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AGI – È “sensibile” il ritardo registrato nella realizzazione delle infrastrutture digitali legate al Piano Banda Ultralarga – Aree Bianche per la connettività di circa 8.400.000 abitazioni in Italia, con una dilatazione dei tempi medi delle fasi procedurali e uno spostamento in avanti della concreta attuazione rispetto alle scadenze originarie. È quanto rileva il Collegio del controllo concomitante della Corte dei conti nell’analisi, approvata con delibera 4/2024/CCC, sullo stato di avanzamento del Piano Banda Ultralarga relativo alle cosiddette Aree Bianche, definite “a fallimento di mercato” per l’assenza di investimenti privati.

Il Piano, posto sotto il controllo del Mimit e finanziato prevalentemente con i fondi strutturali europei Fesr e Feasr, nonché con il fondo nazionale Fsc, interessa 7.413 comuni italiani, con la copertura di circa 6.300.000 unità immobiliari a tecnologia Fiber To The Home (Ftth), 2.100.000 a tecnologia Fixed Wireless Access (FwA) e 29.895 tra sedi Pa e aree industriali.
A fine 2023, evidenzia la Corte, “risultavano coperte in Ftth circa 3,4 milioni di abitazioni (il 54% del target finale) e 18.616 sedi pa e aree industriali (il 62%), oltre a 437.000 unità immobiliari in fase di collaudo (7%) e più di 2,2 milioni in fase di lavorazione (36%). Meno positivi i dati emersi sugli investimenti di rete Fwa che, spiegano i giudici contabili, vanno interpretati con cautela in virtù della tipologia di architettura Fwa. I ritardi registrati finora sono stati governati con il ricorso all’istituto delle penali che, a fine 2023, risultano applicate per un importo complessivo di 54,6 milioni di euro”. Una cifra per la quale, sottolinea la magistratura contabile, “emerge, su alcuni lotti, la riduzione dei margini per ricorrere a ulteriori iniziative, anche in virtù dell’attuale assetto contrattuale”.

“In caso di disallineamento tra effettivo progresso dei lavori e scadenza finale del Piano (settembre 2024) – raccomanda la Corte al Mimit – andranno definiti i necessari interventi correttivi anche sul fronte della scarsità di manodopera specializzata e adottato un nuovo cronoprogramma che garantisca la chiusura dei lavori in tempi celeri, con un controllo serrato sul rispetto delle nuove scadenze da parte di tutti i soggetti coinvolti”. 

AGI – La compagnia di taxi volanti Lilium ha firmato un memorandum d’intesa con il fornitore di servizi aeronautici statunitense Atlantic Aviation per “garantire una perfetta compatibilità tra il Lilium Jet e la rete di risorse aeronautiche di Atlantic in tutto il Nord America”.

 

Atlantic Aviation gestisce più di 30 aeroporti nei mercati di lancio pianificati di Lilium in Florida, California meridionale, nord-est degli Stati Uniti e Texas. Nel gennaio 2019 l’azienda ha annunciato che avrebbe installato un’infrastruttura di ricarica per gli aerei elettrici in tutte le sue sedi – all’epoca, in collaborazione con start-up VTOL come Joby Aviation e Archer. Il nuovo accordo garantirà che l’infrastruttura delle due compagnie sia compatibile e il più simile possibile per quanto riguarda l’esperienza dei passeggeri. Secondo Lilium, la pianificazione strategica congiunta includerà “tracce di volo degli aerei, capacità di ricarica, strutture per i passeggeri, previsioni delle operazioni e altro ancora. Questo approccio globale garantirà agli operatori di Lilium Jet l’accesso a punti strategici all’interno della rete di strutture aeronautiche di Atlantic, lavorando sia per ottimizzare l’esperienza dei passeggeri sia per inaugurare una nuova era dei viaggi aerei”.

AGI – L’India ha dichiarato che ridurrà le tasse di importazione su alcuni veicoli elettrici per le aziende che si impegnano a investire almeno 500 milioni di dollari in investimenti e impianti di produzione entro tre anni, rafforzando potenzialmente i piani di Tesla volti a entrare in quel mercato. La nuova politica daziaria è una grande vittoria per Tesla poiché è in linea con ciò per cui la società aveva esercitato pressioni a Nuova Delhi.

Fonti hanno riferito lo scorso luglio che la casa automobilistica si era offerta di costruire una fabbrica ma, nel frattempo, voleva un taglio delle tasse di importazione che secondo il CEO Elon Musk erano tra le più alte al mondo. Le aziende che soddisfano i requisiti di investimento e produzione potranno importare un numero limitato di veicoli elettrici con un’imposta ridotta del 15 per cento sulle auto che costano 35.000 dollari e oltre.

 

L’India attualmente applica un’imposta del 70 per cento o del 100 per cento sulle auto e sui veicoli elettrici importati a seconda del loro valore. “Invitiamo le aziende globali a venire in India. Sono fiducioso che l’India diventerà un hub globale per la produzione di veicoli elettrici e questo creerà posti di lavoro e migliorerà il commercio”, ha detto ai giornalisti il ministro del commercio Piyush Goyal in una conferenza stampa dopo che la politica daziaria è stata resa pubblica dal suo ministero.

AGI – Swisscom, l’operatore svizzero di telecomunicazioni, acquisterà la filiale italiana del gigante britannico Vodafone per 8 miliardi di euro con l’obiettivo di fonderla con la propria filiale Fastweb. Swisscom ha firmato un accordo vincolante con il gruppo britannico per rafforzare “notevolmente” la propria posizione in Italia, dove il gruppo è presente dal 2007 con Fastweb.

 

A fine febbraio Vodafone aveva indicato di essere in trattative avanzate con Swisscom per vendere la sua filiale italiana, preferendo Swisscom alla francese Iliad, di cui aveva più volte rifiutato le avances. L’operatore svizzero ha stimato che la fusione di Vodafone Italia e Fastweb “sbloccherà un valore significativo”, tra cui economie di scala, una struttura dei costi più efficiente e sinergie significative di 600 milioni di euro all’anno. Swisscom spera di concludere l’operazione, che è soggetta ad approvazione normativa, nel primo trimestre del 2025. Fastweb è la divisione di Swisscom a più rapida crescita. Negli ultimi dieci anni, Fastweb si è affermata come “operatore leader nel quarto mercato europeo della banda larga”.

AGI – Il Parlamento europeo ha adottato le proposte legislative per prevenire e ridurre meglio gli sprechi di prodotti alimentari e tessili in tutta l’Ue. I deputati hanno adottato la loro posizione in prima lettura sulla proposta di revisione del quadro dei rifiuti con 514 voti favorevoli, 20 contrari e 91 astensioni.

 

La versione della direttiva uscita dal Pe prevede obiettivi vincolanti più ambiziosi di riduzione dei rifiuti da raggiungere a livello nazionale entro il 31 dicembre 2030: almeno il 20% nella trasformazione e produzione alimentare (invece del 10% proposto dalla Commissione) e il 40% pro capite nella vendita al dettaglio, nei ristoranti, nei servizi alimentari e nelle famiglie (invece del 30%). Il Parlamento ha richiesto inoltre che la Commissione valuti se debbano essere introdotti obiettivi più elevati per il 2035 (rispettivamente almeno il 30% e il 50%) e, se dovesse essere il caso di presentare una nuova proposta legislativa.

I deputati concordano di estendere i regimi di responsabilità del produttore, attraverso i quali i produttori che vendono prodotti tessili nell’Ue dovrebbero coprire i costi di raccolta differenziata, cernita e riciclo. Gli Stati membri dovrebbero istituire tali regimi 18 mesi dopo l’entrata in vigore della direttiva (rispetto ai 30 mesi proposti dalla Commissione). Le nuove norme riguarderebbero prodotti quali abbigliamento e accessori, coperte, biancheria da letto, tende, cappelli, calzature, materassi e tappeti, compresi i prodotti che contengono materiali tessili quali cuoio, gomma o plastica. 

AGI – Gli investitori premiano il nuovo piano industriale di Leonardo, che propone un raddoppio del dividendo a 0,28 euro per azione e apre a un programma di buyback. Gli obiettivi dell’ambiziosa strategia al 2028, che prevede l’armonizzazione dei vari settori di attività grazie a un ‘continuum digitale’, e la guidance superiore alle attese hanno trainato gli acquisti sul titolo che, dopo non aver fatto prezzo in apertura per eccesso di rialzo, ha toccato un massimo da 17 anni a 21,19 euro per poi chiudere a 20,01 euro, in rialzo dello 0,81%.

 

La crescita nel settore spaziale, a cui è ora dedicata una sezione ad hoc, un maggiore ricorso a intelligenza artificiale e high performance computing a sostegno di ogni comparto e una rigida disciplina nell’allocazione del capitale sono tra i cardini di un piano che punta ad arrivare al 2028 con un flusso di cassa più che raddoppiato, un Ebita a doppia cifra e, nel corso del quadriennio, ordini complessivi per 105 miliardi di euro e ricavi a 95 miliardi, oltre 21 dei quali solo nell’ultimo anno dell’esercizio. Obiettivi che saranno raggiunti attraverso “una massiccia digitalizzazione e razionalizzazione di prodotti e servizi, iniziative di efficienza e riduzione dei costi a livello di Gruppo – mirando a 1,8 miliardi di euro di risparmi lordi nell’orizzonte del piano – e la crescita inorganica”, ha spiegato l’amministratore delegato, Roberto Cingolani

Nuovi paradigmi per la sicurezza

Compito della compagnia sarà rispondere alle nuove sfide imposte dallo scenario geopolitico mondiale, con un crescente ricorso a tecniche di guerra ibrida e cibernetica, e svolgere “un ruolo proattivo nell’evoluzione dell’industria europea della difesa”, troppo frammentata in singoli programmi nazionali. “Ogni Paese fa la sua cosa: il suo aereo, il suo carro armato, il suo sottomarino et cetera”, ha sottolineato Cingolani rispondendo alle domande della comunità finanziaria, “se si vuole una difesa unitaria, ognuno deve rinunciare a qualcosa per contribuire a una piattaforma unitaria o si avrà concorrenza su ogni segmento”.

 

Aziende come Leonardo, ha proseguito il manager, “possono agire da catalizzatore perché stiamo sensibilizzando sul fatto se che c’è collaborazione è meglio, poi ognuno fa i suoi profitti e i suoi margini ma l’unione ci rende più forti”. Un esempio virtuoso citato da Cingolani è Mbda, la joint venture missilistica tripartita che vede tra i partecipanti Leonardo. Anche le istituzioni europee devono però fare la loro parte e capire che “i tempi sono cambiati”.

In Europa l’unione fa la forza

Se il traguardo di una difesa comune europea non è raggiungibile nel breve periodo, ammette Cingolani, occorre stimolare la nascita di campioni europei e di una politica industriale comune, il che richiede allentare le attuali norme sulla concorrenza nel nome di interessi superiori. “In un’economia quasi di guerra, occorre capire quale sia la priorità per i cittadini: avere la fortuna di un libero mercato mentre intorno crolla il sistema o avere accesso a una sicurezza continentale”, avverte Cingolani, “in alcuni settori molto critici bisognerebbe fare grandi coalizioni”. 

 

Se si torna a parlare di difesa comune è infatti perchè il mondo è diventato un posto più pericoloso, prosegue l’ad di Leonardo, ricordando che sono in corso 55 diversi conflitti e che il vecchio continente si sta ritrovando la guerra alle porte per la prima volta dal 1945. L’impossibilità per i singoli Paesi europei di farcela da soli è una delle tre grandi sfide per il settore della Difesa menzionate nel piano. Le altre sono “la globalizzazione come elemento di fragilità”, in quanto “i conflitti regionali hanno un impatto diretto sulla sicurezza globale”, e “il cambiamento delle tecnologie belliche, con una combinazione di armi convenzionali e nuove tecnologie digitali, applicazioni satellitari e droni”, che distruggono bersagli che valgono mille volte di più.

Pronti alla sfida

“Siamo pronti a raccogliere queste sfide”, ha annunciato Cingolani, sottolineando l’ottima performance del comparto dei software per la difesa, che sono orientati tra quattro anni a un portafoglio ordini più che quadruplicato e a una quota di programmi proprietari salita dal 30% al 70%.

 

Altra grande sfida da cogliere è la Space Economy. “Nello spazio facciamo qualsiasi cosa, dai lanciatori ai satelliti, dalla sicurezza informatica ai servizi a terra”, ha spiegato Cingolani, “mancava solo una divisione che unisse tutte queste attività”. Divisione che poggia sul consolidamento di Telespazio, segno del rilancio dell’alleanza con Thales, che a sua volta andrà rafforzata con una campagna di acquisizioni, fronte su cui l’intero gruppo appare molto attivo. “Abbiamo decine di due diligence in corso”, ha dichiarato l’ad. “Ci saranno acquisizioni, ci saranno joint venture”, ha anticipato il direttore finanziario di Leonardo, Alessandra Genco, “restate sintonizzati”.

 

 

 

AGI – I mercati viaggiano contrastati e con cautela, meno Hong Kong che è in rally, in attesa dei dati di oggi sull’inflazione Usa a febbraio, che potrebbero accelerare, o ritardare, l’inizio dei tagli dei tassi globali. La previsione è che l’inflazione generale statunitense resterà invariata al 3,1%, mentre i prezzi al consumo ‘core’, al netto di energia e beni alimentari, dovrebbero rallentare, dal 3,9% al 3,7%. Giovedì l’attenzione degli investitori si sposterà sui prezzi alla produzione Usa, che dovrebbero seguire più o meno lo stesso andamento. Questi due rapporti sono le più importanti cartine di tornasole che usciranno prima che i leader della Federal Reserve si riuniscano per la loro riunione del 20 marzo. Se queste stime dovessero essere confermate, avvantaggerebbero le ‘colombe’ della Fed, tra le quali c’è anche Jerome Powell, che puntano a 3-4 tagli quest’anno a partire da giugno, mentre se la ‘core’ dovesse scendere meno del previsto, o restare ferma, preverrebbero i ‘falchi’ e i tagli si allontanerebbero, il che potrebbe innescare una correzione al ribasso dei mercati, che stavolta potrebbe non essere così breve come è stato finora. 

 

Intanto oggi in Asia I listini sono misti, con Tokyo che arretra per la seconda sessione di seguito e va giù di oltre mezzo punto percentuale per le crescenti aspettative che la Banca del Giappone possa uscire anticipatamente dalla sua politica monetaria ultra accomodante. In compenso Hong Kong sale per il terzo giorno consecutivo, e corre a +2,5%, sulla scia del balzo in avanti di oltre il 10% di Xiaomi, la quale ha annunciato che inizierà a consegnare i suoi primi modelli di veicoli elettrici a partire dal 28 marzo. Anche Seul avanza, mentre Shanghai arretra, per i persistenti dubbi sulla ripresa economica del Paese. Pechino ha fissato un obiettivo di crescita per il 2024, ampiamente deludente, e ha offerto finora troppo poche misure di stimolo. 

 

A Wall Street, in vista dei dati sull’inflazione, i future avanzano, dopo una chiusura mista e mediocre a New York, dove ieri il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0,13%, l’S&P 500 è arretrato dello 0,1% e il Nasdaq ha perso lo 0,41%. A pesare in negativo sono state le azioni di Boeing, diminuite dello 4,68%, dopo che il Wall Street Journal ha riferito che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha aperto un’indagine penale su una pericolosa rottura della fusoliera su uno dei jet 737 Max dell’Alaska Airlines. Giù anche i titoli dei chip, con Nvidia a -2%, Advanced Micro Devices a -4,7% e Broadcom a -3,03%. “I mercati sono probabilmente ancora troppo ottimisti circa la capacità della Fed di tagliare i tassi in modo significativo nel 2024,” ha commentato Lara Rhame, chief economist di FS Investments.

 

“I mercati – spiega Vincenzo Bova, strategist di Mps – al momento prezzano al 50-60%, due tagli consecutivi negli Usa, il primo a giugno e poi a luglio, ma ci sono buone possibilità che la Fed tagli a giugno e poi aspetti settembre per l’altra riduzione dei tassi. Da giugno a fine anno sono previste 5 riunioni, il che significa che solo una riunione resterebbe senza tagli. Tuttavia il 20 marzo la Fed si riunirà e sicuramente non ci saranno tagli ma dalla nuvola dei dots, da cui si ricavano le indicazioni sui futuri tagli, potrebbe emergere l’ndicazione che le sforbiciati potrebbero essere inferiori ai 100 punti”. Insomma, dentro la Fed c’è al momento meno compattezza che dentro la Bce, dove i banchieri centrali sono tutti abbastanza convinti che a partire da metà anno inizieranno i tagli.

 

Oggi comunque in Europa i future sull’EuroStoxx sono anch’essi in rialzo, dopo che la scorsa settimana gli indici di Parigi e Francoforte hanno stabilito entrambi dei livelli record e mentre ieri le Borse del Vecchio Continente hanno chiuso negative, eccetto Londra. Intanto il Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico sopra i 72.000 dollari, grazie all’ondata di denaro proveniente dai nuovi fondi bitcoin, mentre anche l’oro si aggira poco sotto il picco record toccato la scorsa settimana e, sul fronte valutario, l’euro resta sopra quota 1,09 dollari, sostenuto dalla debolezza del dollaro, che risente delle aspettative che la Fed possa iniziare a tagliare i tassi entro la metà di quest’anno. In forte rialzo anche lo yen, che scende sotto quota 147 sul biglietto verde.

 

In Asia i prezzi del petrolio si stabilizzano, con i future sul Wti sopra 78 dollari e quelli sul Brent sopra 82 dollari, dopo le forti perdite della settimana precedente, legate al rallentamento della domanda, in particolare quella dalla Cina, il più grande importatore mondiale di greggio. Oggi sul fronte macro ci sarà da monitorare la fiducia delle piccole imprese Usa, con un focus particolare sulle prospettive di occupazione, e in Gran Bretagna avremo i dati sul mercato del lavoro, con l’andamento dei salari che sarà particolarmente importante in vista della riunione Boe della prossima settimana. Da segnalare giovedì le vendite al dettaglio Usa, utili per avere indicazioni sullo stato di salute dei consumi. In area euro non avremo dati di rilievo con l’eccezione domani della produzione industriale di gennaio. Giovedì il presidente Usa Joe Biden presenterà la sua proposta di bilancio per il 2025, incentrata sull’aumento delle tasse alle grandi corporation e ai super ricchi.

 

– USA: L’INFLAZIONE è PREVISTA STABILE A FEBBRAIO MA POTREBBERO ESSERCI SORPRESE SU ‘CORè C’è attesa per il dato odierno sull’inflazione Usa, che è decisamente il principale market mover della settimana. A febbraio l’inflazione è attesa stabile negli Stati Uniti ma, nota Bova, “potrebbero esserci delle sorprese sulla ‘corè”, perchè il costo dei servizi resta vischioso. La previsione è che l’inflazione generale dovrebbe restare ferma al 3,1% annuale, mentre la ‘corè dovrebbe rallentare dal 3,9% al 3,7%. “Un dato del 3,7% a febbraio mi sembra corretto – dice Bova – ma con dei mercati così tirati e nervosi, basterebbe qualche decimale di punto per fare la differenza. Se invece di 3,7% fosse 3,8%, con un mercato così forte come quello attuale, il rischio di una correzione aumenta”.

 

“Se la ‘corè dovesse essere più alta del previsto – spiega Bova – tutto dipenderebbe dalla super core e cioè dai servizi ex housing, quelli al netto delle spese per la casa” e cioè la sanità, i medicinali, le assicurazioni. “Il messaggio di Powell di mercoledì e giovedì scorsi è stato rassurante per i mercati – dice ancora Bova – ma se martedì prossimo dovesse uscire un dato sull’inflazione forte, in particolare sulla ‘corè, il peso dei ‘falchì all’interno della Fed aumenterebbe e i mercati dovranno tenerne conto. Se invece la ‘corè va come previsto e rallenta, allora non ci saranno problemi per I mercati”, che continueranno a crescere.

 

 – USA: ASPETTATIVE DI INFLAZIONE A LUNGO TERMINE SALGONO AL TOP DA 6 MESI Secondo la Federal Reserve di New York, a febbraio le aspettative di inflazione a lungo termine sono aumentate al top da 6 mesi, poichè sempre più consumatori temono che i prezzi elevati possano persistere. Secondo un’indagine dell’istituto newyorkese sulle aspettative dei consumatori, le aspettative di crescita dei prezzi sugli orizzonti da tre a cinque anni sono aumentate di 0,3% e 0,4 punti percentuali al 2,7% e al 2,9%.

 

– USA: IL PIANO DI BIDEN PER IL 2025: TASSE A PAPERONI E A GRANDI CORPORATION Aumento delle tasse alle grandi corporation e ai super ricchi, aumento della tassazione sui guadagni a Wall Street, e impiego delle nuove risorse per abbassare i costi delle cure e quelli dell’edilizia popolare. Nell’anno delle elezioni americane il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato la sua proposta di bilancio per il 2025, un documento finanziario di indirizzo che indica le direttrici su cui vuole muoversi l’amministrazione in futuro. Biden punta ad alzare la minimum tax per le corporation miliardarie dal 15 al 21 per cento, e raddoppiare quelle sui ricavi dall’estero delle multinazionali americane, portandolo dal 10,5 al 21 per cento. Quest’ultima misura punta a penalizzare chi apre stabilimenti all’estero a scapito del mercato del lavoro interno. Resteranno le detrazioni fiscali per chi guadagna meno di 400 mila dollari l’anno.

 

Insomma, Biden mira a creare meno concentrazione di ricchezze in poche mani e più investimento nel sociale, ma senza sforare i conti. Dall’extragettito dovrebbero uscire tremila miliardi di dollari che verrebbero impiegati per abbassare il debito pubblico nel prossimo decennio. Il budget stanziato per l’anno fiscale 2025, che parte l’1 ottobre di quest’anno e si conclude il 30 settembre 2025, è di 7.300 miliardi di dollari. La maggior parte dei soldi andrebbe a coprire i tradizionali programmi federali di assistenza medica e previdenziale, Medicare, Medicaid, Social security e veterani, cioè l’assistenza medica per le fasce medie e deboli, gli anziani, le pensioni e l’assistenza per gli ex militari. 

 

– L’UE MIRA A OTTENERE FINO A 3 MLD DI EURO PER KIEV DA BENI RUSSI CONGELATI Bruxelles conta a dare all’Ucraina 2-3 miliardi di euro quest’anno prendendoli dai beni russi congelati, mentre il sostegno finanziario degli Stati Uniti a Kiev diminuisce. La Commissione europea sta preparando un piano, secondo i funzionari, che comporterebbe il sequestro dei profitti legati alle sanzioni a partire da febbraio, realizzati presso il depositario centrale di titoli Euroclear. Dopo mesi di discussioni, una prima tranche di denaro potrebbe essere erogata già a luglio se Bruxelles riuscirà a ottenere l’approvazione degli Stati membri. La proposta è attesa prima del vertice dei leader europei della prossima settimana.

 

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha chiesto che i fondi vengano utilizzati per il sostegno militare, piuttosto che per la ricostruzione postbellica come era stato originariamente previsto. Circa 190 miliardi di euro di asset sovrani russi sono stati immobilizzati presso Euroclear, a partire dall’inizio dell’invasione russa. Gli ultimi piani fornirebbero all’Ucraina tra i 2 e i 3 miliardi di euro quest’anno, a seconda dei tassi di interesse, hanno detto i funzionari. I profitti totali sottratti da Euroclear potrebbero raggiungere i 20 miliardi di euro entro il 2027.

 

– TELEGRAM RAGGIUNGE 900 MLN DI UTENTI, SI AVVICINA A REDDITIVITà E PENSA A IPO L’app di messaggistica segreta Telegram tocca i 900 milioni di utenti e sta e sta pensando a quotarsi in Borsa. In una rara intervista il fondatore, Pavel Durov dichiara al Financial Times che Telegram, con sede a Dubai, è cresciuta fino a diventare una delle app di social media più popolari al mondo e sta guadagnando “centinaia di milioni di dollari” dopo aver introdotto pubblicità e servizi di abbonamento premium due anni fa. “Speriamo di diventare redditizi l’anno prossimo, se non quest’anno”, dice il fondatore russo nella sua prima intervista pubblica dal 2017.

 

Durov, che possiede interamente Telegram , ha affermato che alla società “sono state offerte valutazioni superiori a 30 miliardi di dollari” da potenziali investitori, tra cui “fondi tecnologici globali in fase avanzata”, ma ha escluso la vendita della piattaforma mentre esplora una futura offerta pubblica iniziale. “Il motivo principale per cui abbiamo iniziato a monetizzare è perchè volevamo rimanere indipendenti”, dice. “In generale, consideriamo il valore di una Ipo come un mezzo per democratizzare l’accesso al valore di Telegram”. 

AGI – Forti aumenti dei prezzi delle uova di cioccolato pasquali: secondo il Codacons, i listini sono saliti in media del 24%, dopo il +15,4% fatto registrare nel 2023. Analizzando i listini delle principali catene della grande distribuzione, il Codacons rileva che tutti i produttori di uova di Pasqua hanno aumentato i prezzi al dettaglio. Confrontando le marche più note che ogni anno riempiono gli scaffali di supermercati e ipermercati italiani, se i rincari medi sono del 24%, in alcuni casi superano il 40%. Le uova di fascia più alta per adulti, con cioccolato al latte o fondente, e un peso tra i 320 e i 365 grammi, arrivano a superare i 18 euro al pezzo, con incrementi superiori al 33% rispetto ai listini del 2023.

Per alcune uova di note marche specializzate in cioccolato, i rincari sfondano addirittura quota +40%. I prezzi delle uova per bambini legate a cartoni animati, giochi, personaggi famosi, serie tv, ecc., aumentano in media del 16,7% rispetto allo scorso anno, secondo il Codacons. In media la produzione di uova di Pasqua nel nostro paese supera le 31mila tonnellate all’anno, con un giro d’affari stimato in oltre 300 milioni di euro nel 2023: questo significa che, a parità di acquisti, i rincari peseranno per circa 72 milioni di euro sulle tasche dei consumatori, calcola l’associazione. Alla base dei pesanti aumenti per le uova di Pasqua – spiega il Codacons – c’è la crisi del cacao: per tale materia prima le quotazioni superano attualmente il record raggiunto nel 1977, arrivando a 6.000 dollari a tonnellata, a cui si aggiunge il rincaro nell’ultimo anno del 72% per lo zucchero e del 52% per il burro di cacao. 

AGI – La giapponese Mitsubishi Corporation ha investito per la prima volta in una miniera di litio. Mitsubishi ha investito 25 milioni di dollari canadesi per una quota del 7,5 per cento in un progetto dell’azienda mineraria canadese Frontier Lithium in Ontario.

 

L’accordo prevede la possibilità di aumentare questa quota al 25 per cento, secondo una dichiarazione del conglomerato giapponese. Il progetto mira a iniziare a produrre concentrati di spodumene di alta qualità nel 2027 e prodotti chimici per batterie entro il 2030. Si stima una produzione annua di 20.000 tonnellate di carbonato di litio, sufficienti per le batterie di quasi 300.000 veicoli elettrici. Sulla base dei 25 milioni di dollari canadesi (quasi 17 milioni di euro) per la quota del 7,5 per cento, Mitsubishi dovrebbe pagare 58,3 milioni di dollari canadesi (39,6 milioni di euro) per l’ulteriore 17,5 per cento al fine di aumentare la partecipazione per aumentare il citato 25 per cento.

 

L’attuale investimento è principalmente destinato a completare lo studio di fattibilità del progetto e prepararsi all’inizio della costruzione e all’ottenimento dei permessi necessari. Mitsubishi Corporation ha dichiarato di aver deciso di investire “perché il progetto è una delle risorse di litio più grandi e di altissima qualità nel Nord America”. 

AGI – Arrivano le indicazioni dell’Agenzia sulle novità in materia di redditi di lavoro dipendente introdotte dalla legge di Bilancio 2024 e dal decreto Anticipi. Con la circolare di oggi, le Entrate illustrano le nuove misure per il welfare aziendale, il trattamento integrativo speciale per i lavoratori del settore turistico, ricettivo e termale e gli effetti fiscali relativi alle norme sul riscatto dei periodi non coperti da retribuzione. Tra le novità, entrano tra i “bonus” esentasse non solo le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro ai dipendenti per il pagamento delle utenze domestiche, ma anche quelle per l’affitto e per gli interessi sul mutuo della prima casa. Il limite entro il quale è possibile riconoscere beni e servizi esenti da imposte, ordinariamente fissato a 258,23 euro, è stabilito a mille euro, con ulteriore innalzamento a 2mila euro per i dipendenti con figli a carico.

La circolare passa in rassegna alcune delle novità in materia di welfare aziendale. La legge di Bilancio 2024 stabilisce infatti che non concorrono al reddito di lavoro dipendente, entro il limite di mille euro, i beni e i servizi prestati e le somme erogate o rimborsate ai lavoratori. Questo tetto sale a 2mila euro se il dipendente ha figli a carico. Tra i fringe benefit possono rientrare non solo le somme per il pagamento delle utenze domestiche (energia elettrica, acqua e gas), ma anche quelle per l’affitto o gli interessi sul mutuo dell’abitazione principale del lavoratore, anche se il contratto di affitto o il mutuo sono intestati al coniuge o a un altro familiare del dipendente. L’Agenzia fornisce chiarimenti anche sulle modalità per determinare il compenso in natura in caso di prestiti concessi al lavoratore, con particolare riguardo al tasso ufficiale di riferimento (Tur) e sulla riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di risultato dal 10 al 5%.

L’Agenzia ricorda che al fine di sostenere il settore turistico, ricettivo e termale, l’ultima legge di Bilancio riconosce inoltre a favore dei lavoratori degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e per quelli del comparto del turismo, ivi inclusi gli stabilimenti termali, un trattamento integrativo speciale, che non concorre alla formazione del reddito, pari al 15%. La misura si riferisce alle prestazioni rese tra il 1 gennaio 2024 e il 30 giugno 2024 dai lavoratori dipendenti con redditi non superiori a 40mila euro per il periodo di imposta 2023. L’agevolazione è calcolata sulla retribuzione lorda corrisposta per lavoro straordinario in giorni festivi o in periodo notturno. Il datore di lavoro, a partire dalla prima retribuzione utile e, comunque entro il termine di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno, eroga come sostituto d’imposta il trattamento integrativo speciale, indicando poi l’importo nella certificazione unica del dipendente relativa al periodo di imposta 2024.

La circolare fa infine il punto sugli effetti fiscali delle nuove misure in materia di riscatto ai fini pensionistici di periodi non coperti da retribuzione. In via sperimentale per il biennio 2024 -2025 gli iscritti presso una delle gestioni previdenziali amministrate dall’Inps, non titolari di pensione e privi al 31 dicembre 1995 di anzianità contributiva, possono riscattare i periodi antecedenti all’entrata in vigore della legge di Bilancio compresi tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo accreditato. Sono previste specifiche condizioni per l’applicazione e i periodi riscattabili non possono superare i 5 anni anche non continuativi. Il dipendente può chiedere al proprio datore di lavoro di sostenere l’onere del riscatto utilizzando i premi di produzione spettanti al lavoratore.