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Roma – Romano Prodi lancia l'allarme: l'economia, non solo in Europa, e' vicina all'emergenza, non possiamo aspettare il G20 di settembre. L'ex presidente della Commissione europea in una conversazione con l'AGI parla chiaro: "Bisogna far presto, si deve riunire in tempi rapidissimi un tavolo internazionale su temi economici e politici. I drammi non sono i ribassi della borsa ma l'inquietudine generale di tutto il sistema economico. Siamo in emergenza: rallenta la crescita, siamo di fronte alla crisi drammatica di alcuni grandi paesi e si prospettano svalutazioni competitive. Quando tutto e' in subbuglio se non si arriva a una riunione di emergenza i rischi sono altissimi".

Sul formato Prodi non interviene, potrebbe essere un panel piu' ristretto, un incontro dei governatori delle piu' importanti banche centrali o dei responsabili dell'economia "ma si deve fare subito: c'e' una eccessiva quantita' di variabili che si agitano tutte insieme". E questo ovviamente investe anche il nostro Paese in cui, dopo mesi, lo spread torna a salire: "Accanto a questo mi preoccupa la crescita del debito che, dopo il calo dei miei due governi, vedo pericolosamente aumentare" afferma Prodi che nota come, ovviamente, tale dato macroeconomico non aiuti l'andamento dei titoli di Stato. Un allarme, quello di Prodi, che non si limita solo alle tensioni economiche ma investe diversi settori e analizza fenomeni globali necessariamente interconnessi, dalle crisi di Siria, Libia e Ucraina, alla emergenza migranti, dal calo del petrolio e delle materie prime alla frenata di Cina e Africa. (AGI) 

(AGI) – Roma, 10 feb. – La produzione di autoveicoli nel 2015 a ha registrato un +43,7% (dato grezzo) e un +42,5% (corretto). Lo rileva l’Istat. A dicembre, su base congiunturale, la produzione ha segnato un rialzo del 18,4% (dato grezzo), corretto per gli effetti di calendario un rialzo del 14,3%. (AGI)
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(AGI) – Roma, 10 feb. – Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi ripiega a 137 punti, dopo aver superato ieri i 150 punti. Il rendimento si attesta all’1,62%. Il differenziale Bonos/Bund segna 144 punti per un tasso dell’1,69%. (AGI)
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(AGI) – Milano, 10 feb. – Prosegue in terreno positivo la seduta di Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che fa segnare +3,78%. Bene i titoli bancari con il Banco Popolare a +7,16%, Mps +2,48%, Bpm +0,82%, Intesa Sanpaolo +1,21% e Unicredit +2,74%. (AGI)
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Roma – Nessuna preoccupazione su Saipem: lo afferma il cfo di Eni, Massimo Mondazzi, in un'intervista a Il Sole24Ore sull'aumento di capitale da 3,5 miliardi dell'azienda guidata da Stefano Cao. "Il mercato esterno – osserva – non ha reso l'operazione semplicissima, ma va affermato con forza che i fondamentali dell'operazione sono solidi e che il risultato finale lo vedremo a ricapitalizzazione avvenuta, a valle della quale Saipem avrà una struttura patrimoniale rafforzata e potra' quindi affrontare nel modo migliore le sfide future del settore".

"Noi come Eni – spiega Mondazzi – non siamo preoccupati. Saipem è una delle migliori oil service al mondo e, grazie a questa operazione, qualunque sia lo scenario che verrà a prefigurarsi nel settore, l'azienda si troverà nelle migliori condizioni per approfittare di un'eventuale ripresa perché dispone di tutti gli strumenti necessari. In primo luogo, ha competenze innegabili che pochi altri competitor hanno. Senza contare che può vantare un management, che si è già misurato con esperienze simili, e ha dunque tutte le carte per fronteggiarle al meglio. Infine, la società ha già messo in campo un piano di cost saving che le permetterà di affrontare anche il cambio di passo dei clienti, in cerca di prezzi più bassi in un contesto profondamente deteriorato dal calo del prezzo del greggio".

Nessun timore dunque per Eni, che a operazione archiviata, ricorda Mondazzi, si distaccherà da Saipem "come azionista di maggioranza", ma non certo "come cliente della societa'". Anzi "continueremo a utilizzare le prestazioni di Saipem anche in futuro e abbiamo già delle negoziazioni in corso che, se si concluderanno positivamente, potrebbero sfociare in altrettante commesse". "Se guardo ai fondamentali della società dal di fuori – ribadisce il cfo di Eni – vedo un'azienda dalle competenze tecniche che poche altre possono vantare al mondo, e che ha tutti gli strumenti per uscire da questo momento". L'intenzione di Eni di "rifocalizzarsi sul portafoglio e di razionalizzare la struttura dei costi – prosegue Mondazzi – si e' rivelata ottima ed e' stata presa prima di tutti gli altri. In questo senso, dunque, la decisione di dismettere gli asset no core come Saipem e' stata cruciale nell'ambito di quella strategia". "E' vero che Eni si sta staccando da un punto di vista dell'azionariato, ma e' anche vero che Saipem potra' contare nei prossimi tre anni su un nucleo di azionisti, come Eni e il Fondo Strategico Italiano di Cdp, molto solido e potra' quindi godere del supporto di soci stabili", conclude. (AGI)

(AGI) – Roma, 10 feb. – A dicembre l’indice destagionalizzato della produzione industriale e’ diminuito dello 0,7% rispetto a novembre. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni sono stati 21 contro i 20 di dicembre 2014), l’indice e’ sceso in termini tendenziali dell’1,0%. Lo rileva l’Istat sottolineando che l’andamento dell’indice corretto (cosi’ come quello dell’indice destagionalizzato) sembra influenzato negativamente dagli effetti di una festivita’ (il secondo martedi’ di dicembre) sui giorni effettivamente lavorati.
NNel quarto trimestre la produzione e’ in calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Nella media del 2015 la produzione e’ cresciuta dell’1,0% rispetto all’anno precedente. (AGI)
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 Roma – L'offerta giapponese per il marchio italiano Peroni è spinta dall'aumento delle esportazioni di birra italiana nel mondo che crescono del 17% nel 2015 ma che sono praticamente triplicate nell'arco di un decennio. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione dell'offerta di 400 miliardi di yen (poco più di 3 miliardi di euro) fatta dal produttore giapponese di birra Asahi per rilevare il marchio italiano Peroni dal gruppo SABMiller, sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi dell'anno.

Anche grazie all'immagine conquistata nel mondo la birra italiana – sottolinea la Coldiretti – va forte nei paesi tradizionali consumatori, dalla Gran Bretagna (+2%) alla Germania (+10 per cento) fino alla Svezia (+24 per cento) ma anche negli Usa. A tirare è però anche il mercato italiano che nel 2015 ha fatto registrare un aumento record delle vendite del 6%, in controtendenza alla crisi dei consumi.

Sono oltre 30 milioni gli appassionati consumatori di birra presenti in Italia dove con un consumo procapite di 29 litri c'è spazio per crescere considerato che Paesi come la Repubblica Ceca ne bevono 144 litri pro capite, l'Austria 107,8, la Germania 105, l'Irlanda 85,6, il Lussemburgo 85 o la Spagna 82. L'operazione in corso non è in realtà l'ennesimo passaggio di marchi italiani storici in mani straniere poiché la Birra Peroni era già stata ceduta nel 2003 ed entrata a far parte del Gruppo sudafricano SABMiller plc al quale è stata ora fatta l'offerta del gruppo giapponese Asahi, la cui strategia di mercato si concentra sull'Asia e l'Oceania e intende espandersi su mercati dalla lunga tradizione che le consentirebbero anche una maggiore penetrazione della sua etichetta Super Dry.

Il Gruppo Birra Peroni è oggi uno dei player principali nel settore dell'industria birraria ed è parte del Gruppo SABMiller plc che in Italia SABMiller è presente con tre stabilimenti produttivi (Roma, Padova e Bari), e la malteria Saplo. Birra Peroni opera da oltre 160 anni con impegno e passione, raggiungendo una produzione annua di birra che ammonta a 4,8 milioni di ettolitri. I suoi marchi principali sono: Peroni, Nastro Azzurro e Pilsner Urquell. A questi si aggiungono altri marchi di prestigio sia nazionali che internazionali, come Miller Genuine Draft, Peroni Gran Riserva, Raffo e Wuhrer.

L'azienda nasce nel 1846 a Vigevano, allora appartenente al Regno dei Savoia, quando Francesco Peroni avvia l'attività di una piccola fabbrica di birra. Nell'operazione internazionale c'è in gioco – sottolinea la Coldiretti – un indotto rilevante. A garantire la produzione italiana di birra ci sono infatti le coltivazioni nazionali con una produzione di circa 860.000 tonnellate di orzo su una superficie complessiva investita di circa 226.000 ettari. Per quanto concerne la produzione di birra, la filiera cerealicola unitamente al ministero delle Politiche Agricole ipotizzano un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90.000 tonnellate. In questa situazione di grande dinamicità, a supporto della trasparenza dell'informazione dei consumatori, è pero' necessario – conclude la Coldiretti – qualificare le produzioni nazionali con l'indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine, per evitare che vengano spacciati come Made in Italy produzioni straniere.(AGI) 

(AGI) – Roma, 10 feb. – L’offerta giapponese per il marchio italiano Peroni e’ spinta dall’aumento delle esportazioni di birra italiana nel mondo che crescono del 17% nel 2015 ma che sono praticamente triplicate nell’arco di un decennio. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione dell’offerta di 400 miliardi di yen (poco piu’ di 3 miliardi di euro) fatta dal produttore giapponese di birra Asahi per rilevare il marchio italiano Peroni dal gruppo SABMiller, sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi dell’anno.
Anche grazie all’immagine conquistata nel mondo la birra italiana – sottolinea la Coldiretti – va forte nei paesi tradizionali consumatori, dalla Gran Bretagna (+2%) alla Germania (+10 per cento) fino alla Svezia (+24 per cento) ma anche negli Usa. A tirare – continua la Coldiretti – e’ pero’ anche il mercato italiano che nel 2015 ha fattor registrare un aumento record delle vendite del 6%, in controtendenza alla crisi dei consumi. Sono oltre 30 milioni gli appassionati consumatori di birra presenti in Italia dove – precisa la Coldiretti – con un consumo procapite di 29 litri c’e’ spazio per crescere considerato che Paesi come la Repubblica Ceca ne bevono 144 litri pro capite, l’Austria 107,8, la Germania 105, l’Irlanda 85,6, il Lussemburgo 85 o la Spagna 82.
L’operazione in corso non e’ in realta’ l’ennesimo passaggio di marchi italiani storici in mani straniere poiche’ la Birra Peroni era gia’ stata ceduta nel 2003 ed entrata a far parte del Gruppo sudafricano SABMiller plc al quale e’ stata ora fatta l’offerta del gruppo giapponese Asahi, la cui strategia di mercato si concentra sull’Asia e l’Oceania e intende espandersi su mercati dalla lunga tradizione che le consentirebbero anche una maggiore penetrazione della sua etichetta Super Dry. Il Gruppo Birra Peroni e’ oggi uno dei player principali nel settore dell’industria birraria ed e’ parte del Gruppo SABMiller plc che in Italia SABMiller e’ presente con tre stabilimenti produttivi (Roma, Padova e Bari), e la malteria Saplo. Birra Peroni opera da oltre 160 anni con impegno e passione, raggiungendo una produzione annua di birra che ammonta a 4,8 milioni di ettolitri. I suoi marchi principali sono: Peroni, Nastro Azzurro e Pilsner Urquell. A questi si aggiungono altri marchi di prestigio sia nazionali che internazionali, come Miller Genuine Draft, Peroni Gran Riserva, Raffo e Wuhrer. L’azienda nasce nel 1846 a Vigevano, allora appartenente al Regno dei Savoia, quando Francesco Peroni avvia l’attivita’ di una piccola fabbrica di birra.
Nell’operazione internazionale c’e’ in gioco – sottolinea la Coldiretti – un indotto rilevante. A garantire la produzione italiana di birra ci sono infatti le coltivazioni nazionali con una produzione di circa 860.000 tonnellate di orzo su una superficie complessiva investita di circa 226.000 ettari. Per quanto concerne la produzione di birra, la filiera cerealicola unitamente al Ministero delle Politiche Agricole ipotizzano un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90.000 tonnellate. In questa situazione di grande dinamicita’, a supporto della trasparenza dell’informazione dei consumatori, e’ pero’ necessario – conclude la Coldiretti – qualificare le produzioni nazionali con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine, per evitare che vengano spacciati come Made in Italy produzioni straniere.(AGI)

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(AGI) – Roma, 10 feb. – Il rimbalzo delle borse europee prende slancio, dopo i recenti tonfi. Sui mercati c’e’ attesa per l’intervento del presidente della Fed, Janet Yellen. In controtendenza Londra che cede lo 0,14%%, per le perdite nel comparto dei minerari. A Milano l’indice Ftse Mib segna +2,2%, con le banche in rialzo. Francoforte avanza dell’1,14% e Parigi cresce dell’1,12%. (AGI)

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(AGI) – Roma, 10 feb. – Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi ripiega a 139 punti, dopo aver superato ieri i 150 punti. Il rendimento si attesta all’1,62%. Il differenziale Bonos/Bund segna 146 punti per un tasso dell’1,70%. (AGI)
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