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Mosca – Nuovo tragico incendio in Russia: e' di almeno 23 morti, per la maggior parte anziani, il bilancio del rogo divampato sabato notte in un ospedale psichiatrico nel villaggio di Alferovka, nella regione meridionale di Voronez. Piu' di 70 persone, comprese quattro infermiere, si trovavano all'interno della struttura in legno e mattoni di epoca sovietica quando e' scoppiato l'incendio e almeno 29 pazienti erano ricoverati nell'unita' ospedaliera. Dai primi accertamenti, la causa delle fiamme sarebbe un corto circuito. Molti pazienti sono morti perche' erano stati sedati per la notte e non si sono svegliati.
Per domare le fiamme i 440 vigili del fuoco intervenuti hanno impiegato tre ore. Il presidente russo, Vladmir Putin, ha espresso cordoglio per le vittime, per lo piu' sulla sessantina e settantina. Il Comitato investigativo, che fa capo direttamente al Cremlino, ha aperto un'inchiesta per negligenza.
L'incendio di Alferovka e' solo l'ultima di una serie di tragedie che hanno colpito strutture di questo tipo in Russia negli ultimi anni: un incendio in un ospedale psichiatrico nel nord-ovest del paese nel 2013 uccise 37 persone, in un episodio analogo nell'aprile dello stesso anno rimasero uccise 38 persone. Nel 2009 156 persone erano morte nell'incendio di un night-club a Perm, 1.200 chilometri a est di Mosca. (AGI)
Mgm/Gis/Sar

(AGI) – Roma, 13 dic. – Dalla conferenza internazionale di Roma sulla Libia e' arrivato il pieno sostegno dei rappresentanti di 18 governi occidentali e delle potenze regionali all'accordo tra le parti libiche per un governo di unita' nazionale che sara' firmato mercoledi' in Marocco. Il nuovo esecutivo, e' trapelato dai lavori alla Farnesina, dovra' essere operativo entro 40 giorni. Sara' questo "il primo passo verso la transizione", ha spiegato l'inviato speciale dell'Onu, Martin Kobler. Il primo passo per consentire al popolo libico di avere un governo che inizi a lottare per sradicare il terrorismo, che come ha detto il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha "colmato il vuoto" di quattro anni che si e' creato nel Paese dopo la caduta di Gheddafi. L'Italia, ha assicurato il padrone di casa, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, "avra' un ruolo fondamentale" da questo momento, in base alla cornice che sara' stabilita' dall'Onu e alle richieste del governo e del popolo libico. Gentiloni ha parlato anche di "convergenza senza precedenti" e ha assicurato che la comunita' internazionale "affrontera' la minaccia Isis come sta gia' facendo in altri Paesi", con chiaro riferimento a Iraq e Libia. La conferenza, recita il documento conclusivo, "esprime determinazione, in collaborazione con il governo libico di unita', a sconfiggere l'Isis eliminandone la minaccia". La comunita' internazionale si impegna anche nell'assistenza umanitaria. "La situazione economica e umanitaria e' "drammatica", hanno sottolineato Kerry e Kobler. Pur essendo un Paese ricco di petrolio, in Libia 2,4 milioni di persone su 6 hanno bisogno di aiuti umanitari. Il nuovo governo libico dovra' avere base a Tripoli, e l'obiettivo e' stabilirlo nella capitale entro 40 giorni. Nel frattempo dalla conferenza arriva la richiesta di un immediato cessato il fuoco. L'accordo "prevede una transizione di un anno per portare avanti il processo costituzionale", ha spiegato Kobler, aggiungendo che poi il governo di unita' "dovra' fare ulteriori passi avanti". Ma, ha detto, "i delegati libici presenti qui a Roma rappresentano la maggioranza del popolo libico. Credo che il treno sia partito nella direzione giusta. Kerry ha poi riconosciuto che c'e' chi dentro e fuori la Libia lavora per far fallire l'accordo e, ha avvertito, "chi lo mina paghera' un caro prezzo" perche' "l'unica base legittima per un futuro della Libia e' questo governo". (AGI) 

(AGI) - Manila - Una forte tempesta tropicale si sta avvicinando alla costa est delle Filippine. Lo fanno sapere le autorita' locali. Secondo le previsioni c'e' il rischio che la tempesta possa rafforzarsi e trasformarsi in un vero e proprio tifone a partire da lunedi' prossimo, quando dovrebbe colpire la centrale isola di Samar. Forti pioggie e conseguenti frane e allagamenti sono previste in un'area di circa 150 km tra lunedi' prossimo e mercoledi'. (AGI)

(13 dicembre 2015)

(AGI) – Roma - La Conferenza internazionale, in corso a Roma, esprimerà un "messaggio unanime di consenso" all'accordo per un governo di unità nazionale che "ripristini l'integrità territoriale, la sicurezza, e la stabilità" della Libia. Lo ha affermato il segretario francese agli Affari Europei, Harlem Desir, a margine della riunione alla Farnesina, annunciando che l'inviato speciale dell'Onu, Martin Kobler, ha confermato l'appuntamento di mercoledì prossimo in Marocco per la firma dell'accordo. "La maggioranza dei rappresentanti libici sostiene il governo di unità" ha aggiunto Desir, sottolineando che "la priorità al momento è l'accordo e successivamente si può pensare ad una risoluzione dell'Onu per sostenere le attività del nuovo governo". (AGI)

(13 dicembre 2015)

(AGI) – Sanaa - I raid aerei condotti dagli aerei sauditi sul villaggio yemenita di al Hajawara, nella provincia settentrionale di Hajjah, avrebbero provocato lamorte di 19 civili. Lo riferiscono i media locali riportando le dichiarazioni dei residenti nelle zona. Da quanto riferito 12 persone sarebbero rimaste uccise nei bombardamenti che hanno colpito le loro abitazioni, mentre sette persone sarebbero rimaste uccise nel bombardamento avvenuto sul mercato nel quartiere meridionale di Qabatiya. Nel corso dei raid piu' di 30 persone sarebbero rimaste ferite. Ieri i ribelli Houti che combattono in Yemen hanno annunciato un cessate il fuoco a partire da domani, lunedì 14 dicembre, alla vigilia dei colloqui di pace in programma in Svizzera la prossima settimana. (AGI)

(13 dicembre)

Parigi – A Parigi via libera allo storico accordo sul clima. I delegati dei 195 Paesi presenti alla conferenza si sono impegnati contro il surriscaldamento del pianeta.

"Devo battere con il martello, e' un piccolo martello ma penso che posa fare molto, ha affermato alle 19:26 il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, presidente della conferenza. Il presidente francese Francois Hollande si e' stretto in un caloroso abbraccio con il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, mentre il segretario di Stato Usa John Kerry non riusciva a trattenere le lacrime.

"E' l'accordo piu' completo mai negoziato, con l'obiettivo di mantenere l'aumento la temperatura media mondiale molto al di sotto dei due gradi dei livelli pre-industriali e i Paesi si apprestano a compiere tutti gli sforzi necessari affinche' l'aumento non oltrepassi 1,5 gradi, evitando cosi' l'impatto piu' catastrofico dei cambiamenti climatici", ha detto Ban.

L'accordo prevede un finanziamento di 100 miliardi di dollari per i Paesi in via di sviluppo entro il 2020 e un limite al riscaldamento globale di 1,5 gradi.

E' "ambiziosa ed equilibrata", ha sottolineato il capo del Quai d'Orsay, presentando la bozza del testo.

Clima: dalla Conferenza di Rio a Parigi, 23 anni di negoziati

Emozionato nell'annuncio ai 195 Paesi che hanno partecipato alla Conferenza, Fabius ha spiegato che ora "siamo arrivati alla fine di un percorso ma anche all'inizio di un altro". "Si tratta di un accordo", ha aggiunto, "giusto, sostenibile, dinamico, equilibrato e vincolante, uno storico punto di svolta".

L'intesa e' stata finalizzata nella notte e il testo è stato tradotto in sei lingue, prima di essere presentato. I piani nazionali per il taglio dei gas serra saranno sottoposti a revisione ogni cinque anni.

Hollande: "Testo ambizioso e realistico" –  "Avete lavorato molto, notte e giorno e voglio esprimervi la gratitudine della Francia", ha affermato il presidente Francois Hollande, intervenendo alla presentazione della bozza. "Ora", ha detto Hollande diretto alle 195 delegazioni dei Paesi presenti al summit, "stara' a voi ora dare una conclusione a questo accordo e compiere l'ultimo sforzo. Solo voi potete portare una risposta". "Il testo preparato e che vi e' stato presentato e' ambizioso e realistico e invita alla responsabilita'". 

Dal Co2 ai finanziamenti, tutti i nodi sul tavolo (LEGGI) 

Ban Ki-moon "documento storico" – "Il documento che avete appena presentato e' storico" e "promette di avviare il mondo su un nuovo sentiero", ora "finiamo il lavoro, il mondo intero ci sta guardando", ha sottolineato il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon.

Roma – L'Italia ha depositato al Tribunale Arbitrale, costituito presso la Corte Permanente d'Arbitrato de l'Aja, una richiesta di misure provvisorie ai sensi dell'Articolo 290 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. Con tale atto si chiede al Tribunale Arbitrale, appena costituitosi, di autorizzare il fuciliere Girone a tornare in Italia e a restarvi per tutta la durata della procedura arbitrale in corso fra le Parti. Lo rende noto la Farnesina.

La richiesta di misure provvisorie si inserisce nel quadro dell'arbitrato internazionale avviato dal Governo italiano lo scorso 26 giugno e segue la misura cautelare gia' resa dal Tribunale per il Diritto del Mare di Amburgo lo scorso agosto, con la quale e' stata ordinata la sospensione di tutti i procedimenti giudiziari a carico dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Con tale istanza, l'Italia ha chiesto al Tribunale Arbitrale di riconoscere e proteggere alcuni diritti fondamentali anche prima delle soluzione definitiva della controversia.

Il Tribunale fissera' la data di discussione della richiesta italiana. L'Italia e' determinata a far valere in giudizio il diritto esclusivo all'esercizio della giurisdizione sulla vicenda della Enrica Lexie, nonche' l'immunita' che il diritto internazionale riconosce ai militari che operano nell'esercizio delle loro funzioni.(AGI) Mal

Roma- Dopo anni di negoziati globali, due settimane di intensi colloqui e parecchie notti insonni per limare i dettagli, i delegati di quasi 200 Paesi sono in procinto di raggiungere, a Parigi, uno storico accordo per limitare il riscaldamento globale. Redatto nell'opaco linguaggio tecnico che si e' evoluto negli ultimi 20 anni di colloqui sul clima, il documento – in attesa dell'approvazione finale e asciugato a 31 pagine – fissa il tetto del 'global warming' "ben al di sotto dei 2 gradi", puntando l'asticella al target di 1,5 gradi.

Le temperature globali hanno gia' subito un rialzo di circa 1 grado rispetto ai livelli pre-industriali; se quest'aumento raddoppiasse, come piu' volte hanno avvertito gli scienziati, i rischi per il clima sarebbero enormi. Isole come le Marshall, ad esempio, rischierebbero di venire sommerse dall'innalzamento dei livelli del mare e, per questo, alla Cop21 di Parigi hanno spinto per il contenimento entro 1,5 gradi, trovando il sostegno di piu' di 100 Paesi, dell'Ue e soprattutto degli Usa. Tra i contrari, invece, l'Arabia Saudita, secondo cui un obiettivo cosi' ambizioso potrebbe mettere a rischio la sicurezza alimentare.

Altro punto chiave del negoziato, intrinsecamente connesso col precedente, e' stato il taglio delle emissioni inquinanti. I Paesi piu' a rischio climatico e molte ong avevano chiesto a gran voce un impegno chiaro e concreto mentre i cosiddetti giganti emergenti – India e Cina in primis – premevano per posticipare o sfumare qualsiasi obbligo, rivendicando il diritto a bruciare carbone e a crescere economicamente. La questione, sul tavolo dei negoziati, e' divenuta anche lessicale e giovedi' sera nel testo era presente la dizione "neutralita' di CO2". Nella bozza finale si legge che, per ridurre la temperatura "ben al di sotto dei 2 gradi", "le parti puntano a raggiungere il picco globale delle emissioni di gas serra il prima possibile, riconoscendo che i Paesi in via di sviluppo impiegheranno piu' tempo per tale picco, e a intraprendere successivamente rapide riduzioni in base alla miglior scienza disponibile, in modo da raggiungere un equilibrio tra le emissioni antropogeniche dalle fonti e la rimozione dei gas serra tramite pozzi nella seconda meta' di questo secolo, sulla base dell'equita' e nel contesto dello sviluppo sostenibile e degli sforzi per sradicare la poverta'". Una formula apparentemente complessa che, tuttavia, gli addetti ai lavori interpretano come fissante l'obiettivo 'net-zero emissions' o neutralita' carbone. Quanto all'impegno finanziario, chiave di volta per il successo di Cop21 e una delle cause del fallimento della conferenza di Copenhagen nel 2009, e' stato naturalmente al centro delle trattative e delle 'limature'. Anche perche' i repubblicani Usa avevano gia' fatto sapere che avrebbero dato battaglia per impedire che i miliardi dei contribuenti americani andassero al Fondo verde per il clima. L'impegno era stato appunto gia' preso a Copenhagen: 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020 per aiutare i Paesi in via di sviluppo.

Alla fine il punto e' stato inserito nelle decisioni non vincolanti che accompagnano il testo dell'accordo; qui si dice che prima del 2025 la conferenza fissera' "un nuovo obiettivo di raccolta da una base di 100 miliardi all'anno". Nell'articolo 9 del testo vincolante, invece, ci si limita a statuire che "i Paesi sviluppati forniranno risorse finanziarie per assistere quelli in via di sviluppo", senza alcun riferimento a cifre ne' date. (AGI) 

Riad – Per la prima volta nella storia dell'Arabia Saudita, le donne potranno votare ed essere elette alle elezioni comunali di oggi. Poiche' pero ' e' proibito loro guidare, il servizio di taxi on line Uber ha offerto passaggi gratis alle donne dirette ai seggi, con l'obiettivo di sostenere l'affluenza alle urne. Le candidate che si sono presentate sono 978 contro 5.938 uomini, secondo i dati della commissione elettorale. Per esprimere la loro preferenza, si sono registrate 130.000 donne contro 1,35 milioni di uomini.

Durante la campagna elettorale, alle donne e' stato consentito pronunciare discorsi solo dietro paraventi o facendosi rappresentare da un uomo. Anche la consultazione elettorale rappresenta un evento raro per l'Arabia Saudita. Quella di oggi e' solo la terza chiamata al voto nella storia del regno. Per 40 anni, dal 1965 al 2005, non ci sono mai state elezioni. La decisione di permettere alle donne di votare era stata presa dal re Abdullah, morto lo scorso gennaio. Prima morire il sovrano aveva anche nominato 30 donne tra gli advisor del consiglio della Shura. In ballo oggi ci sono 2.100 incarichi comunali cui se ne aggiungono altri 1.050 approvati dal re. I risultati sono attesi per la tarda serata di oggi. (AGI)

(12 dicembre 2015)