Ultime News
Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterEmail this to someone

Admin

AGI – Un comunista, un ultranazionalista e un presunto liberale sono i tre candidati ammessi dal Cremlino a competere, senza alcuna probabilità di successo, alle elezioni presidenziali di questo fine settimana in Russia contro il sicuro vincitore: Vladimir Putin.

Nessuno di loro ha la

 

del 15, 16 e 17, ma la loro presenza alle urne è vitale per conferire legittimità formale al processo elettorale.
A differenza del 2018, quando i candidati erano otto, questa volta l’opposizione al Cremlino non ha alcun candidato da sostenere, poiché sono tutte favorevoli alla guerra in Ucraina.

 

Kharitonov, il veterano

Nikolai Kharitonov, comunista 75enne, tentò di impedire la prima rielezione di Putin candidandosi nel 2004 e con il 13,69% dei voti ottenne il peggior risultato ottenuto fino ad allora da un candidato comunista. Promette di abbassare l’età pensionabile, aumentare il salario minimo, ridurre le tasse e nazionalizzare gli asset stranieri, le principali banche e le aziende nei settori chiave dell’economia. Sostiene la campagna militare in Ucraina e dichiara che l’unico modo per concluderla è con la “schiacciante sconfitta dell’Ucraina”.

 

Ex presidente di una sovkhoz (azienda agricola statale sovietica) nella Siberia occidentale, sostiene che “la Russia ha solo due alleati: il suo esercito e la sua marina”, riprendendo – ironia della sorte oper un comunista – una citazione dello zar Alessandro III. –

 

Slutski e le vestigia del nazionalismo di Zhirinovski

Il leader del Partito ultranazionalista Liberal Democratico russo, Leonid Slutsky, 56 anni, si candida alle elezioni sotto la lunga ombra di Vladimir Zhirinovsky, il carismatico fondatore del partito, morto nell’aprile 2022 durante la pandemia di coronavirus. “La causa di Zhirinovsky è viva”, si legge nei cartelloni elettorali di Slutski, un chiaro tentativo di approfittare della spinta che aveva il defunto leader ultranazionalista e che imita lo slogan sovietico “la causa di Lenin è viva”.

 

Il vicepresidente della Duma di Stato, laureato in economia, sostiene la campagna militare russa in Ucraina, che ha descritto come una “lotta geopolitica decisiva contro il nazismo, che deve essere vinta”. Nel febbraio 2018, diverse giornaliste hanno accusato Slutski di molestie sessuali e il politico, sostenuto da molti suoi colleghi, ha denunciato di essere stato vittima di una provocazione e di un tentativo di trasformarlo nell’Harvey Weinstein russo. 

“Voglio scusarmi con quelle ragazze nel modo più sincero se ho detto o fatto qualcosa che le ha ferite”, ha detto in seguito.

 

Davankov, il volto nuovo

Il candidato di Gente Nuova, formazione di centrodestra nata nel 2020, è il più giovane dei candidati e, secondo un sondaggio che dà Putin vincitore con il 75% dei voti, potrebbe piazzarsi al secondo posto con il 6% dei voti. Imprenditore e deputato dal 2021, Davankov, 40 anni, è diventato il volto visibile di un partito che secondo l’opposizione extraparlamentare è emerso con il permesso del Cremlino. La sua ascesa è iniziata nel 2018 quando è stato nominato vicedirettore dell’organizzazione no-profit “Russia, il paese delle opportunità”, creata su iniziativa di Putin per promuovere diversi progetti nazionali. Cinque anni dopo si candido’ alle elezioni del sindaco di Mosca, nelle quali ottenne il 5,34% dei voti. Promotore alla Duma di leggi come quella che vieta il cambio di sesso, Davankov si definisce difensore dei valori tradizionali. Due giorni prima dell’inizio delle azioni belliche, il 22 febbraio 2022, Davankov ha difeso il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk.

 

“Il presidente (Putin) ha preso la decisione giusta. La democrazia è quando discutiamo e dibattiamo fino a quando non viene presa una decisione. Ma una volta presa la decisione, dobbiamo agire”, ha detto poi. Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, il suo programma è categorico: “Pace e negoziati. Ma alle nostre condizioni, non si torna indietro”.

AGI – Sarebbe stato il fumo prodotto da un corto circuito di una stufetta elettrica ad aver ucciso, questa notte in via Bertocchi, periferia ovest di Bologna, una 32enne di origine romene e i suoi tre figli, due gemelli maschi di due anni (un maschio e una femmina), e una bambina di 6. Le verifiche dei vigili del fuoco, accorsi per primi sul posto, sono solo all’inizio, ma la dinamica dell’incidente comincia a delinearsi.

 

Nell’appartamento al quarto piano non si sono prodotte vere e proprie fiamme. Ma probabilmente un corto circuito di uno scaldino, intorno all’una di notte, ha prodotto una grande quantità di fumo e dunque di monossido di carbonio, che avrebbe colto nel sonno i bambini e la donna che è stata trovata ancora in vita, ma sarebbe poi morta intossicata durante il trasferimento all’ospedale Maggiore.

 

I quattro dormivano nella stessa stanza. Il padre dei bambini non era in casa al momento dell’incidente, è rientrato dopo dal lavoro. La procura di Bologna ha aperto un fasciolo e le indagini sono affidate alla polizia.

Piantedosi, profondamente addolorato

“Sono profondamente addolorato per la scomparsa di una donna e dei suoi tre bambini. Esprimo alla famiglia la mia vicinanza e il mio cordoglio, e ringrazio gli operatori dei Vigili del fuoco e delle Forze di Polizia che sono prontamente intervenuti sul luogo della tragedia”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

AGI – Swisscom, l’operatore svizzero di telecomunicazioni, acquisterà la filiale italiana del gigante britannico Vodafone per 8 miliardi di euro con l’obiettivo di fonderla con la propria filiale Fastweb. Swisscom ha firmato un accordo vincolante con il gruppo britannico per rafforzare “notevolmente” la propria posizione in Italia, dove il gruppo è presente dal 2007 con Fastweb.

 

A fine febbraio Vodafone aveva indicato di essere in trattative avanzate con Swisscom per vendere la sua filiale italiana, preferendo Swisscom alla francese Iliad, di cui aveva più volte rifiutato le avances. L’operatore svizzero ha stimato che la fusione di Vodafone Italia e Fastweb “sbloccherà un valore significativo”, tra cui economie di scala, una struttura dei costi più efficiente e sinergie significative di 600 milioni di euro all’anno. Swisscom spera di concludere l’operazione, che è soggetta ad approvazione normativa, nel primo trimestre del 2025. Fastweb è la divisione di Swisscom a più rapida crescita. Negli ultimi dieci anni, Fastweb si è affermata come “operatore leader nel quarto mercato europeo della banda larga”.

AGI – Sarà sfida tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz alle semifinali del torneo Atp 1000 di Indian Wells, in California. Il tennista azzurro ai quarti di finale ha superato in due set (duplice 6-3) il ceco Jiri Lehecka, 32esima testa di serie del tabellone, in un’ora e 28 minuti. Alcaraz ha invece regolato in due set (6-3/6-1) il tedesco Alexander Zverev. Migliaia di fan non vedono l’ora di assistere alla sfida che mette in palio la seconda posizione delle classifiche mondiali. 

 

 

Non una partita da ricordare quella tra Sinner e Lehecka con l’italiano che ha svolto, bene, il compito, senza sbavature ma anche senza acuti. Serviva vincere e Sinner lo ha fatto in maniera diligente, con percentuali in battuta non eccellenti, ma senza lasciare alcun margine all’avversario, al primo quarto di finale a questo livello. Lehecka aveva già catturato gli scalpi di giocatori come Tsitsipas e Rublev ma, nella giornata doierna, ha messo in fila molti errori non forzati e pochi vincenti. Un’altra vittoria convincente per Sinner in un 2024, finora, perfetto, con 16 vittorie in altrettante partite. 

 

AGI – È stato tradotto in lingua persiana ‘Una vita nascosta’, il romanzo di Enrica Mormile ambientato nella Napoli degli anni Sessanta ma che si sviluppa avanti e indietro nel tempo tracciando l’intricata storia della famiglia di un quartiere popolare. Edito da Castelvecchi nel 2022, il romanzo di Mormile è stato traslato in persiano da Abolhassan Hatami per la casa editrice Hoonaar e sarà nelle librerie iraniane alla fine di questo mese. Nella traduzione il titolo è stato cambiato in ‘Nascondiglio a Napoli’, per rimarcare l’ambientazione nella città partenopea. Romanzo ricco di personaggi e di passaggi temporali, narra la vicenda di un ragazzo incolpato nel 1962 di un omicidio non commesso, il quale per sfuggire al carcere si nasconde nella soffitta abbandonata di Castel Capuano, lo storico palazzo della Vicaria dove per secoli è stata amministrata la giustizia, un enorme edificio che conserva memorie, dolori e conflitti dell’ex città viceregnale, dell’ex capitale di un regno e della metropoli che conosciamo adesso.

 

Sandro detto Sandor, celato al mondo come un fantasma dell’Opera, riuscirà a tornare nel mondo riscattandosi anche attraverso il suo talento eccezionale per il canto: arte come metafora e sentimento in cui alla fine bisogna credere anche quando tutte le circostanze sembrano con crudeltà smentirci. E Sandor ci ha creduto sin dalla notte in cui “la tristezza gli stringeva dolorosamente il petto” e a lui è venuta “una voglia struggente di cantare” sul terrazzino nascosto da dove guarda la luna quasi piena.
Nata a Tripoli in Libia da madre siciliana e padre napoletano, Enrica Mormile ha vissuto lungamente all’ombra del Vesuvio prima di trasferirsi a Roma. ‘Una vita nascosta’ non è la sua prima prova narrativa. Nel 2019 ha pubblicato il romanzo ‘Il viale dei cancelli’, dopo un passato dedicato alla scultura e alle esperienze teatrali. 

AGI – La partita sul candidato di centrosinistra in Basilicata è formalmente chiusa, ma il confronto e lo scontro tra le forze politiche protagoniste della lunga trattativa è destinato ad andare avanti e ad allargarsi anche alle elezioni europee. La scelta di Domenico Lecerenza come candidato di Pd, M5s, Avs e +Europa è letta dallo stato maggiore di Azione come un diktat di Conte alla coalizione. “Il fatto politico nazionale è il veto dei Cinque Stelle sulle forze riformiste recepito dal Pd”, sottolinea Carlo Calenda. “Noi non esprimiamo veti”, risponde Conte, “non è nei nostri obiettivi. Nel nuovo corso c’è una politica col sorriso che vuole rispettare gli altri, ma è difficile se devi lavorare con leader che dichiarano che il loro obiettivo non è una competizione san, ma è distruggere il M5s”. Lo ‘strappo’ con Calenda, tuttavia, provoca mugugni anche in quel pezzo di Partito Democratico che ha sempre guardando con poco entusiasmo alla prospettiva di una dialogo serrato con i Cinque Stelle. “Dobbiamo fare tutti gli sforzi fino all’ultimo secondo utile per costruire la coalizione più competitiva possibile. Non ci possono essere veti reciproci, vale per la Basilicata, per le prossime amministrative e in prospettiva per le elezioni politiche”, dice il senatore dem Alessandro Alfieri, che guarda all’area di Stefano Bonaccini.

 

 

Prese di posizione che fanno dire a fonti Pd vicine alla segretaria che non c’è nessuna preclusione a un allargamento della coalizione. Certo, dal Pd ricordano anche che il comportamento di Calenda nelle ore precedenti l’accordo non ha facilitato il dialogo. Prima ha tagliato la strada, assieme al M5s, alla candidatura di Angelo Chiorazzo, poi ha proposto Marcello Pittella e, davanti alla risposta negativa della segretaria, ha fatto sapere che avrebbe reso pubblica la candidatura senza piu’ attendere, aprendo contemporaneamente alla possibilità di sostenere il candidato del centrodestra Vito Bardi. Infine è tornato su Chiorazzo. Troppo anche per chi, come Schlein, ha fatto dell’unità del fronte alternativo alle destre la propria parola d’ordine. E se Alfieri da’ voce ai malumori della minoranza interna, dalla maggioranza dem viene sottolineato che a lavorare all’accordo con le altre forze di coalizione è stata la coppia composta dallo schleniano Igor Taruffi e dal bonacciniano Davide Baruffi.

 

Il fatto che Pd e M5s abbiano trovato il terzo accordo su altrettante regioni, lascia ben sperare chi da tempo è al lavoro al tavolo per il Piemonte. Le interlocuzioni, viene riferito, ci sono sebbene siano ancora “generiche”. Il canale di comunicazione piu’ volte interrotto è attivo. Un intervento dei dirigenti nazionali dei due partiti potrebbe mettere la strada finalmente in discesa Il Pd, in particolare, vorrebbe evitare una conta all’assemblea di sabato che rischierebbe di spaccare il partito piemontese fra sostenitori di Chiara Gribaudo e sostenitori di Daniele Valle. In controluce, dietro l’accordo lucano, è possibile intravedere comunque l’inizio della partita per le europee. Il perimetro della coalizione include, infatti, +Europa. La formazione di Riccardo Magi ed Emma Bonino è ancora faticosamente al lavoro sulla lista di scopo “Per gli Stati Uniti d’Europa” con la quale si cerca di tenere insieme Carlo Calenda e Matteo Renzi – oltre che Psi, Libedem, Radicali e Volt – così da superare la soglia di sbarramento del 4 per cento. Un tentativo che non ha dato finora i suoi frutti e i continui botta e risposta fra il leader di Iv e quello di Azione non alimentano l’ottimismo.

 

Nonostante questo il lavoro va avanti: si è tenuta nella sede di +Europa una riunione tra le forze politiche che hanno partecipato alla Convention per gli Stati Uniti d’Europa, tranne Azione, convocata da Emma Bonino lo scorso 24 febbraio. Erano presenti +Europa, Italia Viva, Libdem Europei, Partito Socialista, Radicali italiani e Volt. Nell’incontro si è discusso “in un clima positivo” della promozione della lista di scopo per gli Stati Uniti d’Europa in vista delle prossime europee, aperta anche ad altre forze oltre a quelle presenti, viene spiegato. Un nuovo incontro è previsto per martedì prossimo. In compenso, il dialogo fra Riccardo Magi e il resto delle opposizioni, soprattutto con il Pd, non è mai stato tanto proficuo. Al punto che Elly Schlein ha accettato l’invito di Magi e Bonino alla convention del 24 febbraio organizzata per far dialogare Renzi e Calenda.

 

Se a questo si aggiunge che alle ultime elezioni politiche +Europa ha ‘rotto’ con Calenda per onorare l’impegno preso con Enrico Letta e il Pd, sarebbe facile intravedere un ‘piano B’ per Magi e Bonino, nel caso naufragasse la lista di scopo. Uno scenario che sembra confermato anche da chi, nel Pd, vede un futuro da candidata nelle liste del Pd per Emma Bonino: una operazione che ricalcherebbe – ironia della sorte – quella messa in campo da Calenda quando nel 2019 si candido’ con il Pd guidato da Zingaretti. In quell’occasione, il simbolo del Pd fece spazio a quello di Siamo Europei voluto da Calenda che, una volta eletto, lascio’ definitivamente il Pd. La storica leader radicale andrebbe a rimpinguare le file dei candidati con cui Schlein intende aprire il partito all’esterno. Per la stessa ragione sembra prendere corpo l’ipotesi di una candidatura alle elezioni europee di Lucia Annunziata come capolista nella circoscrizione Sud, e quella di un altro giornalista, l’ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, come capolista nella circoscrizione Centro.  

 

AGI – Jannik Sinner alle 19 ora italiana torna in campo a Indian Wells per giocarsi il quarto di finale contro il 22enne ceco Jiri Lehecka, numero 26 del mondo capace di battere il numero 5 Andrej Rublev e il greco Stefanos Tsitsipas nel Masters 1000 californiano. L’altoatesino ci arriva da imbattuto in stagione con 15 vittorie in altrettante partite (più altri tre match vincenti dello scorso novembre in Coppa Davis) e appena quattro set concessi (uno lasciato a Djokovic e due a Medvedev all’Open d’Australia, più uno a Monfils a Rotterdam). Il record, ancora lontanissimo, appartiene a John McEnroe che nel 1984 vinse 42 partite di fila. 

 

La giornata di ieri ha sancito la qualificazione ai quarti di Daniil Medvedev: il russo, quarta testa di serie, ha regolato con un doppio 6-4 Grigor Dimitrov, numero 13 del seeding, e per un posto in semifinale se la vedrà con Holger Rune. Il danese, settimo favorito del tabellone, l’ha spuntata su Taylor Fritz (n.12) per 2-6 7-6(2) 6-3, annullando un match-point sul 4-5 del secondo parziale. Ai quarti è approdato anche Casper Ruud (n.9), che dopo quasi due ore e mezza di battaglia ha superato Gael Monfils 3-6, 7-6(3), 6-4: sulla sua strada c’è ora Tommy Paul, giustiziere di Luca Nardi. 

 

A Indian Wells non sono mancate le sorprese: agli ottavi Aryna Sabalenka, seconda testa di serie, è uscita per mano di Emma Navarro, numero 23 del tabellone: 6-3, 3-6, 6-2 a favore della statunitense che se la vedrà ora con Maria Sakkari, nona forza del seeding, che ha eliminato Diane Parry per 6-2 3-6 6-3. A completare il quadro dei quarti di finale sarà la sfida fra Coco Gauff e Yue Yuan. La 20enne di Delray Beach, testa di serie numero 3, si sbarazza per 6-0 6-2 di Elise Mertens (n.23) mentre la cinese sorprende Daria Kasatkina (n.11) in tre set, 4-6, 6-4, 6-3.

AGI – Un giovane di 19 anni, di origine moldava, è stato accoltellato a morte questa notte intorno all’ una in largo Alinari, nella zona della stazione di Santa Maria Novella a Firenze. Il giovane è stato notato da alcuni passanti, che hanno chiamato i soccorsi; non è stato però sufficiente l’intervento del 118 per scongiurare la morte. La squadra mobile ha subito avviato le indagini, individuando una persona la cui posizione è ora al vaglio del pm di turno.

AGI – Una prima barca, quella di Open Arms, avanza lentamente verso la Striscia di Gaza (al momento è dinanzi alle coste di Israele); ma quando consegnerà gli aiuti, circa 200 tonnellate di cibo, saranno una goccia nell’oceano dei bisogni. Mentre cresce l’allarme per il rischio carestia a Gaza, ieri Israele ha fatto sapere che sta cercando di “inondare” Gaza di aiuti umanitari: lo ha detto il portavoce dell’esercito, Daniel Hagari, e la dichiarazione segna un’inversione di tendenza rispetto alla politica adottata finora, tenere allo stremo la Striscia come leva di pressione su Hamas perché liberi gli ostaggi.

 

Hagari ne ha parlato ieri, a Tel Aviv, nel consueto briefing con la stampa: “Stiamo cercando di inondare l’area di rifornimenti”; e ha aggiunto che Israele sta lavorando per aprire nuove rotte a terra e via mare, oltre a continuare a facilitare i lanci aerei (finora ce ne sono stati circa 30). Uno dei percorsi previsti è la nuova strada che Israele ha costruito nel centro della Striscia di Gaza, che è stata utilizzata martedì notte per la prima volta per consentire a un convoglio di rifornimenti di sei camion di accedere a Gaza City dopo essere stato ispezionato sul lato israeliano al valico di Kerem Shalom.

 

Del resto la pressione internazionale è molto alta: l’Onu avverte da settimane che Gaza è a rischio carestia e l’Ue ha denunciato che la fame viene usata come arma di guerra nel territorio. Finora, secondo le Nazioni Unite, sono morti almeno 25 minori di malnutrizione e disidratazione, e la minaccia pesa come una nube nera su tutti i 335 mila bambini nell’enclave palestinese. Una situazione ancora più grave nel Nord di Gaza, dove l’ingresso degli aiuti alimentari è completamente bloccato. Tra l’altro la distribuzione del cibo nella Striscia rimane pericolosa: solo ieri l’Onu ha denunciato che uno dei suoi magazzini a Rafah è stato colpito da un attacco che ha ucciso almeno uno dei suoi dipendenti e ne ha feriti diversi altri (Hamas sostiene che siano morte almeno quattro persone).

 

Ieri c’è stata una riunione on-line di alti funzionari di Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito, Cipro, Emirati Arabi Uniti e Qatar che al termine hanno esortato Israele a facilitare gli aiuti: nella dichiarazione, i Paesi hanno ricordato che “non c’è alcun sostituto delle rotte terrestri attraverso l’Egitto e la Giordania e i punti di ingresso da Israele a Gaza per la consegna di aiuti su larga scala” e sottolineato “la necessità che Israele apra ulteriori valichi” e allenti le restrizioni doganali.

 

Del resto, l’Onu lo dice da tempo: le spedizioni marittime e i lanci aerei non possono bastare. L’incontro si è anche concentrato sul corridoio marittimo (a partire dalla prossima settimana si terranno delle riunioni logistiche a Cipro per definire i prossimi passi). Martedì infatti sono salpate dagli Stati Uniti quattro navi dell’esercito americano con un centinaio di soldati e l’attrezzatura necessaria per costruire un molo galleggiante e temporaneo, dinanzi le coste di Gaza. Ma i tempi sono lunghi: almeno 60 giorni.

AGI – Il Parlamento europeo ha adottato le proposte legislative per prevenire e ridurre meglio gli sprechi di prodotti alimentari e tessili in tutta l’Ue. I deputati hanno adottato la loro posizione in prima lettura sulla proposta di revisione del quadro dei rifiuti con 514 voti favorevoli, 20 contrari e 91 astensioni.

 

La versione della direttiva uscita dal Pe prevede obiettivi vincolanti più ambiziosi di riduzione dei rifiuti da raggiungere a livello nazionale entro il 31 dicembre 2030: almeno il 20% nella trasformazione e produzione alimentare (invece del 10% proposto dalla Commissione) e il 40% pro capite nella vendita al dettaglio, nei ristoranti, nei servizi alimentari e nelle famiglie (invece del 30%). Il Parlamento ha richiesto inoltre che la Commissione valuti se debbano essere introdotti obiettivi più elevati per il 2035 (rispettivamente almeno il 30% e il 50%) e, se dovesse essere il caso di presentare una nuova proposta legislativa.

I deputati concordano di estendere i regimi di responsabilità del produttore, attraverso i quali i produttori che vendono prodotti tessili nell’Ue dovrebbero coprire i costi di raccolta differenziata, cernita e riciclo. Gli Stati membri dovrebbero istituire tali regimi 18 mesi dopo l’entrata in vigore della direttiva (rispetto ai 30 mesi proposti dalla Commissione). Le nuove norme riguarderebbero prodotti quali abbigliamento e accessori, coperte, biancheria da letto, tende, cappelli, calzature, materassi e tappeti, compresi i prodotti che contengono materiali tessili quali cuoio, gomma o plastica.