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(AGI) – Avellino, 16 lug. – Quindici imputati oggi compaiono dinanzi al Gup di Avellino Gian Francesco Fiore, per l’udienza preliminare sulla strage del bus precipitato dal viadotto Acqualonga dell’A16 Napoli-Canosa il 31 luglio 2013, quando morirono 40 turisti di Pozzuoli in gita tra Telese Terme e Pietrelcina. I parenti delle vittime all’entrata del centro congressi adattato ad aula d’udienze preliminari hanno riportato le croci gia’ esposte dinanzi al tribunale di Avellino alcuni mesi fa per chiedere giustizia. A conclusione di un’inchiesta durata circa 2 anni, gli imputati rispondono a vario titolo di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, falso in atto pubblico e omissione in atti d’ufficio. Nella sala dell’ex carcere borbonico di Avellino, poco distante dal tribunale, si affollano gli avvocati per la costituzione delle parti. Tra i principali responsabili il titolare dell’agenzia che noleggio’ il bus, Gennaro Lametta, accusato di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e falso in atto pubblico in concorso con due funzionari della Motorizzazione civile di Napoli Antonietta Ceriola e Vittorio Saulino, che nei giorni successivi all’incidente avrebbero falsificato tutta la pratica per la revisione del pullman, risultato gravemente compromesso nella sua funzionalita’. Tra gli indagati anche i direttori di tronco di Autostrade per l’Italia, che si sono avvicendati, Nicola Spadavecchia, Paolo Berti e Michele Renzi, e i responsabili dell’Area Esercizio di Aspi Gianluca De Franceschi, Gianni Marrone e Bruno Gerardi. Questi ultimi avevano responsabilita’ nella gestione finanziaria. Michele Maietta e Antonio Sorrentino, da responsabili del posto di manutenzione del tratto autostradale, non avrebbero segnalato le carenze e le lacune nella sicurezza del percorso. Sono infatti tue i filoni sui quali si e’ mossa la Procura di Avellino, per accertare le reponsabilita’, soprattutto attraverso una complessa perizia condotta da esperti di primo primo piano in materia di sicurezza stradale, progettazione delle barriere e in meccanica. Secondo i consulenti della Procura Vittorio Giavotto, Lorenzo Caramma, Andrea Demozzi e Alessandro Lima, le pessime condizioni del bus e carenze strutturali nella barriera avrebbero determinato l’incidente. Di qui la contestazione di colpe e negligenze anche all’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci e all’allora direttore dei servizi tecnici, poi direttore generale fino a un anno fa circa, Riccardo Mollo e al condirettore generale “Operation e Maintenance Giulio Massimo Fornaci, al responsabile dell’articolazione “Pavimentazioni e Barriere di sicurezza” Marco Perna. per aver omesso di provvedere alla riqualificazione dell’intero viadotto. (AGI) .

(AGI) – Bologna, 16 lug. – Nuovi arresti e sequestri di societa’, beni e attivita’ commerciali per un valore di oltre 330 miliomi di euro nell’ambito dell’operazione Aemilia. Dalle prime ore di questa mattina i carabinieri stanno eseguendo, in Emilia Romagna e Lombardia, nuove ordinanze di custodia cautelare emesse, su richiesta della procura distrettuale antimafia di Bologna, nei confronti di 9 soggetti, tre dei quali esponenti della ?ndrangheta emiliana attiva nelle province di Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Modena ed operante anche in quelle di Verona, Mantova e Cremona. Decine le perquisizioni in corso in varie aree del territorio nazionale, anche a carico di liberi professionisti. Al centro delle indagini, condotte dai carabinieri dei comandi provinciali di Modena e Parma nonche’ dal Ros di Roma, l?infiltrazione della ?ndrangheta emiliana, articolazione della cosca “Grande Aracri” di Cutro (Crotone), nel tessuto economico nazionale, oltre che locale, attraverso la costituzione di varie societa’ di capitali. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra’ alle ore 10.30 odierne, presso la procura della repubblica di Bologna. (AGI) .

(AGI) – Napoli, 15 lug. – Una intera famiglia morta. I cadaveri trovati in un appartamento a Napoli, in quello che sembrerebbe, ad una prima ricostruzione dei fatti, un omicidio-suicidio.

I carabinieri in via Ammiraglio Aubry, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, hanno trovato senza vita Cesare Cuozzo, 53 anni, ex bidello, il figlio 17enne, Nicola, e la moglie Anna Daniele, 51 anni.

Anna Daniele era la sorella di Nino, assessore alla Cultura del Comune di Napoli.

La scoperta, dopo una segnalazione dei familiari che non avevano notizie dei tre da giorni e hanno fatto aprire la porta da un fabbro. Il capofamiglia, secondo quanto appare, con un’arma (ma nella banca dati delle forze dell’ordine non risulta ne possedesse una) avrebbe ucciso moglie e figlio e poi si sarebbe tolto la vita. Sulla scena del delitto la pistola e anche farmaci. Dei rilievi se ne occupa la Scientifica dei Carabinieri.

(AGI) – Frosinone, 15 lug. – E’ stato colpito da un fulmine mentre con il suo trattore stava lavorando nei campi. E’ accaduto nel tardo pomeriggio di oggi a Torre Cajetani, piccolo comune situato nel nord della Ciociaria. A rimanere gravemente ferito e’ stato un uomo di 57 anni che, poco prima delle 20, e’ rimasto ustionato dopo che un fulmine l’ha colpito nel corso di un improvviso temporale estivo. A dare l’allarme e’ stato un altro contadino che invece si e’ salvato per caso. Sul posto e’ atterrato un elicottero dell’Ares 118 che ha successivamente trasportato il contadino a Roma, presso il Policlinico di Tor Vergata. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Alatri. (AGI)

(AGI) – CdV, 15 lug. – L’ex nunzio apostolico Jozef Wesolowski, imputato per pedofilia e pedopornografia, e’ rientrato in Vaticano dopo il ricovero alla vigilia della prima udienza del processo, che e’ stata rinviata a data da destinarsi perche’ le sue condizioni sembravano gravi. Ma forse non lo erano. Secondo quanto apprende l’Agi, il ricovero sarebbe durato solo fino a lunedi’, cioe’ appena tre giorni, e in effetti le condizioni dell’imputato non sono mai state classificate come “codice rosso”. (AGI) .

(AGI) – Napoli, 15 lug. – Marito, moglie ed il figlio minorenne sono stati trovati morti nel loro appartamento nel quartiere San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli. Secondo una prima ricostruzione dei militari, il capofamiglia avrebbe ammazzato la donna ed il figlio di 17 anni con colpi di arma da fuoco e poi si sarebbe tolto la vita. (AGI) .

(AGI) – Roma, 15 lug. – Il Gup del tribunale di Palermo Sergio Ziino ha condannato a vent’anni Salvatore Maniscalco, l’agricoltore di San Giuseppe Jato (Palermo) accusato di avere ucciso la moglie, Concetta Conigliaro, fatta sparire il 9 aprile dell’anno scorso e i cui resti furono ritrovati (qualche osso, dato che il cadavere venne bruciato) nel giugno successivo. Condannati anche zio e cugino del marito assassino reo confesso: Antonino Caltagirone ha avuto 4 anni e 8 mesi e il padre Vincenzo e’ stato condannato a tre anni: i due erano accusati di avere aiutato Maniscalco a far sparire il cadavere della Conigliaro, che aveva 27 anni e i cui resti bruciati furono ritrovati in un fusto metallico in aperta campagna, in contrada Giambascio. Il principale imputato ha reso piu’ versioni e ritrattato piu’ volte. Il giudice ha accolto le richieste del pm Gianluca De Leo.

(AGI) – Perugia, 15 lug. – Un carabiniere in servizio nella compagnia di Foligno, l’appuntato scelto Emanuele Armani, e’ stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario nei confronti del collega Emanuele Lucentini. Il militare di origini marchigiane era morto per un colpo partito dall’arma di ordinanza del collega che era con lui nel cortile della caserma, lo scorso 16 maggio. In un primo momento si era parlato di un colpo partito accidentalmente. Oggi la svolta nelle indagini, con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte della procura di Spoleto. E’ attualmente ignoto il movente dell’omicidio. Lo rende noto un comunicato della procura di Spoleto, nel quale si precisa che nei confronti del carabiniere e’ stata emessa dal gip, ed eseguita dalla squadra mobile e dal Ros di Roma, una ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio di Lucentini.? “Contrariamente all’avviso del pubblico ministero – viene sottolineato – il giudice non ha ritenuto configurabile la premeditazione” . Il procuratore della Repubblica quindi “ringrazia pubblicamente il personale della segreteria, e in particolare i cancellieri Roberta Gori, Antonella Scimiterna e Francesca Opinato, per il lavoro straordinario prestato ben oltre i limiti dei loro doveri. Anche in questa occasione – aggiunge – solo il senso di responsabilita’ del personale amministrativo ha garantito il proficuo svolgimento di un gran numero di attivita’ urgenti in un’indagine difficile e complessa, in un ufficio che dal 2012 ha visto triplicate le dimensioni del circondario e mantenute incredibilmente intatte, nell’indifferenza del ministero della Giustizia e in assenza di aiuti continuativi da altri uffici giudiziari, risorse umane e materiali gia’ allora insufficienti e oggi largamente inferiori a quelle di qualsiasi altra procura di analoghe dimensioni. Non sono previsti – conclude la nota – ulteriori comunicati fino alla fine delle indagini”.? (AGI) .

(AGI) – Cagliari, 15 lug. – Presentava un distaccamento bilaterale delle retina il neonato deceduto a Cagliari nel giugno del 2013, per la cui morte ora e’ indagato il padre. E’ questo l’elemento che piu’ di tutti ha portato i medici legali a sostenere che il piccolo sia stato vittima della sindrome da bambino scosso (Sbs, Shaken Baby Syndrome).

Neonato morto a Cagliari: tutte le notizie nell’Archivio – Agi

 

Il piccolo, arrivato senza vita alla clinica Macciotta di Cagliari, non aveva alcuna patologia che potesse causare la crisi respiratoria denunciata dal padre ne’, tanto meno, il distaccamento della retina, ritenuta dagli esperti uno dei campanelli d’allarme piu’ significativi per la Sbs. Per questo, al termine degli accertamenti scientifici, nel registro degli indagati e’ stato iscritto il padre del neonato, accusato di omicidio preterintenzionale.

La vicenda risale a due anni fa: il piccolo – figlio di una coppia di cagliaritani – era nato a fine maggio. La madre aveva scelto di partorire in casa il bambino che sembrava perfettamente sano.

Al sedicesimo giorno dalla nascita, il neonato era rimasto solo a casa con il suo papa’ mentre la madre era andata a sbrigare delle commissioni. Stando a quanto dichiarato dall’uomo – sentito dagli inquirenti all’indomani dei fatti – il bimbo aveva iniziato ad avere problemi di respirazione. E nemmeno la corsa in ospedale aveva scongiurato il peggio.

Fin da subito medici e inquirenti avevano avuto il sospetto che quella non fosse una ‘morte in culla’ e per questo il pm Danilo Tronci aveva subito avviato l’inchiesta, chiusa qualche giorno fa. (AGI)

(AGI) – Roma, 15 lug. – Un gioielliere di 70 anni, Giancarlo Nocchia, e’ stato ucciso nel cuore di Roma, nel quartiere Prati, nel corso di una rapina al suo negozio.

A trovare il corpo e’ stato un negoziante della zona che ha notato la porta aperta della gioielleria senza notare nessuno al suo interno. Il negozio era a soqquadro.

I carabinieri della compagnia di San Pietro hanno ritrovato il corpo a terra con una ferita sulla testa. Nessuno nella zona ha visto persone fuggire dalla gioielleria e i militari del nucleo operativo di via In Selci hanno acquisito anche immagini di telecamere installate nella zona.

L’ipotesi e’ che il delitto sia stato consumato nell’orario di pausa.

Il medico legale ha eseguito un esame sul corpo del gioielliere, e non sono stati rinvenute ferite d’arma da fuoco.

Si presuppone che il decesso sia avvenuto a seguito di una colluttazione. Le vetrine del negozio sono state svuotate, come anche alcuni cassetti.

Alcune scatole di gioielli vuote sono state trovate abbandonate per strada in una traversa di via dei Gracchi, a pochi metri dal negozio di Giancarlo Nocchia. Le scatole sono state sequestrate dai Carabinieri e sarebbero state abbandonate probabilmente durante la fuga dal bandito che ha ucciso il gioielliere. Sulle scatole verranno eseguiti gli accertamenti tecnici alla ricerca di impronte digitali.

Stessi rilievi sono stati eseguiti dai militari all’interno della gioielleria. Intanto, si e’ appreso, sul corpo della vittima oltre alla ferita alla testa sono state riscontrati altri segni che confermerebbero un tentativo di difesa.