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AGI – La compagnia di taxi volanti Lilium ha firmato un memorandum d’intesa con il fornitore di servizi aeronautici statunitense Atlantic Aviation per “garantire una perfetta compatibilità tra il Lilium Jet e la rete di risorse aeronautiche di Atlantic in tutto il Nord America”.

 

Atlantic Aviation gestisce più di 30 aeroporti nei mercati di lancio pianificati di Lilium in Florida, California meridionale, nord-est degli Stati Uniti e Texas. Nel gennaio 2019 l’azienda ha annunciato che avrebbe installato un’infrastruttura di ricarica per gli aerei elettrici in tutte le sue sedi – all’epoca, in collaborazione con start-up VTOL come Joby Aviation e Archer. Il nuovo accordo garantirà che l’infrastruttura delle due compagnie sia compatibile e il più simile possibile per quanto riguarda l’esperienza dei passeggeri. Secondo Lilium, la pianificazione strategica congiunta includerà “tracce di volo degli aerei, capacità di ricarica, strutture per i passeggeri, previsioni delle operazioni e altro ancora. Questo approccio globale garantirà agli operatori di Lilium Jet l’accesso a punti strategici all’interno della rete di strutture aeronautiche di Atlantic, lavorando sia per ottimizzare l’esperienza dei passeggeri sia per inaugurare una nuova era dei viaggi aerei”.

AGI – Dal 21 al 24 marzo l’Auditorium della Mole Vanvitelliana di Ancona ospiterà la prima edizione nazionale del festival Popsophia, manifestazione interamente dedicata ad esplorare il quanto mai attuale tema della spettacolarità del male.
Per scoprire quale sia lo spirito di questo evento ed in che modo si prefigga di coniugare intrattenimento e divulgazione sviscerando cause e origini della nostra fascinazione per le immagini di violenza, crudeltà e catastrofi proposte da cinema, tv e nuovi media, l’AGI ha incontrato l’ideatrice e curatrice di Popsophia,  la filosofa, scrittrice, opinionista tv e docente di Storia dello Spettacolo Lucrezia Ercoli.

 

Qual è l’idea portante di Popsophia?

 

Il tentativo è quello di coniugare il pop – nel duplice senso di pop culture e cultura di massa, intesa come l’insieme dei fenomeni del vivere quotidiano – e la filosofia quale capacita del pensiero critico di riflettere sul presente. Nato nel 2011, e per tredici edizioni itinerante in varie città delle Marche, Popsophia approda ad Ancona sull’onda dell’intento, condiviso con il Comune cittadino e la Regione Marche, di stabilizzare la sfida culturale che portiamo avanti sul piano nazionale. Anche attraverso l’idea di aprire un laboratorio permanente sui temi della manifestazione.

 

In che modo il programma del festival declinerà questa sfida?

 

Di giorno attraverso gli incontri con giornalisti, scrittori, docenti e filosofi inseriti nelle tre rassegne Philofiction, Cinesophia e Mediascape che dedicheremo all’immaginario cinematografico, della serialità televisiva e dell’universo digitale. La sera con la specificità del nostro progetto: i format di spettacolo filosofico Philoshow. Proveremo a dar vita a rappresentazioni in cui musica dal vivo, montaggi audiovisivi e parole, mie e degli ospiti, esploreranno temi diversi. Con Marcello Veneziani si parlerà di nichilismo e canzonette, con il divulgatore scientifico Michele Bellone di immaginario distopico, con Carlo Massarini di  rock e male. Proporremo inoltre dei laboratori filosofici per adulti e bambini, in cui il filosofo si porrà come mediatore, più che conferenziere, lasciando alla platea il ruolo di protagonista. Infine, abbiamo in programma la Mostra d’arte Pentagon, che nella nostra galleria virtuale e modulare MeGa, fruibile con visori, racconterà l’idea insita nella location, il pentagono perfetto della Mole Vanvitelliana, esplorando i rapporti tra geometria e filosofia.

 

Qual è il fine di psicanalizzare il voyeurismo dello spettatore medio?

 

Quello di una presa di consapevolezza. La verità è che oggi non possiamo più esimerci dall’essere spettatori del male, perché ci raggiunge attraverso troppi canali. Gli immaginari della letteratura, del cinema, della serialità tv e della musica possono aiutarci ad acquisire  coscienza di questo nostro costante guardare in modo passivo il dolore degli altri. E’ un passaggio necessario, se non vogliamo chiudere gli occhi su ciò che siamo. E’ tempo di provare a rivolgere lo sguardo verso noi stessi, invece di cercare sempre il mostro altrove.

 

Oggi la filosofia è vissuta come qualcosa di scollegato dal quotidiano, quale potrebbe essere il suo ruolo attivo nel nostro tempo?

 

La filosofia dovrebbe rappresentare la cassetta degli attrezzi con cui affrontare il presente, un grimaldello per aprirci alla riflessione ed alla comprensione di meccanismi che senza il suo contributo ci resterebbero estranei. La disciplina filosofica non nasce in una dimensione accademica, è stato il linguaggio tecnico che ha assunto nel tempo ad aver allontanato la sua capacità di parlarci senza distinzioni. Se torna ad essere cosa viva e concerta, credo possa ancora ricoprire un ruolo cruciale nello spazio pubblico. Il tentativo del festival è mostrare come sia rimasta intatta la sua capacità di leggere la realtà, oltre i manuali.

 

‘Lo spettacolo del male’ è anche il titolo di un suo saggio appena uscito per Ponte alle Grazie, la cui tesi è che il male è insito in ognuno di noi.  

 

Il festival nasce in effetti da un lungo lavoro, partito dalla necessita di guardare in faccia il volto di Medusa: quella crudeltà che è specifica del genere umano non appartenendo ad altre specie animali. Lo scopo è  quello di venire a patti con questo lato oscuro che tentiamo di rimuovere, cercando sempre di trovare un capro espiatorio. Di prendere atto del nostro essere, come diceva Susan Sontag, davanti al dolore degli altri.

 

La nuova tecnologia, ormai estensione del corpo, ci offre attraverso gli Smartphone la terribile possibilità di essere immersi senza soluzione di continuità in uno spettacolo di dolore che ci commuove o indigna. Ma in realtà sono reazioni che alimentano lo spettacolo stesso, emotivamente tese a giustificare il voyeurismo e il perverso godimento che ci provoca. Il bombardamento di immagini del male ci sta facendo dimenticare il ruolo del nostro sguardo, le colpe e responsabilità che gli competono.

 

L’arte deve ferire?

 

Credo di sì. Infatti in esergo al mio libro ho citato Michel de Montaigne: “Io odio crudelmente la crudeltà”. Arte e filosofia non devono lasciarci intatti al loro passaggio. Hanno il fine di alimentare la nostra consapevolezza e scuoterci, anche con un po’ di necessaria violenza.

AGI – E’ andata a fuoco l’eccentrica, coloratissima casa di Cara Delevingne a Los Angeles: i genitori hanno raccontato che lei è “devastata”, ma la star può almeno tirare un sospiro di sollievo perchè dopo l’iniziale timore di averli persi tra le fiamme, ha saputo che sono salvi i suoi due gattini. La magione è di quelle che non si dimenticano: apparsa nell’edizione di giugno 2021 di Architectural Digest, ha ospitato – quando era ancora in mano ai precedenti proprietari – anche Giovanni Paolo II. La topmodel era a Londra quando è scoppiato l’incendio, perchè lunedì ha debuttato sul palco del West End, interpretando Sally Bowles nel musical Cabaret (il ruolo reso famoso da Liza Minnelli nella versione cinematografica del 1972). Appreso del devastante incendio, lei ha reagito su Instagram dicendosi con il cuore spezzato e pubblicando la foto dei suoi due meravigliosi gatti: “Non posso crederci. La vita può cambiare in un battito di ciglia, quindi tieni stretto quello che hai”. Ma poche ore dopo ha esultato, sempre su Instagram, raccontando che i due micini erano stati tratti in salvo dai pompieri, che lei ha ringraziato entusiasta. In effetti i vigili del fuoco hanno dovuto lavorare in forze: per più di due ore, all’alba di venerdì, quasi un centinaio di vigili del fuoco si sono avvicendati per spegnere le fiamme. Alla fine ci sono riusciti ma nel frattempo erano andate in fumo una stanza, la soffitta e il tetto era crollato.

 

 

İngiliz model Cara Delevingne’in 7 milyon dolarlık evi yangında kül oldu. pic.twitter.com/sBPGxnScBR

— BPT (@bpthaber)
March 16, 2024

 

 

La residenza in mattoni bianchi, in un vago stile country inglese, fu costruita nel 1941 per la famiglia Von der Ahe, fondatori della catena di supermercati Vons: profondamente religiosi, pare che i Von der Ahe abbiano ospitato papa Wojtyla quando il pontefice visito’ Los Angeles nel 1987. Delevingne ha acquistato la villa – quattro camere da letto su 750 metri quadrati – nel 2019 per 7 milioni di dollari; ma l’ha poi ristrutturata, mettendoci un po’ tutto quello che ispira il suo spirito libero e glamour: gli animali esotici, la natura, la passione per il divertimento. “E’ come un parco giochi al coperto e all’aperto di Alice nel Paese delle Meraviglie”, l’ha descritta. Ancora più efficace Architectural Digest che l’ha raccontata come una casa che è “come Saint-Tropez che incontra Coney Island che incontra un cottage nelle Cotswolds che incontra Monte Carlo che incontra un bar in pelle”. Al momento non è chiaro come sia cominciato l’incendio, causato da “un problema elettrico”, hanno detto i genitori, probabilmente in una zona retrostante della proprietà e poi rapidamente diffuso al sottotetto. Cara ha comunque voluto ringraziare “dal profondo del mio cuore” i vigili del fuoco e “tutti quanti si sono presentati per dare una mano”. 

 

 

บ้านของ Cara Delevingne ที่ LA ถูกไฟไหม้จนเกิดความเสียหายอย่างหนักระหว่างที่คาร่าอยู่ที่ลอนดอน เธอเสียใจมากๆและขอบคุณนักดับเพลิงทั้ง 94 คนและทุกๆคนที่มาช่วยดับไฟ เธอคอนเฟิร์มด้วยว่านักดับเพลิงช่วยแมวทั้งสองตัวของเธอออกมาได้ pic.twitter.com/hbXDhS519B

— วงการฟันเฟิง (Wongarn Funferng) (@moviesmusic_th_)
March 16, 2024

 

AGI – Cresce l’attesa per la sfida tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz a Indian Wells. La semifinale del torneo californiano, prevista alle 21.30 (ora italiana), non mette in palio solo il secondo posto della classifica Atp ma rappresenta un capitolo tutto nuovo di una rivalità che, a partire da oggi, potrebbe trovare una definitiva consacrazione. Il 20enne spagnolo e il 22enne italiano sono pronti a prendersi il palcoscenico occupato, fino a non molto tempo fa, dalla triade Federer, Nadal, Djokovic. Il primo ha già detto basta con il tennis giocato, il secondo lotta per ritrovare una condizione fisica accettabile mentre il terzo, ancora numero uno del mondo, è partito con il freno tirato in un 2024 che appare per lui sempre più difficile e complicato.

 

Alcaraz è stato il primo a sollevare un titolo del Grande Slam agli US Open del 2022, dove ha eliminato Sinner in uno dei migliori match degli ultimi anni. Lo spagnolo, tuttavia, sta vivendo un periodo complicato, il più lungo della sua carriera senza alzare un trofeo. L’ultimo è stato il clamoroso e indimenticabile successo a Wimbledon, nel luglio scorso, su Novak Djokovic che gli ha permesso di conquistare il suo secondo titolo major. La sua ultima finale risale ad agosto e nelle ultime settimane ha sofferto di problemi fisici, tra cui un infortunio alla caviglia subito a febbraio a Rio de Janeiro. Nell’ultima settimana, tuttavia, il giocatore di Murcia è ha ritrovato stimoli, fiducia e una condizione accettabile: elementi fondamentali per portare a termine la missione di difendere il titolo del Masters 1000 di Indian Wells, dove ha perso un solo set, al debutto, contro Matteo Arnaldi.  

 

Match dopo match, Alcaraz ha alzato il suo livello di gioco superando agevolmente Felix Auger-Aliassime, Fabian Marozsán e Alexander Zverev, quest’ultimo in un match sospeso per due ore a causa di un’insolita invasione di api. “Ero pronto a servire e ho visto alcune api in giro, pensavo fossero solo poche. Ma ho visto il cielo e ce n’erano migliaia che volavano intorno, si attaccavano ai miei capelli, venivano verso di me. È stato pazzesco. Una di loro mi stava pungendo. Ho cercato di allontanarmi, ma era impossibile, così sono scappato. Mi fanno un po’ paura”, ha ammesso.

 

 

L’ex numero uno del mondo ha spiegato che dovrà rivedere la sua strategia per fermare l’inarrestabile ascesa di Sinner. “Onestamente, non so come affronterò il match. È il miglior tennista del mondo in questo momento, senza dubbio”, ha elogiato Alcaraz. “Sta giocando in modo incredibile, non ha mai perso quest’anno. Mi piace molto vederlo giocare”. Per poi ammettere: “Sarà sicuramente il match più difficile che giocherò quest’anno”. Alcaraz, in conferenza stampa, ha poi risposto a una domanda sul documentario in uscita per Netflix. “È emozionante per me fare un progetto così. È qualcosa su cui stiamo lavorando da un po’. Mostreremo non solo il mio lato professionale come tennista, ma anche il mio lato personale. Il mio team, la mia famiglia e io ci divertiremo a realizzare questa docuserie e credo che anche la gente si divertirà a conoscermi un po’ meglio”. 

 

L’ascesa di Sinner

L’altoatesino si è fatto aspettare un po’ di più rispetto ad Alcaraz ma la sua crescita, negli ultimi mesi, è stata inarrestabile. Sinner vive una serie aperta di 19 vittorie consecutive ed è 16-0 nel 2024. In questa corsa, simile a una maratona, ha inanellato i successi a Rotterdam e, soprattutto, agli Australian Open, il primo agognato e desiderato titolo del Grande Slam. Anche il suo percorso a Indian Wells è stato rimarchevole, chiedere a Kokkinakis, Struff, Shelton e Lehecka. Sebbene Alcaraz si sia imposto agli US Open e in due Masters 1000, Sinner conduce i testa a testa per 4-3 e ha vinto gli ultimi due incontri. Ora ha la possibilità di vendicare la sconfitta del 2023, sempre in semifinale, a Indian Wells e di strappare ad Alcaraz la posizione n. 2 del ranking ATP. 

 

“È sempre divertente giocare con Carlos”, ha detto Sinner. “Siamo buoni amici fuori dal campo e cerchiamo di dare il 100% quando ci troviamo a giocare”. “È molto difficile affrontarlo, soprattutto quando serve molto bene. Non vedo l’ora di sfidarlo di nuovo”, ha aggiunto. Chi dovesse prevalere troverebbe in finale uno tra il russo Daniil Medvedev e l’americano Tommy Paul che incroceranno le racchette nell’altra semifinale del torneo. 

 

 

AGI – Il prossimo ponte di Pasqua si annuncia complicato per gli spostamenti in treno sulla linea tra Roma, Bari e Lecce. Una frana il 12 marzo ha interessato la galleria Starza, causando un dissesto per circa 250 metri nel tratto tra Ariano Irpino e Montecalvo, provocando un notevole rallentamento nei collegamenti tra Nord e Sud. Rfi ha comunicato che serviranno 30 giorni per ripristinare l’infrastruttura, nel frattempo la tratta tra Foggia e Benevento rimarrà chiusa, i treni a lunga percorrenza (Alta Velocità e Intercity) saranno attestati nelle stazioni delle due città e sarà attivo un servizio sostitutivo tramite bus che garantirà i collegamenti tra le località interessate dall’interruzione, con tempi di percorrenza che varieranno in funzione del traffico stradale.

L’intervento prevede la rimozione dei detriti presenti sulla sede ferroviaria, verrà demolito e ricostruito il pozzo di areazione e ripristinata la parte strutturale dissestata della galleria. Saranno necessari, inoltre, dei monitoraggi geologici dell’area interessata dal fenomeno franoso e indagini strutturali della galleria. La circolazione sarà riattivata non appena saranno garantite le condizioni di sicurezza. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, fa sapere il Mit, “segue con grande attenzione quanto accaduto sulla linea Foggia-Caserta, dopo la frana verificatasi in Campania che ha causato la sospensione della circolazione. Salvini è in costante contatto con Rfi”. Italia Viva però denuncia: “l’Italia è spaccata in due. In quella che si prospetta come un’odissea per i cittadini che vorranno spostarsi non c’è traccia del ministro Salvini”. Mentre un gruppo di parlamentari pugliesi del centrodestra ha avanzato una serie di proposte “per chiedere un’offerta di viaggio alternativa al servizio sostitutivo in bus tra Benevento e Foggia predisposto nelle ultime ore”. Tra queste “il proseguimento dei treni che collegano Roma a Taranto fino a Brindisi e Lecce”. Sulla tratta Napoli-Bari è in corso un intervento da 5,8 miliardi di euro per la realizzazione del nuovo tracciato ad alta velocità, che consentirà di collegare la Capitale con il capoluogo pugliese (via Napoli) in tre ore, ma il cantiere richiede tempi lunghi, l’obiettivo è di avere la linea pienamente in funzione nel 2027 con delle prime riduzioni di orario già da fine 2024.

ùAGI –  “È stata messa una rosa di nomi sul tavolo, ma il Movimento 5 Stelle rimane sulla sua posizione”. Cosi’ ai giornalisti il coordinatore regionale dei Cinque Stelle, il deputato Arnaldo Lomuti, al termine della riunione del tavolo del centrosinistra lucano in vista delle Regionali del 21 e del 22 aprile che si è svolta a Potenza. “Abbiamo trovato un candidato civico che viene dal mondo della sanità e sulla sanità il governo Bardi ha un nervo scoperto. È un candidato che ha il nostro appoggio. Abbiamo anche pronte liste. Il Movimento 5 Stelle non cambia posizione”ha concluso Lomuti. 

 

Matteo Salvini spera ancora che Luca Zaia possa candidarsi alle europee. Il segretario leghista da tempo ha chiesto ai governatori più popolari di scendere in campo in vista della consultazione dell’8-9 giugno. Ma, nelle riunioni del consiglio federale, lo stesso Zaia, il lombardo Attilio Fontana e il friulano Massimiliano Fedriga hanno mostrato scetticismo davanti a questa proposta del segretario, obiettando che una loro candidatura di bandiera non sarebbe compresa dagli elettori anche perché toglierebbe tempo all’amministrazione delle rispettive Regioni.

 

Dopo la bocciatura dell’emendamento leghista sul terzo mandato dei governatori, che blocca la ricandidatura di Zaia alle regionali dell’anno prossimo, quindi, Salvini sembra tornare in pressing sull’inquilino di Palazzo Balbi, evocando per lui un imprecisato ruolo in Europa. Non è escluso che il capo della Lega ambisca, per Zaia, a un ruolo di maggiore prestigio, come il commissario europeo, magari all’Agricoltura. Anche se appare veramente difficile che il partito di Giorgia Meloni possa rinunciare a indicare un proprio esponente nel prossimo esecutivo Ue, a maggior ragione se la presidente sarà nuovamente Ursula von der Leyen che i leghisti hanno chiarito che mai sosterranno mentre la premier si’.

 

Mi piacerebbe che Zaia “fosse rieletto in Veneto” ma, se ciò non accadrà, “io un’idea ce l’ho”, scandisce Salvini, da Padova, dove si trova per il tour sulle infrastrutture ‘L’Italia dei si”, proprio insieme al governatore veneto. “Zaia – continua il capo di via Bellerio, assicurando che il Veneto continuerà a “guida leghista” anche nel 2025 – potrebbe fare tutto quello che vuole. Ovviamente lui ama il Veneto. Se portiamo a casa l’autonomia, le Olimpiadi, le ristrutturazioni e altri progetti suoi e della Regione, visto che nei prossimi anni molte iniziative passano per l’Europa, diciamo che sarebbe utile un difensore del Veneto in terra d’Europa”. Netta la risposta del ‘dogè leghista.

 

“Sono concentrato a lavorare per i veneti, mi aspettano anni di attività, al mio futuro penso io. Non ho l’ansia del terzo mandato, e non perdo il sonno per questo”, taglia corto Zaia, che sul limite del doppio mandato ai governatori aggiunge: “Il Parlamento è sovrano e deciderà se continuare a bloccare il mandato a sindaci e governatori e garantirlo invece a tutti gli altri”. Ma, anche sul tema del terzo mandato, Salvini si mostra più arrendevole di altre occasioni. “Se gli altri hanno detto di no, è chiaro che da soli non ce la possiamo fare”, afferma con riferimento alla bocciatura in Parlamento alla proposta leghista, osteggiata anche dagli altri partiti di maggioranza. “Abbiamo fatto tutto il possibile. Se il 90% dei partiti è contro … È da mesi che proponiamo il terzo mandato, nelle commissioni, alla Camera e in Senato. La Lega ha votato da sola perchè il Pd, FdI, FI e M5s hanno votato contro. E siccome in democrazia vincono i numeri …”.

 

Il segretario leghista poi tiene a precisare di avere un ottimo rapporto di “totale sintonia” con Meloni, con la quale dice di aver “messaggiato” anche in mattinata. A chi gli chiede del rischio di “debacle” della Lega alle prossime elezioni europee, Salvini risponde: “Parliamo di cose belle. La Lega crescerà”. E nega l’esistenza di fronde interne nella Lega. “è un attacco giornalistico”, sostiene. Salvini parla a Padova, mentre l’altro vice premier, l’azzurro Antonio Tajani, da Verona, lancia la sfida alla Lega, ormai sorpassata da FI alle regionali in Abruzzo, proponendo la candidatura dello storico avversario di Zaia, l’ex leghista (espulso nel 2015) Flavio Tosi.

 

“Abbiamo un partito forte, una rete organizzativa molto efficiente. Abbiamo anche un leader regionale che può essere benissimo candidato alla presidenza della Regione, mi riferisco a Flavio Tosi”, afferma Tajani. “Vedremo, ne parleremo. Si discuterà, ci metteremo attorno a un tavolo. Noi abbiamo le nostre carte da giocare, con grande rispetto degli alleati. Ma il rispetto che noi abbiamo nei confronti degli altri, deve essere lo stesso rispetto riservato a noi”, continua, ribadendo il ‘no’ di FI al terzo mandato dei governatori “per evitare concentrazioni di potere”.

 

“Salvini non ha nulla da temere, soprattutto da Forza Italia – precisa poi Tajani -. Anche in Abruzzo il risultato della Lega non è stato un risultato negativo. Forza Italia è andata molto bene, ma io non voglio andare a rubare voti a destra di Forza Italia”. Il primo partito ad ambire alla guida del Veneto sarebbe in realtà Fratelli d’Italia, a secco di governatori nelle Regioni del Nord. Ogni discorso sulle candidature alle regionali del prossimo anno è rinviato a dopo le europee, e sarà valutato anche in base ai rapporti di forza tra i partiti che emergeranno dal voto. Piu che alle regionali del 2025, in realtà, sembra che nel partito di Tajani si stia valutando una candidatura di Tosi, eletto con FI alla Camera, nella circoscrizione Nord Est proprio alle europee. Una eventuale candidatura di Tosi in Veneto verrebbe vista come una provocazione dalle truppe leghiste e da Zaia, che a quel punto forse potrebbero davvero organizzare una contro-candidatura avversa a FI e FdI, se lo appoggiassero.

 

Oltre a mostrare apparente arrendevolezza sul terzo mandato ai governatori, Salvini, infine, sembra non avere troppa fretta su un altro tema-bandiera del leghismo, il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata. “L’autonomia farà bene a tutta Italia, non solo ai veneti e ai lombardi che l’hanno chiesta e, quindi, noi porteremo a casa nei tempi previsti l’autonomia che serve al Paese. Prima o dopo le europee? Il prima possibile. L’autonomia sarà una riforma epocale per i prossimi cento anni, quindi se arriva il 6 giugno o il 16 giugno l’importante è che arrivi e su questo la maggioranza è compatta”. Le dichiarazioni di Salvini su Zaia sono lette come una pietra tombale sul futuro del governatore dalle opposizioni.

 

“Zaia spedito in Europa a fare il difensore del Veneto? Povero Zaia, se questo è il futuro che gli riserva Salvini – commenta la capogruppo di Alleanza Verdi e sinistra alla Camera Luana Zanella – Salvini parla del Veneto come una terra di conquista, in realtà fa cosi’ in ogni luogo, ha una tendenza a cannibalizzare cio’ che tocca, da Cortina con la pista da bob a Messina con l’assurdo ponte”. “Oggi, a Padova, Matteo Salvini ha definitivamente archiviato l’ipotesi di terzo, o meglio quarto mandato da presidente di Regione, per Luca Zaia”, sostiene la capogruppo dem in Consiglio regionale del Veneto, Vanessa Camani.

 

“Una pietra tombale – prosegue – camuffata dal riconoscimento, quasi rassegnato, che in democrazia vincono i numeri. Ma la democrazia di cui parla Salvini non sta solo nei numeri bensi’ nel fatto che con la bocciatura secca della proposta della Lega si è affermato un principio di alternanza e di non concentrazione del potere per un periodo lunghissimo a una sola persona”. Intanto, la Lega ha ufficializzato, con un messaggio inviato ai parlamentari, l’evento organizzato dal gruppo a Strasburgo ‘Identità e democrazia. Del tutto simile a quello che si è tenuto a Firenze il 3 dicembre, il convegno si intitola ‘Venti di cambiamento, verso un’Europa di cooperazionè ed è in programma il 23 marzo agli Studios romani di via Tiburtina.

 

Invitati tutti i partiti che aderiscono a Id, ovvero il Rassemblement National di Marine Le Pen, i tedeschi di Alternative fur Deutschland, l’Fpo ustriaco, i fiamminghi del Vlaams Belang, i conservatori estoni, il partito popolare danese, Libertà e democrazia diretta del ceco Tomio Okamura, e il Partito per la libertà dell’olandese Geerts Wilders. Ancora la segreteria leghista non ha conferme certe sulle presenze dei leader. Ma non sarebbe in programma una partecipazione di Le Pen: dovrebbe arrivare Jordan Bardella in sua vece, come già successo nel capoluogo toscano. Eventi analoghi, organizzati dalla Lega per Id, dovrebbero tenersi nei prossimi mesi anche a Milano e Bari. 

AGI – Ricevere un regalo inaspettato è sempre bellissimo. Quando poi si tratta di un romanzo inedito scritto da uno dei più grandi autori contemporanei, Gabriel Garcia Marquez, pubblicato a dieci anni dalla morte, è come trovare un tesoro nascosto in giardino di cui ignoravamo l’esistenza. E’ arrivato in libreria lo scorso 6 marzo, giorno in cui avrebbe compiuto 97 anni, ‘Ci vediamo in agosto’ (Mondadori, a cura di Cristòbal Pera, traduzione di Bruno Arpaia – pagg.120, euro 17,50), un racconto scritto nel 1999 e più volte cambiato e riscritto che è rimasto inedito fino ad oggi perchè lo stesso Marquez non era convinto del suo valore e del finale al punto di dire: “Questo libro non funziona. Bisogna distruggerlo”. Ora i figli Rodrigo e Gonzalo Garcia Barcha hanno deciso di pubblicarlo, dopo aver affidato a Cristobal Pera (editor dell’ultimo grande romanzo-momoir di Marquez, ‘Vivere per raccontarla’ del 2002, oltre che dell’ultimo romanzo propriamente detto, ‘Memoria delle mie puttane tristi’, del 2004) il compito di curarne l’edizione, raccogliendo le varie versioni del testo e le correzioni apportate da Marquez negli anni. Dal 18 marzo 1999, giorno in cui un giornalista di ‘El Pais’ pubblicò un’intervista a Marquez e un brano del libro ‘Ci vediamo in agosto’ (che lo scrittore colombiano aveva letto qualche giorno prima nella Casa de America a Madrid dove, invece di tenere un discorso alla presenza del collega Premio Nobel Josè Saramago, aveva letto un brano del suo nuovo romanzo) al 2004 quando finì di riscrivere la versione numero 5, Marquez si occupò di questo romanzo come si fa con un figlio difficile. 

 

In quell’anno, il 40ennale di ‘Cent’anni di solitudine’, mise da parte il libro – di cui la rivista colombiana ‘Cambio’ aveva pubblicato nel 2003 il terzo capitolo col titolo ‘La notte dell’eclissi’ – perchè, rivelò alla sua agente, “a volte bisogna lasciar riposare i libri”. Purtroppo in vita Marquez non fu mai soddisfatto del risultato e decise di non pubblicare il romanzo di cui non riteneva valido il finale e non riuscì a finirlo a causa della perdita di memoria che iniziò a colpirlo dal 2010. Eppure questo libro risente moltissimo dell’afflato e dell’arte dello scrittore colombiano e, come sospettano i figli che hanno deciso di “tradire” la volontà del padre, probabilmente i dubbi erano dovuti più alla sua salute ormai malandata (è stato colpito dal morbo di Alzheimer) che dall’effettivo valore artistico dell’opera. “Giudicando il libro migliore di quanto lo ricordassimo, ci è venuta in mente un’altra possibilità: che la mancanza della facoltà che non aveva permesso a Gabo di terminare il libro gli avesse anche impedito di rendersi conto di quanto fosse buono, malgrado le sue imperfezioni”, scrivono i figli di Garcia Marquez nella perfezione.

 

In ‘Ci vediamo in agosto’ Garcia Marquez affronta l’amore tra persone mature, il desiderio e la passione unite al brivido della trasgressione che irrompono prepotenti quasi per caso nella vita di una donna di quasi 50 anni, Ana Magdalena Bach, che ogni 16 agosto porta sulla tomba della madre sepolta su un’isola dei Caraibi un mazzo di gladioli. Un viaggio che Ana intraprende annualmente in maniera quasi automatica e ripetitiva e che diventa improvvisamente qualcos’altro: un’occasione di trasgressione sessuale, come una parentesi da ritagliarsi in una vita condotta in maniera normale e tutto sommato soddisfacente durante gli altri 364 giorni dell’anno. La donna, scrive infatti Marquez, “da ventisette anni era unita in un affiatato matrimonio con un uomo che amava e che l’amava, e con il quale si era sposata senza finire la facoltà di Arti e Lettere, ancora vergine e senza fidanzamenti precedenti”. 

 

Un vita apparentemente felice allietata anche da due figli: un musicista e una ragazza convinta di farsi suora (che comunque non disdegna di passare le notti con un amico/amante jazzista). Apparentemente non ne avrebbe bisogno, eppure nella vita di questa signora all’improvviso irrompe il desiderio di trasgressione. Un attimo di libertà assoluta da vivere un giorno l’anno. Un evento accaduto quasi per sbaglio in uno dei suoi 16 agosto sull’isola, quando ha 46 anni, a causa di un bicchiere di troppo, che diventa una necessità e alimenta la sua vita e le sue ansie di donna matura. Un appuntamento che si rinnova ogni anno per un periodo tutto sommato breve e che si conclude, come dice il curatore Cristobal Pera, “in maniera smagliate” malgrado i dubbi di Garcia Marquez.

 

 

Al termine del libro ci sono quattro pagine riprodotte in facsimile con le correzioni dell’autore della cartellina contrassegnata come ‘Versione 5’ aulla quale alla fine Marquez scrisse le parole “Grande OK finale” (Gran OK final) che la famiglia dello scrittore ha venduto all’Harry Ransom Center dell’Università del Texas. Proprio il fatto che questi documenti fossero disponibili al pubblico ha spinto i figli a “tradire” Gabo, un modo per proteggere il suo lavoro ed evitare che il suo ultimo romanzo inedito vedesse la luce in copie piratate che non tenessero conto delle variazioni e delle correzioni che lo scrittore ha continuato ad apportare anche dopo che la malattia si era manifestata, fin quando gli è stato possibile sedersi di fronte al computer o dettare appunti alla sua assistente. ‘Ci vediamo in agosto’, scrivono ancora i figli di Marquez nella prefazione, è “il frutto del suo ultimo sforzo di continuare a creare contro ogni circostanza avversa. Il processo di scrittura è stato una gara tra il perfezionismo dell’artista e il venir meno delle sue facoltà mentali”. Un libro che i figli dello scrittore reputano di buon livello e che, concludono, “con un atto di tradimento abbiamo deciso di anteporre il piacere dei suoi lettori a tutte le altre considerazioni. Se loro lo apprezzeranno – concludono – e’ possibile che Gabo ci perdoni. Noi ci contiamo”. E i lettori apprezzano di sicuro. 

 

AGI – Nel Lazio sono state azzerate le addizionali Irpef per i redditi imponibili fino a 28 mila euro. Lo prevede la legge di variazione del bilancio 2024-26 della Regione Lazio approvato dal Consiglio regionale, presieduto da Antonello Aurigemma. Prevista anche una detrazione della stessa addizionale, pari a 60 euro, in favore dei soggetti con un reddito imponibile non superiore a 35mila euro. La legge di variazione al Bilancio prevede, inoltre, 10 articoli aggiuntivi, frutto di nove emendamenti presentati dall’assessore Giancarlo Righini e uno dal consigliere Massimiliano Valeriani, del Partito democratico. Confermato l’articolo due, che dispone un incremento di 40mila euro (da 20 a 60 mila) dello stanziamento previsto nel 2024 in favore del comune di Cassino per l’ottantesimo anniversario della battaglia di Cassino e dello sbarco anglo-americano ad Anzio. Inoltre, non troverà applicazione la maggiorazione dell’aliquota dell’Irap per gli enti del Terzo Settore iscritti al Registro unico nazionale (escluse le imprese sociali costituite in forma di società) che hanno un valore della produzione netta prodotto nel territorio regionale inferiore al milione di euro. Lo stanziamento complessivo per le misure fiscali ammonta a 136.985.000 euro nel 2024 (133,7 milioni per l’Irpef e 3,285 milioni per l’Irap), coperto con i 100 milioni di euro già iscritti nel bilancio regionale 2024-2026 (articolo 2 della Legge di Stabilità regionale 2024) e con 36.985.000 euro aggiuntivi, prelevati dal Fondo TPL del Comune di Roma, che l’assessore Righini si è impegnato a ripristinare appena possibile. 

 

Le misure fiscali entreranno in vigore dal primo gennaio 2025, frutto anche di un accordo raggiunto con i sindacati. 
“Questa variazione di bilancio riguarda la manovra fiscale che abbiamo anticipato rispetto alle scadenze, utilizzando questo veicolo legislativo, un grande successo che premia il lavoro svolto in questi mesi e dimostra anche che non c’era nessun pregiudizio a finanziare il fondo taglia tasse – ha spiegato l’assessore Righini -. Nello scorso esercizio finanziario non l’abbiamo potuto fare semplicemente perché non c’erano risorse siamo felici di esentare totalmente dell’addizionale regionale i cittadini del Lazio: una platea importante di oltre 1,2 milioni di cittadini non pagheranno l’addizionale regionale per i redditi fino a 28 mila euro. Mentre per i redditi sopra i 28 mila euro fino a 35 mila euro c’è un contributo di 60 euro che si va a sommare ai 260 euro che sono determinati dalla riforma fiscale del governo nazionale. Questo ci consente di raggiungere i 320 euro complessivi che era l’obiettivo per sterilizzare l’aumento pagato nell’anno precedente. Quindi, un risultato importante”.
“Oggi in Aula abbiamo ottenuto due importanti risultati: una prima vittoria nella battaglia iniziata già la scorsa estate e portata avanti insieme ai sindacati per ridurre la pressione fiscale sui cittadini del Lazio e la notizia che “a ore” – ha dichiarato il Gruppo del Partito Democratico del Consiglio regionale del Lazio – saranno sbloccati i fondi per le borse di studio destinate agli studenti vincitori del bando ma non ancora beneficiari. Non ci fermeremo perché non siamo ancora davvero soddisfatti né dell’entità degli interventi né della loro provvisorietà. Ma continueremo a fare la nostra parte con rigore e decisione”. 

 

Soddisfazione per l’azzeramento dell’addizionale regionale Irpef per i redditi fino a 28mila euro è stata espressa anche dai consiglieri regionali di Italia Viva. “Una misura taglia tasse sulla quale ci eravamo battuti già a dicembre scorso in sede di approvazione del bilancio 2024 e che andrà a beneficio di una platea di oltre 1,2 milioni di cittadini del Lazio – ha spiegato i consiglieri di Iv  Marietta Tidei e Luciano Nobili – per i redditi sopra i 28 mila euro e fino a 35 mila euro è stato invece previsto un contributo di 60 euro. Si tratta complessivamente di una mini riforma fiscale regionale che rappresenta un aiuto concreto per la maggior parte delle famiglie dei nostri territori, in particolare quelle in difficoltà a causa dei bassi redditi e di una congiuntura dei prezzi dei beni di prima necessità non particolarmente favorevole. Bene ha fatto la maggioranza ad accogliere le istanze in tal senso reiterate più volte da tutte le forze politiche di opposizione”. 

AGI – L’India ha dichiarato che ridurrà le tasse di importazione su alcuni veicoli elettrici per le aziende che si impegnano a investire almeno 500 milioni di dollari in investimenti e impianti di produzione entro tre anni, rafforzando potenzialmente i piani di Tesla volti a entrare in quel mercato. La nuova politica daziaria è una grande vittoria per Tesla poiché è in linea con ciò per cui la società aveva esercitato pressioni a Nuova Delhi.

Fonti hanno riferito lo scorso luglio che la casa automobilistica si era offerta di costruire una fabbrica ma, nel frattempo, voleva un taglio delle tasse di importazione che secondo il CEO Elon Musk erano tra le più alte al mondo. Le aziende che soddisfano i requisiti di investimento e produzione potranno importare un numero limitato di veicoli elettrici con un’imposta ridotta del 15 per cento sulle auto che costano 35.000 dollari e oltre.

 

L’India attualmente applica un’imposta del 70 per cento o del 100 per cento sulle auto e sui veicoli elettrici importati a seconda del loro valore. “Invitiamo le aziende globali a venire in India. Sono fiducioso che l’India diventerà un hub globale per la produzione di veicoli elettrici e questo creerà posti di lavoro e migliorerà il commercio”, ha detto ai giornalisti il ministro del commercio Piyush Goyal in una conferenza stampa dopo che la politica daziaria è stata resa pubblica dal suo ministero.

AGI – L’analisi dell’andatura degli anziani attraverso una fotocamera di profondità potrebbe contribuire a individuare il rischio di declino cognitivo precoce. Questa interessante prospettiva emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of Alzheimer s Disease Reports, condotto dagli scienziati del College of Engineering and Computer Science della Florida Atlantic University. Il team, guidato da Behnaz Ghoraani, ha esaminato la correlazione tra sottili disturbi dell’andatura negli anziani e il rischio di sviluppare declino cognitivo. In ambito clinico, spiegano gli esperti, l’analisi della camminata sta emergendo come un prezioso complemento non invasivo alle valutazioni cognitive. Il gruppo di ricerca ha considerato la capacità di un gruppo di volontari di seguire un percorso curvo, che richiede maggiori capacità cognitive e motorie rispetto alla camminata in linea retta.

 

Gli scienziati hanno utilizzato una telecamera di profondità, in grado di rilevare e monitorare 25 articolazioni del corpo, per registrare l’andatura dei partecipanti e individuare i segni di deterioramento cognitivo lieve. I singoli segnali sono stati elaborati per individuare 50 marcatori di andatura, che sono stati confrontati utilizzando analisi statistiche descrittive. Questi parametri hanno evidenziato differenze significative tra il gruppo di controllo, formato da partecipanti sani, e i pazienti con lieve deterioramento cognitivo. Tra le caratteristiche più rilevanti, sono emersi macro-marcatori, come velocità e cadenza, ma anche micro-marcatori, come fasi di appoggio, oscillazione e falcata.

 

“La camminata curva – riporta Ghoraani – ha mostrato notevoli disparità tra i nostri gruppi di studio. In caso di deterioramento cognitivo, si evincevano una lunghezza media del passo e una velocità mediamente inferiori, ma anche una diminuzione nella simmetria e nella regolarità del passo”. I ricercatori non hanno riportato particolari differenze di genere nei risultati ottenuti. Tuttavia, i partecipanti con deterioramento cognitivo erano associati a un indice di massa corporea più elevato e livelli di istruzione generalmente più bassi rispetto ai volontari sani. “Un lieve deterioramento cognitivo – conclude Ghoraani – può essere un segno precoce della malattia di Alzheimer. Il nostro approccio migliora la comprensione delle caratteristiche legate all’andatura e individua un potenziale strumento efficace e non invasivo per rilevare il rischio di sviluppare questa problematica”.