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(AGI) – Il Cairo, 7 dic. – Almeno un poliziotto egiziano e’ morto e altri 4 sono rimasti feriti per l’esplosione di una bomba al passaggio di una pattuglia nel pressi di Al Arish, nel nord del Sinai. Lo ha riferito il ministero dell’Interno. Nella zona operano gruppi jihadisti. .

(AGI) – Caracas, 7 dic. – Con il crisma dell’ufficialita’ dei dati ufficiali della commissione elettorale si conferma la vittoria dell’opposizione in Venezuela. La coalizione Unione Democratica ha vinto 99 seggi su 167 dell’Assemblea Nazionale ponendo fine dopo 16 anni al dominio incontrastato dei socialisti-bolivariani del defunto Hugo Chavez, e del suo delfino, l’attuale presidente Nicolas Maduro. Il presidente della commissione elettorale Tibisay Lucena ha avvertito che mancano all’appello ancora i risultati in alcune parte del Paese per assegnare altri 22 seggi, numeri tali da non essere in grado di alterare da soli il risultato.

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Il 53enne Maduro ha riconosciuto la sconfitta, la per il chiavismo di cui e’ erede, al potere da 16 anni: “Siamo qui, come la nostra morale e l’etica, a riconoscere questi risultati avversi”, ha detto il presidente attribuendo la colpa el risultato ad una “guerra economica” contro di lui. “In Venezuela e’ cominciato il cambiamento”. Lo ha affermato Jesus Torralba, il segretario esecutivo della MUD, la coalizione Unione Democratica fino a oggi all’opposizione in Venezuela. “Oggi abbiamo ragione di festeggiare, il cambiamento e’ cominciato”, ha detto Torralba dopo che il Consiglio nazionale elettorale ha annunciato la vittoria dell’opposizione. (AGI) .

(AGI) – Washington, 7 dic. – Barack Obama sfrutta tutta la solennita’ del suo terzo discorso alla nazione dallo Studio Ovale per tentare di rassicurare l’America dalla minaccia del terrorismo dopo l’attentato di San Bernardino. Piu’ in generale il presidente promette che “gli Usa sconfiggeranno Isis” ma senza rinunciare ai propri valori e senza “farci trascinare, un’altra volta, in una guerra lunga e costosa in Iraq e Siria (riferimento all’Afghanistan nel 2001 e all’invasione del 2003, ndr)” perche’ “questo e’ cio’ che vorrebbe l’Isis” e perche’ “la liberta’ e’ molto piu’ potente della paura” e per questo “sono certo che vinceremo perche’ siamo dalla parte giusta della storia”. Obama ha chiarito che “la minaccia del terrorismo e’ (si’) reale ma noi la sconfiggeremo. Distruggeremo Isis ed ogni altra organizzazione che cerchera’ di farci del male. Ed il nostro successo non dipendera’ dall’abbandonare i nostri valori, o di cedere alla paura. Queste sono (proprio le) cose che Isis spera accadano. Invece vinceremo dimostrando forza ed intelligenza. I nostri militari continueranno a dare la caccia ai pianificatori di attentati terroristici in ogni Paese dove sara’ necessario”.

Centrale nel discorso di Obama e’ stato – seppur con accenti in parte diversi rispetto al passato – il ricordare agli americani di non confondere mai la fede musulmana con lo Stato Islamico: “Isis non parla a nome dell’Islam, sono dei criminali, degli assassini. Sono parte di un culto di morte e solo una minuscola frazione di oltre un miliardo di musulmani nel mondo”.

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Il presidente ha chiarito che questa non e’ una guerra tra “l’America e l’Islam”. Ma, per la prima volta esplicitamente, Obama ha riconosciuto che “non dobbiamo negare il fatto che un’ideologia estremista si e’ diffusa in alcune comunita’ musulmane. Questo e’ un vero problema che senza (alcuna possibile) giustificazione i musulmani debbono affrontare. I leader musulmani qui e nel mondo debbono continuare a collaborare con noi per respingere decisamente ed inequivocabilmente l’ideologia dell’odio di gruppi come Isis e al Qaeda. Non solo condannando gli atti di violenza ma anche quelle interpretazioni dell’Islam (possibile riferimento alle dottrine salafita e wahabita, ndr) che sono incompatibili con i valori della tolleranza religiosa, del reciproco rispetto e della dignita’ umana”. Obama su questo punto ha aggiunto che “se voggliamo avere successo nello sconfiggere il terrorismo dobbiamo arruolare le comunita’ musulmane come i nostri piu’ forti alleari piuttosto che allontanarle con sospetto e odio”, frecciata ad alcuni candidati repubblicani alle elezioni presidenziali. Obama ha quindi confermato quello che gli Stati Uniti non faranno: “Non ci faremo trascinare un’altra volta in una lunga e costosa guerra sul terreno in Iraq e Siria” perche’ anche questo” e’ cio’ che vorrebbe Isis. Loro sanno che non potrebbeo batterci sul campo ma sanno che se occupassimo terreno straniero loro potrebbero andare avanti per anni, uccidendo migliaia di nostri soldati, prosciugando le nostre risorse, e sfruttando la nostra presenza per reclutare nuovi jihadisti”. Sulla campagna contro Isis Obama ha anche auspicato che la Russia, attiva in Siria dal 30 settembre scorso, “si concentri sul nostro comune obiettivo, la distruzione di Isis, un gruppo che minaccia tutti noi”, e, senza dirlo esplicitamente ma lasciandolo intendere, non nella protezione del regime di Bashar Assad Sulla strage di San Bernadino, che ha visto una coppia, Syed Farook e Tashfeen Malik, uccidere 14 persone e ferirne 21, Obama ha confermato che si e’ trattato di “un atto di terrorismo anche se non ci sono prove che siano stati diretti da organizzazioni terroristiche all’estero (Isis o al Qaeda, ndr) ma e’ chiaro che avevano iniziato un percorso di radicalizzazione”. Visto l’arsenale che i due disponevano, 2 fucili d’assalto, due pistole e esplosvi, il presidente e’ tornato a chiedere al Congresso di intervenire per imporre un giro di vite sulle armi: “Il Congresso dovrebbe agire per fare in modo che qualunque persona presente su una no-fly list (perche’ e’ accertato che e’ troppo pericoloso per prendere un aereo, ndr) sia in grado di compre un’arma. Quale possano essere le ragioni per consentire ad un sospetto terrorista di acquistare un arma semi-automatica?”, si e’ chiesto retoriacamente Obama. (AGI)

(AGI) – Gerusalemme, 7 dic. – L’esercito israeliano ha bombardato una installazione militare di Hamas a Gaza, in una rappresaglia per i due attacchi a colpi d’arma da fuoco dei giorni scorsi contro mezzi militari alla frontiera con la Striscia. Lo riferiscono fonti militari. .

(AGI) – Beirut, 7 dic. – Sono quattro i soldati siriani sono rimasti uccisi e altri 13 feriti in un bombardamento della coalizione a guida Usa che combatte l’Isis nel Paese. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, spigando che il raid e’ avvenuto nella provincia di Deir al Zor sul campo militare di Saeqa, presso la citta’ di Ayyash, a circa due chilometri da un’area controllata dai miliziani jihadisti. La notizia e’ stata confermata da fonti del governo siriano, secondo le quali la bomba ha colpito un veicolo militare, distruggendolo e causando vittime. E’ la prima volta che un raid della coalizione a guida Usa, le cui operazioni contro Isis cominciarono alla fine di settembre del 2014, colpisce soldati siriani. L’Osservatorio ha aggiunto che in un altro raid della coalizione nella stessa provincia sono rimasti uccisi una donna e i suoi due figli. .

(AGI) – Washington, 7 dic. – Barack Obama sfrutta tutta la solennita’ del suo terzo discorso alla nazione dallo Studio Ovale per tentare di rassicurare l’America dalla minaccia del terrorismo dopo l’attentato di San Bernardino. Piu’ in generale il presidente promette che “gli Usa sconfiggeranno Isis” ma senza rinunciare ai propri valori e senza “farci trascinare, un’altra volta, in una guerra lunga e costosa in Iraq e Siria ( (riferimento all’Afghanistan nel 2001 e all’invasione del 2003, ndr)” perche’ “questo e’ cio’ che vorrebbe l’Isis” e perche’ “la liberta’ e’ molto piu’ potente della paura” e per questo “sono certo che vinceremo perche’ siamo dalla parte giusta della storia” Obama ha chiarito che “la minaccia del terrorismo e’ (si’) reale ma noi la sconfiggeremo. Distruggeremo Isis ed ogni altra organizzazione che cerchera’ di farci del male. Ed il nostro successo non dipendera’ dall’abbandonare i nostri valori, o di cedere alla paura. Queste sono (proprio le) cose che Isis spera accadano. Invece vinceremo dimostrando forza ed intelligenza. I nostri militari continueranno a dare la caccia ai pianificatori di attentati terroristici in ogni Paese dove sara’ necessario”. (AGI) – Washington, 7 dic. – Centrale nel discorso di Obama e’ stato – seppur con accenti in parte diversi rispetto al passato – il ricordare agli americani di non confondere mai la fede musulmana con lo Stato Islamico: “Isis non parla a nome dell’Islam, sono dei criminali, degli assassini. Sono parte di un culto di morte e solo una minuscola frazione di oltre un miliardo di musulmani nel mondo”. Il presidente ha chiarito che questa non e’ una guerra tra “l’America e l’Islam”. Ma, per la prima volta esplicitamente, Obama ha riconosciuto che “non dobbiamo negare il fatto che un’ideologia estremista si e’ diffusa in alcune comunita’ musulmane. Questo e’ un vero problema che senza (alcuna possibile) giustificazione i musulmani debbono affrontare. I leader musulmani qui e nel mondo debbono continuare a collaborare con noi per respingere decisamente ed inequivocabilmente l’ideologia dell’odio di gruppi come Isis e al Qaeda. Non solo condannando gli atti di violenza ma anche quelle interpretazioni dell’Islam (possibile riferimento alle dottrine salafita e wahabita, ndr) che sono incompatibili con i valori della tolleranza religiosa, del reciproco rispetto e della dignita’ umana”. Obama su questo punto ha aggiunto che “se voggliamo avere successo nello sconfiggere il terrorismo dobbiamo arruolare le comunita’ musulmane come i nostri piu’ forti alleari piuttosto che allontanarle con sospetto e odio”, frecciata ad alcuni candidati repubblicani alle elezioni presidenziali. Obama ha quindi confermato quello che gli Stati Uniti non faranno: “Non ci faremo trascinare un’altra volta in una lunga e costosa guerra sul terreno in Iraq e Siria” perche’ anche questo” e’ cio’ che vorrebbe Isis. Loro sanno che non potrebbeo batterci sul campo ma sanno che se occupassimo terreno straniero loro potrebbero andare avanti per anni, uccidendo migliaia di nostri soldati, prosciugando le nostre risorse, e sfruttando la nostra presenza per reclutare nuovi jihadisti”. Sulla campagna contro Isis Obama ha anche auspicato che la Russia, attiva in Siria dal 30 settembre scorso, “si concentri sul nostro comune obiettivo, la distruzione di Isis, un gruppo che minaccia tutti noi”, e, senza dirlo esplicitamente ma lasciandolo intendere, non nella protezione del regime di Bashar Assad Sulla strage di San Bernadino, che ha visto una coppia, Syed Farook e Tashfeen Malik, uccidere 14 persone e ferirne 21, Obama ha confermato che si e’ trattato di “un atto di terrorismo anche se non ci sono prove che siano stati diretti da organizzazioni terroristiche all’estero (Isis o al Qaeda, ndr) ma e’ chiaro che avevano iniziato un percorso di radicalizzazione”. Visto l’arsenale che i due disponevano, 2 fucili d’assalto, due pistole e esplosvi, il presidente e’ tornato a chiedere al Congresso di intervenire per imporre un giro di vite sulle armi: “Il Congresso dovrebbe agire per fare in modo che qualunque persona presente su una no-fly list (perche’ e’ accertato che e’ troppo pericoloso per prendere un aereo, ndr) sia in grado di compre un’arma. Quale possano essere le ragioni per consentire ad un sospetto terrorista di acquistare un arma semi-automatica?”, si e’ chiesto retoriacamente Obama. (AGI)

(AGI) – Caracas, 7 dic. – Con il crisma dell’ufficialita’ dei dati ufficiali della commissione elettorale si conferma la vittoria dell’opposizione in Venezuela. La coalizione Unione Democratica ha vinto 99 seggi su 167 dell’Assemblea Nazionale ponendo fine dopo 16 anni al dominio incontrastato dei socialisti-bolivariani del defunto Hugo Chavez, e del suo delfino, l’attuale presidente Nicolas Maduro. Il presidente della commissione elettorale Tibisay Lucena ha avvertito che mancano all’appello ancora i risultati in alcune parte del Paese per assegnare altri 22 seggi, numeri tali da non essere in grado di alterare da soli il risultato. Il 53enne Maduro ha riconosciuto la sconfitta, la per il chiavismo di cui e’ erede, al potere da 16 anni: “Siamo qui, come la nostra morale e l’etica, a riconoscere questi risultati avversi”, ha detto il presidente attribuendo la colpa el risultato ad una “guerra economica” contro di lui. “In Venezuela e’ cominciato il cambiamento”. Lo ha affermato Jesus Torralba, il segretario esecutivo della MUD, la coalizione Unione Democratica fino a oggi all’opposizione in Venezuela. “Oggi abbiamo ragione di festeggiare, il cambiamento e’ cominciato”, ha detto Torralba dopo che il Consiglio nazionale elettorale ha annunciato la vittoria dell’opposizione. (AGI) .

(AGI) – Caracas, 7 dic. – Nonostante non ci sia alcuna conferma ufficiale l’opposizione venezuelana rivendica la vittoria alle elezioni legislative di ieri, ponendo fine per la prima volta in 16 anni al controllo del Parlamento da parte del partito soialista bolivariano fondato da Hugo Chavez (morto nel 2013) e guidato da allora dal suo delfino, presidente fino al 2019, Nicolas Maduro. Il leader dell’opposizione Henrique Capriles (sconfitto da Maduro alle presidenziali di due anni fa) e l’attivista dei diritti umani Lilian Tintori, ed un altro esponente anti-‘chavista’ (che ha chiesto di non essere nominato), hanno dichiarato che la coalizione dell’Unione Democratica ha ottenuto la maggioranza (almeno 100) dei 167 seggi dell’Assemblea Nazionale La commissione elettorale, che ha peraltro prolungato di un’ora l’apertura dei seggi, dalle 18 alle 19, non ha fornito finora alcun dato e nel campo di Maduro nessuno ha preso la parola. Se la vittoria sara’ confermata ma l’Unione Democratica non avra’ conquistato i due terzi dei seggi (almeno 112 su 167) non sara’ in grado di adottare grandi riforme in grado di abbattere il sistema di potere ‘chavista’. Potra’ pero’ concedere l’amnistia alle decine di esponenti dell’opposizione in carcere e condizionare la gestione del bilancio dello Stato, che , complice il crollo del prezzo del greggio, e’ sull’orlo del default. (AGI) .

(AGI) – Washington, 7 dic. – Barack Obama sfrutta tutta la solennita’ del suo terzo discorso alla nazione dallo Studio Ovale per tentare di rassicurare l’America dalla minaccia del terrorismo dopo l’attentato di San Bernardino. piu’ in generale il presidente promette che “gli Usa sconfiggeranno Isis” ma senza rinunciare ai propri valori e senza “farci trascinare, un’altra volta, in una guerra lunga e costosa in Iraq e Siria ( (riferimento all’Afghanistan nel 2001 e all’invasione del 2003, ndr)” perche’ “questo e’ cio’ che vorrebbe Isis” e perche’ “la liberta’ e’ molto piu’ potente della paura” e per questo “sono certo che vinceremo perche’ siamo dalla parte giusta della storia” Obama ha chiarito che “la minaccia del terrorismo e’ (si’) reale ma noi la sconfiggeremo. Distruggeremo Isis ed ogni altra organizzazione che cerchera’ di farci del male. Ed il nostro successo non dipendera’ dall’abbandonare i nostri valori, o di cedere alla paura. Queste sono (proprio le) cose che Isis spera accadano. Invece vinceremo dimostrando forza ed intelligenza. I nostri militari continueranno a dare la caccia ai pianificatori di attentati terroristici in ogni Paese dove sara’ necessario”. (AGI) – Washington, 7 dic. – Centrale nel discorso di Obama e’ stato – seppur con accenti in parte diversi rispetto al passato – il ricordare agli americani di non confondere mai la fede musulmana con lo Stato Islamico: “Isis non parla a nome dell’Islam, sono dei criminali, degli assassini. Sono parte di un culto di morte e solo una minuscola frazione di oltre un miliardo di musulmani nel mondo”. Il presidente ha chiarito che questa non e’ una guerra tra “l’America e l’Islam”. Ma, per la prima volta esplicitamente, Obama ha riconosciuto che “non dobbiamo negare il fatto che un’ideologia estremista si e’ diffusa in alcune comunita’ musulmane. Questo e’ un vero problema che senza (alcuna possibile) giustificazione i musulmani debbono affrontare. I leader musulmani qui e nel mondo debbono continuare a collaborare con noi per respingere decisamente ed inequivocabilmente l’ideologia dell’odio di gruppi come Isis e al Qaeda. Non solo condannando gli atti di violenza ma anche quelle interpretazioni dell’Islam (possibile riferimento alle dottrine salafita e wahabita, ndr) che sono incompatibili con i valori della tolleranza religiosa, del reciproco rispetto e della dignita’ umana”. Obama su questo punto ha aggiunto che “se voggliamo avere successo nello sconfiggere il terrorismo dobbiamo arruolare le comunita’ musulmane come i nostri piu’ forti alleari piuttosto che allontanarle con sospetto e odio”, frecciata ad alcuni candidati repubblicani alle elezioni presidenziali. Obama ha quindi confermato quello che gli Stati Uniti non faranno: “Non ci faremo trascinare un’altra volta in una lunga e costosa guerra sul terreno in Iraq e Siria” perche’ anche questo” e’ cio’ che vorrebbe Isis. Loro sanno che non potrebbeo batterci sul campo ma sanno che se occupassimo terreno straniero loro potrebbero andare avanti per anni, uccidendo migliaia di nostri soldati, prosciugando le nostre risorse, e sfruttando la nostra presenza per reclutare nuovi jihadisti”. Sulla campagna contro Isis Obama ha anche auspicato che la Russia, attiva in Siria dal 30 settembre scorso, “si concentri sul nostro comune obiettivo, la distruzione di Isis, un gruppo che minaccia tutti noi”, e, senza dirlo esplicitamente ma lasciandolo intendere, non nella protezione del regime di Bashar Assad Sulla strage di San Bernadino, che ha visto una coppia, Syed Farook e Tashfeen Malik, uccidere 14 persone e ferirne 21, Obama ha confermato che si e’ trattato di “un atto di terrorismo anche se non ci sono prove che siano stati diretti da organizzazioni terroristiche all’estero (Isis o al Qaeda, ndr) ma e’ chiaro che avevano iniziato un percorso di radicalizzazione”. Visto l’arsenale che i due disponevano, 2 fucili d’assalto, due pistole e esplosvi, il presidente e’ tornato a chiedere al Congresso di intervenire per imporre un giro di vite sulle armi: “Il Congresso dovrebbe agire per fare in modo che qualunque persona presente su una no-fly list (perche’ e’ accertato che e’ troppo pericoloso per prendere un aereo, ndr) sia in grado di compre un’arma. Quale possano essere le ragioni per consentire ad un sospetto terrorista di acquistare un arma semi-automatica?”, si e’ chiesto retoriacamente Obama. (AGI) .

(AGI) – Caracas, 7 dic. – Nonostante non ci sia alcuna conferma ufficiale l’opposizione venezuelana rivendica la vittoria alle elezioni legislative di ieri, ponendo fine per la prima volta in 16 anni al controllo del Parlamento da parte del partito soialista bolivariano fondato da Hugo Chavez (morto nel 2013) e guidato da allora dal suo delfino, presidente fino al 2019, Nicolas Maduro. Il leader dell’opposizione Henrique Capriles (sconfitto da Maduro alle presidenziali di due anni fa) e l’attivista dei diritti umani Lilian Tintori, ed un altro esponente anti-‘chavista’ (che ha chiesto di non essere nominato), hanno dichiarato che la coalizione dell’Unione Democratica ha ottenuto la maggioranza (almeno 100) dei 167 seggi dell’Assemblea Nazionale La commissione elettorale, che ha peraltro prolungato di un’ora l’apertura dei seggi, dalle 18 alle 19, non ha fornito finora alcun dato e nel campo di Maduro nessuno ha preso la parola. Se la vittoria sara’ confermata ma l’Unione Democratica non avra’ conquistato i due terzi dei seggi (almeno 112 su 167) non sara’ in grado di adottare grandi riforme in grado di abbattere il sistema di potere ‘chavista’. Potra’ pero’ concedere l’amnistia alle decine di esponenti dell’opposizione in carcere e condizionare la gestione del bilancio dello Stato, che , complice il crollo del prezzo del greggio, e’ sull’orlo del default. (AGI) .