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Milano – Unicredit ha chiuso l'esercizio 2015 con un utile netto contabile di 1,7 miliardi di euro, in calo rispetto ai 2 miliardi di euro del 2014 ma al di sopra delle stime degli analisti, che si attendevano un risultato positivo di 1,4 miliardi. Lo si legge in una nota.

Nel solo quarto trimestre l'utile è stato pari a 153 milioni di euro (-10,2% rispetto al corrispondente periodo del 2014).

L'utile di esercizio – sottolinea Unicredit – sarebbe pari a 2,2 miliardi di euro escludendo componenti non ricorrenti per circa 540 milioni di euro legate principalmente agli oneri di ristrutturazione relativi al piano strategico, all'accordo sulla cessione della controllata ucraina Ukrsotsbank, ai contributi straordinari per i nuovi oneri per il rischio sistemico in Italia e in Polonia e a maggiori accantonamenti su crediti denominati in franchi svizzeri in Croazia. A fine 2015 il Common equity tier 1 ratio fully loaded pro forma e' pari a 10,94%, il Tier 1 ratio transitional pro forma a 11,64% e il Total capital ratio transitional pro forma a 14,36%. I ricavi sono calati nell'anno dello 0,7% a 5,6 miliardi di euro mentre i costi totali sono cresciuti dello 0,8% a 13,6 miliardi. Guardando alla qualita' dell'attivo del gruppo, i crediti deteriorati lordi alla fine del quarto trimestre 2015 sono risultati in calo a 79,8 miliardi (-1,2% rispetto al 30 settembre e -5,5% rispetto a un anno prima); lo stock di sofferenze lorde e' stabile a 51,1 miliardi di euro "grazie principalmente alle cessioni di portafogli". Nel corso del 2015 Unicredit ha erogato nuovo credito "per oltre 50 miliardi di euro".

Unicredit ha tagliato 3.511 dipendenti nel mondo nel corso del 2015, riducendo la sua forza lavoro a 125.510 persone. Nel solo quarto trimestre dell'anno – si legge nella nota sui risultati – hanno lasciato il gruppo 1.300 lavoratori a tempo pieno. Lo scorso 5 febbraio, inoltre, l'istituto ha siglato con i sindacati un accordo per altre 2.700 uscite volontarie. Nell'esercizio e' proseguita inoltre la riduzione degli sportelli, con la chiusura di 582 filiali del gruppo Unicredit (136 in Italia), di cui 121 negli ultimi tre mesi dell'anno.

DAL CDA FIDUCIA A GHIZZONI -  Il consiglio di amministrazione di Unicredit "ha espresso all'unanimita' la sua piena fiducia all'amministratore delegato Federico Ghizzoni e il convinto supporto al suo operato". Il presidente di Unicredit, Giuseppe Vita, e il cda "ritengono opportuno esprimere l'apprezzamento al management per il lavoro svolto" alla luce dei risultati conseguiti nel 2015, "migliori delle attese del mercato". In particolare – si legge nella nota – "i requisiti di capitale raggiunti in via organica confortano sulla possibilita' di affrontare le sfide poste dalla realizzazione del piano pluriennale con maggiore fiducia, soprattutto perche' questo risultato e' stato ottenuto in un contesto di mercato decisamente negativo per il settore bancario". Il cda "ha inoltre apprezzato i successi ottenuti dalla divisione corporate e investment banking, i progressi conseguiti attraverso la dismissione della banca ucraina, la ristrutturazione delle attivita' in Austria e la rapida conclusione dell'accordo sindacale per la riduzione del personale in Italia". Da alcune settimane circolano indiscrezioni su un presunto malcontento degli azionisti nei confronti di Ghizzoni e su una sua uscita anticipata; ieri Leonardo Del Vecchio, azionista di Unicredit, ha espresso la convinzione che alla banca serva 'discontinuita''.

GHIZZONI, VADO AVANTI CON DETERMINAZIONE - L'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, e' "focalizzato e determinato sul gestire la banca" e i vertici "continuano a lavorare con la massima determinazione". Lo ha detto lo stesso Ghizzoni, commentando le indiscrezioni su un malcontento dei soci sulla guida della banca e sottolineando di "non avere nemmeno il tempo di pensare" all'ipotesi che la sua posizione possa essere in bilico. "Io cerco sempre, contrariamente a qualcun altro, di seguire con attenzione e scrupolo i principi della governance di Unicredit e quindi parlo soprattutto con il cda, che fino a prova contraria rappresenta i soci", ha indicato nel corso di una conferenza stampa, rispondendo a chi chiedeva se avesse avuto contatti con gli azionisti dell'istituto. "Mi ha fatto piacere – ha aggiunto – l'attestato ricevuto oggi dal cda (che gli ha espresso fiducia all'unanimita', ndr.) perche' aiuta non tanto il sottoscritto, quanto tutta la banca ad andare avanti con determinazione per portare a casa un 2016 che non sara'  semplice. Non ho avuto particolari contatti con i soci, i contatti li tengo tramite gli organi istituzionali e soprattutto tramite il cda".

Quanto alle critiche di Leonardo Del Vecchio, che ha chiesto 'discontinuita'' in Unicredit, Ghizzoni ha notato come "di questi tempi" siano "pochi al mondo gli azionisti soddisfatti dell'andamento dei titoli in Borsa". "Il nostro compito – ha detto ancora – e' realizzare risultati positivi. Poi ho il massimo rispetto di tutti gli azionisti, che ci mettono i loro soldi, e quindi accetto ogni critica e ogni elogio". Il 2015, ha detto, "si e' chiuso positivamente" per l'istituto: "Se apre un anno non facile, ma partendo da una solida base – ha concluso Ghizzoni – lo affrontiamo con molta determinazione e con molta positivita'". (AGI) 

(AGI) – Roma, 89 feb. – L’agroalimentare con il bollino della qualita’ vale mezzo miliardo di euro e coinvolge 17mila aziende agricole, il 23% del totale (media italiana 11%). Sono 90 i prodotti tutelati fra food, wine e spirits tra cui 67 denominazioni Dop e 19 Igp che spingono il primato nazionale della Toscana a tavola che con 461 bandiere del gusto e’ ancora la regione con il maggior numero di specialita’ alimentari davanti a Campania (457) e Lazio (393). A dirlo e’ Coldiretti commentando la notizia giunta da Bruxelles dell’iscrizione della Mortadella di Prato fra le IGP, indicazioni di origine protetta della Toscana. Saliranno cosi’ a 30 i prodotti con denominazione tra Dop e Igp. La “distintivita’” delle produzioni agricole toscane attraverso la denominazione ed etichette trasparenti sono le uniche armi contro contraffazione, sofisticazioni e falso Made in Tuscany che hanno causato, dall’inizio della crisi, la chiuse 2 aziende al giorno tra fattorie e stalle, 60 al mese, 700 ogni anno.
La Toscana – spiega Coldiretti – e’ al secondo posto dopo la Campania ma prima per valore totale dei sequestri che hanno superato i 400mila euro. 1.191 controlli, 189 sanzioni e 20 persone denunciate nel corso dell’attivita’ del Corpo Forestale dello Stato nel 2014. Il settore vitivinicolo e’ stato il piu’ controllato con 241 ispezioni, seguito dalle verifiche su etichettature e tracciabilita’ con 240. 150 sono stati i controlli sulla qualita’ (Dop e Igp), 44 nel settore zootecnico, 23 nel lattiero-caseario, 12 nelle aziende biologiche. “L’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata e di garantire la tracciabilita’ degli scambi commerciali sono gli unici strumenti – commenta Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – che possiamo mettere in campo per garantire il consumatore che e’ il soggetto, insieme agli agricoltori, piu’ debole della filiera. Le frodi alimentari sono un danno anche per la salute dei cittadini. Impoveriscono la nostra economia, danneggiano la nostra immagine, ci impediscono di creare nuovi posti di lavoro e mettono a rischio tutto il sistema. L’iscrizione della Mortadella di Prato Igp deve essere un obiettivo di tutta la nostra comunita’”.(AGI)
Bru

(AGI) – Roma, 9 feb. – Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi ripiega a 145 punti negli ultimi scambi dopo la fiammata sopra 150 punti in apertura. Il rendimento si attesta all’1,68%. Il differenziale Bonos/Bund segna 151 punti per un tasso dell’1,75%. (AGI)
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(AGI) – Roma, 9 feb. – Le borse europee chiudono negative in un'altra seduta influenzata dai timori di un rallentamento globale e partita sulla scia del tracollo di Tokyo, che ha archiviato la giornata in calo del 5,4%. Ancora sotto tiro i bancari, con Deutsche Bank giu' del 3,91% nonostante le rassicurazioni dell'istituto sulla sua capacita' di rimborsare gli obbligazionisti. Flessione analoga per il titolo Commerzbank. Pesanti anche Credit Agricole (-3,87%), Bnp Paribas (-3,51%), SocGen (-3,95%), Barclays (-4,51%) e Bbva (-4,50%).
L'Ftse 100 di Londra cede lo 0,88% a 5.693 punti, il Cac 40 di Parigi perde l'1,69% a 3.998 punti, il Dax di Francoforte scende dell'1,11% a 8.879 punti, l'Ftse Mib di Milano, maglia nera, segna -3,21% a 15.913 punti, l'Ibex di Madrid lascia sul terreno il 2,15% a 7.947 punti. Giu' del 2,89% la borsa di Atene. (AGI)
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(AGI) – Milano, 9 feb. – Ancora una seduta in profondo rosso per la Borsa, che chiude la riunione con un ribasso del 3,21% dell'indice Ftse Mib a 15.913 punti e del 2,96% dell'All Share. Piazza Affari amplifica l'incertezza e la volatilita' che hanno caratterizzato tutti i mercati, accusando al termine una perdita molto piu' rilevante. Il clima di diffuso nervosismo ha il suo fondamento un po' in tutte le variabili, dalla situazione delicata della Grecia, al prezzo del petrolio sempre vicino ai minimi, alla debolezza dei mercati obbligazionari che ha comportato l'improvvisa lievitazione dello spread, oggi rimasto intorno ai 150 punti. Nel mirino come sempre i titoli bancari, che sul listino milanese hanno un peso piu' elevato, ma anche Fiat, Ferrari e qualche valore del lusso, oltre ai petroliferi. (AGI)
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Roma - Ancora una seduta in profondo rosso per la Borsa, che chiude la riunione con un ribasso del 3,21% dell'indice Ftse Mib a 15.913 punti e del 2,96% dell'All Share.

Piazza Affari amplifica l'incertezza e la volatilita' che hanno caratterizzato tutti i mercati, accusando al termine una perdita molto piu' rilevante.

Il clima di diffuso nervosismo ha il suo fondamento un po' in tutte le variabili, dalla situazione delicata della Grecia, al prezzo del petrolio sempre vicino ai minimi, alla debolezza dei mercati obbligazionari che ha comportato l'improvvisa lievitazione dello spread, oggi rimasto intorno ai 150 punti.

Nel mirino come sempre i titoli bancari, che sul listino milanese hanno un peso piu' elevato, ma anche Fiat, Ferrari e qualche valore del lusso, oltre ai petroliferi.

Tutte le borse europee chiudono negative, influenzate dal tracollo di Tokyo, che ha archiviato la giornata in calo del 5,4%.

Ancora sotto tiro i bancari, con Deutsche Bank giu' del 3,91% nonostante le rassicurazioni dell'istituto sulla sua capacita' di rimborsare gli obbligazionisti.

Flessione analoga per il titolo Commerzbank. Pesanti anche Credit Agricole (-3,87%), Bnp Paribas (-3,51%), SocGen (-3,95%), Barclays (-4,51%) e Bbva (-4,50%).

L'Ftse 100 di Londra cede lo 0,88% a 5.693 punti, il Cac 40 di Parigi perde l'1,69% a 3.998 punti, il Dax di Francoforte scende dell'1,11% a 8.879 punti. l'Ibex di Madrid lascia sul terreno il 2,15% a 7.947 punti. Giu' del 2,89% la borsa di Atene. (AGI)

(AGI) – Roma, 9 feb. – Le borse europee chiudono negative un’altra seduta influenzata dai timori di un rallentamento globale e partita sulla scia del tracollo di Tokyo, che ha archiviato la giornata in calo del 5,4%. Ancoro sotto tiro i bancari, con Deutsche Bank giu’ del 3,91% nonostante le rassicurazioni dell’istituto sulla sua capacita’ di rimborsare gli obbligazionisti. Flessione analoga per il titolo Commerzbank. Pesanti anche Credit Agricole (-3,87%), Bnp Paribas (-3,51%), SocGen (-3,95%), Barclays (-4,51%) e Bbva (-4,50%).
L’Ftse 100 di Londra cede lo 0,88% a 5.693 punti, il Cac 40 di Parigi perde l’1,69% a 3.998 punti, il Dax di Francoforte scende dell’1,11% a 8.879 punti, l’Ftse Mib di Milano, maglia nera, segna -3,21% a 15.913 punti, l’Ibex di Madrid lascia sul terreno il 2,15% a 7.947 punti. Giu’ del 2,89% la borsa di Atene. (AGI)
Rme/Fra

(AGI) – Milano, 9 feb. – Ancora una seduta in profondo rosso per la Borsa, che chiude la riunione con un ribasso del 3,21% dell’indice Ftse Mib a 15.913 punti e del 2,96% dell’All Share. Piazza Affari amplifica l’incertezza e la volatilita’ che hanno caratterizzato tutti i mercati, accusando al termine una perdita molto piu’ rilevante. Il clima di diffuso nervosismo ha il suo fondamento un po’ in tutte le variabili, dalla situazione delicata della Grecia, al prezzo del petrolio sempre vicino ai minimi, alla debolezza dei mercati obbligazionari che ha comportato l’improvvisa lievitazione dello spread, oggi rimasto intorno ai 150 punti. Nel mirino come sempre i titoli bancari, che sul listino milanese hanno un peso piu’ elevato, ma anche Fiat, Ferrari e qualche valore del lusso, oltre ai petroliferi. (AGI)
Gla

(AGI) – Roma, 8 feb. – La Giunta regionale ha approvato la delibera, su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, sulle Linee Guida per la predisposizione dei disciplinari di produzione del Marchio collettivo di qualita’ agroalimentare garantito dalla Regione Sardegna.
“Il via libera di oggi – ha spiegato Falchi – ci permette di avviare subito i gruppi di lavoro per ogni filiera produttiva, in collaborazione con le agenzie agricole regionali, per la stesura dei disciplinari di produzione”. Per ciascuna delle filiere interessate al sistema di certificazione, le Linee Guida stabiliscono specifici principi che dovranno orientare i gruppi di lavoro. Gli ambiti in cui si andra’ a intervenire riguardano la salute e il benessere degli animali, la tutela dell’agro biodiversita’ e delle sue risorse genetiche, la tutela dell’ambiente e la salubrita’ delle produzioni agricole e alimentari, gli aspetti qualitativi relativi alle caratteristiche intrinseche del prodotto, ma anche altri aspetti di qualita’ etico-sociale, economica e ambientale. Le proposte dei disciplinari di produzione saranno elaborate dalle Agenzie agricole, con la supervisione dell’Assessorato dell’Agricoltura, e in stretta collaborazione con le organizzazioni professionali agricole e gli operatori del settore. (AGI)
Bru