolare, ad ogni modo. Fino a che non si saranno sbloccati tutti i personaggi utilizzabili questo sarà un limite, o uno sprone alla rigiocabilità, dal momento che i primi livelli andranno rifatti per poter raccogliere tutti i collezionabili. I collezionabili spesso si trovano in uno dei bivi che vi ho citato sopra, per non dire sempre, e appunto si tratta solo di decidere quale strada battere per prima. Suggerimento: quella più improbabile. Per il resto si tratta di alternare i personaggi per sfruttare l’abilità necessaria alla situazione. La meccanica non è esattamente stimolante, soprattutto per un pubblico che ha superato i 12 anni di età, fermo restando il fatto che i più piccoli proveranno certamente un gradevole senso di esplorazione. Ci sono livelli bonus da completare, sia che si esprimano come stages stand alone raggiungibili da un bivio della world map, sia quando li troviamo all’interno di un livello. Nonostante ciò, la sfida rimane sottotono.

A prescindere da queste critiche, il level design di Sonic Boom: Fuoco & Ghiaccio, rimane probabilmente uno dei suoi meriti maggiori, soprattutto in virtù delle mancanze del resto della produzione. Dove, per mancanze, mi riferisco soprattutto a un’anima che non è quella del Porcospino Blu che noi tutti conosciamo ed amiamo, quello fatto di velocità e strade alternative da prendere all’ultimo secondo, per intuizione ed istinto, e non per essersi fermati a riflettere due minuti. Le precisazioni da comunicare al proprio lettore di solito si fanno ad inizio articolo, per mettere subito le cose in chiaro, mentre io in questo caso intendo farla a metà: chi scrive non è qualcuno fissato con Sonic per Mega Drive, anzi, mi è piaciuto Sonic Unleashed, giusto per spiegare l’ampio livello di tolleranza.

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Passiamo ora a vedere cosa veramente è terribile di Sonic Boom, da intendersi come serie e quindi come fatto riflesso in questo ultimo episodio per Nintendo 3DS: la direzione artistica, purtroppo, è agghiacciante. Non tanto per il nuovo design dei personaggi, ad ogni modo veramente brutto. Diciamo che si potrebbe passare sopra anche alla manipolazione dei rapporti tra i personaggi, in fondo siamo sopravvissuti a Sonic The Hedgehog (il reboot). Il problema è che le ambientazione hanno l’appeal di un vaso da notte, non c’è nulla di quel meraviglioso senso di artificiale dei primi episodi, della Green Hill Zone. Nulla. Il comparto tecnico, almeno, si lascia guardare, passando agevolmente tra momenti 2D e 3D, i secondi sporcati dalla illegibilità di quanto avviene a schermo. Le musiche non dicono nulla, ma è meglio che far male.

In ultimo il problema di questo Sonic è il suo pubblico, perché non siamo di fronte ad un gioco sbagliato, quanto ad un gioco che ha poco a che fare con la propria origine. Vuole soddisfare dei supposti nuovi fan che dubito abbiano tutta questa affezione per la storica mascotte SEGA, mentre delude l’appassionato storico togliendogli tutte le caratteristiche della serie. Il giudizio che trovate in calce cerca quindi di barcamenarsi tra le due anime di Sonic Boom, che purtroppo non riesce ad essere un centro sotto nessun punto di vista.

Su Reddit è apparsa da poche ore un immagine, che parrebbe confermare il nuovo Assassin’s Creed, chiamato Empire. Nell’immagine che vi mostriamo sotto, possiamo osservare quello che pare il menù di pausa del gioco, con sullo sfondo una piramide. Che sia confermata l’ambientazione egiziana?

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Non ci resta che aspettare conferme sul nuovo titolo Ubisoft dedicato al brand di Assassin’s Creed. Vi ricordiamo che in una recente intervista è stato detto che forse vedremo il nuovo AC dopo il 2017.

Sin dal giorno del suo annuncio, Minecraft: Story Mode si è rivelata una delle serie più controverse di Telltale Games: le perplessità iniziali riguardavano proprio lo sposalizio fra avventura grafica “à la Telltale”e Minecraft, ritenuto poco adatto al genere. Una seconda scelta bizzarra è stata quella di aggiungere tre episodi ai cinque inizialmente previsti, annunciandoli proprio a ridosso di quello che avrebbe dovuto essere il season finale. Dopo l’uscita dell’ultimo capitolo nel mese di settembre, possiamo finalmente formulare un giudizio complessivo, che peraltro non potrà prescindere dall’analisi separata dei due archi narrativi.

Minecraft: Story Mode

L’opera nel complesso

Come abbiamo detto sopra, l’adattamento della licenza di Minecraft agli stilemi di Telltale Games non era un’operazione semplice, ma da questo punto di vista possiamo ritenerci soddisfatti. Glii sviluppatori, anche grazie alla collaborazione di Mojang, sono infatti riusciti a sfruttare bene il materiale a loro disposizione. Oltre a su un comparto grafico in sintonia con lo stile di Minecraft, ma non per questo privo di personalità, il gioco può contare su molte celebri location, come The Nether e The End. Lo stesso mostro che i nostri eroi dovranno sconfiggere, il Wither Storm, è il risultato della variazione di una ricetta presente nell’opera di Mojang; addirittura, Episode 6: A Portal to Mystery tira in ballo la community di Minecraft, presentendoci cinque personaggi ispirati ad altrettanti famosissimi youtuber (ma immagino che questa scelta possa non piacere. NdR).

Diversamente dalle altre sue opere recenti, Telltale Games ha deciso di puntare ad un target più giovane: dopo i vari PEGI 18 di The Walking Dead, The Wolf Among Us, Game of Thrones e così via, lo studio californiano ha voluto realizzare un’avventura un po’ per tutti (PEGI 12), ricca di buffi eroi e simpatici siparietti. Ciò ha delle ovvie ripercussioni sulla complessità dell’intreccio, e in una certa misura anche su suo appeal ma onestamente, non saremmo in grado di immaginare un Minecraft: Story Mode caratterizzato da toni più maturi. A ogni modo, la giovane platea italiana tenga presente che doppiaggio e sottotitoli non sono disponibili nella nostra lingua.

Minecraft: Story Mode

Anche il gameplay prova a modo suo a ricreare le peculiarità di Minecraft, ma con minor successo rispetto al comparto grafico e narrativo; va da sé che il genere non è il più adatto per proporre contaminazioni sandbox e survival. L’unico elemento che ha trovato una vera e propria implementazione nella formula di gioco – composta per il resto dai soliti QTE, piccoli enigmi e scelte, non sempre influenti come si potrebbe sperare – è il crafting, ma è ovviamente limitatissimo, dal momento che non c’è la possibilità di scorrazzare in giro per il mondo alla ricerca di materiali per sperimentare. Di fatto si tratta solo di utilizzare i pochi oggetti nell’inventario disponendoli sul crafting table secondo le ricette che vengono mostrate per creare uno strumento che serva a proseguire nel gioco.

Una struttura discutibile

Nonostante la menzione di due tranche di episodi e di due archi narrativi possa far pensare a una corrispondenza, essi non coincidono perfettamente: il primo ciclo infatti si compone dei primi quattro capitoli, mentre il secondo – che forse non può nemmeno definirsi tale, come vedremo – degli altri quattro. Le modalità di distribuzione invece, sono diverse: chi non decide di procedere all’acquisto del pacchetto completo  (The Complete Adventure), ha la possibilità di procedere all’acquisto dei singoli episodi o può optare per il Season Pass (Episode 1-5) e l’Adventure Pass (Episode 6-8).

Il primo arco narrativo vede un manipolo di personaggi simpatici quanto improbabili alle prese con il terribile Wither Storm, creato dal perfido Ivor per attuare la sua vendetta nei confronti del leggendario gruppo di eroi chiamato Order of the Stone. Nonostante un inizio abbastanza lento, soprattutto a causa del deludente Episode 2: Assembly Required, questa è sicuramente la parte migliore di Minecraft: Story Mode. Una fiaba “blocchettosa” e umoristica, in grado di offrire momenti epici e tragici quando occorre, soprattutto negli ultimi due capitoli, che costituiscono la vetta più alta toccata dall’intera serie.

 Minecraft: Story Mode

Purtroppo, a partire da Episode 5: Order Up!, il gioco si perde, presentando una sfilza di filler collegati fra loro in modo piuttosto tenue, a tal punto che parlare di un secondo arco narrativo è forse lusinghiero. Episode 7: Access Denied ed Episode 8: A Journey’s End? provano a dare una parvenza di coesione, ma in fin dei conti presentano semplicemente un personaggio comune.

Svolta questa necessaria premessa, va precisato che questi quattro capitoli sono comunque godibili considerati singolarmente, chi più (Order Up!, a parere di chi scrive) chi meno (A Portal to Mystery); il giocatore potrebbe però trovarli superflui, anche in un’ottica di preparazione per un’eventuale seconda stagione, visto che di fatto A Journey’s End? si chiude con una sorta di ring composition, che conferma la natura “fillerosa” del secondo ciclo.

Minecraft: Story Mode

Minecraft: Story Mode è stato in grado di raggiungere il suo obiettivo, cioè quello di costruire un tessuto narrativo in un universo che ne era privo, tuttavia non può essere annoverato fra le migliori serie di Telltale Games. Uno degli aspetti più discutibili è la gestione degli episodi: è un peccato vedere compresso un arco narrativo in quattro capitoli, quando i successivi quattro non contengono altro che filler.

Nani, esseri demoniaci, divinità egizie, cavalieri indomiti, licantropi e lucertoloni, tutti insieme su una nave pirata volante al soldo di una giovanissima e procace corsara e immersi in un’atmosfera fantasy medievale. Niente di più improbabile, anacronistico e quantomeno strambo, eppure funziona. E funziona anche bene grazie a un divertente e ponderato lavoro dei dev di Hyper Awesome Entertainment che hanno rilasciato quest’estate Dungeon Punks per PS Vita e PS4.

Dungeon Punks

Gli amanti di hack’n’slash come Golden Axe impazziranno dalla gioia nel mettere le mani su un titolo come Dungeon Punks, che ripercorre fedelmente tutti gli elementi tipici del genere inserendo interessanti novità come l’interscambiabilità dei personaggi durante il gameplay e un tocco GDR studiato e ben sviluppato.

Infatti, nonostante visivamente il titolo ricordi anche troppo i picchiaduro a scorrimento orizzontale 2D che tanto andavano di moda negli anni ’90, le innovazioni apportate dal team di sviluppo svecchiano e ingolosiscono l’intera esperienza di gioco.

Dungeon Punks

Ci si ritrova a scegliere il proprio team, composto da quattro elementi in un roaster di sei personaggi dalle caratteristiche e dall’aspetto estremamente diversi: andiamo a vederli insieme nel dettaglio.

Il nano ha un elevata e resistenza a discapito di tutti gli altri parametri ma possiede la capacità di controllare pozioni e fuoco, il cavaliere ha una forza e destrezza elevati ma è lento e con poca propensione agli incantesimi a parte l’abilità tempesta che lo caratterizza in battaglia con immensi cicloni.

Dungeon Punks

Il Drakken, metà uomo e metà lucertola ha una velocità e una destrezza impressionanti e padroneggia i veleni, ma è praticamente privo di forza d’attacco fisica mentre il lupo mannaro stregato, il Were-Witch, ha forza moderata e può evocare spiriti e demoni che lo aiutino in battaglia.

Il demone Djinn ha una elevata velocità e propensione alla magia, forse in questo campo è il più dotato infatti, se i suoi attacchi colpiscono il bersaglio, hanno effetti devastanti. Infine chiude il set di personaggi giocabili lo Hierophant, una divinità egizia stranamente simile ad Anubi, con parametri nella media e una propensione per l’utilizzo di incantesimi di stordimento.

Dungeon Punks

Il gameplay in se affonda le sue radici nella semplicità e nell’azione sfrenata, mantenendo il suo tipico stile alla Golden Axe. Infatti in battaglia potremo utilizzare la nostra arma, lanciare incantesimi, proteggerci con il nostro scudo e sfruttare le combo e la barra del Mana che andranno a ricaricarsi man mano che i nostri avversari cadranno.

La barra del Mana ci permette di utilizzare le caratteristiche tipiche del nostro personaggio, mentre pian piano verrà anche caricata una barra della rabbia che, una volta piena, ci permetterà di effettuare un’attacco devastante a tutto schermo. Oggetti e pozioni verranno naturalmente rinvenuti nel terreno di gioco e, mentre i primi potranno essere equipaggiati solo a fine schema nelle sezioni di intermezzo nella nostra nave pirata volante, i secondi potranno essere utilizzati subito con effetti immediati.

Dungeon Punks

Una delle caratteristiche più divertenti è la possibilità di switchare il personaggio scelto in corsa. Se giocate da solo potrete passare al comando di uno dei quattro avatar a schermo, mentre se l’avventura verrà affrontata in multiplayer potrete scambiare il vostro personaggio solo con un altro, scelto prima dell’inizio dello schema e sempre controllato dall’IA quando è libero.

Questo pone una varietà al titolo maggiore nonché una maggiore longevità a patto di tenere sempre d’occhio le vostre “sostituzioni” affinché non si facciano sterminare prima di esservi d’aiuto. Può sembrare  un innovazione secondaria ma è estremamente efficace al fine del gioco in se, permettendovi di variare e in base alla vostra abilità e al vostro tempismo il vostro stile e anche di effettuare devastanti combo.

La componente GDR è semplice ma fornisce al titolo qualcosa in più in termini di giocabilità. Armi e artefatti equipaggiabili forniscono abilità uniche e compensano le caratteristiche dei personaggi permettendoci di livellare il nostro team e renderlo in grado di superare tutti e dodici i livelli di gioco.

Possono anche sembrare pochi, ma se contate che ognuno di questi contiene una decina di livelli e ognuno dei livelli andrà ripetuto più volte prima di venirne a capo vista la difficoltà crescente, capirete che il monte ore necessario per il completamento del titolo si assesta intorno alle 15 – 20 ore. Risultato onorevole per un titolo indie che pesa poco più di 300 mega e che costa 15 euro scarsi e oltretutto è cross buy.

Dungeon Punks

Questo naturalmente non significa che Dungeon Punks sia esente da difetti. Il lato tecnico ha evidenti lacune, prime tra tutte la legnosità dei movimenti e la staticità degli scenari. Anche da uno studio indipendente e da un idea così carina ci si aspetta una miglior cura dei dettagli, sopratutto in virtù della potenza, mal sfruttata in questo caso, di console next gen come la PS4.

Anche in termini di trama si poteva fare un po’ di più, le quest principali, quelle secondarie e la trama in se potevano essere più varie, anche se a dire il vero i dialoghi, (purtroppo solo in lingua inglese) sono divertenti e simpatici.

Dungeon Punks

Dungeon Punks è un titolo realizzato da uno studio indipendente che ha evidentemente un budget limitato e che ha notevoli margini di miglioramento e molte pecche, nonostante questo però regala ore di divertimento in semplicità, specialmente se giocato in multiplayer. Bilanciato nel gameplay e con una componente GDR che ne varia un po’ la giocabilità, si merita una piena sufficienza e forse anche qualcosa in più per aver solleticato gli amanti del retro game rispolverando il genere picchiaduro a scorrimento 2D tanto caro agli anni ’90.

 

Rivivi l’era classica della storia dei giochi in modo nuovo, con salvataggi multipli e nuove modalità di visualizzazione, a partire dall’11 novembre.

Nintendo Classic Mini NES

Con Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System ci sono modi tutti nuovi di godersi gli amati classici Donkey Kong, Metroid, The Legend of Zelda e Super Mario Bros. 3. Con Punti di sospensione inclusi in ogni titolo, il timore di perdere le password e i progressi di gioco appartiene al passato. I Punti di sospensione consentono anche a più giocatori di salvare i progressi di gioco, o ai singoli giocatori il lusso del salvataggio in diversi momenti, sia nel corso di un livello che prima di una difficile battaglia contro un boss.

Nintendo Classic Mini

Ogni titolo del Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System viene visualizzato a ben 60 Hz tramite il cavo HDMI incluso e potrà essere giocato in tre modalità di visualizzazione. I giocatori potranno visualizzare l’azione nella modalità 4:3 della console originale NES, emulare il look rétro di una TV CRT con linee di scansione nella modalità di visualizzazione filtro CRT, o usare la modalità Pixel Perfect in cui ogni pixel è un quadrato esatto sul televisore.

Nintendo Classic Mini

I giocatori potranno fare un viaggio nel tempo e vedere queste caratteristiche in azione nel trailer Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System – A Blast from the Past che fa il suo debutto quest’oggi.

Nintendo Classic Mini

Sia si voglia riscoprire un amato vecchio gioco o divertirsi con NES per la prima volta, la collezione di titoli NES inclusi avrà qualcosa in serbo per ogni giocatore, dalle grandi avventure, ai complessi platform, agli amati classici arcade. I titoli inclusi sono:

  • Balloon Fight
  • BUBBLE BOBBLE
  • Castlevania™
  • Castlevania II: Simon’s Quest™
  • Donkey Kong
  • Donkey Kong Jr.
  • DOUBLE DRAGON II: THE REVENGE
  • Mario
  • Excitebike
  • FINAL FANTASY®
  • Galaga™
  • GHOSTS‘N GOBLINS™
  • GRADIUS™
  • Ice Climber
  • Kid Icarus
  • Kirby’s Adventure
  • Mario Bros.
  • MEGA MAN™ 2
  • Metroid
  • NINJA GAIDEN®
  • PAC-MAN™
  • Punch-Out!! Featuring Mr. Dream
  • StarTropics
  • SUPER C™
  • Super Mario Bros.
  • Super Mario Bros. 2
  • Super Mario Bros. 3
  • Tecmo Bowl™
  • The Legend of Zelda
  • Zelda II: The Adventure of Link

Gioca con titoli del passato come non hai mai fatto prima, con salvataggi multipli e nuove modalità di visualizzazione per ognuno, con il lancio in Europa di Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System a partire dall’11 novembre.

In Vampyr, si potrà scegliere come affrontare gli scontri e se affidarsi ad armi tradizionali o a poteri da vampiro succhiasangue, facendo sempre i conti con il fabbisogno costante di sangue fresco.

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Vampyr  è anche un gioco con una forte componente action e questo si traduce inevitabilmente con una carneficina di orde nemiche. Philippe Moreau spiega spiega in un post del blog che non ci sarà carenza di sequenze di combattimento sempre coerentemente con il tema dark di Vampyr.

Vampyr è ambientato nel 1918 a Londra, quando una epidemia di influenza spagnola ha devastato la città. Una delle preoccupazioni più pressanti del protagonista sono i cacciatori e gli abomini mutati che vagano per le strade: i giocatori avranno diversi modi per affrontarli, da armi tradizionali ad attacchi vampireschi devastanti,  nel primo caso però sarà necessario controllare la sete di sangue costantemente. Si potrà farlo vampirizzando i nemici in combattimento, o placando la vostra sete sui civili al di fuori della fase di  lotta.

Come si può immaginare, è possibile difendersi con armi standard, almeno per un certo periodo di tempo ma dal momento che l’unico modo per guadagnare XP è prosciugare le vittime va da sè che utilizzare le peculiarità della nostra razza sarà imperativo. Attenzione però: mietere vittime inutilmente ha delle conseguenze: si altererà la campagna principale della storia, aumenterà il numero di nemici per le strade, e aumenterà anche il rischio di perdere l’anima e cedere totalmente al lato oscuro.

Il lancio di Vampyr per PC, PlayStation 4 e Xbox Uno è previsto nel 2017, restate sintonizzati.

Halo 5: Forge Bundle porta il quinto capitolo della saga più apprezzata dai giocatori di Xbox su  Windows 10.

Stiamo parlando di un’app tramite la quale sarà possibile accedere alla modalità forgia che, ricordiamo serve a creare mappe per il gioco online.

Ma non finisce qui. Tramite Halo 5: Forge Bundle si ha la possibilità di condividere i contenuti creati e di scaricare le creazioni della community per poter dar vita a partite  personalizzate per un massimo di 16 utenti.

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Halo 5: Forge Bundle, è compatibile con tutti i dispositivi Windows 10 (PC, smartphone e tablet) e può essere scaricata gratuitamente dallo Store: