Ultime News
Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterEmail this to someone

Roma – I piu' recenti interventi legislativi "diretti alla riduzione del flusso della domanda" nella giustizia civile, "anche mediante una serie di incentivi per la cosiddetta degiurisdizionalizzazione e la previsione del 'filtro' in appello", si sono rivelati efficaci. Lo afferma il primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio nella sua relazione. La conseguenza positiva e' stata quella della "progressiva diminuzione delle iscrizioni" di nuove cause accompagnato da "un tasso di definizioni comunque superiore alle prime e a una consistente diminuzione delle pendenze" negli uffici di merito. "Dati questi coerenti" con il rapporto 2016 'Doing Business' che, quanto a tempi e costi delle controversie commerciali, colloca l'Italia al 111/mo posto nella graduatoria dei 189 Paesi considerati, "con un miglioramento di 13 posizioni rispetto al precedente anno, pur rilevandosi che i piu' importanti Stati membri dell'Ue sono collocati in una posizione piu' alta", osserva Canzio. (AGI)
.

Roma – Disagi causa nebbia per i voli da e per l'aeroporto di Fiumicino. La visibilità ridottissima, segnalano fonti aeroportuali, ha causato forti ritardi, quantificabili mediamente in circa un'ora, per una decina di voli in partenza e molti in arrivo. La situazione appare migliore a Ciampino, il secondo scalo romano. Due voli, provenienti rispettivamente da Atene e Berlino, sono stati dirottati su Fiumicino, ma per il resto la situazione appare abbastanza regolare. Lentamente l'orario sta tornando alla normalità anche a Fiumicino, dove rimangono pero' da smaltire i ritardi accumulati nel corso della mattinata. (AGI) 

 

Ragusa – Fermati a Pozzallo dalla polizia quattro scafisti – tre senegalesi e un nigeriano – in relazione alla sbarco ieri di 483 migranti da nave 'Bettica' della Marina militare. Gli stranieri erano stati recuperati su quattro gommoni alla deriva al largo della Libia. Le indagini proseguono per individuare gli altri scafisti. Ogni migrante avrebbe pagato mille dollari, consentendo un incasso di circa mezzo milione. Ma la macchina organizzativa non si ferma per l'arrivo di altre 232 persone all'hotspot Pozzallo a bordo del pattugliatore maltese 'Papa 61'. Situazione difficile nella struttura, considerato che ha una capienza di 180 posti e che ne sono rimasti 233. Cosi' dopo la partenza ieri di 250 persone, resta attiva la macchina dei trasferimenti. (AGI) 

(28 gennaio 2016)

Roma – Nessuno dubiti "dell'efficace azione di contrasto della magistratura verso ogni forma di criminalita' organizzata o terroristica, anche di quella internazionale di matrice jihadista nel rispetto, tuttavia, delle regole stabilite dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato". E' l'appello rivolto dal Primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio nella sua relazione. "Diversamente – rileva Canzio – tradiremmo la memoria" dei magistrati "caduti in difesa dei piu' alti valori democratici", come Emilio Alessandrini, "e non faremmo onore al giuramento di fedelta' che abbiamo prestato". (AGI)

(28 gennaio 2016)

Roma – Il reato di immigrazione clandestina si è rivelato "inutile, inefficace e per alcuni profili dannoso". Lo ha affermato il primo presidente della CassazioneGiovanni Canzio, nella sua relazione. La clandestinità, assieme all'istituto della prescrizione, sono "due esempi di attualita'" per i quali Canzio ha auspicato un intervento del legislatore. "Per il primo non vi e' dubbio che la risposta sul terreno del procedimento penale si sia rivelata inutile, inefficace e per alcuni profili dannosa, mentre la sostituzione del reato con un illecito e con sanzioni di tipo ammministrativo, sino al piu' rigorso provvedimento di espulsione, darebbe risultati concreti". "Quanto alla prescrizione – ha rilevato ancora Canzio – si e' piu' volte ribadito che essa irregionevolmente, continua a proiettare la sua efficacia pure nel corso del processo, dopo l'avvenuto esercizio dell'azione penale o addirittura dopo che e' stata pronunciata la sentenza di condanna di primo grado, mentre sarebbe logico, almeno in questo caso che il legislatore ne prevedesse il depotenzimento degli effetti".

Lotta a jihad nel rispetto della Costituzione

"L'indipendenza e l'autonomia" non devono "apparire come una prerogativa o un privilegio dei magistrati, bensi' come la garanzia dei cittadini, in uno Stato di diritto, per l'applicazione equa e imparziale del diritto e per l'uguaglianza di essi dinanzi alla legge", ha sottolineato ancora Canzio. "Sarebbe auspicabile che il legislatore evitasse di intervenire sul tessuto normativo con modifiche troppo frequenti spesso ispirate a logiche emergenziali poco attente ai profili sistematici dell'ordinamenmto". Il primo presidente della Corte di Cassazione ha sollecitato da parte del legislatore "norme chiare, precise, comprensibili e conoscibili".

No a processi paralleli in tv

L'organo chiamato a garantire un'applicazione rapida e uniforme della legge, la Cassazione, "si muove oggi lungo un crinale drammatico, sicche' la rotta potra' essere invertita solo con decisi e rapidi interventi di riforma e di autoriforma". "Spetta, per un verso, al Parlamento e al governo – ha spiegato Canzio – apprestare tutte le misure necessarie perche' la giurisdizione possa adempiere l'alto compito di garanzia affidatole dalla Costituzione, nella consapevolezza che essa non puo' risolversi in un meccanico esercizio ragionieristico di numeri e che il nudo efficientismo senz'anima rischia di piegare i nobili orizzonti costituzionali verso un'inaccettabile modello di magistrato-burocrate, preoccupato piu' della difesa del proprio status che della tutela dei diritti degli altri". Per il primo presidente della Cassazione "noi giudizi abbiamo innanzi tutto il dovere di avviare un 'virtuoso percorso interno' di autoriforma che ancor prima dell'auspicato intervento 'esterno', faccia leva sul sapere esperenziale e sulle capacita' di autorganizzazione".

Nel civile progressi, ma l'Italia è 111esima

"Il Paese ha sete di giustizia, legalita', efficienza ed efficacia della giurisdizione. Chiede che la legge venga applicata in modo uniforme e rapido e che tutti abbiano un uguale trattamento in casi simili o analoghi", ha affermato il primo presidente della Corte di Cassazione. "Le risposte dei giudici alle pressanti domande di legalita' – sottolinea Canzio – debbono essere si' pronte ed efficaci, ma anche eque e razionali, qualita' queste che pretendono capacita' di ascolto e di attenzione, dialogo con l'Avvocatura e la comunita' dei giuristi, tempi adeguati di studio e riflessione, scelte serie e responsabili".

"La Cassazione versa in uno stato di profonda e visibile crisi di funzionamento e di identita'. I dati statistici, aggiornati al 31 dicembre 2015, segnano l'insuccesso di una strategia mirata alla deflazione delle pendenze e del pesante arretrato mediante il mero aumento della produttivita', fino al limite dell'esaurimento delle energie dei magistrati e del personale". Nel settore civile, "nel 2015 emergono la stabilita' dell'alto numero delle iscrizioni (29.966); l'aumento delle pendenze fino alle attuali 104.561 (+3,8%); l'aumento fino a 44,4 mesi della durata media dei procedimenti; gli insoddisfacenti indici di ricambio (87%) e di smaltimento (20%); l'inidoneita' del pur altissimo tasso di definizioni (-7,1%) e di produttivita' del singolo magistrato (215,7 provvedimenti, il 5,6% in meno) a fronteggiare l'impatto della domanda, a causa dell'ormai avvenuto superamento del limite di impiego delle risorse dell'apparato". Anche nel settore penale, "a fronte di una sopravvenienza di 56.539 ricorsi (-4,1%), le eliminazioni, nonostante l'incremento di produttivita' di ciascun consigliere si avvicinano alla sopravvenienza ma non la superano. Sicche' la pendenza aumenta fino a 35.980 procedimenti (+5,4%)". Peraltro, conclude Canzio, "la durata media dei procedimenti (7 mesi e 9 giorni) resta al di sotto della soglia europea", mentre "il passo di inammissibilita' dei ricorsi resta altissimo (64,2%), e le decisioni di rigetto sono pari al 14,3%, quelle di annullamento con o senza rinvio sono il 19,3%. (AGI)

(28 gennaio 2016)

(AGI) – Napoli, 28 gen. – Un 35enne e' morto nella notte dopo essere stato accoltellato in strada. Trenta minuti dopo la mezzanotte a Mariglianella, i carabinieri di Castello di Cisterna sono intervenuti in via Umberto I, all'angolo con via Parrocchia, dove, poco prima, Vincenzo Artistico, gia' noto alle forze dell'ordine, era stato colpito da diverse coltellate alla schiena e al fianco. Trasportato in codice rosso all'ospedale di Nola, e' deceduto poco dopo.
.

(AGI) – Roma, 27 gen. – Il ministro israeliano della Difesa ha accusato la Turchia di comprare petrolio dallo Stato islamico (Isis), finanziando in questo modo le attivita’ militanti del gruppo jihadista. In un incontro ad Atene Moshe Yaalon ha sottolineato che Daesh (acronimo arabo per l’Isis) ha “beneficiato per molto, molto tempo del denaro turco in cambio di petrolio”. Dal giugno 2014 – scrive Asianews – il gruppo terrorista ha conquistato ampie porzioni di Siria e Iraq, compresi alcuni fra i piu’ importanti pozzi petroliferi della regione. Gia’ in passato a piu’ riprese il governo di Ankara ha respinto l’accusa di aver permesso al gruppo estremista islamico di trafficare greggio e altri beni, fra cui i reperti archeologici trafugati dai territori sotto il suo controllo, lungo i propri confini. In difesa dell’alleato turco e’ giunta anche Washington, che ha contestato le accuse della Russia secondo cui alcuni alti funzionari di Ankara sarebbero in combutta con i militanti. Ieri, a margine di un incontro con le autorita’ greche, Moshe Yaalon ha dichiarato che “e’ compito della Turchia, del governo turco, della leadership turca decidere se vogliono essere parte di una qualsivoglia cooperazione che lotta contro il terrorismo”. “Ma questo sinora non e’ avvenuto” ha aggiunto il ministro israeliano. “Come sapete, Daesh ha beneficiato del denaro turco in cambio del petrolio per molto, molto tempo. Spero che tutto questo finisca”. Yaalon ha inoltre accusato Ankara di consentire il passaggio di jihadisti – lungo la rotta che collega l’Europa con la Siria e l’Iraq – sul proprio territorio. Parole condivise dall’omologo greco Panos Kammenos nel corso della conferenza stampa. I tentativi di Israele e Turchia di ricucire i rapporti diplomatici avevano subito una brusca interruzione gia’ di recente, in seguito alla richiesta di risarcimento avanzata da Ankara nei confronti di Israele per la morte di 10 attivisti turchi nel 2010. Il gruppo era a bordo di una imbarcazione (la Mavi Marmara) diretta a Gaza per portare aiuti nella Striscia. Dietro il riavvicinamento fra i due governi, il tentativo di chiudere l’accordo con la Turchia per l’importazione di gas naturale israeliano.(AGI)
.

Roma – Un bambino su 5 in Italia non è vaccinato contro morbillo, parotite e rosolia, malgrado il vaccino sia gratuito, e il numero di vaccinati continua a scendere di anno in anno. E' l'allarme lanciato dal ministero della Salute, che pubblica i dati relativi al periodo 2013-14 riguardanti la copertura per la prima dose (somministrata entro i 24 mesi di vita) e per la seconda (a 5-6 anni di eta'). Entrambi i dati sono scoraggianti in tutte le Regioni: a fronte di una copertura vaccinale fissata al 95%, i bimbi che hanno ricevuto la prima dose sono stati l'86,7%, contro il 90,3 per cento dell'anno precedente. Va anche peggio per la seconda dose, dove la copertura si ferma a circa l'82,4 per cento, oltre un punto percentuale in meno dell'anno prima. Male soprattutto Calabria e Sicilia, dove la copertura scende addirittura al 65,7 e al 65,6.

L'eliminazione del morbillo, della rosolia e della rosolia congenita, ricorda il ministero, sono obiettivi del Piano nazionale per l'eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 2010-2015 (PNEMoRc) sancito come Accordo del 13 novembre 2003 in Conferenza Stato-Regioni e aggiornato con l'Intesa del 23 marzo 2011, nella medesima Conferenza. Il Piano e' stato predisposto sia per evitare il verificarsi di nuove epidemie di morbillo, dopo quella che, tra il 2002 ed il 2003, ha causato oltre 40.000 casi, centinaia di ricoveri ospedalieri, decine di casi complicati e 8 decessi in soggetti di eta' infantile e adolescenziale, sia per recepire le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', che ha l'obiettivo di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita dalla Regione Europea. Ma l'obiettivo del 95% si allontana sempre di piu': "Occorre, pertanto, incrementare le coperture – sottolinea il dicastero guidato da Beatrice Lorenzin – anche mediante interventi mirati ad aumentare, nella popolazione, la consapevolezza dell'importanza di questa vaccinazione per la prevenzione di casi gravi e decessi e per ricostruire la fiducia dei genitori in questo vaccino, che ha un ottimo profilo di efficacia e sicurezza". (AGI) 

(27 gennaio 2016)

Roma - Cinque anni di reclusione al macchinista Angelo Tomei e assoluzione, per non aver commesso il fatto, dei dirigenti dell'epoca della Metro spa, Gennaro Antonio Maranzano (responsabile dell'area esercizio e produzione), Roberto Gasbarra (capo del coordinamento movimento metropolitane) ed Ernesto De Santis (responsabile del servizio Metro A). E' la sentenza che la prima sezione penale del tribunale di Roma ha pronunciato poco fa dopo una lunga camera di consiglio in relazione all'incidente del 17 ottobre del 2006 quando alla stazione della metropolitana di piazza Vittorio (linea A) un convoglio tampono' con violenza il treno che lo precedeva provocando la morte di Alessandra Lisi, giovane ricercatrice, e il ferimento di 400 passeggeri. Gli imputati rispondevano dei reati di cooperazione in omicidio colposo, disastro ferroviario colposo e lesioni gravissime.

Tomei, cui sono state concesse le attenuanti generiche, e' stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e sottoposto all'interdizione legale per la durata della pena. Il tribunale, presieduto da Giuseppe Mezzofiore, lo ha condannato anche a pagare i danni alle parti civili, da liquidarsi in separato giudizio, in solido con il responsabile civile Atac spa. Bocciata la richiesta avanzata dalle parti offese di una provvisionale immediatamente esecutiva. Il 27 novembre scorso il pm Elisabetta Ceniccola aveva sollecitato la condanna del macchinista e dei tre dirigenti a tre anni e mezzo di reclusione. Secondo la Procura, quell'incidente "prima o poi si sarebbe verificato. Capito' quel 17 ottobre 2006 ma poteva capitare anche prima per il modo negligente con cui era gestito il servizio fornito dall'azienda che avrebbe dovuto assicurare, in nome della sicurezza degli utenti e dello stesso personale, il ligio rispetto delle norme che regolano la circolazione ferroviaria".

Il problema a monte – secondo chi ha indagato sull'incidente – era rappresentato "dall'utilita' economica della societa' legata all'attivita' dei macchinisti, a loro volta indotti a non accumulare ritardi nell'espletamento delle corse sulla linea A". Per il pubblico ministero "bastava, specie negli orari di punta, disattivare, con il consenso dei dirigenti (da qui il loro coinvolgimentom, ndr), il sistema di bloccaggio frenante e viaggiare a una velocita' leggermente superiore a quella consentita per tenere una distanza ravvicinata tra convogli precedenti, allo scopo di massimizzare i profitti per la societa' senza subire l'applicazione di penali previste negli accordi presi con il Comune, che e' il titolare del servizio pubblico".

Tomei, che alla lettura della sentenza non era presente in aula a differenza dei tre dirigenti, tampono' il treno che era fermo alla stazione Vittorio Emanuele alla velocita' di 42 km/h "violando le regole che sovrintendono la circolazione ferroviaria. Il giorno dell'incidente – evidenzio' il rappresentante della pubblica accusa – il macchinista non era in un momento di stanchezza, era in piena efficienza, non era neppure in una fase di sovraccarico professionale: aveva pure partecipato alla firma di alcuni accordi sindacali e quindi ben conosceva gli obiettivi aziendali. Nell'ottica di voler andare a recuperare il tempo perso tra il treno che lo precedeva fermo alla stazione di Vittorio Emanuele e quello che lo seguiva che non riusciva a chiudere le porte perche' i passeggeri erano troppi, ha staccato il sistema di bloccaggio e viaggiato a una velocita' non consentita. Un'azione sicuramente imprudente ma che faceva spesso. A Tomei questo modo di agire, noto ai dirigenti, e' sfuggito di mano". Il tribunale si e' preso 90 giorni di tempo per motivare la decisione e spiegare perche' i tre dirigenti sono stati assolti da ogni imputazione e perche' al macchinista e' stata inflitta una pena ben piu' pesante di quella chiesta dalla Procura. (AGI)