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(AGI) – Roma, 26 giu. – Nella mattinata di oggi, il Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha presieduto la seduta del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, nella quale “e’ stato disposto il rafforzamento del dispositivo di tutela a favore del Sindaco di Roma, Prof. Ignazio Marino”. E’ quanto si apprende dalla Prefettura di Roma. (AGI)

(AGI) – Bruxelles, 26 giu. – “Si supera Dublino 2. Ove si fosse fatta una formulazione sulla base volontaria, il numero dei quarantamila sarebbe stato generico. Con questa formulazione invece saranno 40mila persone che lasceranno l’Italia”. Lo ha detto Matteo Renzi al termine del Consiglio Europeo. “Poi si trovera’ la quadratura sulle quote interne della ripartizione. L’Italia sta facendo la sua parte e non si tira indietro rispetto ai suoi impegni”, ha aggiunto Renzi. “Questo non e’ un accordo che cambia la vita all’Italia. Ho detto ieri che non e’ l’Italia ad avere bisogno di questo accordo, ma e’ l’Europa che ne ha bisogno. L’Europa e’ solidarieta’ non egoismo”, ha spiegato il premier. “Non ho alzato la voce durante il vertice”, ha aggiunto Renzi: “Ho detto piu’ volte che si poteva andare a dormire senza accordo. E’ positivo che alla fine sia prevalso lo spirito europeo”. “Il primo ministro Orban ha proposto di ritirare i telefonini ai partecipanti al vertice. Ho ribattuto, avendo il peso di rappresentare un paese democratico come l’Italia, che sarebbe il caso, allora, di prevedere lo streaming delle riunioni del Consiglio Europeo”, ha aggiunto il presidente del consiglio. “La mia proposta non e’ stata maggioritaria”, ha ironizzato Renzi sottolineando poi che “qualcuno, come il presidente Tusk, ha twittato ieri che non c’era accordo. Non mi e’ sembrato il modo migliore per aprire una discussione tra di noi”. “A chi critica questo accordo dicendo che e’ poco rispondo che se non avesse firmato gli accordi di Dublino sarebbe stato molto meglio”, ha consluso Renzi. (AGI) .

(AGI) – Londra, 26 giu. – A poche ore dall’attacco terroristico agli hotel di Sousse, dove si teme siano morte almeno 27 persone, cominciano ad arrivare ai media anglosassoni diverse testimonianze da parte dei turisti presenti al momento dell’attentato. Cosi’ come riporta anche il Guardian, una donna di Dublino ha raccontato alla radio pubblica irlandese Rte di aver appena fatto in tempo a raccogliere i suoi figli dall’acqua, una volta sentiti i primi spari, per poi rifugiarsi in hotel. “Era circa mezzogiorno e ho visto a circa 500 metri da me una piccola mongolfiera venire giu’ e poi subito una sparatoria. Poi ho visto alcune persone correre verso di me, io pensavo fossero fuochi d’artificio”. Poi, appunto, la presa di coscienza. “Ho pensato, ‘oh mio Dio, sembrano colpi d’arma da fuoco’, cosi’ sono corsa in mare, ho acchiappato i miei figli e le nostre cose e mentre correvo verso l’hotel i camerieri e il personale gridavano ‘correte! correte’! Cosi’ siamo corsi verso il nostro bungalow e siamo ancora intrappolati qui dentro. Non sappiamo che cosa sta succedendo”. (AGI) .

(AGI) – Roma, 26 giu. – “Dopo cio’ che e’ accaduto oggi non consiglieremo piu’ i viaggi in Tunisia, per noi la sicurezza dei clienti deve essere massima”. Lo ha detto all’AGI il presidente uscente di Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo (Fiavet), Fortunato Giovannoni. “Pensavamo che, dopo l’attentato al museo del Bardo la situazione fosse tornata sotto controllo, anche grazie alle rassicurazioni del Governo. Tanto e’ vero che la MSC aveva annunciato che in autunno sarebbero riprese le soste in Tunisia. Adesso, pero’, la situazione ricomincia ad essere preoccupante, a maggior ragione per il fatto che ad essere colpito non sia stato un museo ma una struttura ricettiva. Con questo terrorismo non si scherza e i governi sono impotenti – conclude Giovannoni -, come dimostra cio’ che e’ accaduto oggi in Francia”. .

(AGI) – Roma, 26 giu. – In Tunisia, a Sousse, sulla costa centro-orientale, sono stati attaccati due alberghi frequentatisoprattutto da europei: sono morte almeno 27 persone, tra cui diversi turisti e l’attentatore. Secondo le autorita’, l’assalto e’ stato condotto da almeno due terroristi, uno dei quali, armato di kalashnikov, e’ stato ucciso dalle forze di polizia in uno scontro a fuoco avvenuto sulla spiaggia. E’ caccia al secondo. Gli hotel finiti nel mirino sono l’Hotel Riu Imperial e il Port el Kantaoui. I turisti terrorizzati hanno raccontato di essersi barricati per sfuggire alla furia jihadista. Al momento nessun gruppo ha rivendicato l’attacco, tuttavia nei giorni scorsi lo Stato islamico aveva lanciato un appello ad aumentare gli attentati nel mese di Ramadan. Il ministero dell’Interno tunisino conferma che i morti sono soprattutto turisti ma non si conoscono le nazionalita’, anche se le radio locali affermano che le vittime sono soprattutto tedesche e britanniche. La zona, infati, e’ molto frequentata da turisti provenienti dalla Gran Bretagna.

Su Instagram sono comparse subito alcune foto di un uomo fra i 60 e i 70 anni, in costume da bagno, che giace in una pozza di sangue sulla spiaggia. David Schofield, in vacanza nel resort, ha raccontato di aver udito “una forte esplosione” mentre si trovava a bordo piscina. A quel punto, gli ospiti della struttura hanno cominciato a fuggire verso l’hotel. “Dicevano che c’erano uomini sulla spiaggia che sparavano. Non sapevamo cosa fare”, ha riferito. .

(AGI) – Roma, 26 giu. – Mancano ormai pochi giorni al momento della verita’. Dal primo luglio, se non rimborsera’ gli 1,6 miliardi di euro che deve al Fmi, la Grecia entrera’ in default e la stessa Fmi non intende concedere nessun “periodo di grazia” ad Atene. A quel punto cosa succedera’? Secondo gli esperti il default scatenera’ forti turbolenze sui mercati finanziari, sulla cui entita’, non essendoci storicamente nessun metro di confronto, gli analisti fanno fatica a pronunciarsi con sicurezza. Inevitabilmente il timore di una Grexit provochera’ una corsa agli sportelli delle banche da parte dei risparmiatori greci (peraltro gia’ iniziata) e le autorita’ di Atene per frenare la fuga di capitali saranno costrette a introdurre forti controlli sui flussi finanziari bancari. Inoltre il default riguardera’ sicuramente il mancato pagamento dei debiti all’Fmi, mentre non scattera’ automaticamente sui prestiti dell’Eurozona alla Grecia. L’altro punto interrogativo riguarda la liquidita’ di emergenza per le banche greche (Ela) concessa dalla Bce, che di fatto costituisce l’unica vera fonte di entrate finanziarie su cui attualmente Atene puo’ contare. In caso di default l’Eurotower potrebbe congelare o ridurre questo tetto sui prestiti di emergenza alle banche, oppure potrebbe rafforzare l’haircut e cioe’ lo sconto che applica ai collaterali che le banche greche forniscono a garanzia dei prestiti. A luglio e ad agosto il governo di Atene dovra’ rinnovare 6,8 miliardi di euro di bond in mano alla Bce. Inoltre dall’Unione europea potrebbero arrivare richieste a sospendere il pagamento dei fondi destinati alla Grecia, cosi’ come potrebbe esserci la richiesta da parte di Atene di aiuti umanitari, non solo a Bruxelles, ma anche a Mosca e Pechino. Per finanziare le proprie attivita’, in mancanza di finanziamenti dall’estero, il governo greco potrebbe decidere di introdurre una moneta parallela, magari reintroducendo la dracma, prefigurando l’uscita dall’euro. (AGI)

(AGI) – Roma, 26 giu. – Fino a qualche mese fa sollevare l’ipotesi di un default della Grecia era un tabu’, una possibilita’ che i piu’ alti funzionari delle istituzioni coinvolte nella convulsa trattativa sul debito di Atene si rifiutavano persino di prendere in considerazione. Continuare a nascondere la testa sotto la sabbia e’ pero’ impossibile, dato che le trattative appaiono complicarsi di ora in ora. Entro fine mese Atene deve all’Fmi 1,6 miliardi. Due settimane dopo la scadenza, arriverebbe una sollecitazione dell’istituto di Washington e, due settimane dopo ancora, in mancanza di pagamenti, il direttore generale dell’organo dovrebbe informare il board esecutivo sullo stato di insolvenza del debitore. A questo punto gli altri creditori sarebbero nelle condizioni di poter chiedere l’immediato saldo di tutti i crediti vantati nei confronti di Atene (che siede su una montagna di debito di oltre 310 miliardi di euro) e, contemporaneamente, partirebbero i pagamenti dei ‘credit default swap’. Quanto all’unico canale attraverso il quale la Grecia riceve oggi liquidita’, i fondi di emergenza ‘Ela’ versate dalla Bce alle banche elleniche (che poi li reinvestono in titoli di Stato nazionali), esso non sarebbe piu’ utilizzabile se gli istituti venissero ritenuti non piu’ solvibili e dotati di collaterali adeguati. Un’interruzione dei versamenti tramite il fondo Ela farebbe pero’ scattare una corsa agli sportelli che – gia’ praticamente in atto – metterebbe definitivamente in ginocchio il settore bancario del Paese. E non e’ nemmeno scontato che l’eventuale imposizione di controlli sui flussi di capitale possa funzionare, data l’ampia area di sommerso che caratterizza l’economia greca. Quel che e’ certo e’ che un simile evento innescherebbe una reazione a catena le cui conseguenze, complesse da prevedere anche in termini di dinamiche, darebbero, almeno nel breve periodo, il colpo di grazia a una Grecia gia’ devastata da anni di sprechi prima e di austerita’ poi. Che un default possa innescare automaticamente anche una ‘Grexit’, dalle ripercussioni ancora piu’ imprevedibili, e’ difficile da valutare. Quel che e’ certo e’ che ne’ a Bruxelles, ne’ a Washington, ne’ a Francoforte possono continuare a fingere che il problema non si ponga, come e’ accaduto per lunghi e infruttuosi mesi. (AGI)

(AGI) – Milano, 26 giu. – I giudici della Corte d’Assise di Milano hanno assolto “per non aver commesso il fatto”, Filippo Marcello Tutino, accusato di aver partecipato alla strage di via Palestro a Milano. Tutino era ritenuto dall’accusa il ‘basista’ della strage del luglio ’93 in cui persero la vita cinque persone.

A dare il via prima alle indagini e poi al processo erano state le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che aveva coinvolto in ballo Tutino che poi era stato arrestato nel gennaio 2014. “Sono contento, e’ stata fatta giustizia. Non c’erano elementi per poterlo condannare, non bastano le parole di Spatuzza”, ha commentato l’avvocato difensore di Tutino, Flavio Sinatra.

Dopo 22 anni di indagini e processi non sono state ancora chiarite del tutto la dinamica e soprattutto le responsabilita’ della strage di via Palestro a Milano che costo’ il 27 luglio del 1993 5 morti. Uno degli episodi della stagione delle autobombe di mafia (con Roma e Firenze) legate agli omicidi, l’anno precedente, dei giudici Falcone e Borsellino, che piu’ hanno coinvolto l’opinione pubblica anche per la scelta degli obiettivi, siti d’arte, e delle vittime, assolutamente casuali, per instaurare un clima di terrore e ‘ammorbidire’ la pressione dello Stato su ‘cosa nostra’.

Queste le tappe della vicenda

27/7/1993. – Poco dopo le 23 un vigile urbano nota del fumo uscire da una ‘Fiat uno’ parcheggiata in via Palestro nei pressi della Galleria d’Arte Moderna e del Padiglione d’Arte Contemporanea (Pac) e avvisa i Vigili del Fuoco. Questi accorrono, accertano la presenza di un ordigno ma non fanno in tempo ad allontanarsi: alle 23,14 la bomba esplode uccidendo tre pompieri (Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno), l’agente della Polizia Municipale, Alessandro Ferrari e un immigrato che dormiva su una panchina nei vicini giardini pubblici, Moussafir Driss. Le indagini accerteranno che l’esplosivo, 90 chili di tritolo tratto da ordigni bellici, era stato portato qualche giorno prima nel sottofondo di un camion dalla Sicilia ad Arluno nel milanese e poi messo nell’auto rubata qualche ora prima dell’attentato.

– 30/7/1993 – Si tengono in Duomo a Milano i funerali di Stato cui partecipano fra gli altri il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scafaro, i Presidenti di Camera e Senato Giorgio Napolitano e Giovanni Spadolini, le autorita’ cittadine e i giudici del pool di ‘Mani Pulite’, ritenuti in un primo momento fra i possibili destinatari della minaccia stragista.

– 20/12/1993 – I magistrati milanesi inviano un avviso di garanzia a Franco Freda gia’ indagato per altre stragi negli anni della strategia della tensione. La pista neofascista verra’ pero’ accantonata presto. Le indagini, grazie anche alla collaborazione di alcuni pentiti, portano alla pista mafiosa e per anni vengono ricercati e arrestati quelli che vengono ritenuti i protagonisti degli attentati.

Si arriva cosi’ al – Giugno 1998 – quando la Corte d’Assise di Firenze cui e’ stata affidata la competenza, condanna una decina di persone tra cui i boss Gaspare Spatuzza e Antonino Mangano.

Gennaio 2002: Sempre grazie a collaboratori di giustizia vengono arrestati i fratelli Tommaso e Giovanni Formoso, accusati aver aiutato a scaricare l’esplosivo arrivato dalla Sicilia. L’anno successivo vengono condannati all’ergastolo, sentenza poi confermata nei due successivi gradi di giudizio.

– 2008: anche Gaspare Spatuzza collabora con gli inquirenti e conferma la sostanza delle indagini e parla di una riunione in cui venne pianificata la strage.

– Aprile 2008: Nuova condanna per Matteo Messina Denaro e Giuseppe Graviano a 4 anni e sei mesi (in continuazione con altre condanne) per detenzione e trasporto dell’esplosivo.

– Novembre 2012 – Viene arrestato Cosimo D’Amato, il pescatore che avrebbe fornito l’esplosivo recuperato dal fondo del mare.

– Gennaio 2014 – Arrestato Filippo Miche Tutino, ritenuto il basista a Milano della cupola mafiosa che aveva organizzato l’attentato. Oggi per lui l’assoluzione in primo grado. (AGI) .

(AGI) – Sassari, 26 giu.- Arrestato dalla polizia di Stato di Sassari, un un cittadino Pakistano extracomunitario accusato di associazione con finalita’ di terrorismo e di aver partecipato, con ruolo esecutivo, all’organizzazione dell’attentato commesso il 28 ottobre del 2009 nel mercato di Peshawar. L’uomo fermato all’aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino in arrivo dal volo proveniente da Islamabad avrebbe ospitato prima a Roma, successivamente ad Olbia, un presunto kamikaze deputato a compiere un attentato nel territorio italiano. L’operazione condotta dagli agenti della DIGOS di Sassari in collaborazione con la DIGOS di Roma e la Polizia di Frontiera di Roma-Fiumicino rientra nell’operazione antiterrorismo dello scorso 24 aprile, che ha visto l’esecuzione di 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di diversi cittadini pakistani ed afgani facenti parte di un’organizzazione criminale transnazionale che operava in buona parte del territorio nazionale anche per finanziare le principali organizzazioni terroristiche internazionali. Si chiama Siyar Khan, ha 36 anni e sarebbe stato tra i protagonisti dell’attentato al mercato di Peshawar che nel 2009 ha causato cento morti e duecento feriti l’uomo arrestato ieri dalla Digos di Sassari all’aeroporto di Fiumicino, appena sbarcato da un volo da Islamabad. Il pachistano era sfuggito alla prima ondata di arresti del 24 aprile scorso quando nell’inchiesta della Dda di Cagliari a Olbia erano finite in manette 18 persone appartenenti alla cellula olbiese di Al Qaeda. I dettagli dell’arresto sono stati illustrati in una conferenza stampa stamane in questura a Sassari dal questore Pasquale Errico e dal dirigente della Digos Mario Carta. Secondo gli investigatori, Khan aveva il compito di sistemare i nuovi arrivati e nel 2010 avrebbe fornito supporto logistico al kamikaze che, come gia’ noto, doveva mettere in atto un attentato suicida a Roma, forse anche in Vaticano, poi saltato grazie all’attivita’ della Polizia. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche, risulta infatti che i terroristi avessero progettato un attacco e fra le ipotesi c’era quella di infiltrarsi – hanno registrato gli inquirenti – “tra i fedeli a San Pietro”. Nelle intercettazioni agli atti, risalenti a cinque anni fa, piu’ volte i qaedisti parlano di un “disastro” imminente, un “male per tante persone”. Il presunto kamikaze, tale Tanvir, sarebbe transitato anche per Olbia. Dalle registrazioni appare che l’uomo piu’ volte avesse dato preoccupazioni ai referenti locali dell’organizzazione criminale, comportandosi in maniera ritenuta non adeguata. Ad esempio, a quanto risulta, poco prima di mettere in atto l’attentato poi fortunatamente saltato, l’uomo aveva frequentato delle prostitute e gli olbiesi di Al Qaeda si preoccupavano del fatto che potesse morire “impuro”. Le attivita’ investigative avevano comunque messo in allarme i terroristi, che parlavano delle perquisizioni della Polizia come “le visite degli zii”, e avevano rimodulato gli arrivi degli affiliati. Khan, rinchiuso in carcere a Civitavecchia, e’ accusato di strage e terrorismo internazionale, oltre che di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. (AGI) .

(AGI) – Milano, 26 giu. – I giudici della Corte d’Assise di Milano hanno assolto “per non aver commesso il fatto”, Filippo Marcello Tutino, accusato di aver partecipato alla strage di via Palestro a Milano. (AGI)