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(AGI) – Houston, 10 dic. – Sono nati negli Stati Uniti i primi cani concepiti in provetta. Si tratta di 7 cuccioli partoriti da una cagnolina nella quale erano stati impiantati 19 embrioni. Il risultato, ottenuto dalla Cornell University, e’ stato pubblicato sulla rivista Plos One. Due cuccioli sono figli di una madre beagle e un padre cocker spaniel e gli altri cinque di due coppie di beagle. “Era dalla meta’ degli anni Settanta che si tentava questo risultato su un cane senza successo”, ha commentato Alex Travis, professore associato di biologia riproduttiva del Baker Institute for Animal Health di Cornell, sottolineando le possibilita’ che si dischiudono per tutelare le specie in estinzione, come alcuni lupi. “Ora e’ possibile congelare gli spermatozoi – ha spiegato Travis – e conservarli in banche per usarli nell’inseminazione artificiale”. L’obiettivo e’, potenzialmente, anche quello di eliminare le malattie genetiche. (AGI)

(AGI) – Houston, 10 dic. – Contro Donald Trump scende in campo anche il musulmano piu’ famoso d’America: Muhammad Ali. “Sono musulmano e non c’e’ nulla di islamico nell’uccisione di gente innocente a Parigi, a San Bernardino e in ogni altra parte del mondo”, ha tuonato in un comunicato la leggenda del pugilato, dopo la proposta shock del candidato presidenziale Trump di vietare l’ingresso nel paese ai musulmani. “I veri musulmani – ha detto Muhammad Ali – sanno che la violenza spietata dei cosiddetti jihadisti islamici e’ contro i principi fondamentali della nostra religione”. Il pugile, convertitosi all’Islam nel 1975, ha invitato i musulmani a “reagire contro coloro che usano l’Islam per portare avanti la loro agenda personale” e i leader “ad utilizzaere la loro posizione per favorire la comprensione della religione islamica e per chiarire come questi assassini abbiano distorto la visione della gente sull’Islam”. (AGI)

(AGI) – Sidney, 10 dic. – Stavano pianificando un attentato terroristico ai danni di un edificio governativo di Sidney. Sono stati arrestati un ventenne e un 15enne con l’accusa di cospirazione per un attentato. Le autorita’ australiane hanno manifestato allarmismo per l’eta’ del teenager radicalizzato. Altre tre persone erano gia’ state arrestate nell’ambito della stessa indagine. Il vice commissario per la Sicurezza Nazionale, Michael Phelan, ha spiegato che non si tratta di un nuovo piano del terrore ma di arresti collegati ad un’operazione dello scorso anno, denominata Operation Appleby. (AGI)

(AGI) – Washington, 9 dic. – L’Amministrazione Obama non nasconde piu’ che quella contro l’Isis e’ ormai una vera e propria guerra. “La verita’ e’ che siamo in guerra”, ha ammesso il segretario alla Difesa Usa, Ash Carter, in un’audizione davanti alla commissione Difesa del Congresso sulla strategia degli Usa contro il Califfato. Il capo del Pentagono ha riconosciuto che il gruppo jihadista “non e’ stato contenuto” ma ha garantito che si stanno “gettando le basi di una svolta favorevole”. Carter ha affermato che gli Usa sono diposti a inviare elicotteri d’assalto e consiglieri militari a sostego delle truppe irachene impegnate nella conquista di Ramadi, nel nord dell’Iraq. Carter ha poi chiesto piu’ impegno contro il califfato alle nazioni arabe sunnite del Golfo e ha esortato la Russia a stare “dalla parte giusta” della lotta contro lo Stato islamico. Russia che, scesa in campo militarmente a fianco del regime di Damasco, mostra i muscoli, e per la prima volta conferma di aver usato un sottomarino schierato nel Mediterraneo per colpire obiettivi a Raqqa, la capitale del califfato. Poco dopo, il presidente Vladimir Putin, ordinando l’analisi dei risultati dei raid, si e’ augurato che tali missili non debbano mai essere armati con testate nucleari. Una minaccia smentita da Sergei Lavrov: “Non c’e’ alcuna necessita’ di usare le armi nucleari contro l’Isis: ce la possiamo cavare con quelle convenzionali, cosa che corrisponde pienamente alla nostra dottrina militare”, ha precisato il ministro degli Esteri di Mosca. Carter ha informato i senatori americani che nelle ultime settimane il pentagono ha intensificato gli sforzi contro il gruppo jihadista in Siria e Iraq. Il segretario alla Difesa non ha annunciato novita’, ma ha affermato che sara’ fornita maggiore assistenza militare alle forze irachene impegnate a Ramadi. “Abbiamo chiesto a Baghdad di fare di piu’ per “reclutare e pagare” combattenti delle tribu’ sunnite”. “Tutti dobbiamo fare di piu'”, ha esortato Carter citando la Turchia, a cui gli usa chiedono maggiori controlli alle frontiere. “Siamo in guerra: e’ questo che avvertono le nostre truppe che combattono l’Isis ogni giorno”, ha detto. Il presidente russo Vladimir Putin ha ricordato che i missili Calibre lanciati contro Raqqa sono armi “di precisione nuova, moderna e altamente efficiente” e che possono essere equipaggiati tanto “con testate convenzionali che con testate speciali, comprese quelle nucleari”. “Decisamente niente di tutto cio’ e’ necessario per combattere i terroristi. E speriamo che non sia mai necessario”, ha aggiunto. Il Rostov sul Don e’ un sottomarino della classe Varshavyanka a bassissima emissione di rumore con tecnologia “stealth” avanzata. Gia’ a novembre si era parlato di un bombardamento russo su Raqqa partito da un sottomarino ma la notizia non era stata confermata. Considerato un sottomarino di ultima generazione, molto discreto, il Rostov sul Don ha distrutto, secondo il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, un importante deposito di munizioni, una fabbrica di mine e infrastrutture petrolifere”. Mosca aveva informato preventivamente dell’attacco gli Stati Uniti, come reso noto dal portavoce del Pentagono, Peter Cook. “Lo abbiamo apprezzato”, ha aggiunto il portavoce ricordando che la Russia aveva il dovere di fornire questa informazione sulla base del memorandum d’intesa firmato con Washington per evitare incidenti nei cieli della Siria. Tra Mosca e Ankara invece il clima resta molto teso: secondo il premier turco Ahmet Davutoglu, la Russia sta cercando di compiere “una pulizia etnica” nella provincia settentrionale di Latakia, dove vuole “espellere” i turcomanni e la popolazione sunnita, che “non hanno buoni rapporti col regime. Vogliono pulire etnicamente questa area per proteggere il regime e le basi russe”. (AGI) .

(AGI) – Roma, 9 dic. – Una strage di bambini si consuma nei mari che bagnano l’Europa, attraversati dai migranti che cercano una nuova vita. E’ della scorsa notte il nuovo naufragio, l’ennesimo, nell’Egeo. Il bilancio parla di 11 morti, tra i quali 5 bambini. La loro imbarcazione, partita dalla Turchia, si e’ rovesciata al largo della piccola isola greca di Farmakonisi. Ventisei passeggeri del barcone, che era di legno, sono stati tratti in salvo dalla Guardia costiera ellenica. E mentre si aggiona la contabilita’ delle vittime, il direttore generale della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego, fa un vilancio agghiacciante: nel Mediterraneo “i morti che sono piu’ che raddoppiati nel 2015 rispetto al 2014: da 1600 a oltre 3200. Continuano le morti di bambini, dimenticate: oltre 700 dall’inizio dell’anno”, afferma Perego, che accusa: “L’Europa che trova sempre risorse per bombardare, non trova risorse per salvare vittime innocenti. L’operazione europea Triton non ha saputo rafforzare il salvataggio in mare delle vite umane rispetto all’operazione italiana Mare Nostrum: una vergogna che pesa sulla coscienza europea. L’Europa sembra ora – a fronte della minaccia terroristica – giustificare i muri e la chiusura delle frontiere, oltre che il disimpegno nel creare canali umanitari che avrebbero potuto oltre che salvare vite umane, combattere il traffico degli esseri umani, una delle risorse del terrorismo”. Per monsignor Perego, “l’accoglienza ai nostri porti, anziche’ in centri di accoglienza aperti sembra affidarsi ancora una volta a centri chiusi, gli ‘hotspots’, come dimostra il Centro di accoglienza di Lampedusa: piu’ di 20.000 persone arrivate al porto e trasferite nel Centro, chiuso ad ogni ingresso e uscite. La paura insieme alla convenienza sembra far ritornare indietro di anni il cammino di protezione internazionale costruito in Europa”. (AGI) Rap (Segue) (Riepilogo) Migranti: e’ strage di bambini, 700 morti quest’anno (2)= (AGI) – Roma, 9 dic. – Continua invece l’accoglienza dei richiedenti asilo e protezione internazionale che, dopo l’appello di Papa Francesco del 6 settembre scorso, e’ cresciuta nelle strutture ecclesiali, nelle parrocchie e nelle famiglie, conclude il direttore della Migrantes realizzando “un’accoglienza diffusa, costruita insieme, senza conflittualita’. Un’accoglienza intelligente che aiuta anche a conoscere volti e storie di sofferenza e a costruire, in questo tempo di Avvento, percorsi e progetti di cooperazione internazionale. Ancora una volta la Chiesa costruisce un gesto concreto, che supera pregiudizi e contrapposizioni ideologiche, che accompagna le persone, nella prospettiva di una ‘cultura dell’incontro’ che sola rigenera le nostre citta’”. Il tema dei migranti sara’ al centro del Consiglio europeo della prossima settimana. Secondo quanto filtra sulla bozza del vertice, si punta a rimediare rapidamente alle inefficienze del funzionamento degli “hotspot” per l’accoglienza e l’identificazione dei migranti nei paesi europei di primo arrivo e e in particolare “assicurare la registrazione e scoraggiare il rifiuto ad essere registrati”. E’ questa una delle priorita’ indicate nel documento.”Nonostante il duro lavoro negli ultimi mesi – si legge nel testo provvisorio – il livello di attuazione di alcune delle decisioni prese e’ insufficiente. Il flusso senza precedenti di migranti mette sotto forte pressione le norme Ue di Schengen e dell’asilo”. Ecco perche’, prosegue il capitolo sull’immigrazione, e’ necessario affrontare le inefficienze degli hotspot, “adeguandone la capacita’ di accoglienza per raggiungere i loro obiettivi” e fissando “un calendario preciso perche’ ulteriori centri diventino operativi”. Quanto alle redistribuzioni dai paesi di primo arrivo, la bozza prevede che i leader chiedano un’attuazione piu’ rapida dello schema che prevede il ricollocamento di 160 mila migranti (per ora ne sono partiti solo 130 su 39.600 dall’Italia e 30 su 66.400 dalla Grecia), ma anche di “considerare l’estensione ai paesi sotto pressione”. E il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, da parte sua sottolinea che l’apertura di una procedura di infrazione europea nei confronti dell’Italia sulla registrazione dei migranti “sarebbe una scelta del tutto irragionevole e fuori dal tempo e dalla storia. Noi per il lavoro svolto meritiamo solo un grazie dalla Ue”, ha affermato il ministro. (AGI)

(AGI) – Londra, 9 dic. – La capitale britannica e’ ufficialmente la metropoli piu’ verde al mondo e ora e’ stato calcolato come gli alberi sul suo territorio contribuiscano all’economia londinese per ben 6,1 miliardi di sterline, 8,5 miliardi di euro al cambio attuale. Il calcolo – che e’ stato fatto dalla commissione forestale nazionale, la Forestry Commission, e che e’ contenuto nel report ‘i-Tree’ pubblicato oggi – si basa su diverse voci di risparmio. In particolare, avere cosi’ tanti alberi in citta’ abbatte le spese per l’aria condizionata degli edifici, per il drenaggio dei terreni e per la compensazione delle emissioni di anidride carbonica: ecco cosi’ che e’ presto spiegato l’enorme valore monetario dei circa 8,4 milioni di alberi che coprono circa il 20% dell’area metropolitana di Londra. La capitale britannica, fra l’altro, gia’ nel 2002 aveva ottenuto lo status di ‘foresta urbana’. (AGI) .

(AGI) – Roma, 9 dic. – Sono quasi 200mila le persone che ieri hanno partecipato ai vari eventi della giornata inaugurale del Giubileo della Misericordia, dall’apertura della Porta Santa a ‘Fiat Lux’ passando per l’Angelus, piazza di Spagna e Santa Maria Maggiore. La stima e’ della questura della capitale, dove stamane – nel corso di un debriefing operativo – il questore Nicolo’ D’Angelo ha tracciato un consuntivo decisamente positivo, sottolineando che tutto si e’ svolto in condizioni di “massima sicurezza, senza particolari criticita’ di ordine pubblico”: 2mila gli operatori delle forze dell’ordine sulle strade e poco meno di 2mila i militari impegnati nella vigilanza di obiettivi sensibili. Di rilievo anche il supporto della tecnologia, con il ricorso a piu’ moderni sistemi di videosorveglianza e a nuovi metal detector e rapiscan. Inoltre ieri hanno debuttato i pattugliamenti congiunti con operatori di altri Paesi, come ha spiegato il ministro Angelino Alfano: in occasione dell’apertura della Porta Santa, erano presenti gli agenti del Cuerpo Nacional de Policia e della Guardia Civil spagnoli, i primi ad operare sul suolo italiano e nei pressi della Citta’ del Vaticano. Per il prefetto Franco Gabrielli c’e’ “la consapevolezza di aver superato la prima, difficile prova di un percorso destinato a concludersi il 20 novembre 2016 e che richiedera’ di mantenere sempre i medesimi livelli di attenzione e impegno. E’ stato un inizio dal nostro punto di vista positivo”, ma “adesso la sfida e’ mantenere alta la tensione perche’ siamo solo al primo di 347 giorni e la strada e’ molto lunga”. Quanto al ‘flop’ di presenze ventilato da alcuni media, lo stesso prefetto ha spiegato di aver “chiesto alla questura quale fosse stata l’affluenza all’apertura del Giubileo del 2000, citato come benchmark per ogni tipo di manifestazione: il 24 dicembre del ’99 il dato della questura era di 50mila persone”, sui livelli di quello di ieri. E “ricordo che allora non c’era l’Isis, non c’era stato l’11 settembre ne’ il 13 novembre e non c’era il ponte dell’Immacolata”. “Perche’ un Giubileo della Misericordia? Cosa significa questo?”, si e’ chiesto Papa Francesco all’udienza generale di oggi. La Chiesa – ha sottolineato – ha bisogno di questo momento straordinario. Non dico: e’ buono, no! Dico: la Chiesa ha bisogno” Nella nostra epoca di profondi cambiamenti, la Chiesa e’ chiamata ad offrire il suo contributo peculiare, rendendo visibili i segni della presenza e della vicinanza di Dio. E il Giubileo e’ un tempo favorevole per tutti noi, perche’ contemplando la Divina Misericordia, che supera ogni limite umano e risplende sull’oscurita’ del peccato, possiamo diventare testimoni piu’ convinti ed efficaci”. (AGI) .

(AGI) – Washington, 9 dic. – All’indomani delle sue dichiarazioni sui musulmani Donald Trump non si pente, anzi rilancia la proposta di vietarne l’ingresso negli Usa. In una intervista alla Abc che andra’ in onda stasera, il miliardario candidato alle primarie repubblicane per le presidenziali del prossimo anno, alla domanda se fosse pentito delle sue dichiarazioni ha risposto: “Affatto, dobbiamo fare la cosa giusta”. “Sapete che quando mi sono espresso contro l’immigrazione clandestina, tutti dissero la stessa cosa”, ma “due settimane dopo erano tutti dalla mia parte, compresi i membri del mio partito”, ha aggiunto. “E’ un divieto a breve termine”, ha ribadito. “Ho importanti relazioni” all’interno della comunita’ musulmana e anche loro sono d’accordo con me, al 100%”, ha assicurato. (AGI) .

(AGI) – Roma, 9 dic. -“La verita’ e’ che siamo in guerra”. Cosi’ il segretario alla Difesa Usa, Ash Carter, riferendo sulla strategia anti-Isis in Congresso. Carter ha sollecitato la Russia a stare “dalla parte giusta” della lotta contro lo Stato islamico. E ha chiesto piu’ impegno contro il califfato agli alleati del Golfo. “Anch’io spero che soprattutto le nazioni arabe sunnite del Golfo facciano di piu'”, ha affermato davanti alla Commissione Difesa. Intanto la Russia scesa in campo militarmente a fianco del regime di Damasco mostra i muscoli. Per la prima volta ha confermato di aver usato un sottomarino schierato nel Mediterraneo per colpire obiettivi a Raqqa, la capitale del sedicente ‘califfato’ dell’Isis. Poco dopo, il presidente Vladimir Putin, ordinando l’analisi dei risultati dei raid, si e’ augurato che tali missili non debbano mai essere armati con testate nucleari. Una minaccia smentita dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov: “Non c’e’ alcuna necessita’ di usare le armi nucleari contro l’Isis: ce la possiamo cavare con quelle convenzionali, cosa che corrisponde pienamente alla nostra dottrina militare”. L’operazione suona come una nuova dimostrazione di forza di Mosca, che da settimane sta rafforzando il suo dispositivo militare nella regione. Proprio oggi a Riad si apriva la ‘due giorni’ in cui la sfilacciata opposizione interna siriana (i rappresentanti delle fazioni politiche, ma anche dei gruppi armati) tentano di unificare le fila in vista di eventuali negoziati con il regime: e’ il tentativo piu’ ambizioso mai messo in campo per unificare intorno a una piattaforma politica comune i nemici di Bashar al-Assad. Uno dei gruppi ribelli presenti, gli islamisti di Ahrar al-Sham, con legami con al-Qaeda e tra i piu’ importanti della Siria, ha gia’ chiesto di mettere fine all'”occupazione russo-iraniana” e preservare l’integrita’ territoriale e l’identita’ islamica del Paese. Putin ha ricordato che i missili Calibre lanciati contro Raqqa sono armi “di precisione nuova, moderna e altamente efficiente” e che possono essere equipaggiati tanto “con testate convenzionali che con testate speciali, comprese quelle nucleari”. “Decisamente niente di tutto cio’ e’ necessario per combattere i terroristi. E speriamo che non sia mai necessario”, ha aggiunto. Il Rostov sul Don e’ un sottomarino della classe Varshavyanka a bassissima emissione di rumore con tecnologia “stealth” avanzata. Gia’ a novembre si era parlato di un bombardamento russo su Raqqa partito da un sottomarino ma la notizia non era stata confermata. Considerato un sottomarino di ultima generazione, molto discreto, il Rostov sul Don ha distrutto, secondo il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, un importante deposito di munizioni, una fabbrica di mine e infrastrutture petrolifere”. Non si placa intanto lo scontro tra Mosca e Ankara per il jet russo abbattuto. Secondo il premier turco Ahmet Davutoglu, la Russia sta cercando di compiere “una pulizia etnica” nella provincia settentrionale di Latakia, dove vuole “espellere” i turcomanni e la popolazione sunnita, che “non hanno buoni rapporti col regime. Vogliono pulire etnicamente questa area per proteggere il regime e le basi russe”. (AGI) .

(AGI) – New York, 9 dic. – Angela Merkel e’ la Persona dell’Anno per il 2015. Lo ha stabilito la rivista ‘Time’. Il settimanale motiva la sua decisione con la leadership mostrata per gestire il debito europeo, la crisi dei migranti e quella ucraina.(AGI) .