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Roma – Lo Stato rilascerà la garanzia solo se i titoli oggetto di cartolarizzazione "avranno preventivamente ottenuto un rating uguale o superiore all'Investment Grade, da un'agenzia di rating indipendente e inclusa nella lista delle agenzie accettate dalla Bce". E' quanto si legge in un comunicato del Mef sui dettagli dell'accordo tra Italia e Unione europea sulle garanzie bancarie. Si escludono i titoli spazzatura dal sistema delle garanzie.

La concessione di garanzie dello Stato, nell'ambito delle cartolarizzazioni che abbiamo come sottostante crediti in sofferenza delle banche, definito nell'accordo tra Italia e Ue di questa notte, "non generera' oneri per il bilancio dello Stato. Al contrario, si prevede che le commissioni incassate siano superiori ai costi, e che vi sia pertanto un'entrata netta positiva".  (AGI)

 

Roma – L'Africa Subsahariana continua a presentare una diffusione della corruzione "preoccupante", con le maggiori economie, quali la Nigeria e il Sud Africa, che non danno segnali di miglioramento. E' quanto emerge dall'edizione 2015 del "Corruption Perceptions Index" elaborato da Transparency International. "L'Africa subsahariana ha affrontato innumerevoli minacce nel 2015, dall'epidemia di ebola alla crescita del terrorismo", si legge nello studio", vediamo sempre piu' la corruzione esacerbare le cause delle crisi e minare la capacita' di risposta". Il rapporto di quest'anno "presenta un quadro preoccupante, con 40 paesi su 46 che mostrano un serio problema di corruzione e nessun miglioramento per i pesi massimi economici Nigeria e Sud Africa". In particolare Abuja mantiene la posizione numero 136 con un punteggio che scende di un grado a quota 26, mentre Città del Capo, pur salendo dalla sessantasettesima alla sessantunesima posizione, resta inchiodata a 44 punti (stesso punteggio e stessa posizione dell'Italia, va sottolineato).

"Il progresso e' possibile", avverte lo studio, che sottolinea il miglioramento "significativo" del Senegal, che sale dalla sessantanovesima alla sessantunesima posizione, al pari con Italia e Sud Africa, e del Botswana, nazione meno corrotta di tutta l'Africa, che sale dal trentunesimo al ventottesimo posto, ai pari del Portogallo e meglio di Polonia (trentesima) e Spagna (trentaseiesima). "La corruzione, però, continua a negare ai cittadini giustizia e sicurezza", scrive ancora l'organizzazione, "mentre una Somalia devastata dai conflitti finisce di nuovo in fondo alla classifica, molti paesi sono piagati dalla mancata applicazione della legge", ospitando la polizia e i tribunali "maggiormente interessati da tangenti". "In molti paesi, tra i quali Angola, Burundi e Uganda, assistiamo a una mancata persecuzione degli ufficiali pubblici da una parte e l'intimidazione dei cittadini che si ergono contro la corruzione dall'altra", si legge nello studio. L'Angola, in particolare, segnala un notevole deterioramento, scendendo dalla centosessantunesima alla centosessantatreesima posizione (su 167 posti; nel 2014 erano 175) e un punteggio sceso a 15 punti dai 22 del 2012 in una scala da uno a cento. Migliora invece notevolmente la performance del Mozambico, che sale a 31 punti alla posizione 112 (nel 2014 era a 21 punti alla posizione 156). Avanzano in classifica, pur mantenendo un punteggio grossomodo invariato rispetto al 2014, anche Ghana (dalla sessantunesima alla cinquantaseiesima posizione), Congo Brazzaville (dalla posizione 152 alla 146) e Kenya (dalla 145 alla 139). Arretra invece il Gabon, che scende dal novantaquattresimo al novantesimo posto. "Se la corruzione e l'impunita' devono diventare 'una cosa del passato', come affermato dall'Unione Africana nell'agenda al 2063, i governi devono prendere iniziative coraggiose per assicurare che il rispetto della legge sia una realta' per tutti", conclude Transparency International, "perseguire la corruzione ripristinera' la fiducia tra le persone che non credono piu' nelle istituzioni che dovrebbero proteggerle". (AGI)

(27 gennaio 2016)

(AGI) – Roma, 27 gen. – L’euro apre in rialzo sopra 1,08 dollari, mentre il biglietto verde frena, in attesa della riunione di stasera della Fed. Non si aspettano cambiamenti significativi nella politica monetaria della banca centrale Usa, che dovrebbe mantenere un atteggiamento prudente e attendista. La moneta europea passa di mano a 1,0879 dollari e 128,61 yen. Dollaro/yen a 118,23. (AGI)
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(AGI) – Pechino, 27 gen. – Forte calo per i profitti industriali cinesi a dicembre 2015. Il mese scorso, i profitti delle industrie hanno registrato un declino del 4,7% su base annua, il settimo calo consecutivo mensile, contro un calo della 1,4% registrato a novembre 2015. In totale, nel 2015, i profitti del settore industriale, che prendono in considerazione le aziende con ricavi annui superiori ai venti milioni di yuan (circa tre milioni di dollari) sono scesi del 2,3% rispetto al dato del 2014. In totale, a dicembre scorso, avevano raggiunto quota 816,7 miliardi di yuan, cifra pari a 124,1 miliardi di dollari. (AGI)
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(AGI) – Pechino, 27 gen. – Borse cinesi di nuovo in ribasso di oltre il 3% a meta’ seduta dopo un avvio in lieve rialzo, che aveva visto Shanghai guadagnare lo 0,23% in apertura e Shenzhen avanzare di quasi mezzo punto, a +0,44%. Sull’andamento della giornata incidono i nuovi dubbi riguardanti l’economia cinese, evidenziati ieri da un rapporto di Moody’s sui rischi legati alla volatilita’, e oggi dal dato dei profitti industriali cinesi, in calo nel 2015 del 2.3% rispetto all’anno precedente e al settimo mese consecutivo di declino. Fiducia sull’economia cinese, invece, da parte del primo ministro, Li Keqiang, secondo cui la Cina non e’ da incolpare per la volatilita’ sui mercati e il Paese ha subito l’impatto della scarsa ripresa globale. Torna positiva Hong Kong, +0,5% a meta’ mattina, sui guadagni delle piazze occidentali e sui rialzi dei prezzi del greggio. In rialzo anche Tokyo, del 2,4%, anche se l’attenzione degli investitori e’ puntata sulle dichiarazioni della Federal Reserve riguardo alla volatilita’ su mercati globali. (AGI)
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Roma – Diminuisce, sia pur di poco, la percezione della corruzione in Italia, che risulta però il secondo membro Ue più corrotto dopo la Bulgaria. Nel rapporto 2015 di Transparency International, il Paese risulta sessantunesimo per corruzione percepita in una lista che vede al vertice le nazioni considerate più sane, con un punteggio di 44 punti, in miglioramento rispetto ai 43 punti del 2014. Nel 2014 la penisola si era piazzata al sessantanovesimo posto su 175. Non c'e' comunque molto di cui rallegrarsi. In una scala da zero ("molto corrotto") a cento ("molto pulito"), con 44 punti l'Italia si trova comunque nella parte sinistra della classifica per punteggio, ovvero tra quei paesi dove "la corruzione tra istituzioni pubblici e dipendenti e' ancora comune". E nella classifica dal paese meno corrotto al più' corrotto, ci piazziamo significativamente dietro la maggior parte dei membri dell'Ocse, condividendo la sessantunesima posizione con Lesotho, Montenegro, Senegal e Sud Africa. Nella Ue fa peggio solo la Bulgaria (che l'anno scorso condivideva la stessa posizione dell'Italia), mentre Grecia e Romania ci superano al cinquantottesimo posto, salendo entrambe di ben undici posizioni. E tra le nazioni che ci battono in trasparenza figurano Botswana (ventottesima), Ruanda (quarantaquattresima) e Ghana (cinquantaseiesima).

I paesi del Nord Europa sono invece i piu' trasparenti. Tra i paesi piu' corrotti continuano a figurare nazioni attanagliate da conflitti e violenza, a dimostrazione di quanto i fenomeni siano strettamente correlati. "Le proporzioni del fenomeno sono enormi", sottolinea il rapporto "il 68% dei paesi del mondo ha seri problemi di corruzione e metà del G20 è tra loro". Classifica alla mano, i dieci paesi meno corrotti sono Danimarca, Finlandia, Svezia, Nuova Zelanda, Olanda, Norvegia, Svizzera, Singapore, Canada e Germania, decima a pari merito con la Gran Bretagna.

La nazione più corrotta è la Somalia, a pari merito con la Corea del Nord. Seguono, risalendo dal penultimo posto, Afghanistan, Sudan, Sud Sudan, Angola, Libia, Iraq, Venezuela a Guinea-Bissau. Tra le grandi economie del G20, dopo Canada, Germania e Regno Unito) troviamo gli Usa (sedicesimi), il Giappone (diciottesimo), la Francia (ventitreesima) e la Corea del Sud (trentasettesima). L'Italia, da parte sua, si trova a condividere il sessantunesimo posto con il Sud Africa. Ancora piu' in basso Brasile e India (settantaseiesimi) e Russia (alla posizione numero 119). Guadagna posizioni la Cina, che l'anno scorso era centesima e oggi e' ottantatreesima.

"Cinque dei paesi con il punteggio piu' basso figurano inoltre tra i dieci mosti meno pacifici del mondo", si legge ancora nel rapporto, "in Afghanistan, milioni di dollari destinati alla ricostruzione sono stati, scrivono, sprecati o rubati". "Anche quando non sussistono conflitti aperti, i livelli di ineguaglianza e poverta' in questi paesi sono devastanti", prosegue lo studio, "in Angola il 70% della popolazione vive con due dollari al giorno o meno e un bambino su sei muore prima di compiere cinque anni". Complessivamente i paesi poveri, sottolinea Transparency International, perdono mille miliardi di dollari all'anno a causa della corruzione. Il primato del Nord Europa non deve però ingannare: "Solo perché un paese abbia una pubblica amministrazione onesta non significa che non sia coinvolto in episodi di corruzione altrove". "Prendete la Svezia, ad esempio", sottolinea l'organizzazione, "e' terza in classifica ma la compagnia finno-svedese TeliaSonera, controllata al 37% dallo Stato svedese, sta subendo l'accusa di aver pagato milioni di dollari in tangenti per assicurarsi affari in Uzbekistan, che occupa la posizione numero 153". Tra le nazioni che hanno guadagnato posizioni in termini di trasparenza, l'organizzazione cita Grecia, Senegal e Regno Unito tra i paesi che hanno registrato i maggiori miglioramenti negli ultimi tre anni. Il deterioramento piu' grave, prosegue lo studio, si e' registrato invece in Australia, Brasile, Libia, Spagna e Turchia. Ragionando in termini di macro aree, Transparency International ha notato "due tendenze notevoli nelle Americhe: la scoperta di grandi reti di corruzione e la mobilitazione di massa dei cittadini contro la corruzione", mentre la regione del Pacifico asiatico sembra in "stallo". Si parla invece di "stagnazione" per l'Europa e l'Asia centrale, sebbene "un pugno di paesi sia migliorato". Le regioni piu' problematiche si confermano, poi, Medio Oriente e Nord Africa ("i devastanti conflitti in corso fanno si' che il rafforzamento delle istituzioni e dello Stato sia passato in secondo piano") e l'Africa subsahariana, dove quaranta paesi su quarantasei denotano un "grave problema di corruzione". 

(27 gennaio 2016)

Roma – Utile netto a 18,4 miliardi di dollari, in crescita dell'1,9%, ma per la prima volta l'iPhone registra un calo delle vendite, dovuto in particolare all'indebolimento del mercato cinese. Le vendite sono state 74,8 milioni di unita', inferiori alle attese. Sono questi i principali risultati di Apple nel primo trimestre dell'anno fiscale 2016, conclusosi il 26 dicembre scorso. In crescita anche il fatturato a 74,6 miliardi di dollari. In particolare, l'aumento dello 0,4% nelle spedizioni e' il piu' basso da quando il prodotto e' stato lanciato nel 2007. Le vendite internazionali hanno rappresentato il 66 percento del fatturato trimestrale. 

"Il nostro team ha portato a termine il piu' grande trimestre di sempre per Apple, grazie ai prodotti piu' innovativi al mondo e alle vendite record di sempre per quanto riguarda iPhone, Apple Watch e Apple TV," ha affermato Tim Cook, CEO di Apple. "La crescita del nostro business dei Servizi ha accelerato nel corso del trimestre fino a produrre risultati record, e la nostra base installata recentemente ha raggiunto l'importante traguardo di un miliardo di dispositivi attivi". "Le nostre vendite record e i forti margini hanno guidato i record di sempre per quanto riguarda l'utile netto e l'utile per azione nonostante un contesto macroeconomico molto difficile", ha dichiarato Luca Maestri, CFO di Apple. "Abbiamo generato un flusso di cassa operativo di 27,5 miliardi di dollari durante il trimestre, e restituito oltre 9 miliardi di dollari agli azionisti attraverso il riacquisto di azioni e i dividendi. Abbiamo portato a termine 153 miliardi dei 200 miliardi previsti dal nostro programma di ritorno del capitale".  Le vendite di iPhone sono state 74,8 milioni contro le stime di 75,46 mln. Cook ha detto che comunque a mano a mano "l'anno andra' meglio". (AGI)

(26 gennaio 2016)

(AGI) – New York, 26 gen. – Chiude in rialzo la borsa di Wall Street. L’indice Dow Jones guadagna l’1,78% fino a 16.167,23 punti. L’indice Nasdaq cresce dell’1,09% fino a 4.567,67 punti.
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Bruxelles – E' stato trovato l'accordo con l'Unione europea sul meccanismo di garanzia per i crediti deteriorati delle banche in difficoltà. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al termine dell'incontro con il commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, durato oltre 5 ore. La partita sulle sofferenze bancarie degli istituti italiani va avanti da oltre un anno. Sul tavolo del negoziato il meccanismo che permettera' alle banche di smaltire i 'non performing loans': non una classica 'bad bank', ma un sistema che aiuti gli istituti ad alleggerire i propri bilanci dai crediti in sofferenza in cui interverrebbe la garanzia dello Stato.

Meccanismo di garanzia si chiamera' Gacs - Il meccanismo "rappresenta uno strumento molto utile per la gestione delle sofferenze bancarie e si rafforza tenendo conto delle misure per la velocizzazione dei processi, gia' introdotte qualche mese fa", ha Padoan. Lo strumento e' una Garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, spiegano fonti del ministero, e si abbreviera' con Gacs. "Completa la scatola degli attrezzi italiani per gestire i crediti in sofferenza", ha aggiunto Padoan. "Ha un meccanismo di incentivazione utile per accelerare i tempi". 

Vestager "garanzie a prezzi mercato non sono aiuti di Stato - Le garanzie per i crediti deteriorati delle banche italiane in difficolta' "avranno un prezzo di mercato, e quindi non costituiscono aiuti di Stato": e' quanto sottolinea, soddisfatta per "l'accordo di oggi con il ministro Padoan", la commissaria Ue per la concorrenza Margrethe Vestager. "L'accordo di oggi – si legge nella dichiarazione di Vestager – e' un passo importante per sostenere le banche italiane nella gestione dei loro crediti non esigibili (non performing loans in inglese, ndr). Assieme alle altre riforme avviate e pianificate della autorita' italiane, dovrebbe ulteriormente migliorare l'abilita' delle banche a finanziare l'economia reale e a guidare la crescita economica. (AGI)

(26 gennaio 2016)

Roma – Giornata concitata per Generali, che chiude in forte calo la seduta di Borsa per l'addio dell'ad Mario Greco che sara' dal 1 maggio ceo di Zurich: le azioni del Leone triestino hanno perso il 3,15% a 14,15 euro per azione. Il titolo, che a fine mattinata registrava un leggero ribasso, e' stato improvvisamente congelato in asta di volatilita' intorno alle 16, quando si sono diffuse le voci di un imminente addio dell'amministratore delegato, Mario Greco; riammesso alle contrattazioni, e' sceso fino a perdere il 5% (13,88 euro il prezzo minimo toccato), per poi recuperare marginalmente le perdite sul finale. Abbastanza sostenuto il volume degli scambi, con oltre 17 milioni di pezzi passati di mano, vale a dire quasi l'1,1% del capitale. Termina invece in deciso rialzo la seduta a piazza Affari: il Ftse Mib guadagna l'1,51% a 18.923 punti e l'All Share l'1,34% a 20.580 punti. La giornata era partita sotto i peggiori auspici, con gli indici pesanti in avvio dopo l'ennesimo tracollo di Shangai; Milano ha poi invertito rotta, sostenuta dai balzi nel comparto bancario e dal buon avvio di Wall Street, ed e' sul finale la migliore tra le borse europee. Tornando a Generali, dopo una giornata in cui si inseguivano le voci sull'uscita del manager, e' arrivata la conferma direttamente dalla societa': Greco ha informato il presidente della societa', Gabriele Galateri di Genola, "della sua indisponibilita' ad un altro mandato come Amministratore Delegato della societa' alla scadenza di quello attuale". Greco, si legge nella nota di Generali, "ha peraltro manifestato la piena disponibilita' a continuare ad operare nella pienezza delle sue funzioni e nell'interesse delle Generali fino al termine dell'attuale mandato". Dopo poco, l'annuncio di Zurich: il colosso assicurativo elvetico ha nominato Greco nuovo ceo dal prossimo 1 maggio.

Il manager succede a Tom de Swaan, che manteneva l'interim (e' presidente) da quando Martin Senn si era dimesso nello scorso dicembre. "Siamo contenti di dare il benvenuto a Greco dopo l'incarico di successo tenuto come ceo di Generali. In lui ritroviamo una rara combinazione di esperienza, di spirito imprenditoriale e di profonda conoscenza della materia che ci ha convinto della nostra scelta come prossimo leader" ha detto de Swann. "La sua profonda conoscenza della nostra compagnia e della nostra industria e la sua carriera come leader fa di lui l'unico candidato per questo ruolo", ha aggiunto. A questo punto l'intero cda di Generali, in scadenza, dovra' essere rinnovato con l'assemblea di primavera. Greco, classe 1959, e' alla guida di Generali dal primo agosto 2012; prima di approdare al Leone, era stato per cinque anni nel gruppo Zurich, dove aveva ricoperto fino a giugno 2012 l'incarico di Ceo General Insurance. Nei mesi scorsi Mediobanca, primo azionista di Generali con il 13% circa del capitale, si era detta propensa a una conferma dei vertici uscenti, idea condivisa con gli altri soci: "Siamo soddisfatti – aveva detto l'a.d. dell'istituto, Alberto Nagel ha spiegato – del lavoro fatto dal consiglio di amministrazione, dal presidente e dall'amministratore delegato. La nostra intenzione e' quella di confermare un assetto che si e' dimostrato molto convincente in termini di strategia e di numeri". (AGI) 

(26 gennaio 2016)