AGI – Israele estende la sua offensiva di terra nella devastata Striscia di Gaza, costringendo a spostamenti massicci la popolazione palestinese. Messi alle strette dall’offensiva, decine di migliaia di abitanti di Gaza si stanno spostando da Khan Younis, nel Sud della Striscia di Gaza, a Rafah, vicino al confine con l’Egitto. Fuggono dai bombardamenti ma si dirigono verso una zona disastrata dal punto di vista umanitario, dove il sovraffollamento e la mancanza dei servizi più basilari stanno generando epidemie.
È di nuovo guerra
Il ritorno alla guerra aperta dopo la rottura della tregua tra Israele e Hamas ha avuto effetti a catena in una regione sull’orlo di una conflagrazione piu’ ampia. Dalla scadenza della tregua venerdì scorso, a Gaza sono ripresi i combattimenti tra Hamas e l’avanzata delle truppe israeliane, così come i lanci di razzi dei militanti verso Israele e gli attacchi aerei israeliani sul territorio palestinese.
Le forze di difesa di Israele (Idf) hanno continuato a bombardare Gaza durante la notte. Sono 200 gli obiettivi di Hamas colpiti, secondo Israele, che ha denunciato la scoperta di tunnel sotto una scuola nella parte Nord della Striscia. A Sud, invece, Khan Younis, nel Sud, dove molti palestinesi sono fuggiti nelle prime settimane di guerra su ordine di Israele, risulta uno degli obiettivi degli ultimi raid.
Al Jazeera ha riferito di un “intenso bombardamento” nella parte orientale della città nelle prime ore di oggi. Il portavoce dell’Unicef ha parlato di “bombardamenti implacabili”. Sono stati segnalati raid israeliani e continui colpi di artiglieria anche nel Nord, nei quartieri di al-Shujaiya e al-Tuffah della città di Gaza.
Khan Younis nel mirino
Israele ritiene che la leadership di Hamas abbia sede a Khan Younis e ha ordinato alle persone dentro e intorno ad alcune zone della città di evacuare. La popolazione locale ha detto che i militari hanno lanciato volantini definendo Khan Younis “una zona di combattimento pericolosa” e ordinando loro di spostarsi nella città di confine di Rafah o in una zona costiera nel Sud-Ovest.
Ieri sera, il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, aveva annunciato che l’esercito sta espandendo l’offensiva di terra a “tutte le aree della Striscia di Gaza”.
Israele ha promesso di schiacciare Hamas come rappresaglia per gli attacchi del 7 ottobre del gruppo terrorista che hanno ucciso circa 1.200 persone, per lo più civili, secondo le autorità israeliane. Si stima che altre 240 persone, tra cui bambini e anziani, siano state prese in ostaggio a Gaza.
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, afferma che più di 15.523 persone sono state uccise dal 7 ottobre, più della metà delle quali donne e bambini. L’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite (Ocha) stima in circa 1,8 milioni di persone (circa il 75% della popolazione di Gaza) il numero degli sfollati interni.
Nel quadro di una tregua mediata dal Qatar con il sostegno dell’Egitto e degli Stati Uniti, sono stati liberati 80 ostaggi israeliani, in cambio del rilascio di 240 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Da Gaza sono stati liberati anche piu’ di due dozzine di altri ostaggi.
Con 137 ostaggi ancora detenuti a Gaza, secondo l’esercito israeliano, Hamas ha escluso ulteriori rilasci fino a quando non verrà concordato un cessate il fuoco permanente.
AGI – Nella tarda serata di sabato, a Parigi, Armand R., un francese di 26 anni di origine iraniana, ha ucciso un turista tedesco-filippino di 23 anni nel 15* arrondissent. Ci sono anche due feriti, tra cui un inglese di 66 anni. Era schedato con la ‘S’ per islamismo radicale, e avrebbe detto alle forze dell’ordine, che lo hanno arrestato, che non sopportava “che gli arabi fossero uccisi nel mondo” e voleva morire da martire.
L’uomo, che soffrirerebbe di disturbi psichiatrici, era stato condannato nel 2016 per aver tentato un altro attacco, secondo quanto affermato dal ministro dell’Interno francese, Gérard Darmanin.
La vittima dell’aggressione – scrive ‘Le Parisien’ – è stata trovata in arresto cardiorespiratorio sul ponte Bir-Hakeim, tra il 15* e il 16* arrondissement di Parigi, poco prima delle 22, ha riferito una fonte della polizia. E’ morta per una ferita da coltello alla schiena e alla spalla.
Tra Avenue du President e Avenue Kennedy, una seconda persona è stata ferita alla testa con un martello ed è stata soccorsa dai vigili del fuoco. Secondo la polizia,questa persona stava camminando con la moglie e il figlio quando l’aggressore è arrivato alle spalle e l’ha colpita.
Durante il suo arresto, il 26enne ha minacciato la polizia con un martello e ha gridato “Allah Akbar”. La polizia ha poi utilizzato due volte una pistola a impulsi elettrici per immobilizzare l’aggressore, arrestato in Avenue du Parc de Passy.
La ricostruzione dei fatti secondo il ministro dell’Interno
I fatti – secondo quanto ricostruito dal ministro Darmanin giunto sul posto in tarda serata – sono iniziati poco dopo le 21, nel 17* arrondissement della capitale. L’aggressore “avrebbe pugnalato più volte un passante, deceduto per le ferite”. Si tratta di un cittadino tedesco, che era in compagnia della moglie. “L’intervento di un tassista” ha messo fine a questa prima parte dell’aggressione, e una chiamata, intorno alle 21,15, ha fatto scattare l’arrivo degli agenti di polizia del 17* arrondissement.
I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno inseguito il sospettato attraverso il ponte di Grenelle, fino al 15* arrondissement, che si trova dall’altra parte della Senna. Il 26enne nel frattempo aveva aggredito, a colpi di martello, altre due persone, “le cui vite non sarebbero in pericolo”, ha precisato il ministro: “Una persona sarebbe di nazionalità straniera, l’altro sarebbe un francese sulla sessantina”. infine l’arresto del sospettato.
La procura di Parigi ha affidato un’indagine alla polizia criminale per omicidio e tentato omicidio. E’ stato condannato nel 2016 a quattro anni di carcere per “aver voluto intraprendere un’azione violenta” , ha continuato Darmanin. Poi è stato “rilasciato dal carcere nel 2020 e seguito amministrativamente dalla DGSI”, ha indicato il ministro, che ha aggiunto che l’aggressore soffriva di “disturbi psicologici” ed era “in cura”.
Primo ministro, non arretreremo davanti al terrorismo
“Non rinunceremo a nulla di fronte al terrorismo”. Lo ha detto il primo ministro francese, Elisabeth Borne, dopo l’attacco terroristico a Parigi che ha causato un morto (un turista tedesco) e due feriti. “I miei pensieri sono rivolti alla vittima, ai feriti e alle loro famiglie. Rendo omaggio al coraggio e alla professionalita’ delle nostre forze dell’ordine e dei nostri servizi di emergenza mobilitati”, ha scritto il capo del governo su X.
AGI – L’esercito israeliano annuncia di aver “ripreso i combattimenti” contro Hamas. La proroga di un giorno della tregua, anticipata nella notte dal Wall Street Journal con la citazione di fonti del governo egiziano, non si è tramutata in realtà con la conseguente scadenza dell’accordo provvisorio e la ripresa delle ostilità.
Dopo sette giorni di stop ai combattimenti, la tregua nella Striscia di Gaza è stata rotta venerdì mattina con la ripresa degli scontri a fuoco tra Israele e Hamas. “Hamas ha violato la tregua e ha sparato anche in territorio israeliano”. Per questo motivo “le Forze di Difesa Israeliane hanno ripreso a combattere contro l’organizzazione terroristica nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato l’esercito in un comunicato.
Il Ministero degli Interni di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che “gli aerei israeliani stanno sorvolando la Striscia e i loro veicoli hanno aperto il fuoco nel nord-ovest dell’enclave”.
Secondo quanto riporta Al Jazeera, che cita diversi testimoni a Gaza City e nel nord della Striscia di Gaza, “sono in corso pesanti scontri tra gruppi di combattenti palestinesi e truppe israeliane“. Nella parte centrale della Striscia, i carri armati israeliani stanno colpendo anche i campi profughi di Nuseirat e Bureij. Un giornalista di Afp ha invece confermato di aver sentito numerosi colpi di artiglieria e attacchi aerei da parte dell’esercito israeliano.
Già 29 morti a Gaza
La ripresa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza al termine della tregua di sei giorni per lo scambio di ostaggi-prigionieri ha già provocato la morte di 29 palestinesi, fra i quali anche dei bambini. Lo ha fatto sapere il ministero della Salute di Hamas, al governo dell’enclave. Sette vittime si trovavano nel Nord a Jabaliya e nella città di Gaza, dodici a Sud a Khan Younes e altri dieci nel centro, ad al-Maghazi, ha detto. La pressione è aumentata sugli ospedali della Striscia. Secondo Ashraf al-Qidreh, il portavoce dello stesso dicastero, 6 persone hanno perso la vita a Rafah.Hamas ha dichiarato che affronterà con “fermezza” ed “eroismo” i nuovi attacchi delle forze israeliane.
AGI – In occasione della recente Borsa Vini organizzata da Italian Trade Agency (Agenzia ICE) a Singapore, in cui 21 produttori italiani sono stati presentati al mercato ASEAN, l’Ambasciatore d’Italia Dante Brandi ha salutato la vittoria del Consorzio di Tutela della Denominazione di Origine Controllata (DOC) Prosecco contro l’Australian Grape and Wine Inc., a garanzia degli interessi di una produzione che copre Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza. Insomma, è ormai certo. A Natale, a Singapore, si brinda con Prosecco rigorosamente italiano.
L’esito della diatriba giudiziaria con l’Australia è considerata un’importante vittoria per il vino italiano più venduto nel mondo, bandiera del Made in Italy. Singapore ha registrato il Prosecco come un’Indicazione Geografica (IG) e ha rigettato l’istanza dei produttori e vinificatori australiani, che avevano invece vinto nell’appello del 2021 contro la decisione favorevole precedentemente presa dall’Ufficio di Proprietà Intellettuale di Singapore (IPOS), nel corso di un’accesa diatriba iniziata nel 2019.
“Un risultato che premia il lavoro pluriennale che il nostro Consorzio porta avanti a livello comunitario, nazionale e internazionale” ha commentato il presidente del Consorzio Stefano Zanette.
“La sentenza della Corte conferma ancora una volta l’affidabilità del paese per tutte le imprese estere” ha aggiunto la Camera di Commercio italiana a Singapore, mentre l’Ambasciatrice dell’UE a Singapore, Iwona Piórko, ha ricordato: “sono 165 le IG qui attualmente registrate e protette con uso esclusivo del nome, a frutto della progressiva implementazione dell’Accordo di Libero Commercio tra l’Unione Europea e Singapore in vigore dal Novembre 2019. Il Prosecco è un vino autentico ad alto valore commerciale, con volumi d’esportazione in crescita nel Sudest asiatico. La sentenza è cruciale: tutela l’interesse del consumatore locale, chiude in modo definitivo il contenzioso sulla registrazione del Prosecco DOC a Singapore ed è un monito per simili sovrapposizioni”, ha concluso l’Ambasciatrice.
Il riconoscimento dell’indicazione geografica, come chiarisce la Delegazione europea, è legata alla giurisdizione del singolo paese. Il Prosecco DOC è già riconosciuto in paesi come India, Giappone e Vietnam. In Cina, ha ottenuto la registrazione come marchio collettivo nel 2022 e si prevede che venga registrato come IG entro il primo marzo 2025 nel quadro dell’accordo Ue-Cina sulle IG, entrato in vigore nel marzo 2021. Ma in altri paesi dell’area ASEAN, come Thailandia, Filippine e Indonesia, l’atteso accordo sul libero commercio con l’UE (FTA) è in corso dal lontano 2007. Ad oggi è stato raggiunto solo in Vietnam e Singapore, dove appunto è stato recepito il riconoscimento IG.
Eppure, gli interessi italiani nel Sud Est asiatico sono importanti. “Dopo aver coperto i principali mercati, abbiamo già pianificato nuove registrazioni in paesi emergenti, particolarmente rilevanti dal punto di vista turistico, e nelle nazioni in cui la normativa sulle IG è di recente introduzione” ha detto Alessandra Zuccato, responsabile dell’ufficio legale del Consorzio.
E non non è difficile capirne le ragioni. “Solo in Thailandia i ricavi nel mercato del vino sono a oltre 950 milioni di dollari nel 2023 e aumenteranno annualmente del 4,6% entro il 2028” racconta Francesco Neirotti, responsabile Sud Thailandia di The Wine Merchant, che aggiunge: “Cresce la classe medio-alta, esigente e preparata. Ci sono sommelier locali di altissimo livello. Per il Super Tuscan il cliente è disposto a spendere fino ai 600 euro a bottiglia in hotel, solo a Bangkok ci sono oltre 420 ristoranti italiani, una cinquantina a Phuket. Nel nostro negozio-storage è in vendita a 300 euro, lo finiamo in una settimana. ”
Insomma, seppur lentamente e a macchia di leopardo, con procedure non sempre armonizzate, avanza la tessitura dei diversi Accordi commerciali bilaterali, che dal 2006 costituiscono il principale strumento commerciale comunitario. In questo quadro, la tutela IG, di cui l’Italia ha il primato mondiale, si rafforza in termini di esportazioni anche in modo indiretto. Ad esempio, se siamo lontani da Accordi di libero scambio con l’Australia, il recente Accordo dell’Unione europea con la Nuova Zelanda mette in difficoltà il cosiddetto ‘Prosecco’ Australiano, esportato fino all’80% proprio in Nuova Zelanda.
Di certo, il campanello d’allarme è già suonato anche in Australia, dove nella King Valley, a metà strada tra Melbourne e Canberra, i turisti possono addirittura percorrere la Prosecco Road, una zona vitivinicola di cui i siti Internet locali sottolineano le assonanze con l’Italia. Come riporta il sito Internet di Australian Grape and Wine Inc. che rappresenta gli interessi di oltre 2.100 produttori e oltre 6.000 vinicoltori locali, quella del Prosecco “potrebbe essere la punta dell’iceberg”. E aggiunge: “Sono già stati fatti tentativi per proteggere un elenco sempre più ampio di vitigni tra cui Fiano, Montepulciano, Barbera, Nero d’Avola, Vermentino, Dolcetto e altri come IG. Tutte varietà che vengono coltivate anche nelle 65 regioni vinicole dell’Australia.”
AGI – Israele ha ricevuto da Hamas l’elenco degli ostaggi che saranno rilasciati nella giornata di oggi. Lo riporta il sito del quotidiano israeliano Haaretz. I media egiziani, inoltre, riferiscono che è stata raggiunta un’intesa preliminare per estendere la tregua tra israeliani e palestinesi. Il prolungamento sarebbe di quattro giorni. È quanto hanno riferito fonti vicine al Movimento islamico. Anche fonti israeliane ieri avevano riferito che lo Stato ebraico è disposto a estendere il cessate il fuoco al massimo fino a domenica.
“Hamas ha informato i mediatori che e’ disposto a prolungare la tregua di quattro giorni e che il Movimento sara’ in grado di rilasciare i prigionieri israeliani che lui stesso, altri movimenti di resistenza e altri partiti detengono durante questo periodo, secondo i termini della tregua esistente”, ha riferito la fonte.
Funzionari israeliani hanno confermato al quotidiano Haaretz che la proposta era all’esame, ma non è stata ancora confermata. Sempre Haaretz riferisce che una fonte israeliana afferma che l’accordo su una proroga dipenderà dalla possibilità che Hamas continui a rilasciare 10 ostaggi israeliani al giorno.
Secondo Yedioth Ahronoth, nei negoziati in corso si sta discutendo anche del possibile rilascio di militari. Per il Washington Post, gli ostaggi a Gaza sono divisi in cinque ‘categorie’: uomini troppo anziani per combattere, soldatesse, riservisti, militari e i corpi degli israeliani morti prima o durante la prigionia.
La posizione di Biden
Gli Stati Uniti confermano di non avere prove che il gruppo si stia rifiutando di rilasciare gli ostaggi americani a Gaza per usarli come leva nei confronti degli Usa. È quanto riferito dalla Casa Bianca. Gli Stati Uniti pensano che siano otto/nove gli americani ancora nelle mani del Movimento islamico nella Striscia, dopo il rilascio di Abigail Edan, la bimba di 4 anni rimasta orfana dopo l’attacco del 7 ottobre. Per Biden “continuare sulla strada del terrore, della violenza, degli omicidi e della guerra significa dare ad Hamas ciò che cerca“. Lo scrive su X il presidente americano.
We will get our hostages back. pic.twitter.com/vtYetMD7aH
— Israel Defense Forces (@IDF)
November 29, 2023
Le storie dei bambini liberati
Eitan, 12 anni, è stato picchiato e costretto a vedere i video delle violenze commesse da Hamas il 7 ottobre. Emily, che ha compiuto 9 anni mentre era prigioniera dei miliziani palestinesi, quando ha riabbracciato il padre, gli ha parlato con una voce ridotta a un sospiro, dicendogli che pensava fosse passato un anno da quando era stata sequestrata. Cominciano a emergere le drammatiche esperienze dei bambini israeliani tenuti prigionieri per più di cinquanta giorni da Hamas.
La zia di Eitan Yahalomi ha parlato a una tv francese dell’esperienza vissuta dal nipote. Il padre di Emily Hand è stato intervistato, invece, dalla Cnn. Il bambino ha raccontato alla zia che, durante la prigionia, sentiva piangere di continuo i bambini e che i più piccoli venivano zittiti sotto la minaccia delle armi.
“Hamas – ha rivelato la zia al network francese Bmtv – lo ha costretto a vedere quelle immagini orribili del 7 ottobre, tutte per intero”. Thomas Hand, padre di Emily, in un’intervista molto emotiva, ha rivelato che la figlia, una volta tornata a casa, ha cominciato a piangere in modo disperato. “La cosa più sconvolgente – ha dichiarato alla Cnn – la cosa più disturbante è stato scoprire che lei parlava sospirando, con un filo di voce, non riuscivo neanche a sentirla. Ho dovuto mettere l’orecchio sulle sue labbra”. “Era stata obbligata in tutto questo tempo – ha aggiunto – a non fare rumore”.
I media egiziani riferiscono che è stata raggiunta un’intesa preliminare per estendere la tregua tra israeliani e palestinesi. Il quotidiano egiziano Al-Araby Al-Jadeed riferisce che e’ stata raggiunta un’intesa preliminare per prolungare la tregua per altri due giorni, alle stesse condizioni attualmente osservate. Il giornale ha citato come fonte funzionari egiziani. Funzionari israeliani hanno confermato al quotidiano Haaretz che la proposta era all’esame, ma non e’ stata ancora confermata. Sempre Haaretz riferisce che una fonte israeliana afferma che l’accordo su una proroga dipenderà dalla possibilità che Hamas continui a rilasciare 10 ostaggi israeliani al giorno.
Gli scontri in Cisgiordania
Un raid militare israeliano nella città di Jenin in Cisgiordania. Alcune zone sono state chiuse con posti di blocco istituiti lungo le strade verso la città. Al Jazeera afferma che si sono verificati scontri armati tra truppe israeliane e combattenti palestinesi, con almeno otto persone ferite. Centinaia di soldati israeliani avrebbero preso parte al raid, supportati da più di 50 veicoli blindati.
AGI – Sono cinque i gruppi armati palestinesi che si sono uniti ad Hamas nell’attacco sferrato il 7 ottobre contro Israele. Secondo la Bbc l’addestramento militare è andato avanti per tre anni, dal 2020, in esercitazioni congiunte a Gaza in un sito a meno di un chilometro dalla barriera che separa il territorio da Israele. Durante queste esercitazioni, l’ultima delle quali si è svolta appena 25 giorni prima dell’attacco, hanno simulato la presa di ostaggi, le incursioni nei complessi e lo sfondamento delle difese israeliane.
BBC Arabic e BBC Verify hanno raccolto prove che mostrano come Hamas abbia riunito le fazioni di Gaza per affinare i loro metodi di combattimento e, infine, eseguire un raid in Israele che ha gettato la regione nella guerra.
Il 29 dicembre 2020, il leader generale di Hamas Ismail Haniyeh ha dichiarato la prima delle quattro esercitazioni dal nome in codice ‘Strong Pillar’ un “messaggio forte e un segno di unità” tra le varie fazioni armate di Gaza.
Essendo il più potente dei gruppi armati di Gaza, Hamas era la forza dominante in una coalizione che riuniva altre 10 fazioni palestinesi in un’esercitazione in stile giochi di guerra supervisionata da una “sala operativa congiunta” istituita nel 2018 per coordinare il tutto sotto un comando centrale. Prima del 2018, Hamas si era formalmente coordinata con la Jihad islamica palestinese, la seconda fazione armata più grande di Gaza.
Hamas aveva anche combattuto a fianco di altri gruppi in precedenti conflitti, ma l’esercitazione del 2020 è stata la prima di quattro esercitazioni congiunte tutte documentate con video pubblicati sui social.
La BBC ha identificato visivamente 10 gruppi grazie alle loro fasce distintive e agli emblemi. Dopo l’attacco del 7 ottobre, cinque gruppi hanno pubblicato video che li mostravano mentre prendevano parte all’assalto. Altri tre hanno dichiarato su Telegram di aver partecipato.
Il ruolo di questi gruppi è diventato sempre più evidente man mano che cresce la pressione su Hamas affinché trovi decine di donne e bambini che si ritiene siano stati presi prigionieri da altre fazioni. Tre gruppi – la Jihad, le Brigate Mujahideen e le Brigate Al-Nasser Salah al-Deen – affermano di avere ostaggi israeliani.
Si dice che gli sforzi per estendere la tregua temporanea a Gaza dipendano dalla capacità di Hamas di localizzare gli ostaggi. Si stima che prima del 7 ottobre Hamas avesse circa 30.000 combattenti nella Striscia di Gaza e che potesse avvalersi di diverse migliaia provenienti da gruppi più piccoli.
Hamas è di gran lunga il più potente dei gruppi armati palestinesi, anche senza il sostegno di altre fazioni, il che suggerisce che il suo interesse nel galvanizzare le fazioni sia stato guidato dal tentativo di assicurarsi un ampio sostegno all’interno di Gaza almeno tanto quanto quello di rafforzarsi. L’IDF aveva stimato che 1.500 combattenti abbiano partecipato al raid del 7 ottobre, ma il numero è stato poi rivisto al rialzo in almeno 3.000.
AGI – Diverse scuole di Bruxelles e del Brabante vallone rimarranno chiuse oggi in seguito a un allarme bomba ricevuto ieri sera. Lo hanno annunciato le autorità. Come riferisce Le Sois, sono 27 gli istituti scolastici oggetto di verifica. Le forze dell’ordine stanno facendo il giro di tutti gli edifici interessati e in giornata verrà fatto un accertamento.
“Non dobbiamo farci prendere dal panico”, ha dichiarato Cecile Marquette, vicedirettrice generale responsabile della comunicazione dell’Enseignement Wallonie-Bruxelles, parlando di “misura precauzionale”.
“Molte scuole sono state colpite da allarmi simili nelle ultime settimane. Si prevede che le scuole rimarranno chiuse tutto il giorno oggi, ma dovrebbero riaprire domani”.
Ecco l’elenco delle scuole interessate alla chiusura di oggi:
– L’Ateneo reale di Auderghem – La scuola elementare annessa all’Ateneo reale d’Auderghem – L’Ateneo reale Gatti de Gamond (sezione secondaria) – Il collegio annesso all’Athenee royal Gatti de Gamond – L’Ateneo reale di Sippelberg (Molenbeek) – Le scuole fondamentali ed elementari annesse al Reale Ateneo di Sippelberg – L’Ateneo Victor Horta (Saint Gilles) – La Scuola di Base annessa al Royal Victor Horta Athenaeum (Saint Gilles) – Il collegio annesso all’Athenee royal Uccle 1 – La Petite Ecole dans la Prairie (Uccle) – L’Ateneo Reale di Woluwe-Saint-Lambert – La scuola elementare annessa al Reale Ateneo di Woluwe-Saint-Lambert – La scuola fondamentale annessa al Reale Ateneo di Evere – La scuola elementare annessa al Reale Ateneo Leonardo Da Vinci (siti Goujons e De Swaef) – Le scuole primarie annesse all’Athenee royal Rive gauche (Laeken) – La scuola specializzata “Les Astronautes” a Ixelles – L’Ateneo reale Riva Bella a Braine-l’Alleud (sezione secondaria) – Il Convitto annesso al Reale Ateneo Riva Bella a Braine-l’Alleud – L’Ateneo Reale di Waterloo – La scuola elementare annessa al Reale Ateneo di Waterloo – Il collegio annesso al Reale Ateneo di Waterloo – L’Ateneo reale de Jodoigne (sezione secondaria) – L’Ateneo reale di Paul Delvaux d’Ottignies – La scuola elementare annessa all’Ateneo reale Paul Delvaux a Ottignies – L’Ateneo reale Rixensart Wavre (localita’ Wavre e Rixensart) – Le scuole di base annesse al Reale Ateneo di Rixensart Wavre (localita’ Wavre e Rixensart) – Il collegio annesso al Reale Ateneo Rixensart Wavre (Lasne).
(AGI) – Roma, 26 nov. – Le forze armate israeliane (Idf) hanno postato un “importante messaggio” su X rivolto ai civili di Gaza, dando precise istruzioni su cosa si possa o non possa fare durante la tregua in corso.
“I civili possono spostarsi a sud, soprattutto a sud di Wadi Gaza. Non spostatevi nel nord della Striscia. è vietato entrare in mare. è vietato avvicinarsi entro 1 chilometro dal confine con Israele”, si legge nel messaggio. “Per la vostra sicurezza, seguite queste istruzioni”, sottolinea l’Idf.
This is an important message to the civilians of Gaza.
During the period of temporary humanitarian pause:
⭕️ Civilians are allowed to move south especially southward of Wadi Gaza
⭕️ Do NOT move to the north of the Strip
⭕️ It is prohibited to enter the sea
⭕️ It is prohibited… https://t.co/1ZhSCYRWCb— Israel Defense Forces (@IDF)
November 26, 2023
La tregua è entrata in vigore venerdì e in base all’accordo raggiungo tra Israele e Hamas durerà fino a lunedi, anche se il Qatar ha più volte espresso la speranza che possa essere prolungata.
AGI – Per la prima volta dal 7 ottobre si è parlato di gioia. In Israele e a Gaza. Gioia per gli ostaggi liberati da Hamas e per i prigionieri palestinesi rilasciati da Israele. Ma si tratta di una gioia precaria e temporanea, come la tregua di quattro giorni che ha permesso di siglare l’intesa e che offre un minimo di sollievo agli abitanti di Gaza, finora assediati e sottoposti a incessanti bombardamenti.
Sono al momento 24 gli ostaggi liberati (13 israeliani, dieci thailandesi e un filippino) che Hamas ha consegnato al Comitato internazionale della Croce Rossa a Gaza e che sono stati riportati in Israele attraverso l’Egitto. In cambio Israele ha rilasciato 39 donne e bambini palestinesi detenuti. Tra gli ostaggi restituiti alle loro famiglie da Hamas vi sono quattro bambini, di cui uno di due anni, e sei donne anziane.
Ecco i loro nomi identificati dal ‘Times of Israel’:
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Channa Katzir (77 anni)
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Margalit Mozes (77 anni)
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Yafa Ader (85 anni)
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Hannah Perry (79 anni)
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Adina Moshe (72 anni)
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Daniele Aloni (44 anni)
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Emilia Aloni (9 anni)
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Ruthi Monder (78 anni)
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Keren Monder (54 anni) e Ohad Monder (9 anni).
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Aviv Asher (2 anni)
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Raz Asher (5 anni)
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Doron Katz-Asher (34 anni)
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L’elenco non comprende il nome dell’israelo-americana Abigail Edan, bambina di 4 anni (oggi è il suo compleanno) rimasta orfana.
“Le loro condizioni fisiche sono buone e sono attualmente sottoposti ad una valutazione medica e psicologica”, ha detto il direttore dello Schneider Children’s Medical Center, Efrat Bron-Harlev, che li ha accolti. A Tel Aviv, sulla facciata del Museo d’Arte sono stati proiettati i volti sorridenti degli ostaggi liberati, con la scritta: “Sono tornato a casa”.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che considera il rilascio degli ostaggi un prerequisito per qualsiasi cessate il fuoco, si è detto determinato a “riportarli tutti indietro” in Israele.
L’esercito stima che siano 240 le persone rapite da Hamas il 7 ottobre. L’accordo – ottenuto grazie alla mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti – prevede una tregua rinnovabile di quattro giorni tra Israele e Hamas, durante la quale dovranno essere rilasciati 50 ostaggi detenuti a Gaza, nonchè 150 palestinesi detenuti in Israele. In seguito alla liberazione dei primi 39, si sono registrate scene di giubilo nella Cisgiordania occupata. I palestinesi liberati sono stati accolti da eroi nei campi di Beitunia e Nablus.
Gli aggiornamenti in diretta
7.59: Medici: ostaggi in condizioni stabili – Il centro medico Wolfson a Holon, nella zona centrale d’Israele, ha fatto sapere che i cinque ostaggi rilasciati ieri e ricoverati nella struttura sono in condizioni mediche stabili.
7.21: Possibile drone dal Libano – Sirene sono risuonate nel nord di Israele, nella zona dell’Alta Galilea vicino al confine con il Libano. Secondo quanto riferito dalle forze armate, ad attivarle e’ stata l’infiltrazione di un possibile drone contro il quale i soldati hanno lanciato un intercettattore. L’episodio e’ avvenuto nelle comunita’ di Yiftah e Mevo’ot Hermon.
4.31: Gigi Hadid nella bufera – La modella americana Gigi Hadid è finita nella bufera per aver accusato sui social Israele di “tenere prigionieri i bambini” e ha definito Ahmad Manasra, arrestato a 13 anni nel 2015 dopo un tentativo di accoltellare un ebreo, un “prigioniero di guerra”.
3.56: 20 thailandesi ancora in ostaggio a Gaza – Il ministero degli Esteri thailandese stima che siano circa venti i cittadini thailandesi ancora in ostaggio a Gaza
AGI – Dublino è stata devastata da quelli che diverse fonti hanno definito scontri razziali, ma che le autorità cercando di contenere nell’alveo degli incidenti tra fazioni politiche contrapposte. Il dato certo è che il sole è sorto dopo una notte insonne su una capitale dove i negozi sono stati saccheggiati e i veicoli dati alle fiamme. Tutto poche ore dopo che tre bambini piccoli erano rimasti feriti in un attacco fuori da una scuola.
La polizia in tenuta antisommossa ha pattugliato le strade mentre la folla li scherniva con canti e sparava fuochi d’artificio. Vicino al ponte O’Connell, sul fiume Liffey, le fiamme si sono alzate da un’auto e da un autobus, mentre la folla ha fatto irruzione nei negozi e saccheggiato una delle principali vie dello shopping della città.
The serious incident in Dublin today, that left a number of people injured – including children – has shocked us all.
Grateful to those at the scene who intervened immediately.
Thinking of all those injured and their families tonight https://t.co/eIIzo1RYiR
— Roberta Metsola (@EP_President)
November 23, 2023
I disordini – i peggiori a Dublino da anni – sono esplosi dopo che una bambina di cinque anni è rimasta gravemente ferita in un accoltellamento a Parnell Square East, nel centro-nord di Dublino. Altri due bambini e due adulti – una donna e il presunto autore dell’attacco – sono ricoverati in ospedale. Secondo l’irish Times, il principale sospettato dell’attacco con coltello è stato arrestato e aveva riportato ferite ritenute autoinflitte
Gli scontri causati dall’estrema destra
Le voci sui social media sulla nazionalità dell’aggressore, che la polizia ha descritto solo come un uomo sulla cinquantina, hanno contribuito ad alimentare i disordini. Il capo della polizia, Drew Harris, ha accusato una “fazione completamente folle fomentata da un’ideologia di estrema destra” e ha messo in guardia contro la “disinformazione”.
Credits: Monica Giannattasio
Alcuni manifestanti portavano cartelli con la scritta “Irish Lives Matter” e sventolavano bandiere irlandesi in un quartiere che ospita una grande comunità di immigrati.
L’Irlanda sta affrontando una crisi immobiliare cronica con una diffusa insoddisfazione che ha alimentato una reazione contro richiedenti asilo e rifugiati, e figure di estrema destra hanno alimentato sentimenti anti-immigrazione durante manifestazioni e con campagne sui social.
Credits: Monica Giannattasio
In tarda serata, il sovrintendente capo della polizia Patrick McMenamin ha detto che la calma era stata ristabilita e non sono stati segnalati feriti gravi. Il ministro della Giustizia Helen McEntee ha detto che le scene nel centro della città, compresi gli attacchi alla polizia, “non possono e non saranno tollerate. Un elemento criminale e manipolatore non deve poter usare una tragedia spaventosa per provocare il caos”, ha detto, invitando alla calma.
Trentaquattro arresti
La polizia irlandese ha arrestato 34 persone per i disordini di ieri e della notte scorsa a Dublino e ha avvertito che per le prossime ore e i prossimi giorni si aspetta ulteriori esplosione di violenza. Tredici negozi sono stati gravemente danneggiati o saccheggiati, 11 veicoli della polizia, tre autobus e un tram sono stati distrutti