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(AGI) – Milano, 28 gen. – Piazza Affari torna a scendere e aggiorna i minimi di giornata: il Ftse Mib cede il 4,11% a 18.074 punti e l’All Share il 3,78%. Male l’intero paniere principale a eccezione di Saipem che, mentre e’ in corso l’aumento di capitale, sale del 2,36% (i diritti fanno +6,25%). Alta la volatilita’ nel comparto bancario, con i titoli che vengono di continuo sospesi per movimenti troppo bruschi: al momento sono congelate in asta Mps, Banco Popolare, Bpm e Bper. Unicredit cede il 6,9% e Intesa Sanpaolo il 5,59%. Sospese anche Telecom e Unipol. Tra i titoli peggiori c’e’ Fca (-6,62%). (AGI)
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Roma – L'Italia conta oltre quattro milioni di edifici che dovrebbero essere abbattuti e ricostruiti secondo i nuovi criteri di sostenibilità ed estetica. A sostenerlo è Stefano Boeri, archistar pluripremiata per il suo innovativo Bosco Verticale di Milano, secondo cui "oltre a rendere più belle le città, l'intervento risolleverebbe il settore dell'edilizia, dell'architettura e dell'arredamento" oggi in profonda crisi. "Siamo all'interno di un trend negativo – spiega all'AGI Boeri – Fatta eccezione di qualche segnale di ripresa tra Roma, Milano e il Nord Est, nel resto d'Italia si costruisce molto poco".

A questa prima causa di crisi del settore si unisce una seconda più strutturale legata "all'altissimo, quasi sproporzionato numero degli architetti rispetto alla domanda". Il 10% degli architetti del mondo è, infatti, italiano. E la maggior parte di loro vuole lavorare all'interno dei confini italiani. Niente di più sbagliato, spiega l'archistar. In questo contesto il segreto per la sopravvivenza è solo uno: "avere il coraggio di muoversi " sostiene Boeri. "Il mondo intero è terreno di progettazione, un architetto italiano capace è molto apprezzato. Girando il mondo incontro giovani architetti italiani molto affermati e stimati in Cina come nei Paesi arabi e negli Stati Uniti ".

E il consiglio vale per il singolo professionista come per il governo: "l'architettura italiana è un bene oggi esportabile con successo, pero' va fatto con gli istituti di cultura, di commercio". Se da un lato Boeri consiglia di partire, dall'altro ammonisce: "è necessario continuare ad avere fiducia nel luogo di origine". "è importante – spiega l'archistar – non perdere mai il contatto con il proprio territorio o luogo di origine, sia esso una grande città o un paesino. E' il primo fondamentale luogo di lavoro, magari all'inizio si progettano piccole cose, ma quando si torna, con le spalle più larghe, si può prendere parte a lavori più importanti".

Troppi professionisti, una concorrenza spietata e committenti in difficoltà economiche che tirano sul prezzo hanno prodotto una miscela letale. "Purtroppo non esiste una parcella minima, una linea di demarcazione rigida, perchè il mercato è diverso e il costo del lavoro cambia da città e città. è necessario impostare con i committenti un rapporto economico molta lucido in cui non bisogna mai cedere al sottoprezzo, ma allo stesso tempo non bisogna andare fuori mercato. Si tratta di un'oscillazione molto delicata, e non sempre l'Ordine è in grado di andare in supporto. La conseguenza è che il professionista si ritrova solo". (AGI)

(28 gennaio 2016)

 

Roma - "L'architetto inizia dove finisce l'ingegnere", sosteneva Walter Gropius, tra i fondatori del Bauhaus. Ma se dell'ingegnere non si può fare a meno, l'architetto è una delle prime voci di spesa del settore edilizio che vengono tagliate in tempo di crisi. Per un Renzo Piano che modifica lo skyline delle principali città del mondo e uno Stefano Boeri pluripremiato per l'innovativo Bosco Verticale, in Italia la maggior parte degli architetti arranca. I redditi medi calati del 40% in cinque anni, con tante donne e giovani professionisti che riescono a malapena a coprire le spese.

La prima causa delle difficoltà della categoria sono i numeri: in Italia a contendersi un mercato sempre più ristretto ci sono oltre 150mila architetti, in pratica 2,6 professionisti ogni 1.000 abitanti, contro gli 1,65 che si registravano nel 2000. In Europa un architetto su quattro è italiano (27%), seconda e staccata la Germania, con 100mila seguita da Regno Unito e Francia con appena 30mila professionisti. Questa la fotografia relativa al 2014 scattata dall'osservatorio Professione Architetto realizzato dal Consiglio nazionale (Cnappc).

La ricetta di Boeri: "Ricostruiamo 4 milioni di edifici"

Insomma, gli architetti sono troppi per lavorare e guadagnare bene: secondo l'indagine, la combinazione di crisi economica e inversione del ciclo edilizio ha comportato in sei anni (tra 2008 e 2013) la perdita del 40% del reddito professionale annuo, tanto che nel 2013 il reddito medio è a poco più di 17 mila euro, al netto dell'inflazione, il valore più basso degli ultimi 15 anni. Le donne, poi, portano a casa il 60% in meno rispetto ai colleghi uomini.

Va peggio ai giovani architetti che a un anno dal conseguimento del titolo di laurea di secondo livello, quasi 3 su 10 di loro si ritrova disoccupato. A cinque anni dalla fine degli studi, il reddito di un architetto è di circa 1.200 euro, contro i 1.700 euro di un giovane ingegnere. Cosi' la facoltà di architettura perde il suo fascino: negli ultimi cinque anni il numero complessivo di immatricolati è crollato del 51%. Di pari passo aumenta il numero di chi, non potendo tornare indietro nel percorso accademico, rinuncia all'abilitazione. Negli ultimi 12 anni hanno conseguito la laurea di secondo livello 88.391 architetti, ma solo 69mila hanno ricevuto l'abilitazione. All'enorme offerta si lega, poi, la crisi economica e del settore: il 68% degli architetti vanti crediti verso la clientela privata, il 32% verso il settore pubblico.

Come invertire il trend? Per il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, Leopoldo Freyrie "Non ci sono alternative" spiega all'Agi "la risposta per superare la situazione di crisi che da anni investe la nostra professione, come conseguenza della crisi dell'edilizia, sta nel lancio e nella realizzazione di un grande progetto d'investimento di idee e di denaro sulle città, per risparmiare l'energia che viene sprecata; per mettere le case e le città in sicurezza; per realizzare spazi pubblici che ridiano il senso delle comunità, ricreando le condizioni affinchè fioriscano idee, innovazione e impresa". Per farlo, spiega Freyrie, è necessario ripartire dalle periferie. "A giorni verrà pubblicato il bando per la riqualificazione delle periferie, ci auguriamo che venga avviata un'agenda urbana efficace e che vengano compiute scelte innovative che valorizzino i progetti di qualità, superino i complicati e farraginosi meccanismi burocratici e introducano coraggiosi strumenti operativi che consentano di realizzare interventi di vera rigenerazione urbana ". Dopotutto, sostiene Renzo Piano, "un brutto libro si può non leggere; una brutta musica si può non ascoltare; ma il brutto condominio che abbiamo di fronte a casa lo vediamo per forza".(AGI)

(AGI) – Roma, 28 gen. – L’euro apre e’ in rialzo e sale sopra quota 1,09 dollari, dopo che ieri la Federal Reserve ha messo in guardia sul rallentamento dell’economia Usa nell’ultima fase del 2015 e ha avvertito che l’inflazione restera’ molto bassa nel breve periodo. La moneta europea passa di mano a 1,0903 dollari e 129,52 yen. Dollaro/yen a 118,87. (AGI)

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Roma - L'Emiro dello Stato del Qatar, Tamim Bin Hamad Al-Thani, ha incontrato oggi a Milano, l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. L'incontro, a quanto si apprende, ha offerto l'occasione di discutere su temi quali l'importanza del ruolo del gas all'interno dell'intero sistema energetico e del ruolo dell'Opec nell'attuale contesto del mercato petrolifero internazionale. Le parti hanno manifestato la volonta' di individuare future aree di collaborazione, da cui trarre interesse reciproco. L'Emiro ha espresso il suo apprezzamento per l'impegno di Eni in un contesto reso particolarmente sfidante dai bassi prezzi del petrolio. (AGI)

(28 gennaio 2016) 

Roma - Tra gli italiani aumenta l'ottimismo e la fiducia e le famiglie "iniziano a respirare", facendo ripartire i consumi. è la fotografia scattata dal 28esimo Rapporto Italia dell'Eurispes, secondo cui raddoppia il numero di chi ritiene stabile la situazione economica nel corso dell'anno appena passato (dal 14,6% di inizio 2015 al 30,3% del 2016), si dimezza il valore di chi indica un netto (dal 58,4% al 23,3%) peggioramento. Aumentano gli ottimisti che indicano un lieve (dall'1,5% al 16,2%) o un netto miglioramento (dall'0,0% all'1,1%). In sintesi, si evidenzia una ripresa della fiducia generale e il lento abbandono del clima di forte pessimismo che ha caratterizzato gli ultimi anni. Il 47,3% degli italiani (+13,4% rispetto al 2015) indica per il 2016 una sostanziale stabilità economica del Paese; il 14,7% (+10,1%rispetto al 2015) è convinto che la situazione migliorerà nel corso di quest'anno. In parallelo si dimezza la quota di quantiprevedono un futuro peggioramento (dal 55,7% al 27,3%; -28,4%). Indica un forte o lieve peggioramento della propria situazione economica il 40,7% (-36%); il 12,3% (+9,4%) ha constatato un aumento delle proprie risorse, mentre sale dal 18,5% del 2015 al 43,8% del 2016 il numero di chi indica una situazione di stabilità.

La gestione della quotidianità – sottolinea l'Eurispes – diventa meno critica: il 27,3% non riesce con le proprie entrate ad arrivare alla fine del mese (-19,9% rispetto al 2015) e il 44,5% (-18,3% rispetto al 2015) riferisce che la propria famiglia è costretta a utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese. Aumenta la quota di chi riesce a risparmiare qualcosa (dal 14,8% al 25,8%; +11%) e diminuisce quella di chi ha difficoltà a pagare le spese dei trasporti (dal 34,4% al 25,7%). Oltre un italiano su tre, il 34,3% (-6,6% rispetto al 2015) fa fatica ad affrontare le spese mediche. Tra quanti hanno attivato un mutuo, il 37,3% non riesce a saldare le rate e il 40% di chi è in affitto è in difficoltà con il canone. La percentuale di chi indica una perdita del potere d'acquisto passa dal 71,5% al 53,1%, mentre il 46,8% (contro il 28,5%) rileva poco o per niente diminuzioni. Gli italiani continuano a stare molto attenti alle spese, ma meno dello scorso anno: così si riduce il numero di chi risparmia sui pasti fuori casa (66,2%, -14,6%), si rivolge a punti piu' economici come grandi magazzini, mercatini, outlet o discount; cambia marca di un prodotto alimentare se piu' conveniente (68%; – 13,7%); risparmia su viaggi e vacanze (67%; -7,7%), estetista/parrucchiere (65,9%; -14,8%) o articoli tecnologici (69,4%; -10,7%); usa di piu' i mezzi pubblici per risparmiare sulla benzina (39,4%; -2,2%) o si rivolge al mercato dell'usato (29,3%; -14,9%). è diminuita anche la quota di chi avendo animali domestici ha risparmiato sulle spese a loro dedicate (25,9%; -23,6%); in calo i tagli sulle spese per la baby sitter (48,2%; – 5,3%), quelli per aiuto nelle pulizie/domestici (37,2%; -23,6%); mentre il 37,8% ha ridotto le spese relative alla badante. Ad aumentare invece è il taglio delle spese mediche che nel 2016 raggiunge quota 34,2%, contro il 32,3% del 2015. Infine, si registra una lieve ripresa dei pagamenti a rate (da 32,4% a 37,6%).

Eurispes: aumenta lavoro nero, boom tra cassintegrati

Aumenta il ricorso al lavoro nero: secondo il 28esimo Rapporto Eurispes, nell'ultimo anno è capitato al 28,1% del campione di lavorare senza contratto, contro il 18,6% del 2015. Una condizione incontrata da oltre il 50% di chi è in cerca di primo lavoro e di nuova occupazione, dal 29,6% degli studenti, dal 22,4% delle casalinghe e dal 13,8% dei pensionati, ma soprattutto dall'83,3% dei cassintegrati. La quota di chi invece ha svolto un doppio lavoro, nel corso dell'ultimo anno, è del 21% (19,3% ad inizio 2015). L'Eurispes ha chiesto agli intervistati di indicare, secondo la propria esperienza personale, quali sono le categorie che piu' spesso lavorano senza contratto oppure senza emettere fatturazione. Le tre categorie maggiormente indicate sono: nell'80% dei casi i baby sitter, nel 78,7% gli insegnanti di ripetizioni, nel 72,5% i collaboratori domestici. A seguire badanti (67,3%), giardinieri (62,7%), muratori (60,2%), idraulici (59,8%), elettricisti (57%), falegnami (56,4%) e medici specialisti (50%).

Eurispes: aumenta chi si rivolge a usurai o si rifugia nel gioco

Aumenta del 6% in un anno la percentuale di chi dichiara di avere esperienza di amici o parenti a cui è capitato di chiedere denaro in prestito ad un usuraio (16,9%). Lo rileva il Rapporto Italia 2016 dell'Eurispes, secondo cui cresce anche il numero di italiani che ricorrono alla Caritas o ad altre associazioni per disporre di aiuto (22,9%, +2,7). Infine, sale del 13,4% quanti perdono importanti somme di denaro al gioco (28,7%). Tutti segnali – secondo l'Eurispes – di una situazione di disagio, che permane nonostante i segnali di ripresa. (AGI)

(28 gennaio 2016)

Milano - Google ha evaso il fisco italiano per 227 milioni nel periodo 2009-20013. Sarà consegnato oggi al gigante di Mountain View il verbale delle Guardia di Finanza di Milano dopo la verifica fiscale sulla società Google Ireland ltd.  L'imposta evasa è di 227 milioni di euro su un imponibile di 300 milioni.

Due sono i rilievi evidenziati nel verbale: il primo consiste nella constatazione del reddito imponibile non dichiarato di cento milioni; il secondo nella constatazione di omessa effettuazione e versamento delle ritenute sulle royalties di 200 milioni. Entrambi i rilievi si riferiscono al periodo compreso tra il 2009 e il 2013.  In sostanza, il calcolo porta a 227 milioni di imposta evasa partendo da 100 milioni di euro ricavati in Italia in questo arco di tempo che non sarebbero stati pagati e sui quali Google non avrebbe versato l'Ires che ammonta al 27 per cento del totale. La verifica fiscale firmata dai finanzieri verrà messa a disposizione della Procura di Milano che indaga Google da tempo per frode fiscale perché, pur avendo una "stabile organizzazione fiscale in Italia", non avrebbe pagato le tasse dovute nel nostro Paese. Dopo la notifica del verbale di contestazione a Google, entrerà in gioco l'Agenzia delle Entrate che emetterà un verbale di accertamento, che potrebbe chiudere il contenzioso se dovesse intervenire un accordo tra le parti. La somma di 200 milioni di euro di imposte sulle royalties non versate all'Erario potrebbe lievitare in quanto, spiegano fonti investigative, va integrata con interessi e sanzioni che saranno calcolati dall'Agenzia delle Entrate. (AGI) 

(28 gennaio 2016)

Roma – Boom di mutui nel 2015: le nuove erogazioni per l'acquisto di immobili da parte delle famiglie hanno registrato un incremento del 97,1% rispetto al 2014. Il dato e' stato fornito dall'Abi ed e' basato su un campione rappresentativo di banche, pari al'80% del mercato. In cifre assolute, l'ammontare delle erogazioni di nuovi mutui e' stato pari a 49,826 miliardi di euro contro i 25,283 miliardi del 2014. Nel 2013 il dato si fermo' a 19,085 miliardi e nel 2012 a 20,712 miliardi.

L'incidenza delle surroghe sul totale dei nuovi finanziamenti e' pari, nell'intero 2015, a circa il 31%. I mutui a tasso variabile rappresentano, nel 2015, il 42,8% delle nuove erogazioni complessive. Nei mesi piu' recenti sono in forte incremento i mutui a tasso fisso che hanno toccato a dicembre i 2/3 delle nuove erogazioni, contro il 25% di dodici mesi prima. La forte ripresa delle nuove erogazioni si sta riflettendo anche sul totale dei mutui in essere delle famiglie. Sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, relativi a fine novembre 2015, l'ammontare complessivo ha registrato un variazione positiva dello 0,5% nei confronti di fine novembre 2014. (AGI) 

Roma – L'indice delle retribuzioni contrattuali orarie è 'rimasto invariato a dicembre rispetto al mese precedente ed è aumentato dell'1,3% su base annua. Nella media del 2015, fa saper l'Istat, la retribuzione oraria è cresciuta dell'1,1% rispetto all'anno precedente.

Con riferimento ai principali macrosettori, a dicembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell'1,8% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a dicembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia e petroli (4,4%); estrazioni minerali (4,2%); energia elettrica e gas (3,9%). Si registrano variazioni nulle nel settore delle telecomunicazioni, del credito e assicurazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.

Alla fine di dicembre 2015 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 60,9% degli occupati dipendenti e corrispondono al 58,0% del monte retributivo osservato. La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 39,1% nel totale dell'economia e del 21,3% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto e' in media di 56,4 mesi per l'insieme dei dipendenti e di 35,0 mesi per quelli del settore privato. (AGI)
 

(28 gennaio 2016)

Madrid - Nel 2015 il numero di cittadini spagnoli disoccupati è sceso di 678.200 unità a quota 4 milioni e 799.500, la maggiore flessione della storia. Lo riferisce l'istituto nazionale di statistica di Madrid. In calo di quasi tre punti il tasso di disoccupazione, attestatosi al 20,9%. (AGI) 

(28 gennaio 2016)